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Abbiamo analizzato le Team Option della Free Agency 2020

Francesco Contran by Francesco Contran
26 Novembre, 2020
Reading Time: 10 mins read
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Team Option Free Agency 2020

Copertina a cura di Edoardo Celli

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Quando a un giocatore della NBA scade un contratto, tipicamente possono delinearsi quattro scenari diversi per il suo futuro. Il giocatore può diventare unrestricted free agent, ossia può decidere liberamente dove trasferirsi, mentre se la free agency prevede restrizioni, la sua franchigia può pareggiare qualunque offerta per tenere il proprio giocatore. Può poi esserci un’opzione a favore del giocatore, che, se esercitata, gli permette di legarsi ancora per un anno alla sua squadra. L’ultimo caso si verifica quando la franchigia detiene una team option, ovvero la possibilità di decidere se estendere o meno il contratto di un proprio giocatore, tipicamente per un anno.

Nell’articolo di oggi andremo ad analizzare le principali team option presenti nei contratti della lega, cercando di capire come le franchigie dovrebbero comportarsi nelle varie situazioni.

Urge fare una premessa: il 90% delle team option sui contratti NBA sono legate ai rookie contract, ma esula dal mio scopo soffermarmi sui movimenti più scontati e mi perdonerete se non spiegherò perché Dallas eserciterà l’opzione su Luka Dončić. Ho quindi deciso di dividere le franchigie in gruppi in maniera tale da rendere il tutto più immediato, seguendo come indicatore lo status delle stesse: contender, squadre che hanno partecipato agli ultimi playoff, squadre che aspirano a giocarli e quelle in ricostruzione.

 

Contender

Per quanto riguarda le contender, c’è in realtà davvero poco da dire perché tra Lakers, Clippers, Bucks, Heat e Nuggets non c’è una singola opzione rilevante a vantaggio delle squadre, mentre Boston detiene una team option su Sami Ojeleye: il ragazzo di 25 anni è stato scelto al secondo giro nel 2017 e si è distinto principalmente come panchinaro che può all’occorrenza fornire buone prestazioni in difesa. Tuttavia, non solo il suo minutaggio è molto limitato, ma la sua produzione offensiva è abbastanza insignificante, sia in regular season che soprattutto ai playoff. Il 38% dall’arco su poco meno di 2 tentativi in regular è calato a un 27% nella postseason, testimoniando come Semi non sia un tiratore naturale, quanto piuttosto uno costruito in palestra.

Vale la pena occupare uno spot a roster per un 4 quando i Celtics, qualora Hayward e Kanter dovessero decidere di esercitare la propria opzione contrattuale, si ritroverebbero con 13 giocatori sotto contratto per il 2020-21? E il tutto senza tenere in considerazione le tre scelte che Boston avrà a disposizione al draft di novembre. Probabilmente, considerando che alla squadra allenata da Brad Stevens servirebbe un lungo possibilmente più adatto di Theis e Kanter, Ojeleye potrebbe essere sacrificato senza troppi rimpianti per creare spazio nel roster. Con quelle scelte e magari includendo alcuni dei suoi giovani, Boston potrebbe arrivare a prendere un 5 migliore, mentre nel ruolo di Semi i due Williams, Grant e Robert, si sono già dimostrati più affidabili di lui.

 

Squadre ai playoff nella bolla

Veniamo ora alle squadre che hanno partecipato alla postseason a Orlando, ma che al 31 ottobre del 2020 non sembrano nelle condizioni di poter puntare al titolo l’anno prossimo. Utah, Dallas, Portland, Toronto, Indiana, Philadelphia e Orlando sono tutte sprovviste di team option, quindi restano in ballo soltanto Thunder, Rockets e Nets.

Gli Houston Rockets hanno pescato dal mercato dei buyout David Nwaba, riservandosi la possibilità di decidere il suo futuro attraverso un’opzione a loro favore. Poiché la guardia non è mai scesa in campo, diventa difficile immaginare cosa ne faranno i texani, soprattutto ora che l’head coach è cambiato e che Morey si è licenziato. Andrebbe compreso se la franchigia abbia intenzione di puntare ancora al titolo, magari acquistando qualche lungo e rinunciando all’estremismo visto nel 2020, oppure se tenterà una ricostruzione. Ritengo improbabile che Houston possa smantellare tutto, ma in entrambi i casi la scelta di mantenere Nwaba non dipenderà da quello. Per il resto, il giocatore non ha ancora mai giocato con la maglia dei Rockets e di lui ricordiamo principalmente il buon tiro dall’arco: basterà per restare in squadra e ottenere minuti? Onestamente non ne ho idea.

I Thunder detengono invece ben due team option sui propri giovani: Deonte Burton e Hamidou Diallo saranno ancora a roster la prossima stagione? Burton è un freak atletico che ha distrutto con le sue schiacciate tutti i ferri della G League, ma l’NBA non sembra alla sua portata. Inoltre, è un buon difensore a livello fisico, almeno sulla carta, ma non ha quella concentrazione che fa la differenza tra essere potenzialmente un lockdown defender e diventare Luguentz Dort. E dato che dall’arco dei tre punti le sue percentuali si attestano a un misero 19% e che non ha particolari capacità nel creare dal palleggio per i compagni, il progetto di Sam Presti, ingaggiato come two way contract nella stagione 2018-2019, sembra ormai destinato al fallimento.

 

Quanto ad Hamidou Diallo, a inizio stagione sembrava poter essere più di un semplice schiacciatore, ma purtroppo il suo sviluppo non si è concretizzato, facendo emergere sempre di più i suoi limiti nell’IQ cestistico che mettono a rischio la sua permanenza nella lega. Non essere in grado di palleggiare al secondo anno in NBA non è più tollerabile, e se i Thunder eserciteranno l’opzione, sarà solamente per dare un’ultima possibilità a un giocatore che di spunti interessanti ne aveva fatti vedere. Anche perché nemmeno il tiro dall’arco, seppur migliorato dal 16 al 28%, è lontanamente accettabile. Vi lascio una conduzione in transizione da Shaqtin’ a Fool, gli highlights delle sue schiacciate li potete trovare ovunque.

 

Burton molto probabilmente saluterà la lega, mentre per Diallo non c’è alcuna sicurezza. Il problema per lui è che nel ruolo di ala difensiva dal tiro inaffidabile sono già presenti a roster Luguentz Dort, inamovibile pedina della ricostruzione, e un involutissimo, ma ancora sotto contratto Terrance Ferguson. Considerando che i Thunder aggiungeranno a roster almeno altri due giocatori nel prossimo draft, i minuti in campo e le occasioni si ridurrebbero notevolmente per Hami e Terrance, ed è probabile che il primo venga sacrificato. Non credo che ne sentiremo la mancanza in campo, ma piuttosto ci mancheranno i suoi highlights sopra il ferro, che meritavano assolutamente di essere visti.

I Nets hanno invece un’opzione su Garret Temple, che, secondo i rumors di questi ultimi giorni, sembrerebbero orientati a non esercitare.

From earlier: Several teams expect Nets to decline team option for Garrett Temple. Well-regraded vet could be strong addition for NYK; Steve Nash wants to get feedback from players on Nets offensive approach, seems aligned w/Kyrie Irving and Kevin Durant: https://t.co/REUMzsop2j

— Ian Begley (@IanBegley) November 4, 2020

Temple al minimo potrebbe fare comodo alle contender come nono o decimo uomo di rotazione. Non è un tiratore sensazionale, quanto piuttosto di striscia, ha letture basilari nel passaggio del pallone e può difendere abbastanza bene. Gli avversari contro di lui hanno tirato con lo 0.8% in meno rispetto alla media, non un dato sensazionale, ma nemmeno negativo. Soprattutto, Garrett non esita mai ed è sempre pronto a prendere una decisione. Se i 5 milioni che i Nets dovrebbero sborsare per mantenerlo a roster sembrano troppi, indubbiamente ci saranno squadre che cercheranno di convincerlo a firmare al minimo salariale per allungare le rotazioni.

 

Squadre che aspirano ai playoff

In questo gruppo ho deciso di inserire tutte quelle franchigie che lotteranno per la postseason, ma che per un motivo o per un altro non l’hanno raggiunta nel 2020. Non rimaneteci male se vedete Golden State in questa lista piuttosto che tra le contender, lo scopo di questo articolo non è mettere in fila una per una tutte le squadre per stilare una classifica. San Antonio, Sacramento, NOLA, Minnesota, Golden State, Chicago e Washington sono tutte sprovviste di team option sui propri giocatori.

Memphis, uscita sconfitta dal play-in contro i Blazers nella bolla, ha a propria disposizione l’opzione su Jontay Porter. Il fratello di Michael Porter Jr. è un oggetto misterioso, mai apparso sui parquet della lega per problemi di infortuni e non scelto al draft per lo stesso motivo. Le sue giocate alla high school lo avevano reso un 5-star-recruit, ma, dopo una buona stagione al college, due infortuni consecutivi al legamento del crociato ne hanno affossato le quotazioni. Riuscirà mai a tornare competitivo e a far brillare il suo immenso talento? I Grizzlies sperano di sì e presumibilmente eserciteranno l’opzione per vederlo giocare quanto meno nella G League, in modo da capire se potrebbe valere la pena di mantenerlo a roster nei prossimi anni.

Phoenix deve invece decidere cosa fare con Cheik Diallo, centro di 23 anni e con 4 stagioni nella lega alle spalle. Per i Suns ha giocato 47 partite, partendo principalmente dalla panchina per coprire i buchi dovuti agli infortuni di Baynes e alla positività di Ayton, mentre nel miracolo avvenuto nella bolla i suoi minuti sono stati 11 in totale. Non credo che i Suns eserciteranno la team option su Cheick, che sembra essere ormai fuori dai piani futuri della franchigia dell’Arizona.

 

Squadre in ricostruzione

Tra le squadre che stanno attraversando una fase di rebuilding, Hornets, Hawks e Cavs sono sprovviste di opzioni per i propri giocatori.

Quanto a Detroit, c’è una team option su Svi Mykhailiuk. Il sophomore, scelto inizialmente dai Lakers, è un ottimo tiratore dall’arco e lo spazio concessogli dai Pistons lo ha fatto maturare. Passato da 2.1 a 5.1 tentativi dalla lunga distanza, la percentuale del 40.4% lo ha proiettato nell’élite della lega, dopo una stagione in cui non era riuscito a far valere le sue già ben note abilità di tiratore, faticando molto di più e concludendo con un deludente 32% nel tiro pesante. Con 27 gare iniziate da titolare, complici anche i problemi continui di infortuni di Detroit, il giovane ucraino ha messo a segno 9 punti col 57.8% di TS%, rivelandosi una delle pochissime note liete per coach Casey. In difesa è lontano dall’essere affidabile, ma è il classico giocatore molto utile in uscita dalla panchina in regular season: il suo sviluppo nella propria metà campo determinerà il futuro della sua carriera ad alti livelli.

Nonostante 4 anni di college a Kansas e due nella lega, Svi ha solo 23 anni e può ancora migliorare. Non c’è motivo per cui Detroit dovrebbe decidere di privarsi di un buon talento e del principale sostituto di Luke Kennard, pertanto credo che l’opzione verrà confermata, anche perché il valore del giocatore è almeno equivalente alla pick al secondo round che era stata utilizzata per ingaggiarlo. I suoi assist sono solo 1.5 a gara, ma nella partita contro Boston ha dimostrato di poter effettuare delle discrete letture con la palla, dovute anche alla gravity che genera come tiratore.

Veniamo ora ai New York Knicks, che hanno ben 4 team option sui propri contratti. Salvo Theo Pinson, sophomore visto ai Nets principalmente come leader delle esultanze dalla panchina, abbiamo tre veterani della lega.

Cominciamo dalla disastrosa stagione di Bobby Portis. Come tutti sapete, New York ha ingaggiato nello spot da 4 Julius Randle, Marcus Morris, Taj Gibson e Bobby. Per ovvi motivi tutto ciò non poteva funzionare, e Bobby ha giocato parecchio male. Le statistiche ci dicono di 10 punti a serata con un 53% di TS% e un Def Rtg di 110.2 a fronte di un Offensive Rating basso, 102.3. L’eye test ci parla di una stagione in cui il giocatore si è preso isolamenti su isolamenti, spesso morti sul ferro. Certo è che dare più di 5-6 milioni a un giocatore del genere sarebbe folle anche per New York, e quindi l’opzione da 15.7 milioni verrà quasi sicuramente declinata. L’unica nota positiva della sua stagione è stata una partita dominata da solo contro la sua ex squadra, i Chicago Bulls.

Giocare in un contesto disfunzionale non aiuta, e anche un veterano come Gibson ha faticato durante la stagione nella Grande Mela. I quasi 10 milioni di contratto che ha incassato per partire dalla panchina, giocare 17 minuti a gara e mettere a segno 6 punti e 4 rimbalzi, pur con il 58.4% dal campo, sembrano troppi. Nonostante ciò, Taj è stata una delle pochissime note positive, o meglio, uno dei pochi giocatori da salvare nel disastro della squadra di Dolan. Inoltre, Tom Thibodeau è un suo ex allenatore molto affezionato a lui e Gibson è nativo di New York, cosa che fa pensare a una permanenza. Tuttavia, ciò potrebbe avvenire a cifre inferiori ai 10 milioni con un altro accordo tra franchigia e giocatore: del resto Taj è un veterano rispettato, come guida dei giovani prospetti può ancora fare la sua parte e in campo ci sa stare.

Completa il trio Wayne Ellington, giocatore che è stato una buon tiratore per tutta la carriera, ma che vede gli anni migliori alle spalle. La sua è stata un’annata complicata per via degli infortuni e comunque sottotono. Per quanto sappia tirare dall’arco, a prescindere dalla stagione deludente, in campo ci può stare poco e decisamente non vale 8 milioni. Una contender lo prenderà al minimo? Possibile, ma non credo che lo vedremo giocare ai playoff, non ne ha più le capacità fisiche, soprattutto in difesa.

 

Conclusioni

La free agency del 2020 non presenta grossi nomi nemmeno tra le team option. Tuttavia qualche spunto interessante c’è, tra giocatori mai scesi in campo per infortuni, giocatori molto migliorati dal primo al secondo anno e role player veterani. In ogni caso, nella costruzione di una franchigia competitiva sono importanti anche piccole decisioni come quelle relative alle opzioni a disposizione della squadra sui giocatori meno gettonati, perché anche giocatori che hanno deluso le aspettative per motivi diversi possono crescere e migliorare con un anno di tempo in più a disposizione.

Non basteranno a sconvolgere gli equilibri della lega, ma potrebbero diventare dei discreti asset in fase di mercato o garantire qualche minuto in rotazione per fare riposare maggiormente i veterani.

Tags: Boston CelticsBrooklyn NetscontenderDetroit PistonsHouston RocketsMemphis GrizzliesNew York KnicksPhoenix SunsTeam option
Francesco Contran

Francesco Contran

Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.

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