Resa ormai nota la data d’inizio della prossima stagione, proseguo l’analisi della prossima free agency dopo aver analizzato già le prime 5 squadre. Questa volta sarà il turno di New York, New Orleans, Chicago, Charlotte e Washington.
N.B. non essendo un esperto del draft preferisco lasciare la parola a chi ne sa veramente al riguardo, io mi limiterò a qualche commento veloce. Per chi voglia farsi una cultura, qui c’è la big board, mentre se si vuole scavare più in profondità i top della classe e altri temi centrali del draft, il mio consiglio è di guardare qui.
NEW YORK KNICKS
New York Knicks Off Rtg: 106.5 (28th of 30) Def Rtg: 113.0 (23rd of 30)
Oggi è il turno della situazione salariale dei @nyknicks (thanks @perillo_f).
— Daniele Astarita (@DanyAsta6) November 8, 2020
Due Team Option, quattro contratti parzialmente garantiti e la possibilità di liberare spazio fino ad un massimo di 45 milioni.
In foto la mia stima
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Quando mi sono imbarcato nel progetto di commentare ogni squadra per la free agency, due mi sono parse da subito le più complicate da analizzare. La prima che si incontra in questo percorso impostato dal basso sono i Knicks. La triade Mills-Rose-Perry, coadiuvata dall’onnipresente proprietario Dolan, pare abbia intenzione di essere attiva in questa free agency e avrà un discreto margine di manovra.
Gibson (9.45 milioni), Ellington (8), Payton (8) e Bullock (4.2) hanno un solo milione garantito per il prossimo anno. Se si aggiunge la team-option di Bobby Portis, i Knicks si ritroverebbero con soli 52 milioni garantiti. Immaginando un ritorno di Gibson -buon pretoriano di Thibodeau- che Bullock venga confermato e aggiungendo il costo della prossima scelta, i Knicks avrebbero comunque la capacità di assorbire un massimo salariale senza avere alcun obbligo finanziario.
Gli unici soldi garantiti per il 2021/22 sono i 6 milioni dello stretch di Joakim Noah e i rookie contract. Si può intuire come il termine ricostruzione assuma un significato particolare in questo caso. I rumors parlano dei Knicks interessati a Chris Paul, soprattutto dopo la smentita di Silas di una possibile partenza di Westbrook da Houston. Definire la contropartita per Chris Paul è molto complicato. Per molte squadre dover assorbire un contratto da più di 85 milioni in due anni è impensabile, in particolare per un 35enne. I Knicks però se lo possono permettere, e pare che la conversazione sia già stata avviata. Nel caso Paul non arrivasse, la strada intrapresa da New York ha come obiettivo un netto miglioramento a partire dal giorno uno del nuovo progetto tecnico. I Knicks hanno 7 prime scelte nei prossimi 4 anni e alcune verranno di certo utilizzate in fase di scambio.
Il piano appare chiaro, resta da vedere come si concretizzerà. I Knicks hanno spesso presentato ai propri tifosi delle speranze alquanto ottimistiche, ma spesso e volentieri le hanno soffocate loro stessi sul nascere. Che sia questa la volta buona? Lo scorso anno sono stati in grado di non riempire il monte salari con contratti senza senso per i loro obiettivi. Sono riusciti a ricavare una prima scelta da un contratto annuale (Marcus Morris), e pare si stiano indirizzando verso una strada un minimo logica. O almeno migliore rispetto agli ultimi anni.
Se pare che i Knicks siano interessati a cambiare cultura, non si può immaginare che vendano tutti i loro asset in una estate sola, più che mai se si considera questa come la prima di questo ciclo. Barrett e Robinson hanno mostrato entrambi dei lampi interessanti, per quanto l’ex Duke abbia lasciato qualche perplessità per via della sua bassa efficienza offensiva. Smith e Ntilikina non hanno brillato: se il francese potrebbe tornare utile per le sue doti offensive, è difficile immaginare Smith ancora in maglia Knicks tra due anni. Possibile quindi che cerchino di scambiarlo con qualche altro giovane che ha deluso le attese, ma le sue quotazioni sono più basse che mai.
CHARLOTTE HORNETS
Charlotte Hornets Off Rtg: 106.3 (29th of 30) Def Rtg: 113.3 (24th of 30)
Oggi è il turno della situazione salariale degli @hornets (thanks @BarresiFilippo4)
— Daniele Astarita (@DanyAsta6) November 6, 2020
Con #Batum che eserciterà la Player Option presente nel contratto, Charlotte dovrebbe avere dai 20 ai 23 milioni di cap space.
In foto la mia stima
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Gli Hornets, dopo aver cambiato rotta l’estate scorsa rinunciando a Kemba Walker, sono fra le squadre con più margine salariale. Immaginando che non ci sia interesse da parte loro di confermare Biyombo, Hernangomez e Bacon, si può ipotizzare un monte salari inferiore di una ventina di milioni. L’onda lunga della disastrosa free agency del 2016 terminerà definitivamente il prossimo anno con la scadenza di Batum, a cui si aggiungerà la fine del contratto di Cody Zeller.
Risulta infatti particolarmente importante tenere in considerazione la situazione salariale della prossima stagione. Ad oggi gli Hornets partirebbero con solo 32 milioni impegnati, per quanto comunque debbano prendere delle decisioni in merito a Devonte’ Graham e Malik Monk. Kuptchak potrebbe da un lato puntare con maggior convinzione alla prossima free agency temporeggiando in questa stagione; dall’altro sa che Charlotte non è un big market e difficilmente potranno puntare ad un grande nome.
Cercando di seguire un ordine cronologico, non si può non iniziare con l’analisi dalla prossima scelta al draft, la terza assoluta. Dopo tanti anni passati a fine lottery, gli Hornets si ritrovano a poter scegliere fra le prime posizioni, peccato che il talento delle possibili primissime scelte non sia scintillante. In una situazione in cui la prima e unica necessità della franchigia è quella di andare alla ricerca del cosiddetto BPA (Best Player Available), non si può di certo affermare che abbiano avuto troppo fortuna. I dubbi in merito ai singoli prospetti fioccano da tutte le parti, e nelle ultime settimane si è parlato con convinzione di due nomi in particolare: Okongwu e Wiseman.
Entrambi ascrivibili alla categoria dei lunghi, il primo risulta sottodimensionato per gli standard classici della NBA, ma molto più moderno. Sul prodotto in uscita da Memphis, invece, le perplessità riguardano soprattutto il suo profilo caratteriale, senza dimenticare la limitata mobilità laterale di cui dispone. Personalmente, dubito che uno dei due possa diventare una futura stella nella lega. Per quanto sia più rischioso, potrebbe valere la pena per gli Hornets gettarsi nella mischia degli esterni. LaMelo Ball e Killian Hayes potrebbero avere tutt’altro potenziale rispetto ai lunghi sopracitati: starà a Kuptchak pesare in maniera adeguata talento, necessità del roster e il carattere dei singoli prospetti.
Passando alla free agency, l’obiettivo degli Hornets non si discosterà di molto da quanto appena riportato. Ogni movimento dovrebbe essere fatto puntando all’acquisizione di giovani che possano risollevare le sorti della franchigia del North Carolina. Come la scelta alta al draft rischia di essere arrivata nell’annata sbagliata, anche la free agency non è così attraente per i bisogni di Charlotte. Ritardare le mosse all’anno successivo potrebbe essere un boomerang data l’alta competizione che ci sarà. Cercando di procrastinare il meno possibile, Charlotte potrebbe scommettere su un profilo come Giles, in cerca di rilancio dopo un primo impatto difficile con la NBA; oppure potrebbero acquisire delle scelte per dei contratti scomodi. In questo modo avrebbero, come tornaconto per il disturbo, un numero maggiore di scelte nei prossimi anni su cui poi poter ricostruire. Boston, e ancora di più Philadelphia, potrebbero essere delle buone piste in tal senso.
Una transazione che potrebbe essere utile per il futuro degli Hornets è il prolungamento di Devonte’ Graham. Il giovane playmaker, reduce da una stagione di crescita vertiginosa in termini di volume offensivo, è chiamato ad un miglioramento in termini di efficienza. Charlotte non pare abbia grossi dubbi e vorrebbero mantenerlo in rosa per le prossime stagioni. Iniziare la negoziazione del suo prossimo contratto consoliderebbe il progetto e potrebbe garantire un contratto piuttosto favorevole per gli Hornets: un accordo nell’orbita dei 60 milioni in 4 anni sarebbe eccellente.
Al contrario, è possibile che Graham spinga per avere un’opzione sull’ultimo anno di contratto come condizione per poter accettare uno sconto. Se Devonte’ decidesse di scommettere su se stesso e dimostrasse di poter andare oltre le sue limitazioni fisiche (rimane pur sempre piccolo, senza un atletismo sopra la media) potrebbe avere diverse squadre interessate alle sue prestazioni, finendo per raccogliere più di quanto preventivabile oggi.
Non si può fare lo stesso discorso per Monk, che è reduce da una terza stagione alquanto mediocre e difficilmente gli Hornets gli offriranno un prolungamento già in quest’annata. Se l’ex Kentucky è già ad un punto morto nella sua esperienza in North Carolina, Miles Bridges rischia di essere all’ultima chiamata. Il prodotto di Michigan State non ha dato l’apporto offensivo sperato, ed è facile credere che gli Hornets possano pensare di scambiarlo.
NEW ORLEANS PELICANS
New Orleans Pelicans: Off Rtg: 110.7 (17th of 30) Def Rtg: 111.9 (19th of 30)
Concludo la giornata con la situazione salariale dei @PelicansNBA (domani uscirà il secondo articolo di @sassoulatin).
— Daniele Astarita (@DanyAsta6) November 9, 2020
Lasciando andare Derrick Favors, i Pelicans potrebbero liberare fino a 7.5 milioni di dollari di spazio salariale.
In foto la mia stima
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La squadra della Louisiana si trova di fronte ad un ventaglio di possibilità alquanto variegate. Al secondo anno come GM dei Pelicans, David Griffin pare intenzionato a iniziare la costruzione della squadra attorno a Zion Williamson senza perdere troppo tempo.
Senza contare i diritti di ogni giocatore in scadenza (tolto Ingram) e tagliando Miller, i Pelicans sarebbero un paio di milioni sotto il tetto salariale. A questi si aggiungerebbero la MLE e la BA, anche se non rappresentano di certo un gran tesoretto dal quale al attingere. Moore e Favors potrebbero tornare utili anche il prossimo anno, ma i loro cap hold (rispettivamente 16.4 e 26.8 milioni) rappresentano un discreto peso. Il fatto che senza i loro contratti i Pelicans siano comunque attorno al tetto salariale, porta a credere che almeno in un primo momento verranno esercitati i loro cap hold per poi prendere una decisione in un secondo istante.
New Orleans, infatti, pare abbia già deciso che il primo passo verso la prossima stagione sia la cessione di Jrue Holiday. Pare che Griffin sia deciso a muovere l’ex Philly il prima possibile, conscio del fatto che Holiday avrà un’opzione per uscire dal contratto il prossimo anno, qualora lo volesse. Le pretendenti non mancano e, probabilmente, New Orleans riceverà una combinazione di veterani e scelte che saranno utili oggi e nel prossimo futuro. Trovare un centro che si sposi bene sia difensivamente che offensivamente con Zion sarà il compito primario per i Pelicans. Non da sottovalutare il ruolo potenziale che potrebbe avere il contratto di Darius Miller. Il fatto che il suo contratto non sia garantito lo rende facilmente inseribile in uno scambio, in particolare come “filler”.
Una volta risoltasi la questione Holiday, sarà tempo del draft. Difficile avere un’idea precisa di come New Orleans userà la 13esima scelta. In un’annata ricca di comprimari non dovrebbe essere difficile trovare un profilo adatto: potrebbe essere un progetto a lungo termine e potenzialmente intrigante da schierare con Zion come Pokusevski; oppure un giocatore come Patrick Williams, che però necessita di un paio d’anni per poter incidere.
Ben più interessante è la situazione degli ex Lakers. Griffin è sicuro che Ingram possa continuare la sua crescita come scorer al fianco di Williamson? Sarà meritevole del massimo contrattuale che rischia di attirare sul mercato? Se i Pelicans sono sicuri che la risposta a questi due quesiti sia affermativa, è probabile che cerchino di rifirmarlo il prima possibile. Gli altri due pezzi ottenuti da Los Angeles, invece, difficilmente avranno un’estensione in questa finestra e andranno in scadenza. Poche volte si sono visti dei giocatori giovani accordarsi per dei prolungamenti che non fossero lautamente pagati. Portarli a scadenza, di fronte a delle scelte conservative a base di annuali in questa free agency, potrebbe aprire lo spazio addirittura per un massimo salariale il prossimo anno: è quindi probabile che Griffin cerchi di guadagnare un po’ di tempo per evitare di bloccare il roster in maniera definitiva già questa estate.
CHICAGO BULLS
Chicago Bulls Off Rtg: 106.7 (27th of 30) Def Rtg: 109.8 (12th of 30)
Oggi è il turno della situazione salariale dei @chicagobulls (thanks @cosimo_sarti)
— Daniele Astarita (@DanyAsta6) November 7, 2020
Con Otto Porter che dovrebbe esercitare la Player Option, in casa Bulls non c’è possibilità di creare spazio salariale.
In foto la mia stima
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Una delle tante squadre che potrebbe puntare decisa la prossima free agency sono i Chicago Bulls. Terminati i contratti di Felicio e Porter, con Young e Satoransky che hanno più o meno la metà del loro stipendio garantito, i Bulls è probabile che cerchino di non accollarsi contratti troppo lunghi in quella che sarà la prima annata della dirigenza targata da Karnisovas. Inoltre, come spesso accade dopo l’insediamento di un nuovo front office, si dovrà fare una precisa analisi dei giocatori presenti in rosa per poter decidere su chi investire nel prossimo futuro. Questo perché con i contratti attivi presenti a roster, a cui si aggiungerà la quarta scelta, i Bulls sono soltanto 3 milioni sotto il tetto salariale. Il tutto senza contare i diritti di Dunn, Valentine, Harrison e Mokoka, pur sempre mantenendo le eccezioni quali la MLE e la BA.
Partendo dal roster attuale, i Bulls di sicuro non sono lontani dall’ottavo posto dei playoff e rientreranno verosimilmente fra i favoriti. Per poter sperare nella post-season dovranno allungare il roster e, soprattutto, trovare una valida alternativa a Otto Porter. Sarebbe dovuto essere il collante perfetto per questo team, ma tale etichetta, datagli al primo anno a Chicago, non è mai riuscito a meritarsela per colpa, soprattutto, dei suoi problemi fisici, che lo hanno limitato in maniera fin troppo evidente gli ultimi anni. Che questo possa essere l’anno della sua rinascita? Possibile. Se così non fosse, i Bulls devono farsi trovare preparati con un giocatore che possa farne le veci tecnico-tattiche.
Uno dei percorsi più semplici ed immediati che potrebbe seguire Chicago potrebbe essere quello di trovare un alternativa all’ex Wizards tramite la scelta al draft. La quarta assoluta potrebbe portare uno fra Vassell, Okoro, Haliburton e Avdija, ali che coprirebbero facilmente la loro posizione naturale in questo roster. Un po’ come ogni squadra di questa lottery, anche i Bulls potrebbero essere candidati ad una trade down per scegliere un po’ più indietro. Una strategia che li accomunerebbe a diverse altre franchigie e, data la competizione, non è facile immaginare che si presenti la giusta possibilità.
Puntellando a dovere il ruolo di esterno, le responsabilità ricadrebbero sul back-court, partendo in primis da LaVine e White. Entrambi paiono propensi ad essere più attaccanti che difensori, creatori individuali più che di squadra (anche se Coby pare possa dare maggiori speranza al riguardo). Questa ridondanza tecnica potrebbe creare delle difficoltà interne nei Bulls: per tale motivo è probabile che almeno uno fra Dunn e Harrison rimanga per poter assumere i panni del difensore Point of Attack. Notizia proveniente da Chicago: pare che Dunn non stia partecipando alla bolla organizzata dalla squadra in questo periodo. Potrebbe essere un segnale di come le strade dell’ex Wolves e dei Bulls possano dividersi nei prossimi mesi.
Se Dunn venisse lasciato andare (è pur sempre RFA), è possibile che venga confermato Harrison, che nel fondamentale difensivo è certamente valido. Markkanen sarebbe eleggibile per una estensione, essendo prossimo alla scadenza del suo contratto, ma è difficile che Karnisovas prenda una decisione in fretta. Pare molto più logico che il nuovo GM si prenda il tempo di analizzarlo da vicino per poi decidere fra un anno.
WASHINGTON WIZARDS
Washington Wizards Off Rtg: 110.9 (15th of 30) Def Rtg: 115.5 (30th of 30)
Penultima situazione salariale della giornata. Parliamo di @WashWizards.
— Daniele Astarita (@DanyAsta6) November 9, 2020
Situazione parecchio complicata nella capitale. Rinunciando a tutti i cap hold si arriverebbe ad un massimo di 6 milioni di spazio salariale.
In foto la mia stima
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La squadra della capitale non ha spazio salariale e difficilmente potrà crearlo. Se si può sperare in un rientro di John Wall in campo, per quanto i problemi fisici ne abbiano ormai compresso la carriera, il suo contratto è una certezza con la quale dover fare i conti per ancora 3 anni. Dando infatti per scontate le rinunce ai diritti di Mahinmi, CJ Miles, Mathews, Pasecniks, Schofield e Napier, Washington rimarrebbe con una dozzina di milioni sopra il tetto salariale. Per poter aggiungere talento, oltre alla nona scelta al draft, Washington potrà usare solo la MLE e due trade exception da 1.5 milioni. Pare impossibile un percorso che possa portare velocemente alla rilevanza i Wizards: sembra quindi logico predicare pazienza.
Da ormai tanti anni si chiacchiera di dove possa finire Bradley Beal, ma ancora oggi le voci di una sua imminente partenza vengono sconfessate dai diretti interessati. La guardia tiratrice pare in effetti pronta a rimanere nella capitale, nonostante le difficoltà del caso. Se si cambiasse idea, non vi sarebbero troppi problemi a trovare acquirenti pronti a mettere sul piatto degli asset più che mai importanti per Washington. Chiaramente, la dirigenza guidata per la seconda annata da Tommy Sheppard vorrebbe trattenere Beal almeno fino al termine del contratto di John Wall.
Un giocatore che probabilmente si vorrà provare a mantenere a roster è Davis Bertans. Il lituano, arrivato da San Antonio la stagione scorsa, ha raggiunto una dimensione come tiratore da 3 alquanto unica. La combinazione stazza-volume-efficienza lo rende unico, ed è facilmente immaginabile che ci sarà la fila per assicurarsi le sue prestazioni. I Wizards dal canto loro hanno firmato Pasecniks per il solo fine di fare un piacere a Bertans. Perderlo vorrebbe dire rinunciare ad una delle principali armi offensive di quello che è risultato essere uno fra gli attacchi più spumeggianti della passata stagione. Si marcherebbe così un netto passo indietro per la franchigia della capitale.
L’unico scenario in cui è realistico attendersi che i Wizards possano privarsi del lituano è quello di una sign&trade, che potrebbe portare degli asset nella capitale. Questi potrebbero essere usati in futuro per la costruzione diretta della squadra che verrà, oppure, unendo a Bertans qualche altro giocatore, potrebbero essere usati per indorare la pillola di John Wall e provare a scambiarlo. Riuscirci sarebbe un impresa che potrebbe valere a Sheppard il premio per miglior dirigente dell’annata. Difficile, impensabile per il sottoscritto che qualcuno possa assorbire tanti soldi “morti”, ma mai dire mai in NBA
I presupposti per una stagione transitoria ci sono tutti. Sheppard, però, dovrà fare di tutto per meritare la fiducia di Beal. Probabilmente cercherà di ripianare i buchi della rosa, partendo dal centro titolare. Thomas Bryant, infatti, non è tecnicamente valido in fase difensiva a causa della sua ridotta mobilità laterale. Per poter sopperire ai suoi limiti è possibile che venga usato dalla panchina, soprattutto al netto del pessimo fit difensivo tra lui, Bertans e Hachimura. Per poter coprire il lituano, un profilo come Baynes o Noel potrebbe fare al caso dei Wizards. Tali giocatori sarebbero delle aggiunte funzionali al roster, senza rappresentare una spesa eccessiva essendo disponibili al modico prezzo di una fetta della MLE.
Gary Payton potrebbe riempire il roster come opzione realistica in termini di difesa perimetrale. Stante la situazione attuale, è difficile immaginare su chi possa ricadere la nona scelta del draft. Molti rumors indicano come Okongwu sia il candidato numero 1, ma sarebbe il terzo centro giovane a roster. Se volessero cautelarsi di fronte alle disavventure della propria point guard titolare, i Wizards potrebbero cercare un’opzione fra gli esterni. Se Killian Hayes sarà già stato selezionato, potrebbero essere la squadra perfetta per giocarsi la scommessa Cole Anthony.