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I 10 migliori lunghi del prossimo draft

Filippo Barresi by Filippo Barresi
26 Novembre, 2020
Reading Time: 16 mins read
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I 10 migliori lunghi del prossimo draft

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia

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Molto probabilmente La Draft Class 2020 non verrà ricordata per la qualità dei suoi lunghi; infatti, scorrendo la nostra Consensus Board, si intuisce come questa annata pare essere molto più satura di guardie ed esterni in grado di far bene tra i professionisti.

Non tutto, però, è da scartare quando si parla di lunghi. É importante comprendere questa categoria che comunque presenta elementi con punti di forza che potrebbero essere molto interessanti. Ogni prospetto ha i suoi pro e i suoi contro, molto dipenderà dal sistema in cui verranno inserititi con la speranza di poterli far rendere al meglio. Per l’analisi dei 10 migliori lunghi della classe seguiremo l’ordine di posizionamento nella board di The Shot.

 

Onyeka Okongwu

Al quarto posto della board troviamo il centro in uscita dall’University of Southern California, considerato da molti il più pronto tra tutti i suoi pari ruolo nonostante l’unica stagione trascorsa al college.

Okongwu è un prospetto molto interessante principalmente per la sua capacità di leggere difensivamente molteplici situazioni. Il suo segreto sta nelle caratteristiche fisiche e tecniche: da un lato è molto mobile e veloce, dall’altro mostra sempre di essere una frazione di secondo in anticipo rispetto all’attacco avversario. Garantire una certa versatilità difensiva è importantissimo per un lungo vista la direzione che la lega sta prendendo (lo abbiamo potuto osservare in questi ultimi la playoff con le bellissime prestazioni di Adebayo e Davis). La clip qui sotto racchiude in pieno quelle che sono le sue potenzialità da difensore nello spazio:

 

La sua enorme intelligenza lo aiuta nella fase offensiva in cui è molto abile a posizionarsi per portare i vari blocchi e per eseguire i pick and roll insieme al proprio ball handler. Il miglioramento principale che dovrà affrontare riguarda il suo tiro. Nella passata stagione sono 4 le triple tentate da Okongwu e solo 94 i jumper dalla media distanza. Il tocco è eccellente nei pressi del ferro e questo fa ben sperare per l’evoluzione del suo raggio di tiro, però la strada è molto lunga.

Il suo impatto nella lega sarà immediato dato che le caratteristiche appena elencate sono direttamente traslabili al livello superiore, però sarà necessario un grosso lavoro per aumentare la sua versatilità offensiva migliorando la capacità di passare la palla. Nelle situazioni in cui veniva coinvolto a USC non ha dimostrato di essere un gran passatore: spesso è restio a tentare passaggi complessi e preferisce rifugiarsi in giocate più semplici per non bloccare il flusso offensivo. Non gli verrà sicuramente richiesto di creare in punta come i vari Jokić e Adebayo, ma avere nel proprio arsenale queste abilità aumenta la pericolosità e la versatilità complessiva.

 

James Wiseman

Proseguendo con la nostra personale classifica dei lunghi presenti in questa classe troviamo uno dei nomi più chiacchierati dagli addetti ai lavori: James Wiseman. Il giocatore è sul radar degli scout NBA dai tempi dell’high school per via dello strapotere fisico e atletico messo in mostra nei confronti dei suoi coetanei.

Il frame è la caratteristica di questo prospetto che più colpisce: le sue misure sono: 7’1’’ di altezza per 240 libre con 7’4’’ di wingspan. Vedendo la differenza rispetto ai propri compagni del college e dell’high school è naturale concludere con il più classico dei “You can’t teach that”. É necessario però completare il discorso con più precisione.

Un filo conduttore che ha collegato i due livelli di competizione in cui abbiamo potuto osservarlo è la scarsa capacità di comprensione a livello difensivo. Il più delle volte sembra non essere in grado di leggere le situazioni offensive dell’avversario e questo lo porta a posizionamenti completamente sbagliati (il tutto è amplificato se gli viene richiesto di difendere nello spazio). Se a tutto ciò aggiungiamo una difficoltà enorme nel muoversi lateralmente, il risultato è un giocatore che potrebbe avere parecchi problemi legati alla difesa passando al livello NBA. La prossima clip è molto esemplificativa: sbaglia la lettura degli angoli in un semplice pick and poll e viene battuto con semplicità dal portatore di palla.

 

Molto probabilmente la squadra che deciderà di selezionarlo dovrà optare per uno schema di drop coverage in modo da limitare i suoi movimenti e le sue letture e per sfruttare le sue lunghe leve a protezione del ferro.

Anche offensivamente il discorso è complesso. Nel periodo liceale giocava tantissimo con la palla in mano forzando tiri poco sensati per le sue capacità. Durante la brevissima esperienza collegiale le cose sembravano essere cambiate: con un ruolo più definito e più coinvolgimento da bloccante nel pick and roll ha dimostrato di essere molto efficiente. Dal giorno uno e per tutta la sua carriera NBA sarà molto pericoloso principalmente in queste situazioni per via del suo fisico eccezionale; l’espansione del raggio di tiro è un cantiere aperto: la meccanica è abbastanza fluida, ma il tocco è ancora poco sviluppato.

 

Obi Toppin

A differenza dei primi due prospetti, Obi Toppin sembra essere molto più pronto a effettuare il salto in NBA nel breve termine. La sua maturità deriva dall’età avanzata: con 22 anni compiuti è uno dei prospetti più esperti nelle parti alte del draft. Dopo aver frequentato per un anno una Prep School ed essersi fermato per un’ulteriore stagione senza giocare, negli ultimi due anni si è accasato a Dayton. Nel 2020 è stato nominato come miglior giocatore della nazione tra tutti i college della Division I. Questi discorsi sul suo lungo percorso pre NBA pesano molto nella valutazione del suo potenziale in ottica futura ed è il principale motivo per cui risulta essere un po’ più basso nella nostra board rispetto ad altre.

Offensivamente è stato il perno di uno dei migliori attacchi del college. Da numero 4 ha potuto mettere in mostra tutta la sua versatilità offensiva registrando un profilo statistico pressoché impressionante in quasi tutte le voci. Questo lato del suo gioco non preoccupa, un fisico molto pronto gli renderà agevole il salto tra i grandi del basket americano.

Le note dolenti riguardano la fase difensiva. Toppin ha dimostrato di essere un ottimo atleta soprattutto a livello di verticalità e fisicità. I problemi sorgono quando gli viene richiesto di difendere nello spazio, aspetto del gioco in cui è necessaria una buona mobilità laterale. I principali impedimenti riguardano la capacità di muovere anche e piedi in maniera fluida per poter coprire lateralmente il campo in fase difensiva. Il rischio è che al piano superiore, dove la velocità e l’atletismo nel gioco crescono di molto, possa fare molta fatica nella maggior parte delle situazioni difensive.

I’m very concerned about Obi Toppin’s pick-and-roll defense. High center of gravity, slow hips/change of direction: pic.twitter.com/jtSpCM2waj

— Jackson Frank (@jackfrank_jjf) April 16, 2020

La squadra che lo sceglierà dovrà cercare di farlo lavorare su queste sue attuali lacune e dovrà pensare a un sistema difensivo dove possa essere sfruttato al meglio visti i suoi limiti. Utilizzarlo come small ball 5 potrebbe essere la chiave giusta per limitare i suoi spostamenti laterali e per beneficiare al massimo della sua verticalità.

 

Xavier Tillman

Il numero #23 di Michigan State University è uno dei lunghi più interessanti e completi tra tutti quelli citati in questo articolo. Dopo tre anni di gavetta alla corte di Tom Izzo è pronto a fare molto bene in NBA pur essendo proiettato da alcuni nel secondo giro di questo draft.

Xavier Tillman Sr è un junior 21enne in uscita dalla Michigan State University: è stato premiato con il 2019 Big Ten Defensive Player of the Year ed è un prospetto molto intrigante anche per la sua bravura sul pick & roll.https://t.co/jaUvIGgcUB

— TheShot (@TheShotIT) June 28, 2020

La sua caratteristica peculiare è l’intelligenza cestistica. A livello collegiale ha messo in mostra letture molto avanzate in tutte le situazioni di gioco in cui veniva coinvolto.

Difensivamente questo aspetto lo ha aiutato a sopperire a un deficit dal punto di vista atletico. Non essendo il più esplosivo dei difensori spesso si è affidato alla sua capacità di posizionarsi in maniera ottimale leggendo perfettamente le intenzioni degli avversari. Sceglierlo non costringe l’utilizzo di un determinato schema difensivo vista la sua innata capacità di capire la pallacanestro.

Offensivamente è stato utilizzato molto come facilitatore del flusso offensivo. Spesso Izzo lo sfruttava in punta con la palla in mano, da qui poteva attivarsi per creare situazioni di DHO o per scaricare dopo uno short roll. Il suo tocco è molto buono nei pressi del canestro, mentre la sua più grande lacuna è il tiro. Le percentuali dalla lunetta (67%) e da tre (26%) alimentano molti dubbi sulla sua shooting projection in ottica NBA. Il lavoro in questo fondamentale, come per molti altri lunghi analizzati finora, dovrà essere importante anche solo per raggiungere un livello medio.

Nella board di The Shot è classificato alla #18, ma i dubbi sul suo sviluppo al tiro e sul lato atletico fanno si che molti lo abbiano posizionato anche al secondo giro.

 

Precious Achiuwa

Alla numero #25 della nostra board troviamo un giocatore che ha diviso moltissimi esperti in fase di valutazione. Anche Achiuwa ha affrontato un percorso ‘lungo’: per lui un anno di Prep School prima di accasarsi ai Memphis Tigers.

In quella che doveva essere la squadra di James Wiseman, Precious ha disputato una stagione da punta di diamante ottenendo anche il premio come Freshman dell’anno nella AAC. Penny Hardaway, coach di Memphis, gli ha concesso molti possessi palla in mano e lo ha soppesato di moltissime responsabilità. Tutto questo ha avuto un duplice effetto: da un lato ha messo in mostra una buona produttività, dall’altro sono emerse parecchie difficoltà in un ruolo che non sembra propriamente adatto al suo attuale bagaglio tecnico.

Molto probabilmente in NBA verrà utilizzato in una maniera molto differente rispetto a questa stagione. Sarà necessario diminuire i possessi palla in mano e aumentare le situazioni da bloccante per nascondere le difficoltà espresse in quanto a decision making. Atleticamente e fisicamente è impressionante e non soffrirà per niente l’impatto. Il ruolo più adatto per lui sarà quello di energy big che può sfruttare a pieno le sue capacità fisiche fuori dal normale.

Il lato difensivo è la parte più intrigante di Achiuwa. Nonostante la stazza imponente ha dimostrato di poter difendere più posizioni grazie a un’ottima fluidità e a una buona capacità di lettura. La possibilità di cambiare difensivamente su più ruoli fa gola alle franchigie NBA soprattutto per un 6’9” di 225 libbre. Nella clip si può vedere la naturalezza con cui riesce a contenere un attaccante molto più rapido di lui:

 

Se utilizzato da 5 in situazioni di small ball potrà rivelarsi molto pericoloso ed efficace su entrambi i lati del campo.

 

Killian Tillie

L’ultimo lungo posizionato nel primo giro della nostra board è Killian Tillie, senior in uscita da Gonzaga. La valutazione di questo giocatore è pesantemente condizionata da un aspetto in particolare: la tenuta fisica. Una serie di infortuni abbastanza gravi lo hanno penalizzato nel corso delle ultime due stagioni: al terzo anno ha perso buona parte delle partite per una frattura da stress alla caviglia; a questo problema è seguito un infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fuori per la parte iniziale del suo ultimo anno al college.

La frattura da stress è un infortunio molto grave, soprattutto se riguarda la caviglia. Questa sua fragilità è la principale motivazione per cui viene posizionato nella parte finale del primo giro o addirittura oltre. Le sue capacità tecnico-tattiche sono molto buone, ma non è possibile scindere queste due sfere in sede di valutazione del prospetto.

Tillie ha giocato la maggior parte dei suoi minuti affiancato a un altro lungo e molto probabilmente questa sarà la sua dimensione anche in NBA. Offensivamente ha qualità molto moderne, è capace di portare palla in palleggio, sa trovare i compagni con facilità e ha già un ottimo range di tiro. Da questo punto di vista è molto più pronto rispetto ai suoi pari ruolo che abbiamo sopra citato. La squadra che andrà a selezionarlo si troverà con un giocatore in grado di avere impatto fin da subito in varie situazioni offensive. La sua intelligenza cestistica gli permette di avere un impatto costante e variegato.

L’esperienza e la capacità di leggere il gioco lo hanno aiutato molto anche dal punto di vista difensivo. Queste sue capacità gli hanno permesso di poter sopperire a mancanze dal punto di vista fisico e atletico. Tillie è e sarà un difensore capace, in grado di essere presente costantemente con le sue rotazioni, pur non avendo la possibilità di garantire troppa esplosività.

 

Jalen Smith

Dopo due anni passati a Maryland Jalen Smith si presenta in questo draft come uno dei lunghi più intriganti della seconda parte del draft. Dopo una prima buona stagione è riuscito a vincere l’edizione di quest’anno della Big 10 con un ruolo da assoluto protagonista.

La peculiarità di questo giocatore è sicuramente il tiro da tre punti. Da molti è considerato come il miglior lungo tiratore di questa classe, per questo motivo sta ricevendo anche qualche attenzione come possibile scelta ‘pazza’ a fine lottery. Smith ha convertito le triple con un ottimo 37% in relazione a un buon volume di tiri. Oltre a questa sua capacità peculiare è dotato di un buon gioco spalle a canestro ed è in grado di agire come rollante nei classici Pick and Roll.

Dal punto di vista difensivo ha eccelso come stoppatore nei pressi del canestro pur non costringendo la sua squadra a uno schema di drop coverage. Smith ha la possibilità di difendere nello spazio e di reggere dei cambi in difesa con giocatori più veloci di lui, questo grazie alla sua buona mobilità in quanto a scivolamenti orizzontali. Chi lo sceglierà non sarà quindi costretto a optare per un particolare assetto difensivo, Smith può garantire la giusta versatilità sotto questo punto di vista.

Il problema principale di questo prospetto riguarda la fisicità. Il suo fisico longilineo presenta una parte bassa del corpo poco sviluppata che lo ha messo in difficoltà specialmente in situazioni di post. Più volte, nel corso della stagione, veniva demolito fisicamente da avversari più imponenti di lui. Questo potrà accadere molto più spesso in NBA, dove il livello di fisicità aumenta esponenzialmente. Nella clip lo potete vedere in azione contro Xavier Tillman, molto più pronto di lui fisicamente:

Xavier Tillman (6’8 245) stonewalls Jalen Smith (6’10 225) during the post up. Testament to Tillman’s elite strength, also exposes Smith’s high center of gravity.#nbadraft #ncaa #Terrapins #MSU #SpartanMBB pic.twitter.com/sZx8Ae4lyF

— Clayton Conover (@650to303BBall) June 22, 2020

 

Paul Reed

Reed è un lungo in uscita da Depaul, dove ha dimostrato nei suoi tre anni di esperienza di essere un ottimo difensore con istinti di alto livello. Nella passata stagione è stato utilizzato prevalentemente come ala grande affiancato da un centro puro, ma ha avuto anche qualche spezzone da numero 5. Questo doppio ruolo è molto interessante in ottica NBA. Attualmente è proiettato intorno alla fine del primo giro anche se alcuni dubbi ci hanno portato a inserirlo alla #32 nella nostra consensus board.

Il suo lato migliore è senza dubbio quello difensivo. La versatilità lo contraddistingue in questa metà campo e molto probabilmente sarà in grado di mantenere uno switch con tutte le posizioni una volta nella lega. Ciò che lo rende speciale oltre a questo è la capacità di ‘creare eventi’ con le sue letture: 3.3 di STL% e 9.4 di BLK% sono indici di una grande capacità di impattare positivamente sulla difesa. Le sue rotazioni sono ottime e la mobilità generale gli permette di poter agire con una buona dose di libertà.

I dubbi sul suo futuro NBA sono prevalentemente legati alle sue caratteristiche offensive. Depaul ha sfruttato principalmente le sue capacità di mettersi in proprio in situazioni di face up o di post up, dove si è rivelato abbastanza efficiente. A causa della presenza in campo di un altro lungo non è stato utilizzato molto come rollante nei pick and roll, anche se molto probabilmente sarà la sua dimensione tra i professionisti. Ad oggi i punti deboli sono il tiro da fuori e la capacità di passaggio. La meccanica è molto acerba e dovrà essere migliorata, il tocco è decente così come il punto di rilascio: i presupposti ci sono, ma sarà necessario moltissimo lavoro.

Anche il suo fisico ha bisogno di essere rinforzato pesantemente. Essendo un 6’9” con un frame poco muscoloso, dovrà mettere su molta massa per poter reggere l’impatto con i lunghi professionisti.

 

Reggie Perry

L’MVP del mondiale U19 del 2019 ha disputato un’ottima stagione da sophomore dopo aver deciso di prolungare di un anno la sua carriera collegiale. A Mississippi State è stato essenzialmente il go-to-guy e questo ha contribuito ad evidenziare sia i suoi punti forti che i suoi punti deboli. L’archetipo da 4.5 è molto interessante in ottica NBA, potrà sicuramente far bene da 4 e anche da small ball five situazionale.

La sua forza è la versatilità offensiva. Pur essendo un 6’10” è molto tecnico ed è in grado di attaccare in molte situazioni. La meccanica di tiro è ottima e anche il tocco lo è (per questo motivo la sua proiezione di tiro è indubbia). Allargando il campo ha avuto la possibilità di mettere palla a terra in qualche occasione per poter attaccare il ferro con efficienza. Durante la carriera FIBA è stato utilizzato con costanza da centro e per questo ha perfezionato il suo gioco da rollante nel pick and roll. Tutto questo lo aiuterà ad adattarsi tra i professionisti e potrà offrire possibilità variegate alla squadra che lo sceglierà. Nella clip si può vedere con che facilità, pur avendo una stazza imponente, riesca a gestire un pick and roll con la palla in mano:

 

La motivazione principale per cui si trova al numero #39 della nostra board è la tenuta difensiva. Perry ha molte difficoltà a difendere nello spazio e lontano dalla palla. Questa problematica potrà impedirgli di avere minuti con continuità soprattutto nei suoi primi anni nella lega. L’utilizzo come centro situazionale in lineup small potrebbe aiutarlo in questo senso, limitando i suoi movimenti con possibile utilizzo di drop coverage o con cambi difensivi limitati. L’applicazione su questo lato del campo dovrà ad ogni modo migliorare se vuole sopravvivere tra i professionisti.

 

Zeke Nnaji

Alla numero #42 troviamo l’ultimo dei 10 migliori lunghi di questa classe Draft. Nnaji prova a fare il grande salto dopo una sola stagione passata ad Arizona University in compagnia di una squadra molto acerba. La sua annata è stata abbastanza mediocre, ma la giovane età gli permette ampi margini di miglioramento.

In generale non eccelle in nessun aspetto del gioco. Nella metà campo offensiva sfrutta a pieno la sua energia e l’atletismo per essere efficace da rim runner. A questo si aggiunge una possibile espansione del raggio di tiro. Nella sua unica stagione al college ha messo in mostra una grande volontà di lavorare su questo aspetto. Le triple tentate sono solo 17, ma i jumper da 2 sono stati 108, convertiti con una buona percentuale. Il tocco è buono ma dovrà lavorare molto per aggiungere questo tassello al suo arsenale per evitare di essere monodimensionale. Sempre in relazione alla sua scarsa versatilità c’è da sottolineare una capacità di passaggio rasente allo zero: 5.8 di AST% a fronte di un USG% di 24.1.

Difensivamente è stato solido. Pur essendo un 6’11” è molto mobile in difesa grazie a una buona rapidità generale e a un’ottima capacità di scorrerimento lateralmente. Per questo motivo potrà garantire la possibilità di cambiare su quasi tutte le posizioni con buoni risultati. I problemi principali sono legati alla protezione del ferro. Pur avendo una buona wingspan (7’2”) non è stato capace di difendere nei pressi del canestro con continuità. Il bassissimo valore di 3.3 di BLK% è molto negativo per un lungo e ben descrive la sua incapacità.

Tags: Draft 2020Jalen SmithJames WisemanKillian TillieNBA DraftObi ToppinOnyeka OkongwuPaul ReedPrecious AchiuwaReggie PerryXavier TillmanZeke Nnaji
Filippo Barresi

Filippo Barresi

Studente di ICT all'Università di Torino, da sempre appassionato di sport. Calciofilo e Sampdoriano dalla nascita anche se da circa sei anni è sulle orme dell'NBA e degli Charlotte Hornets. Molto probabilmente non avrà l'occasione di assistere a successi sportivi.

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