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La situazione salariale delle squadre NBA (parte 1)

Alexandros Moussas by Alexandros Moussas
26 Novembre, 2020
Reading Time: 19 mins read
0
Salary Cap Squadre NBA

Copertina a cura di Matia “DiUi” Di Vito

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Ad oggi pare difficile pensare alla nuova stagione NBA. In fin dei conti le finali sono ancora fresche nell’immaginario collettivo. La NBA, invece, si ritrova a fare i conti con delle esigenze economiche alquanto precise da rispettare, e la pressione dei contratti televisivi è forte. Impensabile ormai credere che possano iniziare la nuova annata dopo il Martin Luther King day (18 gennaio), probabile invece che la data sia il 22 dicembre. Nel caso fosse cosí, la free agency inizierebbe poco dopo la notte del draft, che è ormai fra qualche settimana. E cosí, mentre scrivevo il primo di 6 articoli di prefazione dell’annata 2020/21, ho avuto la sensazione di essere già in ritardo. Bando alle chiacchiere, e sotto con i numeri!

N.B. non essendo un esperto del draft preferisco lasciare la parola a chi ne sa veramente al riguardo, io mi limiterò a qualche commento veloce. Per chi voglia farsi una cultura, qui c’è la big board, mentre se si vuole scavare più in profondità i top della classe e altri temi centrali del draft, il mio consiglio è di guardare qui.

 

MINNESOTA TIMBERWOLVES

Off Rtg: 108.1 (24esima su 30) Def Rtg: 112.2 (21esima su 30)

Oggi è il turno della situazione salariale dei @Timberwolves.

Nel caso in cui James Johnson decidesse di esercitare la P.O. (alquanto probabile), i Twolves potrebbero avere massimo 7.8 milioni di spazio salariale, rinunciando a tutti i cap hold.

In foto la mia stima
?? pic.twitter.com/YaBvYxE7hB

— Daniele Astarita (@DanyAsta6) October 31, 2020

I TimberWolves partiranno con 116 milioni già impegnati per la prossima stagione. In questa proiezione, si ha come ipotesi iniziale la rinuncia a Evan Turner, e che James Johnson eserciterà la sua player option rimanendo nel contratto. Vi sono tre giocatori non garantiti, ma difficilmente Naz Reid verrà accantonato velocemente dopo aver fatto intravedere un potenziale da backup 5 prima della chiusura della lega a fronte di un contratto al minimo salariale. Vanderbilt è arrivato nello scambio con i Nuggets e potrebbe essere confermato magari al minimo, ma probabilmente verrà lasciato libero. Ryan McLaughlin è un altro RFA che pare possa rimanere come cambio di Russell, nel caso accettasse la sua Qualifying offer (1.55 milioni) Minnesota sarebbe felice di confermarlo.

Minnesota potrà usufruire della Mid-Level-Exception (41.95 milioni in quattro anni), oltre ad avere diritto anche alla Bi-Annual-Exception (7.25 in due anni). Da una rapida occhiata si potrebbe immaginare che la squadra confermerà i nuovi innesti arrivati da Denver, per poter puntare a completare il roster con un 4 tattico adatto a giocare con Towns. Ma la presenza a livello manageriale di Rosas e compagnia, che si sono dimostrati aggressivi e risoluti in fase di costruzione del roster, rende tutto possibile, o almeno immaginabile.

Interessante notare come mentre i Warriors continuino a far uscire informazioni in merito a chi vorrebbero scegliere al draft, Minnesota rimane muta. Questo nonostante non ci sia un fit granché pulito fra i giocatori che vengono chiacchierati in questo momento. La scelta non è apertamente in vendita ma potrebbe esserlo. In tal caso, sarebbe lecito attendersi un po’ di tutto da Rosas.

 

RESTRICTED FREE AGENCY

Minnesota può sfruttare il fatto che i cap hold di Malik Beasley e Juancho Hernangómez sono piuttosto bassi. Si dà per scontato che entrambi possano venire confermati, e soprattutto che Beasley sia una priorità per Rosas. Minnesota avrebbe da investire complessivamente 30 milioni senza sforare il tetto della luxury tax.

Una parte di questa somma verrà utilizzata per confermare i due giovani arrivati da Denver. Il restante verrà usato presumibilmente per trovare un difensore solido nel reparto ala. Con la Mid-Level-Exception è difficile che riescano a raggiungere i migliori della classe (Grant). Al contrario, potrebbero essere costretti a conservare una fetta della loro eccezione per poter confermare Juancho e Beasley. Questo assottiglierebbe la porzione di cap che potrebbero offrire ad un free agent. Cercando di tenere in conto delle loro principali necessità potrebbero cercare realisticamente Mo Harkless, o JaMychal Green. Non dei giocatori in grado di cambiare volto ad un franchigia, ma dei soliti mestieranti che possano completare efficacemente il roster.

Prima ancora della free agency, Minnesota dovrà prendere delle decisioni la notte del draft. Dal momento in cui hanno vinto la lottery, si sono sentite voci di possibili trade per scendere nell’ordine delle scelte e prendere un giocatore magari con meno potenziale ma con maggior funzionalità. Okoro, Vassell, Haliburton paiono più facilmente inseribili nella squadra rispetto a Ball o Edwards, per quanto quest’ultimi abbiano un talento superiore. Data la mentalità della dirigenza, possibile si cerchi il “Best player available” cercando poi di coprire la necessità di un’ala grande tramite la free agency.

Una seconda necessità per questo roster è il tiro da 3. Prima dei movimenti dell’inverno scorso, Minnesota si trovava ad avere come unico tiratore affidabile da 3 Karl-Anthony Towns. In una visione in cui attorno a lui si devono avere le giuste spaziature per dargli lo spazio sufficiente per operare in attacco, trovare un tiratore affidabile in termini di difesa perimetrale sarebbe alquanto importante per la franchigia di Minneapolis. Nota a parte, Beasley è stato denunciato per possesso di droga di 5° grado. Il fatto che si tratti di quantitativi “eccezionali”, rischia di creargli qualche difficoltà con la legge e con il suo prossimo datore di lavoro. Non si sa come finirà il processo, ma è nota la vicenda.

 

GOLDEN STATE WARRIORS

Off Rtg: 105.2 (30esima su 30) Def Rtg: 113.8 (26esima su 30)

Oggi è il turno della situazione salariale dei @warriors.

Nessuna possibilità di creare spazio salariale, ma una scelta (da scambiare?) e una #TradeException da 17 milioni da utilizzare.

In foto la mia stima
?? pic.twitter.com/VMVLMdW11c

— Daniele Astarita (@DanyAsta6) November 3, 2020

I Warriors si presentano alla nuova stagione con un numero decisamente limitato di scelte a disposizione. La situazione salariale è estrema, arrivando fino ad una proiezione di 154 milioni contando a roster 13 giocatori compresa la prossima scelta. Al netto di questa base, i Warriors sarebbero ben oltre la luxury tax, stimata al giorno ad oggi in 132 milioni, e oltre il limite dell’apron di 139 milioni. Tutti questi tecnicismi si traducono in una impossibilità di offrire qualsiasi contratto al di fuori delle loro eccezioni salariale, e dei minimi salariali.

 

IL PRIMO PASSO

Ad oggi, si possono contare almeno una decina di nomi papabili come opzioni per i Warriors al prossimo draft. Golden State ha deciso di condurre questa tattica alquanto aggressiva per confondere le acque. Avere un’idea esatta di cosa farà GM Bob Myers è pressoché impossibile. Data l’ossatura proiettata a vincere adesso, si può immaginare che siano interessanti a due scenari principalmente. Trovare un giocatore che possa contribuire relativamente in tempi rapidi, senza per questo dimenticarsi completamente del futuro a lungo raggio. O provare la classica trade down per poter puntare ad una scelta attorno alla decima posizione da unire con un veterano pronto all’uso. Questa ipotesi rappresenta probabilmente la più grande speranza per la franchigia della baia.

Un poco come i Wolves, anche Golden State si trova in una situazione in cui non è facile trovare il giusto prospetto in questo draft. Tra quelli più quotati, pare più facile trovare qualcuno che possa andar loro a genio anche un po’ più indietro nel draft. Un giocatore che potrebbe essere molto interessante tatticamente è Okongwu, il nome forse più chiacchierato è stato invece Deni Avdija.

Il problema della loro situazione è che l’eccezione salariale maturata dalla trade per Andre Iguodala, scadrà a breve. Il cuscinetto da 17.2 milioni che Golden State potrà usufruire ha una data di scadenza ben precisa, che ad oggi sarebbe una settimana dopo l’inizio della off-season. In questo momento, ai Warriors mancano spazio di manovra e asset a disposizione per poter puntare a un miglioramento reale. Questa eccezione potrebbe trarre in errore la dirigenza e spingerla a cercare uno scambio anche oltre le reali possibilità che si possano presentare nel mercato. Sforzare una trade non è mai una buona opzione, e Myers dovrà stare particolarmente attento a come investirà le poche risorse a disposizione.

Per poter ricavare qualcosa di soddisfacente i Warriors dovrebbero unire l’eccezione ad un altro asset. Per massimizzare la resa del roster attuale, il jolly che si potrebbero giocare è la scelta dei Timberwolves del prossimo anno, protetta 1-3. Cosi facendo, i Warriors potrebbero puntare a dei giocatori di tutt’altra pasta, ma varrà la pena usare l’ultima vera moneta di scambio a disposizione?

 

COSA VOGLIONO FARE I PROPRIETARI?

Ultima questione, la più distante dal parquet ma la più importante da gestire, è legata alle decisioni della proprietà. Non è automatico che un proprietario che ha inaugurato non più tardi dello scorso anno l’arena più costosa della lega sia interessato a pagare pesantemente la luxury tax. Soprattutto con l’incognita di quando (e se) si potranno accogliere gli spettatori. In un momento di grande incertezza economica, non è fuori dal tavolo la possibilità che i Warriors siano costretti dagli eventi ad usare la scelta per liberare spazio nel cap.

Questo scenario è chiaramente il meno affascinante, e rischierebbe di togliere una potenziale contender prima ancora che inizi la stagione. Ma non è impensabile che Joe Lacob decida che si debba chiudere parzialmente i rubinetti. La seconda scelta al draft, nel caso, sarebbe perfetta per potersi togliere qualche milione indesiderato.

 

CLEVELAND CAVALIERS

Off Rtg: 107.5 (25esima su 30) Def Rtg: 115.4 (29esima su 30)

Oggi è il turno della situazione salariale dei @cavs.

Con Drummond che dovrebbe esercitare la P.O. non c’è modo di creare spazio salariale. Resta da capire cosa vorranno fare con il veterano Tristan Thompson.

In foto la mia stima
?? pic.twitter.com/T4kByFZq13

— Daniele Astarita (@DanyAsta6) November 1, 2020

Cleveland non avrà grande margine di manovra. Con i dodici giocatori a roster ad oggi, i Cavs si ritrovano con 145 milioni già impegnati, al netto delle rinunce ai diritti (cap hold) su Dellavedova e Zizic, e al contratto non garantito Dean Wade. Potrebbero usufruire della Mid-Level-Exception (41.95 milioni in quattro anni) o la Bi-Annual-Exception (7.25 in due anni). Al di fuori di queste due opzioni, risulterà piuttosto complicato poter acquisire dei nuovi giocatori. E non è che la base di partenza fosse eccezionale.

 

DRUMMOND E L’ABBONDANZA DI LUNGHI

La situazione dei Cavaliers rischia di essere tra le più intricate della lega. Investire soldi per un centro vecchio stampo (tecnicamente) come Drummond non è la migliore idea. Per questo motivo, pare irrealistico pensare che qualcuno voglia prendersi il suo contratto attuale, per quanto sia in scadenza. Il cap hold per la prossima stagione si aggira sui 43 milioni e renderebbe impossibile qualsiasi mossa nella free agency del 2021 per chi ne acquisisca le prestazioni. Di fronte al suo scarso appeal sul mercato, i Cavs hanno aperto alla discussione di un rinnovo, ma quanto può valere Drummond al giorno d’oggi? Personalmente dubito abbia la fila ad attenderlo, soprattutto se pretende una paga superiore ai 15 milioni l’anno. Riuscissero ad accordarsi su un contratto equo per le parti in causa, il GM Koby Altman non credo esiterebbe a confermarlo.

Il problema successivo che si troverebbe ad affrontare il GM è il “longjam” nel reparto lunghi. I Cavaliers hanno già a roster per i prossimi 3 anni due lunghi come Love e Nance. Nance potrebbe essere una pedina interessante in fase di scambio, e più rimarrà a Cleveland e più rischia di deprezzarsi. Nel caso si prolungasse l’ex Pistons, è possibile che uno dei due venga scambiato. Una squadra con cosi già limitate prospettive dovrebbe evitare in ogni modo il depauperamento dei propri asset, e magari evitare di perderli a zero. Un esempio di questo problema rischia di essere Tristan Thompson, che se rimanesse si ritroverebbe a essere il cambio di Drummond.

I Cavs hanno i full bird rights su di lui, quindi per quanto siano sopra al cap possono sforare quanto ritengano giusto per pagargli il prossimo contratto. Dall’altro lato, a causa del valore del suo precedente contratto, il cap hold di Thompson risulta essere di 27 milioni. Per non iscrivere a bilancio tale cifra devono o rifirmare velocemente il centro canadese o rinunciare ai suoi diritti. Dato che Thompson potrebbe essere un papabile obiettivo per una contender, Tristan sarà interessato ad esplorare più opzioni e prenderà tempo prima di decidere. Tra Thompson e Drummond, le valutazioni interne saranno fondamentali per la free agency dei Cavaliers.

 

ALLA RICERCA DI UN’ALA

Dall’altro estremo, Cleveland si ritrova con tre guardie giovani a cui è difficile ancora dare una forma. Se Sexton probabilmente è il meno dotato dei tre a livello di talento, è di sicuro il più pronto mentalmente. Grazie alla sua ottima etica del lavoro è solo che destinato a migliorare e già tra primo e secondo anno ha fatto un bel balzo in avanti. La sua mentalità sarà molto utile per poter instaurare un concetto di “cultura vincente e operaia” che questi Cavs disperatamente necessitano. Kevin Porter Jr, 30esima scelta all’ultimo draft, ha una storia di cadute al draft e lampi impressionanti nella sua giovane carriera.

KPJ ha giocato poco lo scorso anno, ma di sicuro ha dimostrato di più di Garland. Il prodotto di Vanderbilt invece è parso in grosso affanno e poco reattivo a rispondere alle difficoltà quotidiane della vita in NBA. A questi si aggiunge Dylan Windler, che l’anno scorso ha giocato solo due partita con l’affiliata della G-League dei Cavaliers senza poter esordire in NBA.

Dopo avere usato le ultime quattro prime scelte per guardie, è immaginabile (e forse consigliabile) che i Cavs puntino ad un’ala al prossimo draft. Fra i profili presenti, è difficile trovare qualcuno che offra delle certezze in termine di creazione dal palleggio. Probabilmente sceglieranno uno fra Vassell, Okoro, Avdija e Toppin. I primi tre sarebbero più facilmente inseribili nella posizione di 3 dato che l’unica ala piccola a roster è Cedi Osman. Toppin richiederebbe qualche movimento in più per essere messo in condizione di giocare e rendere. Se venisse selezionato il suddetto prospetto di Dayton University, è ancora più probabile e auspicabile vedere un movimento in uscita di almeno uno dei lunghi attualmente a roster. Toppin infatti è un ala grande vecchio stampo come posizione tattica.

In ottica free agency, la parola chiave è talento. I Cavs devono trovare in ogni modo qualcuno che possa riaccendere la speranza della franchigia dell’Ohio, ed essere la pietra miliare del nuovo progetto. Se è probabile che la strada maestra conduca al draft, Cleveland deve migliorare a tutti costi e in tutti i modi, magari offrendo una seconda chance a dei giovani di belle speranze. Che sia via scambio o via free agency poco importa, ma la ricerca di talento deve essere una priorità.

 

ATLANTA HAWKS

Off Rtg: 107.2 (26esima su 30) Def Rtg: 114.8 (27esima su 30)

Ciao amici.

Ho deciso di accompagnarvi da qui fino all’inizio della Free Agency con le mie stime sullo spazio salariale delle 30 squadre NBA.

Oggi si parte con gli @ATLHawks (grazie a @BertaMatbe99 per i consigli).

[A breve articolo riepilogativo di @sassoulatin su @TheShotIT] pic.twitter.com/ZwlLfVLZ4i

— Daniele Astarita (@DanyAsta6) October 30, 2020

Gli Hawks sono una della poche squadre che hanno un discreto margine d’azione in termini salariali. Ad oggi hanno 9 giocatori a roster, considerando il contratto di Goodwin che non è garantito e quindi facilmente scaricabile (o utile per uno scambio). I restanti cap hold sono di giocatori che rappresentano il passato degli Hawks e giusto Skal Labissiere potrebbe rimanere in Georgia. Al netto di questa base, aggiungendo la proiezione della sesta scelta, Atlanta si ritrova con 39 milioni di cap space.

Tanti soldi portano a tante possibilità a disposizione della formazione della Georgia, più che mai in una stagione in cui saranno fra i pochi a poter spendere. Se gli Hawks saranno convinti di un giocatore potranno facilmente battere economicamente qualsiasi altra offerta. Un giocatore che potrebbe essere perfetto per Atlanta sarebbe Jerami Grant, ma ad oggi la sua posizione è coperta da Collins. Collins essendo prossimo al termine del suo contratto, può essere eleggibile per una estensione salariale, la questione chiaramente gira attorno al suo valore. Dargli il massimo a cui può ambire (25% del cap) rischierebbe di farlo diventare più un peso che una risorsa, e probabilmente Schelnk, il GM, chiederà uno sconto.

 

POSSIBILI SCENARI ESTIVI

Se questa conversazione ha già preso una direzione decisa, la free agency degli Hawks avrebbe una direzione ben precisa. Jerami Grant è di quanto meglio Atlanta possa trovare dal prossimo mercato estivo. Data la situazione salariale possono pensare di offrirgli il miglior contratto disponibile, oltre ad essere di facile inserimento nella struttura attuale di gioco. Grant potrà diventare una opzione concreta solo se Atlanta decidesse di non mettere Collins fra le proprie priorità. In caso contrario, Atlanta andrà decisa a coprire il difetto più evidente del roster, ossia il tiro da 3 attorno a Trae Young. Gli Hawks sono risultati 30esimi lo scorso anno convertendo il 33.3% delle conclusioni. Joe Harris è sicuramente un profilo interessante qualora non si accordasse con i Nets. Bertans, Caldwell-Pope saranno altri nomi in cima alla loro lista.

Altri need degli Hawks sono la ricerca di un elemento che possa migliorare la difesa perimetrale e nascondere il più possibile Trae, e un creatore secondario. Non sono poche lacune da riempire, e pare che già dal prossimo anno si cercherà di accelerare il processo di ricostruzione puntando ai playoff. La sesta scelta sarà il primo tassello, i passi successivi si adegueranno di conseguenza per sopperire alle mancanze del roster.

Come riportato in precedenza, Goodwin potrebbe tornare utile per assorbire dei contratti onerosi in fase di scambio, grazie al fatto che il suo contratto non è garantito. Chiunque finirà per acquisire i suoi diritti potrebbe tagliarlo risparmiando soldi nel proprio cap. In questo scenario da cosiddetto “dump” salariale gli Hawks potrebbero ottenere un veterano in uscita da qualche squadra che voglia crearsi spazio nel monte ingaggi, accoppiato a qualche scelta al draft. Seppur quest’ultima sia chiaramente una strategia di ripiego, sarebbe comunque consigliabile piuttosto che l’acquisizione di un giocatore che non soddisfa appieno i criteri della dirigenza e rischiare di sperperare spazio salariale che potrebbe essere più utile il prossimo anno.  

Un giocatore che vedrei particolarmente bene è DeAnthony Melton, che sarebbe in grado di completarsi ottimamente con Young oltre ad essere un ottimo playmaker dalla panchina. Atlanta rimane una delle squadre che potrebbe avanzare un’offerta importante per qualche RFA, e sarebbe piuttosto interessante vedere Travis Schlenk andare a caccia di Brandon Ingram. Se come pare la proprietà voglia tornare ai playoff rapidamente l’ex Laker, al netto di un fit con Young alquanto affascinante, potrebbe essere un’opzione che non sacrificherebbe il futuro pur concentrandosi sul presente. E andrebbe di sicuro a colmare una delle necessità più evidenti di questa squadra.

 

DETROIT PISTONS

Off Rtg: 109.0 (21esima su 30) Def Rtg: 112.7 (22esima su 30)

Oggi è il turno della situazione salariale dei @DetroitPistons.

Rinunciando alla maggior parte dei cap hold, potrebbero liberare spazio per un max contract. Ma chi vuole andare a Detroit?

In foto la mia stima
?? pic.twitter.com/yIyloeNzdq

— Daniele Astarita (@DanyAsta6) November 2, 2020

I Pistons sono la classica squadra che non attirerà l’attenzione di molte persone, ma rischiano di essere ben più protagonisti di quanto si pensi. La dirigenza pare voler credere nei playoff, ma mai come questo anno sarebbe giusto riprendere in mano la situazione e ripartire con un progetto futuribile pensato nell’arco degli anni. Senza entrare nelle speculazioni dei migliori prospetti della classe 2021 che paiono ben più talentuosi dei rookie della classe 2020, Detroit lo scorso anno ha sterzato violentemente il timone scambiando Drummond per poco o nulla. I Pistons si presenteranno in free agency con 19 milioni di spazio salariale oltre alla mid-level da 4.77 milioni, ma difficilmente potranno puntare ad usare questi soldi per delle grandi acquisizioni.

 

FREE AGENT CHIAVE

I Pistons hanno forse il free agent più interessante dell’annata. Sto parlando di Christian Wood. Giocatore che pare avere messo la testa apposto (non più tardi di due anni fa è stato tagliato da una squadra del campionato cinese), dall’indubbio talento e con delle capacità tecnico-atletiche che si sposano perfettamente con il gioco odierno della lega. La sua produzione numerica in quello scampolo di stagione tra la trade di Drummond e la chiusura di marzo è scoppiata, toccando i 21 punti e 9 rimbalzi mantenendo delle ottime cifre in termini di efficienza. Il campione statistico è ristretto, ma la prova visiva indica chiaramente che Wood sia una giocatore di rotazione NBA e che potrebbe meritare il posto di titolare in diverse squadre.

Si sta parlando un ibrido capace di giocare sia come intimidatore primario che secondario, abile nel tiro da 3 e fluido nei movimenti. Descritto cosi viene difficile capire perché non possa meritarsi una quindicina di milioni. Il ricordo dell’esperienza di Whiteside potrebbe spaventare molti acquirenti e costringerlo magari a firmare un anno andando a caccia di un contratto più remunerativo l’estate seguente. Wood comunque ha affermato a mezzo stampa che vorrebbe ricambiare la fiducia accordatagli dalla dirigenza, rimane da vedere fino a che prezzo le concorrenti si spingeranno. Un profilo come Wood, rimane quanto di più utile per una squadra in ottica ricostruzione, e data la situazione salariale di Detroit non ci sono grossi motivi per pensare che i Pistons non siano interessanti alla sua conferma.

A destare qualche preoccupazione è invece Kennard. Altro giocatore in uscita dal rookie contract che potrebbe volere negoziare un’estensione, ma che pare parecchio difficile. Sembra che alla scorsa deadline sia stato molto vicino ai Suns, inoltre lo stato delle sue condizioni fisiche è al quanto preoccupante. Se ci fosse la garanzia che riuscisse a ristabilirsi, i Pistons non avrebbero motivi per non volere investire su di lui, ma data la scorsa stagione è probabile che la negoziazione avverrà direttamente nell’estate del 2021. Conoscendo meglio i dettagli clinici della sua tendinite si potrebbe fare una previsione più precisa, ma è molto improbabile che ci sia un accordo fra le parti.

Al netto del costo di Wood, i Pistons dovrebbero avere all’incirca una decina di milioni da spendere rimanendo sotto il tetto salariale. Difficilmente riusciranno a trovare il nome che possa garantirgli i playoff il prossimo anno a fronte di tale investimento. Piuttosto che gettarsi alla ricerca disperata di fare risultato nell’immediato, nella Mo-Town si dovrebbe dare carta bianca ad un roster acerbo (Brown, Mykhailiuk, Doumbouya sono tutti interessanti e futuribili), ma al quale manca una potenziale stella.

 

OGGI O DOMANI?

Griffin è chiaramente l’uomo di Detroit, ma il suo stato fisico appare alquanto compresso dopo gli ultimi infortuni, ed è difficile pensare che riesca a tornare a pieno servizio una volta scollinati i 31 anni. Nel caso Blake fosse in grado di fare la differenza i Pistons potrebbero anche raggiungere una delle ultime posizioni dei playoff, ma se lui non sarà in grado di giocare tutta la stagione a buon livello questo roster avrà grosse difficoltà a raggiungere il proprio traguardo. Perché seguire una chimera rischiando di compromettere il proprio futuro scambiando prospetti per veterani?

Più che guardare ad un need specifico nel roster Detroit dovrebbe identificare dei giovani di prospettiva e provare a costruire pazientemente un roster senza andare a caccia dell’ottavo posto ai playoff. Il progetto deve riprendere quota partendo con ordine dalla ricerca di asset e dalla valorizzazione di quelli già presenti. Non c’è fretta di scambiare Rose o Griffin, certo se si presentasse l’occasione di recuperare delle scelte dai loro contratti sarebbe giusto per Detroit approfittarne. I Pistons potrebbero iniziare la stagione con spazio salariale, in modo da sfruttare le squadre che saranno interessate ad abbassare il loro monte salari. Detroit potrebbe speculare sulle difficoltà altrui per poter andare a cercare delle scelte o dei giovani da rilanciare. La ricerca di talento deve essere condotta a tappeto, cercando di acquisire quante più opzioni possibili per poter progettare il proprio futuro.

Tags: Atlanta HawksCleveland CavaliersDetroit Pistonsgolden state warriorsMinnesota Timberwolvessalary cap
Alexandros Moussas

Alexandros Moussas

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum affermava Seneca. Io ho scelto di perseverare e credere che i Jazz prima o poi riusciranno ad alzare il Larry O'Brien. Aspettando che succeda, ne analizzo pregi e difetti con la pretesa di essere il più analitico possibile, senza riuscire però a superare la fase del distacco. I numeri sono miei amici.

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