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Cosa è successo in gara 5 tra Celtics e Heat

Davide Possagno by Davide Possagno
27 Settembre, 2020
Reading Time: 15 mins read
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Heat Celtics gara 5

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia

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I Boston Celtics vincono gara 5 contro i Miami Heat grazie a un terzo quarto stellare in entrambe le metà campo. Dopo un buon primo tempo, soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva, la squadra di coach Spoelstra non non mette la stessa intensità nella seconda metà di gara e subisce l’aggressività e la voglia di vincere dei Celtics che, con le spalle al muro, giocano 24′ minuti di altissima qualità e attenzione.

L’inizio è tutto degli Heat: in difesa chiudono ogni penetrazione a Boston che deve accontentarsi del tiro da 3 (3/12 nei primi 12′), mentre in attacco, come spesso accade nei primi quarti, si affidano a Duncan Robinson, autore di 12 punti con 4/6 dal campo.

 

Nel secondo periodo la partita prosegue sugli stessi binari del primo, con Miami sempre avanti grazie a un Jimmy Butler da 10 punti con Boston costretta a rincorrere, ma che tuttavia rimane in scia grazie a un solido contributo in attacco da parte di Enes Kanter (8 punti e 4 rimbalzi in 10′).

 

Miami tocca anche il +12 ma all’intervallo conduce solamente di 7 lunghezze (58-51) a causa delle pessime percentuali dalla lunga distanza (4/18, 22%,), aspetto su cui torneremo in seguito.

La terza frazione decide il match: i Celtics, consapevoli di trovarsi a un passo dall’eliminazione dai Playoffs, mettono in campo molta più intensità specialmente in fase difensiva, e dopo appena 5 minuti mettono la testa avanti sul 63-60, primo e unico cambio di vantaggio della partita. Miami prova a controbattere con la zona 2-3 che tuttavia si rivela inefficace grazie ad alcuni aggiustamenti implementati da coach Stevens.

 

Questa azione è l’emblema del terzo periodo dei Celtics: su un pick and roll Dragic-Adebayo i Celtics cambiano, Theis fa un ottimo lavoro in difesa su Dragic costringendolo a scaricare il pallone a Robinson che sbaglia una tripla contestata da Smart

 

Gli Heat rimangono in partita grazie esclusivamente alle giocate di Dragic, autore di 13 punti con 5/8 dal campo nel terzo periodo, mentre dall’altra parte Tatum si prende la squadra sulle spalle anche nella terza frazione di questa partita e, dopo un incolore primo tempo, sigla 17 punti in 12′ con 4/6 al tiro e 7/8 dalla lunetta.

L’ultima frazione è solamente una formalità, gli Heat provano a rientrare a inizio quarto ma vengono prontamente rispediti indietro dai Celtics che toccano anche il +19 per poi vincere per 121-108.

In una partita dalle due facce, di cui gli Heat sono stati i protagonisti del primo tempo e i Celtics del secondo, andiamo ad analizzare gli aspetti che hanno consentito a Boston di raddrizzare il match e prolungare la serie.

 

1) Il primo tempo di Duncan Robinson

Dopo una tanto straordinaria quanto inaspettata regular season, Duncan Robinson ha incontrato parecchie difficoltà contro le difese organizzate sia dei Bucks (9 punti di media con il 35% da 3 su 6.8 tentativi) che dei Celtics (12 di media con il 36% d 3 su 8.4 tentativi); inoltre, il fatto che l’ex-Michigan sia un difensore sotto la media e che sia foul prone, ha più volte limitato il suo utilizzo, anche a discapito di far perdere qualcosa agli Heat in termini di shooting e spacing. In questa gara 5, però, Robinson ha mostrato alcune cose interessanti in entrambe le metà campo.

Oltre agli ormai classici tiri da 3 punti, specialmente nel quarto di apertura, Robinson è stato protagonista di diverse incursioni al ferro, aspetto del suo gioco che raramente si è visto nel corso dei Playoffs (l’89% dei suoi tiri tentati sono stati da 3 punti).

 

Questa è il classico gioco a due con Robinson protagonista: Tatum e Smart saggiamente cambiano marcatura impedendo sia l’immediato tiro di Robinson sia il taglio back door di Herro; Iguodala effettua un handoff all’ex-Michigan che inizialmente si alza per i tiro per poi riconsegnargli il pallone, spostarsi in ala e tirare da smarcato subendo il fallo di Tatum nel tentativo di fare un closeout

 

 

In questo caso Robinson ha corso bene il campo posizionandosi correttamente per ricevere il passaggio da Butler, per poi attaccare il ferro e segnare assorbendo il contatto

 

 

Qui invece sfrutta la difesa aggressiva di Williams per batterlo dal palleggio e chiudere al ferro nonostante l’aiuto di Wanamaker

 

Se da una parte la prima clip rappresenta ormai una classica azione degli Heat, in cui la difesa avversaria è costretta a reagire in continuazione ai cambi di direzione del cecchino di Miami, le due successive ne sono la diretta conseguenza: attualmente le difese sono attentissime al tiro da 3 di Robinson e lo difendono faccia a faccia cercando di non lasciargli spazio, ma nel momento in cui la guardia degli Heat imparerà a sfruttare questa strategia per trovare canestri facili al ferro, coach Spoelstra avrebbe a disposizione ulteriori soluzioni per punire la difesa avversaria. Robinson ha segnato 17 dei suoi 20 punti totali nel primo tempo, mentre nel secondo non ha saputo trovare tiri puliti contro l’aggressiva difesa di Boston, e il fatto di non essere in grado di sapersi creare un tiro dal palleggio ne ha limitato pesantemente l’impatto.

Anche in difesa si sono visti alcuni miglioramenti, come si vede in queste clip:

 

Robinson accetta il cambio su Tatum che decide di penetrare verso il centro, ma il giocatore di Miami rimane con lui, assorbe bene il contatto iniziale e contrasta efficacemente il layup della stella dei Celtics

 

 

In questo caso, invece, Robinson dopo un cambio rimane in post contro Kanter ma riesce a stargli davanti non facendolo ricevere; nel cambio di lato il Turco riceve finalmente palla ma Robinson mette il proprio corpo e Kanter sbaglia il layup

 

2) Il primo quarto di Miami

Gli aspetti positivi della partita degli Heat sono tutti individuabili nel quarto di apertura, in cui Miami ha iniziato difendendo molto bene e sfruttando i punti deboli della difesa dei Celtics in attacco. Boston ha iniziato il match tirando 1/12 dal campo, compreso un 1/8 da 3, perdendo ben 6 palloni nei 12′ iniziali. L’intensità difensiva della squadra di coach Spoelstra ha negato l’accesso al ferro ai Celtics costringendoli a prendere tiri da fuori anche contestati.

 

Dopo meno di 4 minuti, coach Stevens sostituisce Theis con Hayward, con la speranza di rendere più pericoloso e dinamico il quintetto dei Celtics, ma i risultati non cambiano, con Miami che risulta molto attiva anche sulle linee di passaggio.

 

Il buon lavoro difensivo degli uomini di coach Spoelstra, però, si ferma ai 12 minuti iniziali, perché nel secondo quarto i Celtics riescono a rispondere agli Heat colpo su colpo grazie all’ingresso in campo di Kanter (8 punti in 10 minuti) e ad alcune disattenzioni di Butler & co, come si può vedere in queste clip:

 

Jimmy Butler è concentrato sull’1vs1 di Tatum contro Herro e si dimentica completamente di Brown sull’arco che segna un tiro con metri di spazio

 

 

In questo caso, invece, dopo il canestro segnato, Herro non si accoppia a Brown che è davanti a tutti e chiude con una comoda schiacciata

 

In attacco, invece, gli Heat non riescono ad approfittare della presenza di Kanter in difesa, lasciando i Celtics impuniti dopo alcuni errori del Turco nella propria metà campo.

 

Nel pick and roll Dragic-Iguodala, Kanter salta sulla finta dell’ex-Warriors costringendo la difesa a ruotare sul perimetro; Olynyk non punisce sbagliando un tiro da 3 aperto.

 

3) Il magistrale terzo periodo dei Celtics

Archiviato un poco brillante primo tempo, chiuso comunque a sole 7 lunghezze di svantaggio (58-51), i Boston Celtics rientrano dagli spogliatoi completamente rivitalizzati e con un atteggiamento opposto a quello visto nel primo periodo. Già sul finire della seconda frazione si sono potute intravedere alcune debolezze della difesa degli Heat che, se sfruttate al meglio, avrebbero potuto riaprire il match in pochi minuti, come questa difesa sul pick and roll:

 

Gli Heat decidono di difendere drop sul pick and roll tra Walker e Kanter invece di cambiare per evitare di lasciare Dragic in marcatura sul Turco che, nel caso in cui Walker avesse tirato, avrebbe potuto agilmente prendere il rimbalzo offensivo. Dragic si schianta sul blocco, Adebayo segue Kanter e Walker viene lasciato completamente libero per 3 punti facili

 

L’inversione di marcia della squadra allenata da coach Stevens avviene grazie alla difesa: i Celtics sono molto più aggressivi sia nella difesa perimetrale che nei cambi difensivi, riescono a rallentare l’attacco degli Heat e causano diverse palle perse che portano a canestri veloci in contropiede; Boston segnerà 17 punti in contropiede in tutto il match (rispetto ai soli 6 di Miami), di cui 13 nel solo secondo tempo.

 

In attacco, invece, i Celtics sfruttano a loro piacimento le disattenzioni degli Heat e la poco attenta difesa in transizione degli uomini di coach Spoelstra prima per agguantare il pareggio a quota 60…

 

Smart sfrutta la scarsa rapidità di piedi e il cattivo posizionamento di Robinson per segnare la tripla del 60 pari

 

…e poi per prendere definitivamente il controllo della partita.

 

Mentre in questo caso, dopo un errore di Jimmy Butler, Miami rientra male in difesa e Brown chiude al ferro

 

Con la difesa a uomo che risulta inefficace, coach Spoesltra per la prima volta in questa partita decide di ricorrere con continuità alla difesa a zona 2-3 che nei precedenti incontri aveva più volte messo in difficoltà Boston. In gara 5, però, i Celtics si sono totalmente presi gioco della zona degli Heat, punendoli in tutte le maniere possibili, e costringendo coach Spoelstra a tornare alla difesa a uomo.

La prima azione della squadra del Massachusetts contro la zona è emblematica: Theis porta un blocco a Walker sul lato opposto, in modo da impegnare Crowder, per poi spostarsi al tiro libero e prendersi un jumper completamente smarcato con Adebayo costretto a seguire Tatum sotto canestro.

 

Nelle precedenti partite i Celtics sono riusciti poche volte a far ricevere il pallone nella zona del tiro libero, e nei casi in cui è successo, il giocatore in questione ribaltava immediatamente il lato senza guardare minimamente il ferro, il che non ha mai portato alcun vantaggio all’attacco dei biancoverdi.

Un altro aggiustamento che ha contribuito ad attaccare efficacemente la zona è stato l’utilizzo di un pick and roll alto tra Walker e Theis, che ha consentito all’ex-Hornets di ritrovare i suoi classici pullup sia dal midrange che da 3 punti.

 

Walker sfrutta il blocco di Theis per penetrare a centro area, Crowder non può aiutare troppo per non lasciare libero Tatum mentre Adebayo rimane sotto canestro per coprire il taglio di Smart. Walker segna 2 punti facili dal tiro libero

 

 

Anche qui Theis porta un blocco a Walker, stavolta verso il fondo; Butler rimane sul blocco, Robinson non aiuta lasciando completamente libero Kemba che segna da 3

 

Infine, anche i rimbalzi offensivi, altro punto debole delle difese a zona, hanno avuto un ruolo cruciale nel terzo periodo, con Theis che è stato in grado di sfruttare queste occasioni per segnare da sotto o passare il pallone fuori dall’arco per ricominciare l’azione. Questo è stato evidente anche quando Miami ha deciso di cambiare nella difesa a uomo: Adebayo è spesso finito fuori area sul palleggiatore lasciando Theis sotto canestro difeso da un piccolo facilitando il lavoro a rimbalzo offensivo del Tedesco in caso di un tiro sbagliato, come si può vedere in questo video:

 

In generale, Theis ha giocato un’ottima partita in entrambe le metà campo, vincendo per la prima volta in questa serie il duello diretto contro Bam Adebayo, apparso leggermente sottotono e non reattivo come al solito.

 

Il tabellino finale del Tedesco recita 15 punti con 6/10 al tiro e 3/4 dalla lunetta, 13 rimbalzi (5 offensivi), 3 stoppate e 1 recupero in oltre 34 minuti di gioco. In fase difensiva è stato determinante sia sui cambi difensivi contro i piccoli, riuscendo a contenere con efficacia le loro penetrazioni, sia come rim protector nelle incursioni degli esterni dei Miami Heat.

 

Infine, per la seconda partita consecutiva, Jayson Tatum decide di accendersi nel terzo periodo: dopo i 16 punti di gara 4 (a fronte di un 0/6 nel primo tempo), in gara 5 l’ex-Duke ne segna 17 con 4/6 al tiro, punendo la difesa dei Miami Heat in tutti i modi possibili.

 

Ma l’aspetto più importante è stato l’attacco al ferro sia contro la difesa a zona che contro quella a uomo. I Celtics hanno bisogno che Jayson Tatum attacchi con costanza l’area contro la difesa a zona, così da far muovere la prima linea e richiamare l’aiuto del lungo (che solitamente è Bam Adebayo) o dell’esterno dal lato debole.

 

4) I problemi al tiro degli Heat

Per la terza partita consecutiva i Miami Heat hanno tirato con meno del 30% da 3, ma se in gara 3 e 4 avevano almeno raggiunto la doppia cifra in tiri segnati dall’arco (rispettivamente 12/44 e 10/37), in questa gara 5 si sono fermati a 7 triple realizzate a fronte delle 36 tentate, per un 19.4% complessivo, valido per l’undicesima peggior prestazione da 3 (con almeno 30 tentativi) della storia dei Playoffs.

Parte di questo enorme shooting slump collettivo è sicuramente merito della difesa dei Boston Celtics che, essendo particolarmente aggressiva sui portatori di palla e non facendoli penetrare, costringe i giocatori di Miami ad affidarsi troppo al tiro dalla lunga distanza.

 

Tuttavia, anche quando Miami è riuscita a costruire tiri aperti da 3, i giocatori non sono stati in grado di capitalizzare, togliendo così uno degli aspetti più importanti dell’attacco della squadra di coach Spoelstra, che in regular season è stata prima nella lega per percentuale da 3 punti, a pari merito con i Jazz.

 

Dragic è passato dal 40% su 6.9 tentativi al 24% su 7.0 tentativi nelle ultime 3 (5/21)

 

 

Anche Robinson è sceso dal 40% su 7.3 al 30% su 7.7 tentativi nelle ultime 3 (7/23)

 

 

Ma è Jae Crowder il giocatore che sta incontrando più difficoltà: è passato dal 40% su 8.5 tentativi al 13% su 7.7 tentativi nelle ultime 3 (3/23)

 

Questo clamoroso calo penalizza non poco l’attacco della squadra di coach Spoelstra, specialmente perché spesso Miami ha due non-tiratori in campo che beneficiano enormemente del volume di tiri che si prendono (e che solitamente segnano) i 3 tiratori degli Heat.

 

Conclusione

Probabilmente per la prima volta in questa serie i Miami Heat hanno leggermente allentato la presa e dei Boston Celtics con le spalle al muro ne hanno ovviamente approfittato forzando una gara 6. Sicuramente la squadra della Florida affronterà la prossima partita con un atteggiamento completamente diverso e con la consapevolezza che, se dovessero perdere, l’inerzia passerebbe nelle mani dei Celtics in vista di gara 7.

Dall’altra parte, i Celtics continueranno a macinare gioco come hanno fatto nel secondo tempo di gara 5, tenendo ben presente il fatto che non siano stati necessari aggiustamenti particolarmente complicati o clamorose prestazioni individuali per sconfiggere gli Heat.

Tags: Boston Celticsplayoff NBA
Davide Possagno

Davide Possagno

Sono un Heat-Lifer ormai da oltre 10 anni, da quando comprai il dvd su Dwyane Wade in edicola: fu amore a prima vista. Ancora maledico Pat Riley per aver maxato Whiteside, privandoci così del nostro Flash per un interminabile anno e mezzo.

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