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Cosa è successo in gara 1 tra Lakers e Nuggets

Andrea Poggi by Andrea Poggi
20 Settembre, 2020
Reading Time: 8 mins read
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Gara 1 Lakers Nuggets

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia

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Ieri notte sono finalmente iniziate le finali di conference ad Ovest: da una parte i Lakers, grandi favoriti al titolo, dall’altra i Nuggets, squadra sorpresa di questi playoff.

Gara 1 inizia con JaVale McGee, tornato in quintetto al posto di Morris, che stoppa Jokić al primo possesso e dopo pochi secondi si tuffa per rubare un pallone e far partire il contropiede. Naturalmente Denver in questo primo quarto non è da meno, con Murray e Nikola che partono caldissimi segnando, complessivamente, 20 dei 38 punti totali di squadra e servendo 6 dei 7 assist totali del quarto. Murray, in particolar modo, mette il punto esclamativo su questo primo quarto andando a segnare una tripla sulla sirena in faccia a Davis (tripla che vale il sorpasso 38 – 36). Sembra esserci una gara.

 

Purtroppo, è solo una parvenza. I Lakers, infatti, cambiano marcia – e tattica – già dopo la prima pausa. L’ingresso di Howard rappresenta lo spartiacque della gara e, grazie alle giocate difensive e di esperienza dell’ex Orlando Magic, i Lakers potranno allungare le mani sulla partita, conquistando così un vantaggio in doppia cifra all’intervallo, il tutto coronato dai problemi di falli delle stelle della squadra avversaria.

Dopo la fine del primo tempo, i Lakers torneranno in campo controllando la partita sotto tutti i punti di vista tanto che, a fine terzo quarto, i punti di vantaggio saranno 24. Come si può ben immaginare il quarto quarto diventa pura formalità per LeBron e soci; infatti, con ancora 4 minuti da giocare, entrano in campo le terze linee.

La prima gara di queste WCF, quindi, va ai Lakers: una partita che, nonostante il risultato, non è priva di spunti. Vediamo i principali.

 

1. Gli altri lunghi Lakers: McGee e Howard

Come già anticipato ad inizio articolo, Vogel ha deciso di tornare ad utilizzare il quintetto base con tre esterni e due lunghi, AD e JaVale. Questa mossa è discutibile a livello tattico, ma a livello di spogliatoio e morale non lo è affatto, (il re-inserimento di JaVale nelle rotazioni significa anche minuti per Howard) dato che entrambi i lunghi hanno accusato i pochi minuti giocati contro Houston. Da sottolineare comunque la loro professionalità, visto che hanno capito immediatamente per vincere contro Houston la loro presenza non era richiesta.

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Di nuovo in campo, si, ma con quali risultati? Nonostante una partenza forte (una stoppata su Jokić ed un tuffo su di una palla vagante), McGee non sembra poter stare in campo. In post il lungo serbo lo sposta con troppa facilità e riesce a segnare senza troppi problemi; in situazione di cambio viene battuto facilmente da Murray e Jokić rimane libero per il putback (qui la colpa non è di McGee, visto che Pope si addormenta e non taglia fuori Jokić) ed infine anche sul pick and roll JaVale si trova in difficoltà: difende drop concentrandosi esclusivamente sul portatore di palla, perde di vista il roll di Jokić e non riesce a disturbare l’ottimo pocket pass di Murray. Senza tag sul rollante questi sono due punti sicuri (forse anche con fallo su Jokić).

 

Anche su set più ”complessi” sembrano esserci problemi. In tre occasioni i Nuggets hanno giocato il solito set, split stagger into handoff, con risultati importanti: nel primo caso – quello che ci interessa anche di più – viene coinvolto McGee. Jokić prendi il primo blocco e ricciola subito a canestro, Millsap conseguentemente si muove, prende il blocco di Harris e va a fare il consegnato con Murray. McGee in tutto questo prima si schianta sul blocco e poi – causa anche un errore di comunicazione – lascia libero Millsap da 3.

Le altre due clip mostrano la stessa giocata, ma i canestri fatti prima da Murray e poi da Monte Morris sono difesi meglio e son più frutto di un merito dei Nuggets che di una pessima difesa Lakers.

 

Fallito l’esperimento McGee, Vogel decide di buttare nella mischia Howard e Dwight risponde presente all’appello impattando fin da subito sulla partita.

 

Howard si trova subito a marcare Nikola (prima clip): inizialmente il serbo cerca un pick and roll invertito ma ha poco successo, allora decide di ribaltare e giocare un pick and roll con Morris. Howard difende drop e grazie alle sue braccia lunghe riesce a sporcare e rubare il pocket pass diretto a Jokić innescando il contropiede.

Nell’azione seguente – che è anche la seconda clip – Denver coinvolge Howard nel pick and roll laterale. Il lungo Lakers, ancora una volta, difende drop e dopo aver contenuto Harris, riesce a recuperare su Nikola per poterlo stoppare. Nella terza ed ultima clip vediamo, ancora una volta, Howard coinvolto sul pick and roll. Dwight esegue una azione di contenimento e poi, in seguito, esegue un late switch rimanendo su Harris. La giovane guardia dei Nuggets tenta di attaccare il veterano in maglia Lakers, ma quest’ultimo regge bene grazie ad un ottimo scivolamento laterale.

L’eccellente lavoro difensivo di Howard non si è visto solo in situazioni di difesa dei giochi a due, ma anche in aiuto. In questo caso Dwight, dopo aver difeso sul pick and roll, si stacca e aiuta con il giusto tempismo sulla penetrazione di Harris.

 

Howard non ha inciso solo in difesa, ma è riuscito a farlo anche in attacco. Prima riceve un alley oop da LeBron, poi ”banchetta” a rimbalzo offensivo ed, infine, riceve una ulteriore assistenza da James.

 

Un apporto del genere non può che giovare ad i Lakers, specialmente se riesce a limitare così Jokić.

Dwight Howard does not want to give Nikola Jokic any space for the rest of the series. pic.twitter.com/76trfYi2ER

— Playoff Faigen (@hmfaigen) September 19, 2020

 

2. Problemi di falli e da tre punti

Dopo una partenza molto forte, Denver si è inceppata e non si è più rialzata da quel momento. Oltre alla difesa, molto più aggressiva da parte dei Lakers, sono sopraggiunti anche altri due problemi nella gara: i falli e le basse percentuali dalla lunga distanza.

Il problema dei falli personali è sopraggiunto presto nella partita dei Nuggets: a 3 minuti dalla fine del secondo quarto, infatti, i ”big three” di Denver – Jokić, Murray e Millsap – avevano tre falli a testa. Questa complicazione ha obbligato Malone ad usare Plumlee al posto di Jokić e ciò ha tolto numerose opzioni all’attacco di Denver, totalmente affidato a Murray.

 

Caricare di falli Denver ha avuto anche altri effetti: ha aiutato i Lakers ad andare in lunetta più facilmente, ha aiutato ad attaccare meglio il ferro e, soprattutto, ha impattato a livello mentale. Dopo il terzo fallo di Jokić, infatti, i Nuggets si sono trovati senza una vera e propria guida in campo con Murray che è andato in escandescenza poco dopo prendendosi un tecnico.

 

L’altro aspetto che ha condizionato in negativo Denver è stato il tiro da 3. La squadra del Colorado ha tirato complessivamente 9 su 26 (34%) in tutta la gara. Per molti tirare con il 34% può non sembrare male, ma non è così dato che Denver ha tirato pochissimo -nei playoff tentano 34.1 triple a partita (esclusa gara 1 contro i Lakers), e peggio (34% contro il 39% dei primi due round)- ed escludendo il garbage time, quindi tutto il quarto quarto, i Nuggets hanno tirato complessivamente 6 su 20 dalla lunga distanza, un misero 30%. Ben altre percentuali rispetto a ciò che ci avevano abituato a fare.

Come si può vedere dal video seguente, le triple prese da Denver non sono mai state pessimi tiri: molte di queste, infatti, erano costruite bene ed hanno portato a tiri wide open.

 

Denver dovrà sicuramente mettere una pezza a questo problema in gara 2. Porter Jr non può tirare 0 su 5 nei primi tre quarti e anche Jokić non può finire la partita con 0 triple tentate. Non segnare dalla lunga non solo rischia di avere un impatto emotivo su i giocatori durante la gara, ma chiude anche gli spazi e rende più difficile giocare come vuole Malone, ovvero con tagli dal lato debole.

 

3. Transizione e palle perse

Durante il terzo quarto la reporter Allie LaForce ha parlato con il coach dei Nuggets, Mike Malone, riguardo al piano partita. Malone, oltre al problema falli, si è detto preoccupato della transizione offensiva dei Lakers ed infatti ha ammesso che il suo piano era quello di cercare di far giocare il più possibile a metà campo la squadra di LA. Game plan riuscito?

In questa partita i Lakers hanno corso molto e hanno difeso molto forte costringendo i Nuggets a perdere 16 palloni. Da questi sedici turnover sono arrivati 24 punti (alcuni anche in contropiede) mentre se si parla di fastbreak points nudi e crudi il numero è di 16 in tutta la partita: numero abbastanza alto considerando che quasi tutti sono arrivati nei primi tre quarti di gioco.

 

Denver deve evitare assolutamente azioni di questo genere. Nella prima clip, dopo un canestro segnato praticamente allo scadere dei 24 secondi, Denver si dimentica di difendere Kuzma: la rimessa veloce e le capacità di passaggio di Rondo semplificano il tutto. Nella seconda clip, invece, vediamo la terza stella dei Lakers, la difesa, fare il suo ingresso in campo. Green intercetta un pallone e apre subito per James: il risultato, oltre ad un 4 vs 3 Lakers in transizione, è LeBron che segna due facili punti in reverse.

Gara 2 ha le carte in regola per essere una gara completamente diversa. Riuscirà Denver a ritornare in carreggiata? Oppure i Lakers riusciranno a portarsi sul 2-0?

Tags: Denver NuggetsLos Angeleplayoff NBA
Andrea Poggi

Andrea Poggi

Nasce tifoso Lakers per fare un torto al padre (ahimè, tifoso dei Celtics). Dopo anni da giocatore in UISP, trova anche il tempo di allenare al minibasket. Sognare di vincere un campionato da allenatore dite che è troppo?

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