I Miami Heat vincono una gara 2 caratterizzata da numerosi parziali, simile, per certi versi, a gara 1. A fare ancora una volta la differenza è stata la difesa a zona 2-3 della squadra della Florida e una fase difensiva poco attenta da parte dei Celtics nel terzo periodo.
Come nella prima partita, Boston parte forte in attacco, ma questa volta gli Heat riescono a rimanere incollati alla squadra di coach Stevens grazie a un ritrovato Duncan Robinson, autore di 12 punti con 4/6 da 3 nei 12′ iniziali (punto su cui torneremo in seguito). Nonostante una difesa a tratti superficiale e non sufficientemente aggressiva che consente ai Celtics di tirare 12/18 dal campo (solo 9/26 per gli Heat), Miami chiude solamente a -3 il primo quarto (31-28).
Nella seconda frazione la partita prosegue sugli stessi binari della prima, con Boston che continua a sfruttare la scarsa intensità difensiva di Miami anche grazie a Kemba Walker, che nella seconda metà del periodo, si prende di prepotenza il palcoscenico, conducendo i suoi fino al +17 (sul 58-41) per poi chiudere alla pausa lunga sul 60-47.
Nel terzo periodo la partita cambia completamente faccia: dopo i primi 2 minuti la difesa a zona di Miami inizia a funzionare e soprattutto a togliere ritmo ai Celtics, che alternano diversi tiri costruiti male a numerose palle perse. Assieme a quella offensiva, perde brillantezza anche la fase difensiva di Boston, con gli Heat che sfruttano la poca aggressività dei biancoverdi per trovare canestri molto facili vicino al ferro.
Inoltre, l’ingresso in campo di Enes Kanter, preso di mira costantemente da Dragic & co., non ha sicuramente aiutato la squadra di Stevens. La fotografia della radicale inversione di marcia da parte di Boston è la seguente azione: dopo un’airball di Crowder, Herro recupera uno spettacolare rimbalzo offensivo e con 3 secondi per concludere l’azione, Kelly Olynyk segna un’improbabile tripla di tabella.
Dopo un timido allungo da parte di Miami (87-79 con 10′ da giocare), gli Heat commettono un paio di errori banali e l’ingresso in campo di Kemba Walker consente ai Celtics di piazzare un parziale di 15-2 in meno di 8 minuti e di mettere la testa avanti 94-89. Negli ultimi 4 minuti, tuttavia, Jimmy Butler e Goran Dragic prendono prepotentemente in mano le redini dell’incontro con, rispettivamente, giocate difensive cruciali e tiri difficili segnati che consentono agli Heat di arrivare a +7 (102-95) con meno di 2 minuti da giocare.
Jaylen Brown fa di tutto per tenere a galla i suoi segnando due triple in 30 secondi, la prima per il -4 e la seconda per il -3. Purtroppo per Boston, però, l’ex-Berkeley sbaglia quella del potenziale pareggio a 15″ dalla fine.
Dopo questo breve recap, iniziamo ad analizzare gli aspetti chiave di questo match che, specialmente nel secondo tempo, ci ha regalato spunti interessanti.
1) Kemba Walker
Dopo aver totalizzato 38 punti totali con 13/46 (28%) al tiro e 3/22 (14%) da 3 tra gara 6 contro i Raptors e gara 1 contro gli Heat (12.7 di media), i Boston Celtics necessitavano di una reazione piuttosto importante da parte di Kemba Walker. Ciò è avvenuto proprio in questa gara 2, in cui l’ex-Hornets ha giocato un’ottima partita soprattutto nel primo tempo dimostrando quanto i Celtics abbiano bisogno di avere il loro leader al top della forma.
Con Walker in campo la fase offensiva di Boston è molto più imprevedibile: la point guard di New York, grazie alla sua incredibile rapidità unita al fatto che Miami non ha grandi difensori per i “piccoli”, è in grado di punire la difesa in diversi molti modi. Come si vede dalle clip di seguito, gli Heat hanno provato a difendere in più modi nel primo tempo per arginare Walker, ma l’ex-Uconn ha saputo sempre trovare la via del canestro.
In queste due azioni Walker ha punito Bam Adebayo, che per quanto sia un ottimo difensore sui piccoli, è stato costretto ad arretrare leggermente per non subire una penetrazione, tirandogli in faccia
In questo caso Walker ha sfruttato il ritardo di Crowder nello switch per servire Theis con un bullet-pass
Neanche la zona è riuscita a limitare l’ex-Hornets nel primo tempo, che in questo caso, dopo un pick and roll con Theis, ha sfruttato l’eccessiva uscita di Olynyk per servire Smart che aveva precedentemente tagliato dal lato debole
In questa situazione di semi-transizione, Walker ha usato il suo fulmineo ball handling per segnare contro una difesa non ben posizionata
Questo il confronto con il primo tempo di gara 2 contro gli Heat rispetto alle precedenti 3 partite:

Come vedremo più approfonditamente tra poco, coach Spoelstra all’intervallo ha apportato alcuni cambiamenti alla zona dei suoi Miami Heat in modo da chiudere le penetrazioni non solo a Walker, ma a tutti i Celtics, aspetto che aveva consentito ai biancoverdi di attaccarla in modo efficace con continuità. A causa di questo accorgimento, Walker non è riuscito a risultare determinante come nel primo tempo (come del resto tutti i creator di Boston), salvo per queste due triple a metà del quarto periodo:
Le sue lacune difensive sono purtroppo ben note, ma non si può certo dice che almeno non ci stia provando. Anche in questa partita Walker ha alternato buone giocate, come questa difesa su Duncan Robinson chiusa con un layup in contropiede…
…a giocate decisamente meno positive: in questo caso Herro accelera a metà campo cogliendo di sorpresa Walker che subisce la “fisicità” del rookie di Miami concedendo un facile layup al ferro
Fin dai primi minuti gli Heat hanno cercato di coinvolgerlo il più possibile in pick and roll e blocchi senza palla, e nonostante i Celtics siano riusciti a nasconderlo bene, talvolta ne hanno risentito; in questo caso, ad esempio, Butler porta un blocco a Dragic, la difesa cambia e Walker si ritrova momentaneamente sull’ex-76ers prima di lasciare il posto a Theis (che è anch’egli un mismatch per Butler, ma meno importante) e andare su Adebayo. Butler penetra, fa saltare Theis e a quel punto interviene Brown a contestare il tiro, il quale, pochi istanti prima aveva preso in consegna Bam mandando Walker su Crowder.
Butler sbaglia il tiro ma Adebayo recupera facilmente il rimbalzo offensivo contro Kemba per poi servire Robinson che segnerà dall’angolo.
Purtroppo per i Celtics, gli Heat sono molto bravi a sfruttare queste situazioni, ma se Walker dovesse essere in grado di giocare con continuità come ci ha abituati, penso che Stevens sia disposto a pagare questa tassa in difesa.
2) Duncan Robinson
Se da una parte Walker era chiamato a battere un colpo per i Celtics, la stessa cosa valeva per Duncan Robinson per gli Heat. L’ex-Michigan nelle ultime 2 partite ha segnato 8 punti con 2/9 da 3 e commesso 8 falli, costringendo spesso coach Spoelstra a farlo sedere in panchina dopo pochi minuti. Di questa situazione ne ha risentito pesantemente l’attacco di Miami in gara 1 (18 punti nei primi 12′), mentre nella seconda partita, senza problemi di falli, Robinson ha tenuto in piedi dei non particolarmente efficienti Heat segnando 12 punti con 4/6 dal campo.
Il tiratore di Miami è stato bravo anche a sfruttare la sua gravity per creare creare vantaggi prontamente utilizzati dai propri compagni: in questa clip riceve un handoff in posizione di ala da Crowder il quale si riposiziona in punta; Smart rimane per un’istante di troppo su Robinson (su cui c’era già Brown) il quale scarica a Crowder che penetra al centro attirando Ojeleye il quale lascia completamente libero Butler che però non segna.
In questo caso, invece, Robinson sfrutta un blocco di Adebayo, riceve in punta, fa saltare Tatum con Theis che rimane in area e scarica per Bam, il quale gli restituisce il pallone. A quel punto, con Tatum fuori dall’azione, Theis è costretto a uscire, Adebayo taglia costringendo Smart ad aiutare il quale però lascia libero Dragic in angolo che riceve palla da Robinson e segna.
Nel secondo tempo coach Stevens ha provato a mettere Brown in marcatura su Robinson al posto di Smart, ma i risultati finali sono stati pressoché identici. L’ex-Michigan, come si è visto, è una pedina essenziale dello scacchiere di coach Spoelstra, il quale non può permettersi di tenerlo in panchina troppo tempo; è essenziale, quindi, che Robinson faccia un ulteriore salto di qualità in difesa perché per il momento è il bersaglio preferito dell’attacco dei Boston Celtics, allo stesso modo in cui Kemba Walker lo è per quello dei Miami Heat.
3) La zona 2-3 “killer” degli Heat
Trattiamo ora l’argomento più significativo di questa partita e, in generale, della serie, ovvero la difesa a zona 2-3 dei Miami Heat. Come scritto nella preview, i Boston Celtics avevano sofferto questo tipo di difesa anche contro i Toronto Raptors (in quel caso si trattava di box-and-1) e, nonostante in gara 1 Miami l’abbia impiegata solo per 12 possessi, il trend è rimasto invariato.
In gara 2, però gli Heat hanno usato la zona 2-3 per quasi la totalità del secondo tempo (30 possessi in tutto il match), mettendo a nudo le difficoltà dei Celtics nel muovere la palla efficacemente e nel prendere le decisioni giuste.
Se, come scritto sopra, nel primo tempo Boston ha saputo attaccare bene la 2-3, nel secondo, invece, la musica è totalmente cambiata, grazie anche ad alcuni accorgimenti implementati da coach Spoelstra.
boston's efg% vs. miami's zone is 37.84 (bad). but their shot quality is 52.06 (better than every playoff team, overall, except the lakers)
— Michael Pina (@MichaelVPina) September 18, 2020
even though this doesn't account for turnovers, if you're the celtics these numbers are your friend.
Generalmente la zona dei Miami Heat è risultata efficace perché esclude la possibilità ai migliori creator avversari di giocare pick and roll in modo da far scattare uno switch per creare un mismatch. Farlo contro questo tipo di difesa è di fatto inutile perché la prima linea della zona è occupata da 2 tra i migliori difensori perimetrali della squadra (Butler, Crowder, Iguodala, Jones Jr.), il che rende impossibile dare origine a mismatch.
Per risolvere il problema Kemba Walker, coach Spoelstra nel terzo quarto ha inserito una zona-press 2-2-1 da 3/4 campo per poi chiudere in 2-3. In questo modo, oltre a togliere ritmo all’attacco dei Celtics e velocità ai portatori di palla, ha costretto Boston a perdere secondi preziosi per impostare l’azione, che di fatto iniziava a 15″ dal termine dei 24, come si può vedere in questa clip.
Un altro aggiustamento visto a partire dal terzo periodo è stata la difesa sui pick and roll provenienti da fondo campo del lato debole, che nel primo tempo Kemba aveva sfruttato a proprio piacimento. In questa clip, appena Walker sfrutta il blocco, Crowder si sposta subito verso la punta per chiudere la linea di penetrazione e costringere la point guard dei Celtics a ribaltare il lato:
In questo caso, invece, Tatum sfrutta il blocco e attacca, ma è chiuso dalla seconda linea della zona, nello specifico da Duncan Robinson.
A causa dell’ampio utilizzo della zona 2-3, Kendrick Nunn non ha più visto il campo nel secondo tempo dopo i 5 minuti del primo, lasciando spazio a Derrick Jones Jr., l’asso nella manica di Spoelstra per quanto riguarda la difesa a zona. Grazie alla sua infinita wingspan, lo Slam Dunk Champion è il giocatore ideale da impiegare nella prima linea, sia per disturbare i palleggiatori, sia per intercettare o sporcare passaggi, come si vede in questa clip.
I Boston Celtics, nonostante diverse decisioni rivedibili contro la zona, sono rimasti sempre sotto la doppia cifra di svantaggio perché gli Heat, nonostante difendessero molto bene per gran parte dell’azione, in più di un’occasione hanno speso falli stupidi che hanno mantenuto a galla i Celtics.
In ogni caso, sebbene i Celtics abbiano segnato solamente 41 punti contro la zona nel secondo tempo (11/29 dal campo, 38%) perdendo ben 12 palloni, ci sono state numerose occasioni in cui sono arrivati buoni tiri o in cui i giocatori si sono mossi bene, semplicemente la palla non è entrata nel canestro.
Una soluzione che i Celtics potrebbero usare contro la zona è l’attacco in transizione, in modo da far sviluppare l’azione prima che la difesa si sistemi.
In gara 2 è successo pochissime volte, specialmente nel secondo tempo, sia causa degli accorgimenti dei Miami Heat sia a causa della pessima difesa messa in campo dai Celtics, che molto probabilmente arrivavano nella loro metà campo frustrati e con la testa ancora all’azione precedente. Senza un’eccellente difesa che produce brutti tiri e forza palle perse, infatti, è impossibile ripartire in contropiede.
I Miami Heat hanno tratto enormi vantaggi dalla pessima difesa mostrata dai Celtics nel terzo periodo, specialmente nei pick and roll con Bam Adebayo da rollante; l’ex-Kentucky, dopo un primo tempo meno brillante del solito, è stato il protagonista assoluto, segnando 15 punti con 7/8 al tiro contribuendo in maniera decisiva alla rimonta.
Conclusione
Vero, la situazione per i Boston Celtics non è tra le più rosee, ma in questa partita si sono visti numerosi spunti su cui Brad Stevens potrà far lavorare i suoi in vista di gara 3, a partire dalla prestazione di Kemba Walker, anche alla luce di quello che ha mostrato nel primo tempo contro la zona 2-3, sulla quale ci sarà sicuramente da lavorare ma che tuttavia non necessita di stravolgimenti. Inoltre, a breve dovrà tornare a disposizione anche Gordon Hayward, che sicuramente sarà in grado di contribuire fin da subito, magari alla guida della second unit.