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Cosa aspettarci da Celtics-Heat

Davide Possagno by Davide Possagno
15 Settembre, 2020
Reading Time: 12 mins read
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Cosa aspettarci da Heat Celtics

Copertina a cura di Francesco Ricciardi

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Stasera andrà in scena il primo atto delle Eastern Conference Finals che vede sfidarsi per la prima volta nella storia della lega due squadre non detentrici né del primo né del secondo miglior record della conference, ovvero i Boston Celtics (3° seed) e i Miami Heat (5° seed), due squadre molto ben allenate, ma che hanno punti di forza e stili di gioco differenti.

 

LE SFIDE IN REGULAR SEASON

I Boston Celtics hanno vinto la serie stagionale contro i Miami Heat per 2-1, ma queste partite di regular season, ormai, offrono pochi spunti da utilizzare per tirare delle somme e cercare di estrapolare i potenziali punti chiave e matchups.

In ognuna delle tre partite, infatti, i roster di entrambe le squadre non erano al completo: nella prima (4 dicembre) fu assente Marcus Smart e gli Heat avevano ancora Justise Winslow, James Johnson e Dion Waiters in squadra e Meyers Leonard come centro titolare, nella seconda (28 gennaio) non giocò Jayson Tatum, mentre scesero in campo sia Waiters che Johnson, mentre nell’ultima, giocata poco più di un mese fa, Kemba Walker stava ancora recuperando dall’infortunio al ginocchio e Jimmy Butler rimase in panchina a causa di un fastidio alla caviglia destra.

Nonostante ciò, i Celtics di coach Stevens sono stati una delle poche squadre ad aver messo in costante difficoltà i Miami Heat nel corso della stagione: come vedremo tra poco, il roster dei Celtics è costruito in modo tale da poter sfruttare al meglio i punti deboli degli Heat. In particolare, la presenza di ottimi attaccanti palla in mano come Walker, Brown, Hayward e Tatum necessita l’utilizzo di quattro difensori sopra la media, cosa che Miami non può permettersi con continuità senza sacrificare qualcosa in attacco.

Dall’altra parte, però, gli Heat possono contare su una panchina più lunga e più versatile rispetto alla modesta bench unit di Boston, che ha come unico compito quello di far rifiatare i titolari. Nelle tre gare di regular season, infatti, la panchina di Miami ha segnato ben 115 punti (38 di media) contro i 66 di quella dei Celtics (22 di media). Da questo punto di vista sarà fondamentale il ritorno di Gordon Hayward, infortunatosi in gara 2 contro i 76ers, il quale sarà ossigeno puro per le rotazioni di Boston, che torneranno ad avere a disposizione un altro giocatore in grado di creare sia per sé stesso che per i compagni e che nel corso della stagione si è ritagliato un ruolo fondamentale nello scacchiere di coach Stevens.

Piccola curiosità: per la prima volta in questa stagione, Miami non affronterà i Celtics nella seconda notte di un back-to-back.

 

ASPETTI CHIAVE

Celtics e Heat sono due squadre che, nonostante abbiano stili di gioco differenti, approcciano il basket in modo simile, ovvero cercando di sfruttare i punti deboli dell’avversario, mascherando allo stesso tempo i propri, ed effettuando aggiustamenti anche all’interno della stessa partita in base a cosa sta accadendo in campo.

 

“Il talento di Mr. Walker”

I Boston Celtics sono una squadra più talentuosa rispetto ai Miami Heat e certamente utilizzeranno questa loro caratteristica per sfruttare i punti deboli della difesa degli uomini di coach Spoelstra che non dispone sufficienti interpreti per poter difendere con efficacia e continuità sui vari Tatum, Brown, Smart e Walker (più Hayward quando tornerà in campo).

Potrebbe essere proprio l’ex-Hornets a risultare la spina più dolorosa nel fianco dei Miami Heat, che storicamente da ormai 5 anni vengono messi in difficoltà dalla rapidità di Walker. Nonostante la squadra della Florida abbia un bel gruppo di ali difensivamente sopra la media (Butler, Crowder, Iguodala, Jones Jr.), che, come vedremo tra poco, andranno in marcatura su Brown e Tatum, non dispone di un efficace difensore point of attack contro i piccoli, motivo per il quale Dragic sarà chiamato a fare gli straordinari in difesa e verrà sicuramente aiutato da Bam Adebayo nel contenere il playmaker dei Celtics nelle situazioni di pick and roll centrale, contesti in cui è risultato più volte letale sia nel creare per sé stesso che per i propri compagni.

 

Nel caso in cui gli Heat dovessero incontrare più difficoltà del previsto nella marcatura di Walker, potrebbero ricorrere alla loro zona 2-3 “invertita”, in cui sono le ali a formare la prima linea (solitamente sono due tra Iguodala, Butler e Jones Jr.). Così facendo potrebbero limitare le incursioni di Kemba cercando allo stesso tempo di sporcare qualche pallone in modo da far perdere ritmo all’attacco di Boston.

Non è un caso che Walker abbia giocato la sua peggior partita ai playoff proprio quando i Raptors hanno utilizzato la zona box and one (4 giocatori a zona 2-2 e uno a uomo su Walker) limitando l’ex-Hornets a soli 5 punti con 2/11 al tiro.

 

Che Duncan Robinson vedremo?

Nonostante la sua sola presenza in campo costringa la squadra avversaria a dedicargli parecchie attenzioni, Duncan Robinson non ha giocato una buona serie contro i Milwaukee Bucks. Il cecchino di Miami ha infatti chiuso le cinque partite contro la squadra del Wisconsin a 9 punti di media con il 41% dal campo e il 35% da 3 su 6.8 tentativi, cifre molto lontane da quelle che è stato in grado di garantire sia durante il primo turno contro i Pacers (12.5 punti con il 44% da 3 con 6.8 tentativi) sia nel corso della regular season (13.5 punti con il 45% da 3 su 8.3 tentativi).

Se escludiamo gara 4 in cui Robinson ha segnato 20 punti con 6/12 dalla lunga, nelle restanti 4 partite l’ex-Michigan ha sofferto tremendamente la marcatura di Khris Middleton che, nonostante non abbia la velocità di piedi per passare rapidamente sui blocchi, è sempre riuscito a contestare i suoi tiri grazie alla sua notevole wingspan. Questo ha tolto fiducia a Robinson che per la prima volta in stagione ha esitato più di una volta nel tirare da 3 per paura che Middleton si trovasse nelle vicinanze, quando magari il giocatore dei Bucks si era appena schiantato sul blocco dell’Adebayo di turno.

 

I Boston Celtics non sono sicuramente la squadra ideale da affrontare per uscire da una shooting slump piuttosto importante, vista la presenza in quintetto di ottimi difensori sulla palla in grado anche di passare sopra ai blocchi, ma è necessario che Duncan Robinson riprenda a tirare con la stessa fiducia del primo turno e della regular season in quanto l’efficacia offensiva dei Miami Heat dipende molto da lui. Ricordiamo che nella stagione regolare Robinson ha tirato con il 41% da 3 contestato su 2.6 tentativi a sera.

 

La profondità del roster di Miami

Contro i Toronto Raptors Tatum, Walker, Brown e Smart sono rimasti in campo rispettivamente per 41.8, 40.2, 39.4 e 39.3 minuti di media, mentre contro i Bucks, gli unici due giocatori dei Miami Heat sopra i 36 minuti sono stati Butler (36.7) e Adebayo (36.2); questo perché, se da una parte Boston ha il roster più talentuoso, dall’altra quello di Miami è decisamente più profondo, soprattutto vista l’assenza di Gordon Hayward (che ha ripreso ad allenarsi con la squadra).

Nonostante entrambe le squadre abbiano utilizzato una rotazione a 9 giocatori nelle semifinali di conference, il contributo e soprattutto il ruolo che hanno le bench units di Celtics e Heat è decisamente diverso. La panchina di Boston, escluso qualche guizzo di Robert Williams III, ha come unico obiettivo quello di far rifiatare per qualche minuto i titolari senza lasciare che la squadra avversaria rimonti o prenda il largo, mentre quella di Miami, che spesso e volentieri è mediamente superiore a quella avversaria, è in grado di scavare solchi importanti, soprattutto nei quarti centrali, o di recuperare velocemente eventuali svantaggi accumulati dallo starting five nel periodo iniziale, come si è visto qualche giorno fa in gara 5 contro i Bucks.

 

Olynyk, Herro e Iguodala sono giocatori molto più versatili rispetto a Wanamaker, Williams III e Ojeleye, tant’è che sia il rookie ex-Kentucky che il veterano ex-Golden State fanno parte della closing lineup di Miami. Per questo motivo sarà importantissimo per Boston recuperare al più presto Gordon Hayward che, nonostante molto probabilmente non tornerà subito in quintetto, darà tutt’altra dimensione alla second unit dei Celtics essendo di fatto l’unico creatore tra i non titolari.

Nelle 7 partite contro i Raptors, inoltre, coach Stevens ha avuto ottime risposte dal rookie Grant Williams, che, sebbene in qualche occasione abbia peccato di inesperienza, ha dimostrato di poter stare tranquillamente in campo ad alti livelli già da quest’anno grazie alla sua versatilità difensiva (che sarà utilissima contro gli Heat) combinata a un tiro dalla lunga finalmente ritrovato dopo una regular season molto difficile (25% su 1.4 tentativi).

Emblematica è stata la sua gara 7 in cui, a causa di problemi di falli di Theis, è stato chiamato in causa nel quarto periodo risultando decisivo con questa giocata difensiva su VanVleet:

 

MATCHUP

Sulla carta i Miami Heat si accoppiano male ai Boston Celtics, i quali, a loro volta, dispongono invece di uno starting five in grado di limitare le principali bocche da fuoco degli uomini di coach Spoelstra. Cerchiamo di capire nel dettaglio quali strategie potrebbero utilizzare i due coach e soprattutto quali saranno i matchup più importanti.

 

Kemba Walker e Jayson Tatum

Se in attacco Walker rappresenterà un costante problema per i Miami, in difesa gli Heat cercheranno in tutti i modi di coinvolgerlo in azioni di pick and roll e dribble handoff. Per quanto la point guard di coach Stevens stia giocando dei playoff sorprendentemente positivi in difesa, grazie soprattutto a un’ottima intensità, rimane comunque il giocatore più piccolo tra quelli di rotazione, motivo per il quale non è in grado di difendere contro giocatori più grossi (lo stesso Dragic è molto più piazzato e ha uno stile di gioco piuttosto fisico) e fatica a passare sui blocchi.

Fortunatamente Stevens ha trovato il modo di “nascondere” Walker facendogli marcare, dopo opportuni switch, l’uomo più lontano dalla palla o comunque il meno pericoloso palla in mano, in modo da lasciare Smart, Brown e Tatum in difesa sui creatori principali.

Brad Stevens is so freaking good – Boston Celtics switching around the Kemba matchup to avoid a mismatch breakdown: pic.twitter.com/RULNW1bje8

— Half Court Hoops (@HalfCourtHoops) September 2, 2020

Molto probabilmente Walker si troverà spesso in marcatura su Jae Crowder, il quale, nonostante sia decisamente più grosso di lui, in attacco si limita a muoversi lungo il perimetro in attesa di ricevere scarichi da parte dei vari Dragic e Butler.

Le due giovani ali dei Celtics, invece, verranno marcate rispettivamente da Jae Crowder e Jimmy Butler. Dopo aver svolto un gran lavoro in single coverage su Giannis Antetokounmpo, Crowder è chiamato a fare lo stesso sulla stella dei Celtics, con la differenza che il Greco ha un repertorio offensivo piuttosto limitato se si escludono le situazioni in transizioni, mentre l’ex-Duke è sostanzialmente in grado di fare qualsiasi cosa. Se da una parte tutti sono a conoscenza delle sue abilità da scorer, nella serie contro Toronto è emersa la sua capacità di servire i compagni con cambi di lato rapidissimi o pocket pass nei pick and roll.

 

Tatum dovrà continuare a sfruttare questa sua abilità specialmente nei momenti in cui il tiro entrerà a intermittenza, cosa che nella serie contro gli Heat presumibilmente accadrà prima o poi vista la presenza di numerosi buoni difensori a disposizione di coach Spoelstra.

 

Jimmy Butler e Goran Dragic

Jaylen Brown ha fatto un ottimo lavoro in marcatura su Siakam per tutta la serie contro i Toronto Raptors, difendendo efficacemente il Camerunese sia fronte che spalle a canestro.

 

Proprio questa caratteristica lo rende il più indicato da mettere in marcatura su Jimmy Butler: la stella degli Heat, infatti, ha la tendenza ad andare spesso spalle a canestro sia per trovare canestri facili al ferro (solitamente i suoi difensori diretti sono più piccoli) sia per servire i compagni nei tagli o negli scarichi per tiri da 3 punti.

Contro i Bucks, però, Butler ha incontrato diverse difficoltà in queste situazioni contro Wesley Matthews, un difensore estremamente intelligente che ha saputo mettere la giusta dose di malizia per sporcare palloni e causare palle perse, nonostante regalasse qualche kg e qualche cm all’ex-76ers.

 

Per questo motivo la marcatura di Brown potrebbe essere ancora più fastidiosa e potenzialmente potrebbe limitare non poco una delle caratteristiche più importanti del gioco di Butler.

Con Smart e Brown impegnati verosimilmente contro Duncan Robinson e Jimmy Butler e Kemba Walker che si ritroverà spesso accoppiato a Jae Crowder, toccherà a Jayson Tatum difendere su Goran Dragic. Contro i Raptors, l’ala dei Celtics è stato il giocatore a difendere per più tempo su Kyle Lowry nelle prime 4 gare (prima che la marcatura passasse a Smart), ottenendo ottimi risultati: in 20 minuti totali ha tenuto il playmaker di Toronto a 5/16 dal campo e 3/12 da 3, sfruttando la sua lunghezza per contestare sia tiri al ferro che tiri da dietro l’arco.

 

Duncan Robinson e Marcus Smart

Delle recenti difficoltà al tiro di Duncan Robinson abbiamo parlato poco fa, e la sfida contro i Celtics non fa ben sperare, soprattutto visto che a marcarlo sarà probabilmente Smart (in alternativa Brown). La guardia dei Celtics è il giocatore più indicato per inseguire Duncan Robinson lungo il perimetro cercando di rimanervi incollato faccia a faccia sia per non farlo ricevere da oltre l’arco, sia per impedire i suoi classici give-and-go con Adebayo.

Visto l’impegno che Smart dovrà mettere in difesa, probabilmente la sua produzione offensiva calerà leggermente (contro i Raptors ha chiuso con 15.7 punti di media con il 39% da 3 su 8.7 tentativi e 5.1 assist) ma potrebbe non essere un problema data la presenza di Walker, Brown e Tatum e l’imminente ritorno di Hayward.

 

Adebayo e Theis

Infine, il duello sotto le plance tra Adebayo e Theis sarà molto più determinante in difesa piuttosto che in attacco. Vero, Adebayo potrebbe mettere in difficoltà Theis se dovesse attaccarlo in velocità da fuori area, ma credo che l’impatto che i due centri avranno nella rispettiva metà campo possa essere più significativo.

Da una parte sarà essenziale la capacità di Adebayo di difendere sui piccoli dopo uno switch a causa sia i tanti ball handlers presenti nel quintetto di Boston sia della presenza costante in campo di due tra Dragic, Robinson ed Herro, tutti difensori sotto la media (escluso lo Sloveno).

Dall’altra Theis dovrà essere in grado di contenere parzialmente i portatori di palla di Miami per far si che la guardia possa recuperare facendo perdere all’avversario il momentaneo vantaggio. A differenza di Lopez, infatti, il tedesco è molto più mobile e per essere efficace non necessita di dover stare sotto canestro in attesa di stoppare qualche tiro; inoltre in caso di switch sa limitare il portatore, essendo capace sia di contestare tiri da fuori sia di stoppare la guardia nel caso in cui venga battuto.

 

CONCLUSIONE

Ci attende una sfida all’ultimo sangue tra due eccellenti squadre che, nonostante in questa post season abbiano fatto molto affidamento sulla loro difesa, hanno avuto successo anche grazie a una fase offensiva ben organizzata, mettendo in mostra un gioco corale e molto piacevole da vedere. Dopo quella contro Nick Nurse, avremo la fortuna di assistere anche in questa serie a un avvincente duello tra due dei migliori coach in circolazione: Brad Stevens ed Erik Spoelstra.

Pronostico: 4-2 Celtics.

Tags: Miami Heatplayoff NBA
Davide Possagno

Davide Possagno

Sono un Heat-Lifer ormai da oltre 10 anni, da quando comprai il dvd su Dwyane Wade in edicola: fu amore a prima vista. Ancora maledico Pat Riley per aver maxato Whiteside, privandoci così del nostro Flash per un interminabile anno e mezzo.

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