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Cosa abbiamo imparato dal diciannovesimo giorno di playoff

La Redazione by La Redazione
11 Settembre, 2020
Reading Time: 11 mins read
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Cosa abbiamo imparato dal diciannovesimo giorno di playoff

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia

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Nel diciannovesimo giorno di playoff i Los Angeles Clippers si sono portati sul 2-1 vincendo gara 3 contro i Nuggets per 113 a 107, mentre i Celtics si sono portati sul 3-2 battendo i Raptors per 111 a 89.

 

BOSTON CELTICS – TORONTO RAPTORS (3-2)

Analisi di Leonardo Spera

In quella che è stata una gara a senso unico dal primo minuto, i Boston Celtics si sono portati sul 3-2 grazie ad una straordinaria prova difensiva di squadra.

I Toronto Raptors, si sa, non hanno di certo l’attacco a metà campo più brillante della lega; tuttavia, quello a cui abbiamo assistito nel primo quarto di questa gara è stato un lavoro offensivo ampiamente al di sotto delle capacità della squadra canadese (gli 11 punti in un quarto sono il nuovo record negativo nella storia della franchigia ai playoff).

La difesa di Boston è stata a dir poco asfissiante, aprendosi per i closeout sul perimetro per poi subito dopo collassare in area contenendo le penetrazioni avversarie. Non c’è stata una singola volta nel quarto in cui i Raptors non abbiano dovuto faticare per trovare il canestro, andandosi a schiantare contro i difensori in area o “accontentandosi” di un jumper dalla distanza con la mano in faccia.

 

In attacco i Celtics sono bravi a sfruttare le disattenzioni dei Raptors, che sono sembrati frastornati e non in partita praticamente dall’inizio. Il fautore principale dell’allungo biancoverde è Jaylen Brown, che doveva farsi perdonare dopo la prestazione tutt’altro che brillante del match precedente. Il prodotto di Berkeley ha inciso immediatamente in entrambi i lati del campo, contenendo Siakam in un paio di occasioni e dimostrandosi aggressivo fin da subito in attacco.

 

Dopo un primo tempo letteralmente dominato dai Celtics, Toronto prova una timida rimonta nel terzo quarto stringendo le maglie della difesa e appoggiandosi ai canestri di Fred VanVleet; Boston è però troppo solida in difesa come in attacco e non viene impensierita dall’arrembaggio dei canadesi. L’ultima frazione di gioco è sostanzialmente un lungo garbage time, con Nick Nurse che svuota la panchina quasi in segno di resa e Brad Stevens che poco dopo fa lo stesso.

In una partita indirizzata principalmente dalla difesa di Boston, sono da sottolineare le prestazioni di due giocatori in particolare: Kemba Walker e Daniel Theis.

Il primo, dopo esser stato giustamente criticato per la sua precedente prestazione, non sì è limitato a dare il suo solito contributo offensivo, ma ha fatto il lavoro sporco anche dall’altra parte. L’ex stella di Charlotte non è certamente conosciuto per essere un cagnaccio in difesa, tuttavia in gara 5 ha dimostrato di essere disposto a sacrificarsi per la squadra, compiendo alcune giocate fondamentali per impedire che i Raptors trovassero il flow offensivo per ricucire lo svantaggio iniziale.

In una serie in cui il tiro da 3 è incostante, con 2 difese ottime a chiudere l’area, la gestione dei mismatch è fondamentale. TOR attacca spesso Kemba, ma ieri è stato la chiave difensiva del 1° quarto. Nonostante una brutta posizione, qui riesce a tornare su Lowry e a stopparlo pic.twitter.com/kLIemN7D5C

— Alessas Mouxandros (@sassoulatin) September 8, 2020

 

Come illustrato da alcuni Tweet del nostro Alexandros Moussas, Kemba ha lottato sui blocchi, sporcato palloni e preso sfondamenti. Se il tuo secondo terminale offensivo, che viene sistematicamente puntato dall’attacco avversario, riesce a darti questo impegno sul suo lato del campo è chiaro che le tue possibilità di vittoria aumentano esponenzialmente.

L’altra menzione d’onore è, come detto, per Daniel Theis. Il tedesco ha sfornato una prova difensiva di grande spessore, chiudendo efficacemente l’area e riuscendo anche ad accoppiarsi con gli esterni avversari senza sfigurare. La sua presenza ha disturbato ogni penetrazione dei Raptors, contestando e stoppando i tentativi al ferro avversari.

 

In aggiunta a tutto ciò, la sua presenza si è fatta sentire anche in attacco dove ha mostrato la sua bravura a correre in transizione e nel rollare a canestro dopo aver portato un blocco.

 

LOS ANGELES CLIPPERS- DENVER NUGGETS (2-1)

Analisi di Lorenzo Pasquali

In gara 3 i Denver Nuggets hanno giocato una partita migliore degli avversari sui due lati del campo, seguendo meticolosamente un gameplan preparato bene dal coach Michael Malone. I Clippers, però, hanno Paul George e Kawhi Leonard e, senza ancora convincere del tutto, si portano sul 2-1.

Come fatto per la partita precedente della serie, andiamo a vedere alcuni dei temi più importanti della gara.

 

1) Denver deve limitare le palle perse

I Clippers sono una discreta squadra nello sfruttare le occasioni per fare punti in contropiede (11esimi in stagione per punti in transizione), ma non hanno mai avuto l’urgenza di alzare il ritmo per trovare punti facili con la difesa non ancora schierata. Per questo fanno notizia i 30 punti da palla persa di gara 3, figli delle numerose palle perse della squadra del Colorado.

“To me the story of the game was transition…

Tonight they had 30 fast break points, which is unacceptable.”

-Michael Malone

— Joel Rush (@JoelRushNBA) September 8, 2020

 

La difesa di Denver sta limitando bene l’attacco di LAC, rendendo difficile l’accesso al pitturato all’attacco avversario. Jerami Grant e Gary Harris stanno facendo un lavoro magistrale sulle ali dei Clippers; Millsap è tornato ad avere un impatto difensivo grazie al suo grande QI cestistico; Jokić e Murray stanno facendo del loro meglio per non far pesare i propri limiti. Per questo motivo per i Nuggets è inaccettabile regalare così tanti punti a una squadra che sta facendo fatica a trovare tiri aperti:

 

2) Harrell sta diventando ingiocabile

I playoff di Harrell non sono partiti con le migliori condizioni possibili. Dopo essere stato lontano dal basket giocato per diversi mesi, e dovendo gestire il lutto della morte della nonna, Montrezl ha ripreso a giocare in gara 1 della serie contro Dallas. Abbiamo parlato a profusione dei suoi problemi nella serie precedente, e se all’inizio erano tutto sommato comprensibili, in questo momento lo scarso impegno e gli errori di Harrell non sono più tollerabili.

Il lungo di riserva dei Clippers si è distinto in questi anni per la sua capacità di concludere al ferro in situazioni dinamiche, con spazi stretti e ricezioni difficili per un lungo normale. Questo, combinato con la sua ferocia a rimbalzo offensivo, aiutava a compensare i suoi limiti evidenti nella propria metà campo.

In questi playoff stiamo però assistendo a una regressione a 360 gradi: in difesa sembra metterci meno effort di quanto visto durante la stagione, vagando per il campo e perdendo l’uomo; in attacco non ha ancora ritrovato il tocco necessario per un lungo di queste dimensioni fisiche, e che aveva invece stupito in stagione.

Il suo compagno di reparto, Ivica Zubac, è ovviamente un difensore infinitamente superiore, ma in questo momento gli è davanti anche nella metà campo offensiva. Il centro croato è migliorato molto nel concludere al ferro, mentre a rimbalzo offensivo e nel portare i blocchi è stato superiore a Harrell per tutta la stagione.

Threadin’ the needle to a big man jam!@kawhileonard | @ivicazubac pic.twitter.com/jmDGWrYIEV

— LA Clippers (@LAClippers) September 8, 2020

 

In difesa Harrell è totalmente spaesato, risultando con tutta probabilità il peggior giocatore di LA in questo momento:

 

Se Harrell non gioca nemmeno con intensità, sui due lati del campo, merita di stare in panchina per il resto della serie.

In questo momento Rivers sta cercando di recuperare il suo 6MOY, ma il margine d’errore per LA sta diminuendo con il passare del tempo. Cosa farà nel caso LA si ritrovasse 2-2 nella serie? In questo momento l’opzione migliore per i Clippers è ridurre il minutaggio di Harrell a 5-7 minuti, affidandosi a Zubac-Green-Morris per la rotazione dei 5. D’altro canto, panchinare ora Harrell potrebbe significare perderlo per il resto dei playoff.

Tra poche partite Rivers potrebbe essere chiamato a una decisione importante, simile a quella che Lawrence Franck dovrà fare dopo la fine di questa stagione, con Harrell pronto ad affacciarsi alla free agency.

 

3) I Clippers stanno sfidando Jokić, e non è una gran idea

Nelle prime tre partite il piano di LAC è stato abbastanza chiaro: “limitiamo Murray e vediamo se Jokić riesce a batterci“.

Forse spaventati dalla clamorosa serie contro gli Utah Jazz, o forse preoccupati di non poter in ogni caso limitare significativamente il centro serbo, i Clippers stanno dedicando gran parte delle attenzioni alla guardia canadese.

 

Decidere di far gestire un 4vs3 a Nikola Jokić non sembra essere la migliore delle idee. Il centro croato è probabilmente il più forte attaccante nel suo ruolo, e uno dei migliori al mondo in queste situazioni. Quando i Clippers hanno messo due difensori sulla palla nei pick&roll con Murray, Jokić ha gestito alla perfezione l’attacco.

Nei pick&roll col centro serbo coinvolto i Clippers hanno scelto per lo più di utilizzare la drop coverage. Zubac è molto bravo in queste situazioni, come visto nella serie con Dallas, ma non gli si può chiedere di essere in due luoghi contemporaneamente.

 

Kawhi Leonard spinge dentro tantissimo il palleggiatore senza mai recuperare la posizione, e quando parte il passaggio per il pop di Jokić, Zubac è ormai in una posizione troppo profonda per recuperare e contestare il tiro.

 

I Clippers devono decidere cosa fare. Possono scegliere di continuare a sfidare Jokić al tiro, ma questa strategia li ha portati ad essere ad un passo dal 2-1; possono scegliere di mandare aiuto dal lato debole per dare tempo a Zubac di recuperare del tutto, o ruotando e facendo rimanere Zubac nei pressi del ferro; oppure possono ricorrere a uno switch a fine azione, come accaduto più volte – con discreto successo – nell’ultimo periodo di gara 3.

 

in quest’azione i Clippers accettano il cambio mandando Zubac su Murray e George su Jokić. Murray non riesce a trovare spazio per il tiro, il pop di Jokić è ben coperto e i Nuggets si affidano a una preghiera di Grant.

 

4) La difesa nel 4/4 dei Clippers

Dopo aver concesso tanto all’attacco di Denver nella prima parte di partita, i Clippers hanno finalmente difeso con grande intensità ed attenzione andando di fatto a vincere la partita nel 4/4 con un paio di grandi giocate.

Kawhi denied Murray’s dunk with his fingers ?

The Clippers go up 2-1 on the Nuggets. pic.twitter.com/rbdleWODeO

— ESPN (@espn) September 8, 2020

 

Nei primi 18 minuti di gara Denver ha postato 150 di Offensive Rating, segnando 51 punti in un quarto e mezzo di gioco. Nei 30 minuti successivi il dato è stato 84.8 di Off Rtg, per un totale 56 punti.

Questo tema non è nuovo nella serie:

Clippers have posted a 91.0 Defensive Rating in the second half of games in this series so far. The issue is that they’re giving up a 121.3 Offensive Rating in the first half of the three games.

— Justin Russo (@FlyByKnite) September 8, 2020

 

La squadra di LA continua a iniziare male le partite, e la sensazione è quella di vedere una squadra che inizia ad avere senso d’urgenza soltanto quando si trova con le spalle al muro. Le grandi squadre sono tali per la capacità di aggredire fin dall’inizio l’avversario, e se i Clippers continuano così rischiano di scavare una buca troppo profonda perfino per una squadra così ricca di talento.

Tags: Boston CelticsDenver Nuggetsplayoff NBA
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