In questo quindicesimo giorno di playoff i Los Angeles Clippers hanno passeggiato contro i Denver Nuggets portandosi sull’1-0, mentre nella partita tra Celtics e Raptors un buzzer beater di OG Anunoby ha permesso ai Raptors di evitare il 3-0.
TORONTO RAPTORS – BOSTON CELTICS (1-2)
Analisi di Federico Peschiera
Gara 3 tra Boston e Toronto si svolge sulle stesse note di equilibrio di gara 2. In questa occasione, tuttavia, sono i Raptors ad uscire vittoriosi dal campo di gioco grazie al game winner di OG Anunoby, che rappresenta la ciliegina sulla torta di una partita estremamente godibile e piena di spettacolo. Analizziamo in seguito alcuni aspetti del terzo capitolo di questa serie.
All’inizio della partita, Toronto parte molto forte, attaccando con intensità ed aggressività l’area. Nurse, memore dei primi due incontri nella bolla, anche per gara 3 impone ai suoi di attaccare in maniera decisa il ferro, forzando transizione e semi-transizione, e soprattutto cercando di sfruttare i corridoi che la difesa dei Celtics lascia una volta battuto in palleggio il primo difensore.
Lowry segnerà 10 dei suoi 31 punti nei primi 5 minuti, praticamente tutti in penetrazione o in contropiede. Ma la reale spia dell’intensità di Toronto è Marc Gasol, il quale viene coinvolto molto di più in attacco (quando in campo) per cercare di farlo entrare nella serie. Lo spagnolo chiuderà con 10 punti e 6 rimbalzi, con il 55% dal campo (5/9) in poco più di 26 minuti, ed una prova di tutt’altra rilevanza rispetto a ciò che si è visto nelle prime due partite, senza mai nascondersi ma anzi partecipando attivamente alla manovra offensiva di Toronto.
Nella prima clip Gasol porta un blocco a Lowry e rolla in maniera decisa verso canestro, riuscendo a chiudere subendo anche il fallo. Nella seconda clip, invece, c’è Lowry che penetra e subisce fallo facendo canestro. Si può notare anche in questa azione come Gasol sia molto più coinvolto e propositivo come bloccante.
Per tutta la serie Toronto ha faticato non poco a segnare da 3 punti, specialmente perché attaccare i Celtics a metà campo è molto più ostico che trovare gli appoggi in transizione (nelle prime due gare, infatti, la maggior parte delle triple segnate dai Raptors sono arrivate in transizione o semi-transizione). Gli unici due giocatori in grado di tenere banco da oltre l’altro, per i Raptors, sono stati Anunoby (5/9) e Ibaka (6/12).
Con questo in mente, Nurse finalmente mette mano alla sua panchina e schiera, nel secondo quarto, Matt Thomas, provando a cambiare le carte in tavola di un momento di vantaggio Boston. Il tentativo è vano, però, con i Raptors che chiuderanno il primo tempo con 5/22 da tre punti (23%) e il terzo quarto con il computo di 8 triple su 31 tentativi. Durante la fine del terzo periodo, però, i motori cominciano ad accendersi e nel quarto periodo Toronto tirerà 5/9 dall’arco, compresa la tripla della vittoria. In particolare è interessante notare come Lowry, 0/12 tra gara 2 e l’inizio di gara 3, infili le due triple della serata nel momento cui vede il cambio di marcatura con Smart, che rimane sempre troppo lontano.
Smart rimane lontano da Lowry per paura della penetrazione, e Kyle ha tutto il tempo di caricare un tiro abbastanza aperto dopo il pick-n-roll.
Il terzo quarto vede il recupero da parte dei Raptors del differenziale creatosi all’intervallo. Esso viene propiziato difensivamente da una zona 3-2, già accennata in alcuni momenti in gara 2, che mette in difficoltà soprattutto gli esterni dei Celtics (Tatum su tutti) e offensivamente con le continue incursioni di Lowry e VanVleet in semi-transizione.
Inoltre, rispetto a gara 1 e gara 2, i Raptors riescono a difendere sul tiro dagli angoli in maniera molto più efficiente (come si può appurare dall’inizio della prossima clip), non lasciando troppo spazio al tiratore oppure riuscendo ad effettuare dei closeout meno imprecisi. I Celtics chiuderanno la gara tirando 1/7 dagli angoli, dato peggiore di questa postseason.
Nel quarto periodo i Raptors mantengono la loro difesa a zona e, in aggiunta, si accendono finalmente da tre punti. Boston riesce a tenere grazie ad una difesa a tratti perfetta, nonostante Tatum fatichi non poco in attacco. A differenza delle precedenti partite, viene difeso meglio, sia da Lowry che da Siakam, che non eccedono nella pressione sul palleggio e riescono quasi sempre a stargli davanti, mandandolo in lunetta quando questo riesce ad andare a canestro.
Stevens hanno provato ad ovviare a questa difesa a zona inserendo nelle rotazioni Kanter. Il turco ha sì garantito una motilità ed un impiego degli spazi migliore di Theis (2 i falli subiti a rimbalzo per il numero 11), ma difensivamente è stato infilzato da continui pick-n-roll ogni singola azione, e Toronto è sempre andata a segno con lui in campo.
Una soluzione, adottata nel terzo e nel quarto quarto, è stata far portare un blocco per Walker molto precocemente nell’azione sto e molto alto (come si evince dalle prossime clip), per togliere compattezza alla difesa e sfruttare meglio la penetrazione del playmaker in biancoverde, che infatti è riuscito a piazzare qualche giocata favolosa nell’ultima frazione di gioco (compreso l’assist per Theis per l’ultimo canestro dei biancoverdi, realizzato sulla stessa falsa riga).
Più in generale, per tutta la partita Walker è stato l’unico giocatore dei Celtics capace di creare continuativamente pericolosità in attacco, distribuendo palloni e facendo canestri con il suo solito arresto e tiro dal palleggio.
Le ultime due giocate della partita sono le seguenti: Kemba Walker gestisce l’ultimo possesso per i Celtics riuscendo a scappare da un “doppio raddoppio” (portato molto alto, per evitare l’arresto e tiro di Kemba in area) e, sfruttando un momento di indecisione di Siakam, serve l’assist per la schiacciata di Theis completamente libero.
Dall’altra parte, una cattiva comunicazione tra Tatum e Brown lascia libero dall’angolo opposto alla rimessa Anunoby che riceve lo skip pass da Lowry, preciso al millimetro, ed infila la tripla della vittoria, con soli 0,5 secondi sul cronometro. Lo schema disegnato da Nurse era (a detta stessa di Lowry) disegnato per cercare un turnaround jumper di VanVleet subito oppure un taglio a canestro di Siakam dopo il blocco di quest’ultimo su VanVleet stesso. Ne esce un qualcosa di completamente diverso, che beffa completamente la difesa.
DENVER NUGGETS – LOS ANGELES CLIPPERS (0-1)
Analisi di Alberto Motta
Come ci si poteva aspettare, Gara1 è una pratica che i Clippers archiviano abbastanza facilmente con la franchigia del Colorado che gioca il suo basket e prova ad ostacolare la seconda testa di serie solo nel primo quarto.
La partita dura solo 24 minuti. Dopo un primo quarto molto equilibrato, nei secondi 12′ i Clippers iniziano a prendere le distanze e a creare il solco più importante della partita. Nel secondo quarto, infatti, i Clippers tengono Denver a 5/17 dal campo e firmano un parziale di 20-38 a loro favore. La serata ovviamente non è positiva solo in difesa: 13/18 dal campo nel secondo parziale invece per la squadra di Los Angeles.
A livello individuale impatto positivo per tutti i ragazzi di Doc Rivers: Kawhi Leonard chiude il primo tempo con 18 punti e 8/11 dal campo, Morris 3/4 da 3, Beverley oltre a star bene fisicamente segna 2 triple, Paul George dopo le fatiche contro i Mavs finalmente torna a giocare al suo livello sia in attacco sia in difesa. Se i Clippers giocano così è difficile veramente per tutti.
Lo stesso non si può dire per i Nuggets che sbagliano tanto e in malo modo. Paul Millsap continua a non trovare il ritmo che aveva pre lockdown e Jamal Murray – a sensazione molto stanco – fatica a crearsi qualsiasi tipo di tiro con Kawhi e PG in marcatura su di lui. Ottimo primo quarto da parte di Jokić che poi, però, come il resto della squadra inizia a scomparire e a rallentare nettamente la manovra offensiva dei Nuggets. Da segnalare giusto questo passaggio dopo il raddoppio Clippers:
Il terzo quarto è solo una formalità che amplia ancora di più quello che si è visto nel secondo: Denver segna solo 3 punti per più di 7 minuti, subisce un parziale di 17-3 e tira con il 38% dal campo. Si chiude così il terzo periodo 67-91 per i Clippers, tutto rimandato a Gara2 per Denver.
Nonostante questa sia una partita dalla quale non si possono fare molte deduzioni su quello che devono fare le squadre ci proveremo lo stesso. Denver avrà bisogno di un super Jokić perché contro Zubac può segnare ogni possesso e si sente più tranquillo dopo l’ostacolo Gobert; i Clippers dall’altra parte dovranno continuare a giocare, ovviamente, a questo livello. Attenzione però perché Grant, Craig e Harris non hanno difeso malissimo su Kawhi seppur The Klaw fosse “in the zone” come dicono oltreoceano: 29 con 16 tiri in 32 minuti.
I Nuggets, sicuramente stanchi dopo la battaglia con Utah, hanno resistito solo 12 minuti alla corazzata Clippers. La squadra di Los Angeles è ovviamente favorita nella serie, ma Denver venderà cara la pelle in questa serie.