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È il momento di Gary Trent Jr.

Filippo Barresi by Filippo Barresi
12 Agosto, 2020
Reading Time: 6 mins read
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Gary Trent Jr.

Copertina a cura di Francesco Ricciardi

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Alcuni giocatori stanno beneficiando di questa “strana” parte finale di stagione regolare e Gary Trent Jr. è certamente uno di questi. Il prodotto di Duke sta aiutando Portland nella rincorsa all’ultimo posto disponibile per disputare i Playoff e nel corso delle prime partite ha messo in mostra alcune parti del suo gioco che erano poco note al grande pubblico.

 

Chi è Gary Trent Jr.?

Il #2 dei Blazers è un figlio d’arte: il padre ha infatti disputato 504 partite in NBA nell’arco di 9 stagioni tra il 1995 e il 2004 e come lui ha iniziato la sua carriera proprio con la franchigia dell’Oregon. Dopo un solo anno di college a Duke, viene selezionato alla numero 37 nel Draft 2018 dai Sacramento Kings, che prontamente lo girano ai Trail Blazers per due future seconde scelte.

Nel corso del suo primo anno nella lega non riesce a trovare spazio in una squadra ricca di talento e con grandi ambizioni in ottica Playoff. Il suo percorso di crescita non è aiutato dal fatto che Portland non possieda una squadra di G League e proprio a causa di questa mancanza viene assegnato ai Texas Legends, affiliata dei Dallas Mavericks. In questa breve parentesi di 6 partite mette in mostra alcuni aspetti che stiamo ritrovando nelle sue prestazioni più recenti: 50% da tre con 10 tentativi a partita e 33 punti di media.

La prima parte della sua stagione da sophomore sembra ricalcare quella precedente. Fino all’inizio di Dicembre infatti non trova molti minuti e spesso risulta nella lista degli inattivi per i Blazers, ma l’infortunio di Rodney Hood cambia le carte in tavola e facilita il suo inserimento nelle rotazioni. Dal 10 dicembre scende sempre in campo per Portland con una media di 23 minuti a partita e durante questo arco di tempo la produzione di Trent è buona, ma non riesce ad aiutare la squadra in modo decisivo.

Nella bolla di Orlando, l’obiettivo dei Blazers è solo uno: raggiungere i playoff. Per questo motivo Dame e compagni scendono in campo più agguerriti che mai per cercare di strappare l’ottavo posto appartenente a Memphis, sconfitta in un’epica partita alla prima giornata nella bolla. Cerchiamo ora di capire quali siano le dimensioni dell’impatto di Trent Jr.

 

L’impatto di Gary Trent Jr. nella bolla

Come abbiamo sottolineato in precedenza, Gary Trent Jr. è uno dei giocatori più in forma del momento in NBA, tanto che Terry Stotts si è trovato in casa un giocatore in grado di cambiare le sorti delle partite per Portland grazie alla sua energia dalla panchina. L’head coach di Portland non ha ancora optato per l’inserimento del #2 in quintetto titolare, decidendo di sfruttare le sue fiammate in un ruolo da sesto uomo. Trent Jr. è attualmente la prima opzione dopo i titolari e Stotts lo tiene spesso in campo per i finali di partita, alternandolo con Zach Collins o Carmelo Anthony. Nelle ultime gare è il quarto per minuti giocati e questo evidenzia ancora una volta la sua importanza per i Blazers.

Osservandolo in azione, è facile capire quali siano le motivazioni che spingono il capo allenatore della franchigia dell’Oregon a tenerlo in campo per così tanti minuti. In primo luogo Trent Jr. sta mantenendo altissime percentuali nel tiro da tre punti: 8.5 tentativi dall’arco a partita realizzati con il 57%. Il livello di confidenza con cui sta tirando gli permette di trasformare anche molti tiri dall’elevato coefficiente di difficoltà e questa sua caratteristica è perfetta considerando il fit con le due superstar di Portland, ovvero Damian Lillard e CJ McCollum. In queste partite Gary Trent Jr. è riuscito a sfruttare al massimo la gravity dei suoi due compagni con il maggior carico offensivo, mettendo in mostra una buona capacità di relocation lontano dalla palla.

Nella clip successiva tutto ciò è evidente: Trent sa che Denver collasserà sulla penetrazione di Dame, si posiziona con un angolo idoneo e realizza la tripla wide open.

 

Dopo sei partite nella bolla, Trent è il giocatore con più triple a segno, dietro esclusivamente al suo compagno di squadra Damian Lillard. Queste percentuali non saranno sostenibili nel lungo periodo, ma per Portland era necessario avere un giocatore con queste caratteristiche per sopperire all’assenza di Hood.

Il secondo motivo per cui Gary Trent Jr. sta ottenendo molti minuti in campo riguarda il lato difensivo. Quando è in campo è sempre attivo su questo fronte, talvolta anche dovendo fronteggiare i migliori giocatori avversari al cosiddetto Point Of Attack. Grazie alla sua energia è spesso riuscito a impattare sulla partita con palle rubate, per poter poi eventualmente correre in transizione. La giocata successiva racchiude un po’ quello che è il suo impatto quando è in campo: palla rubata con un buon posizionamento e tripla in pull-up dall’altra parte.

 

Durante l’incontro con i Clippers, è stato spesso accoppiato a Paul George difensivamente, ma questo non ha cambiato il suo modo di approcciarsi alla partita. Questo asfissiante modo di difendere è molto utile alla difesa di Portland, non sempre ineccepibile e nella clip possiamo vedere la sua attività e la grande reattività per raggiungere la palla:

 

Gary Trent Jr. è il 3&D al posto giusto e al momento giusto: Portland aveva assoluta necessità di un giocatore con queste caratteristiche e non poteva permettersi in alcun modo di “passeggiare” a Orlando.

 

Cosa aspettarsi per il futuro?

Al di là di come finirà l’esperienza dei Blazers nella bolla di Orlando, l’impatto di Gary Trent Jr. sarà un elemento caldo in vista della prossima stagione. Durante il 2020-2021, il suo peso dal punto di vista contrattuale sarà minimo: il contratto da second rounder con la quale è stato firmato inciderà per circa $ 1.6 milioni. Vista la situazione salariale di Portland, questa è un’ottima notizia e avere un giocatore solido nella rotazione farà gola a Stotts, anche dopo il rientro di Hood.

Le sue prestazioni entusiasmanti nella bolla stanno però distraendo da alcuni aspetti negativi legati al suo gioco. In primo luogo Trent manca di self creation, quando ha la palla in mano troppe poche volte riesce a crearsi un tiro dal palleggio che non sia un jumper contestato da due. Questa mancanza lo rende abbastanza monodimensionale dal punto di vista offensivo: prima o poi il tiro da tre punti si assesterà a percentuali più umane e le sue lacune verranno a galla.

Dal punto di vista difensivo dovrà lavorare sui movimenti lontano dalla palla, dato che quando non è personalmente ingaggiato in un uno contro uno mette in mostra alcune difficoltà nelle letture e nella comunicazione. Sono infatti molte le occasioni in cui viene preso di mira da tagli in backdoor da parte degli avversari. Inoltre va detto che troppo spesso si affida all’energia e alla voglia di difendere, piuttosto che alla giusta posizione difensiva.

La prossima clip è molto significativa per quanto riguarda l’aspetto comunicativo. Portland spesso utilizza lo switch in situazioni di pick and roll simili e in questo caso Trent segue il suo uomo senza aiutare Simons: il risultato è un semplice layup per gli avversari.

 

Nella pausa che precederà la prossima stagione, Trent dovrà assolutamente affrontare questi aspetti, in modo da dare continuità a questo ottimo periodo di forma. Spetterà poi a Portland, in vista della scadenza contrattuale nel 2021, giocarsi le proprie carte per assicurarsi le sue prestazioni per molto tempo. Nel caso in cui i Blazers riusciranno a trattenerlo con un contratto onesto, Trent Jr. potrà essere un ottimo role player da affiancare alle superstar già a roster.

Tags: Bolla NBADamian LillardGary Trent Jr.Portland Trail Blazers
Filippo Barresi

Filippo Barresi

Studente di ICT all'Università di Torino, da sempre appassionato di sport. Calciofilo e Sampdoriano dalla nascita anche se da circa sei anni è sulle orme dell'NBA e degli Charlotte Hornets. Molto probabilmente non avrà l'occasione di assistere a successi sportivi.

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