Mentre in quel di Orlando è stata appena inaugurata la ripartenza della regular season NBA con i seeding games; a pochi chilometri di distanza, sempre nello stato della Florida, c’è un’altra stagione regolare che ha già preso il via. Si tratta di quella WNBA, che è iniziata, in forma accorciata, il 25 di luglio, con l’esordio di tutte e 12 le franchigie nelle prime due giornate di gara. La location scelta per la partenza, vera e propria visto che la lega è solita giocare d’estate, è l’IMG Academy di Bradenton, a neanche 2 ore di macchina verso il mare da Disney World. Il motivo dietro alla scelta di due delle maggiori leghe cestistiche del pianeta di creare delle “bolle” in uno degli stati più colpiti dal Covid-19 negli USA, resterà un mistero.
Fatto sta che per l’organizzazione di “The Wubble”, così facilmente ribattezzata, ci sono stati decisamente più problemi rispetto a quella dei colleghi uomini. In primis, poiché le risorse economiche della WNBA sono nettamente minori in confronto a quelle maneggiate da Adam Silver; in secondo luogo perché per una giocatrice rinunciare al proprio salario non è così semplice, tanto che a rinunciare alla partecipazione sono state principalmente le star. Chi ha ricevuto un’esenzione medica, che consentiva di ricevere in ogni caso lo stipendio, ha deciso di dare forfait, ed è così che è nato il caso di Elena Delle Donne.
La stella di Washington, nonché una delle giocatrici più rappresentative, si è vista negare il permesso per motivi di salute e ha parlato apertamente del suo problema in una lettera aperta a The Players Tribune, sulla quale non vi faccio altri spoiler e mi limito a consigliarvi vivamente di leggerla.
A proposito di consigli, nonostante un livello di competizione che si è, per forza di cose, abbassato dopo le numerose defezioni, questa situazione particolare e il gran numero di match condensati potrebbe essere un bel modo per guardare le partite giuste di WNBA. In questo modo, le varie critiche costantemente fatte a questo movimento potranno, per lo meno, essere mosse sulla base di una visione adeguata ed oculata.
Dunque, in preparazione ai playoff, che chiaramente offrono uno spettacolo superiore, ecco cinque gare che dovreste segnarvi in agenda, se volete capirne qualcosa di più sul mondo della pallacanestro femminile americana. Ho cercato di includere quante più squadre possibili, escludendone soltanto due: le Dallas Wings, giunte ad un anno di transizione a causa della presenza di tantissime giovani a roster, e le Indiana Fever, per una mera questione di preferenze, o forse per l’assenza di una stella degna di essere chiamata tale.
#1 Las Vegas Aces – Chicago Sky
this on repeat all night. ?@alliequigley pic.twitter.com/F35KbxEvn1
— Chicago Sky (@chicagosky) July 26, 2020
Quando? Il 16 agosto.
Perché vederla? Perché queste due squadre si sono già affrontate in the Wubble e hanno dato spettacolo. Una sfida tra due formazioni che segnano tanto, belle da vedere e il cui primo duello si è concluso soltanto negli attimi finali dei 40 minuti. A decidere il primo atto tra Sky ed Aces è stata una bomba clamorosa di Allie Quigley, una delle ultime ospiti del nostro podcast, Pink&Roll. Nonostante Las Vegas si trovi ad affrontare la Florida senza Liz Cambage, la giocatrice di punta della squadra; il match dell’opening night è stato tirato fino agli ultimi secondi.
La franchigia del Nevada, location che risulterà suggestiva agli “occasionali”, ha comunque diverse frecce nel proprio arco in quel di Bradenton, sebbene pure Kelsey Plum, prima scelta del Draft 2017, abbia alzato bandiera bianca per via di un serio infortunio. Un’altra first pick sarà uno dei nomi da segnarsi sul taccuino in quel roster, ovvero A’ja Wilson, selezionata con la numero 1 nel 2018, che insieme a Dearica Hamby, dominatrice degli ultimi due campionati nostrani con Ragusa, forma un frontcourt di tutto rispetto anche senza Cambage, che detiene il record di punti in una singola partita di WNBA.
Per quanto riguarda Chicago, personalmente, sono la squadra più divertente e fun to watch di tutta lega. Non avendo subito grosse perdite potrebbe essere il loro anno buono, Seattle permettendo. Ben quattro dei nove esperti di ESPN le indicano come possibili sfidanti in finale per le Storm.
Oltre alla più volte elogiata Quigley e alla compagna di avventure Vandersloot (della quale vi segnalo le splendide doti di assist-girl), vanno tenute d’occhio due giocatrici che si sono legate a Schio recentemente: sto parlando della talentuosissima e promettente Diamond DeShields, la cui parentesi al Famila è stata compromessa dagli infortuni, e della lunga Stefanie Dolson, che alle orange approderà appena uscita dalla bolla. Bonus track? L’allenatore delle Las Vegas Aces è Bill Laimbeer, uno che ha qualche rancore cestistico con la città di Chicago, non legato alla pallacanestro femminile…
#2 Minnesota Lynx – Phoenix Mercury
Quando? Il 21 agosto.
Perché vederla? Perché è un duello con un retrogusto storico, in un confronto tra star. In campo ci sono ben 7 titoli e 10 apparizioni alle Finals per queste due franchigie, che rivestono un certo peso all’interno dell’organizzazione; entrambe indebolite dal passare del tempo e dall’avanzare dell’età delle proprie protagoniste ma rinvigorite dalle assenze altrui.
A Phoenix c’è forse la più grande donna ad aver mai calcato un parquet di pallacanestro, che giunta a quota 38 anni, non ha la minima intenzione di mollare. Diana Taurasi, soprannominata White Mamba non a caso, farà da mentore alla new entry Digginis-Smith, che dovrà intendersi con la torre delle Mercury, l’infinita (in termini di centimetri) Griner, seria candidata al DPOY e a trascinare le Mercury come potenziali outsider per l’anello. Parlando di centri di una certa stazza ed importanza, sponda Minnesota è impossibile non citare Sylvia Fowles, appena diventata miglore rimbalzista all-time della WNBA. A condividere il rettangolo di gioco con lei nella bolla non ci sarà Cecilia Zandalasini, però questi match potranno servire a conoscere meglio il team della nostra unica rappresentante oltreoceano.
#3 Connecticut Sun – Washington Mystics
Quando? Il 30 agosto.
Perché vederla? Perché si tratta di un remake delle ultime Finals, che quest’anno sarà in una salsa totalmente diversa. Le Mystics, senza Delle Donne, Tina Charles e Natasha Cloud, hanno sorpreso tutti, iniziando con tre vittorie e rifilando un +18 alle Storm. Stesso discorso ma con risultati esattamente opposti per le Sun (0-3), prive di colei che le ha trascinate verso il risultato sfiorato nel 2019: senza Jonquel Jones nel Connecticut faticheranno a centrare i playoff.
In realtà si tratta del rematch di un rematch, in quanto anche le protagoniste di quella serie hanno avuto modo di ri-incrociarsi in questo scorcio iniziale di stagione accorciata, con esito identico alla sfida per l’anello: vittoria per Washington.
Nell’ultima sfida abbiamo potuto appurare che le due squadre hanno trovato altre protagoniste in questo anno di transizione. Per le campionesse in carica c’è sempre Emma Meesseman, regina del basket europeo, già MVP di quelle finali, quando EDD fu piegata dalle ernie al disco. Ad affiancare la belga ci sono la sorpresa Hines-Allen e le certezze Mitchell e Atkins. In Connecticut è tutto sulle spalle del colpo dell’estate: DeWanna Bonner (34 nell’ultima uscita), una macchina offensiva che merita la vostra attenzione. Degne di nota anche le due Thomas, Alyssa e Jasmine, altri due pezzi del puzzle che proveranno a fomentare il match di fine agosto.
#4 Atlanta Dream – New York Liberty
Sabrina Ionescu carried off the court after injuring her ankle. pic.twitter.com/CAxIcet5ob
— Kevin Wade (@KwadeSays) July 31, 2020
Quando? Il 3 settembre.
Perché vederla? Perché è la sfida tra le due più accreditate candidate al premio di Rookie of the Year: Sabrina Ionescu, che avrete imparato a conoscere, e Chennedy Carter, che si farà conoscere presto, le due più WNBA-ready di questa classe Draft.
Se vi interessa la qualità o la competitività non è la sfida che fa per voi; se invece amate travestirvi da scout, segnatevi la terza casella di settembre sul calendario. Atlanta e New York occupano gli ultimi due spot della classifica nella quasi totalità delle proiezioni, cercheranno di dare un senso alla propria stagione mettendo in vetrina tutte le loro giovani.
Su questo consiglio pende però un grosso ma, visto che proprio nella notte, e proprio nella prima sfida tra Dream e Liberty, Ionescu è uscita dolorante dal campo a causa di una brutta distorsione alla caviglia, dopo aver già dato spettacolo nelle sue prime apparizioni da professionista (33-7-7 alla seconda in WNBA). La giovane stella dovrebbe salterà circa un mese ma, se non dovesse recuperare in tempo, è ovvio che la partita perderà notevolmente appeal.
#5 Seattle Storm – Los Angeles Sparks
Quando? Venerdì 4 settembre.
Perché vederla? Perché, probabilmente, è quanto di meglio la WNBA ha da offrire in questo momento storico e si tratta di un potenziale accoppiamento per le Finals di quest’anno. Palla a due alle 4 del mattino italiane, un orario per i più coraggiosi, magari di rientro a casa dopo un Friday night sfrenato all’americana. Da una parte ci sarà Seattle, un’altra città che vi farà un certo effetto se vi state avvicinando ora a questo universo, che 9 esperti ESPN su 9 danno come favorita alla vittoria finale.
Breanna Stewart è rientrata alla grande e, se sana, è senza dubbio la cosa più bella da vedere su un parquet della bolla. Sue Bird può ancora dire la sua e il roster delle Storm non è così diverso da quello che aveva dominato nel 2018. Forse gli esperti ESPN avrebbero avuto qualche dubbio in più, qualora le Sparks fossero state al completo. Purtroppo le assenze della nuova arrivata Toliver e di Chiney Ogwumike hanno compromesso quello che sulla carta era un super team. In più, Candace Parker e compagne non vorranno essere in difetto, in termini di risultati, nei confronti delle altre due compagini maschili losangeline, che stanno dando spettacolo. Quale miglior occasione per farsi sentire a Los Angeles che battere le favoritissime Seattle Storm?