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Cosa abbiamo imparato dalla stagione degli Hornets

Filippo Barresi by Filippo Barresi
27 Luglio, 2020
Reading Time: 10 mins read
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Hornets stagione 2019-20

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia

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La stagione degli Charlotte Hornets si è conclusa con l’ufficialità dell’esclusione dalla “bolla” di Orlando, arrivata in data 4 giugno. Con un record di 23-42 la squadra è stata la prima tra le escluse dal nuovo format messo in piedi dalla NBA. Da ottobre a marzo gli Hornets hanno ampiamente dimostrato di non meritare un posto ai playoff ad Est, per questo motivo non ci sono rimorsi per la fine anticipata del campionato.

Non è facile descrivere l’annata degli Hornets. In un anno considerato come “anno 0” dopo la partenza di Kemba Walker, la squadra ha alternato momenti positivi e negativi trovando vittorie inaspettate anche senza mettere in mostra una buona pallacanestro. In queste situazioni è quindi meglio far parlare i numeri che aiutano a capire il reale andamento della formazione.

 

5 statistiche per capire gli Hornets

Il primo numero che ci aiuta a comprendere la stagione dei Charlotte Hornets riguarda i minuti giocati dagli otto giocatori a roster con meno di tre anni di esperienza nella NBA: 9334. L’obiettivo della società, come ampiamente annunciato nella preview, era quello di sviluppare i giovani presenti in squadra senza dare molto peso a un eventuale record negativo. Per questo motivo James Borrego ha destinato il 60% dei minuti totali ai giocatori meno esperti, al fine di svilupparli nella miglior maniera possibile. Questo approccio è stato più evidente nella seconda parte di stagione, quando giocatori come Marvin Williams o Michael Kidd-Gilchrist hanno lasciato Charlotte per approdare rispettivamente ai Bucks e ai Mavericks. Alla fine dell’anno il roster era tra i più giovani della lega e questa tendenza proseguirà anche per i prossimi anni.

Dopo questa premessa sull’esperienza generale della squadra è utile andare a contestualizzare quello che è il record ottenuto nel 2019-2020: con 23 vittorie gli Hornets si sono posizionati al decimo posto nella Eastern Conference. Anche se la stagione è terminata in anticipo si può dire che sono arrivati molti più successi di quanto gli esperti avevano previsto. I bookmakers proiettavano Charlotte con un under/over di 23.5 vittorie, soglia ampiamente raggiunta dai ragazzi di Borrego già alla chiusura anticipata della NBA. Queste vittorie vanno però osservate più in profondità. Il NET Rating a fine stagione è di -7,0, valido per il 27° posto nella lega: questa statistica è un ottimo indicatore per valutare quello che è il reale valore di una squadra e ci permette di capire meglio l’anno degli Hornets. Gran parte delle vittorie sono arrivate con un margine risicato e contro le squadre meno attrezzate della lega; nel momento in cui Charlotte andava invece ad affrontare i roster con ambizioni da playoff veniva essenzialmente cancellata dal campo. A tal proposito sono significative le 18 sconfitte con un margine superiore a 15 punti e i vari blowout subiti nel corso della stagione (@MIL di 41, @TOR di 36, @IND di 39 e @BOS di 31). Il NET Rating degli Hornets è quindi tra i peggiori del campionato e questo sottolinea come il livello di talento della squadra sia tra i più bassi della lega, nonostante i miglioramenti messi in mostra dai giovani.

Ci sono altre due statistiche in cui Charlotte è la peggiore squadra della lega che aiutano la comprensione di quelle che sono le problematiche a livello di campo: il Pace e la DREB%. Per quanto riguarda la prima, gli Hornets registrano un valore di 96,24 , valido per il ritmo peggiore tra le 30 squadre nella NBA. Questo è legato essenzialmente a due motivazioni: in primo luogo I ball-handler principali, ovvero Graham, Rozier e Monk, necessitano quasi sempre di un blocco per poter iniziare qualsivoglia tipologia di attacco perché non sono grandi attaccanti palla in mano e le loro ridotte dimensioni fisiche non aiutano nel battere il proprio difensore uno contro uno. Questo ruba molti secondi utili alla costruzione dell’azione. A Charlotte manca un creatore primario che possa reggere fisicamente le difese avversarie e la speranza è di poterlo pescare nei prossimi anni al draft. Il secondo motivo del basso ritmo riguarda il lato difensivo. La difesa degli Hornets non è state eccezionale e registra numeri di stoppate o rubate molto bassi. Per questo le occasioni di attaccare in transizione non sono molte ed è quasi sempre necessario iniziare l’attacco a difesa schierata. In aggiunta a queste problematiche vi è l’incapacità di controllare i rimbalzi difensivi. Anche in questo fondamentale gli Hornets sono la peggior squadra nella lega, con una DREB% di 70,6%. Un ulteriore elemento che influisce sul ritmo riguarda la metà campo offensiva.

L’ultima statistica non va a descrivere quelle che sono le caratteristiche o l’andamento della squadra, bensì di un giocatore: Devonte’ Graham. Senza di ombra di dubbio è stato il migliore nel roster di questa annata e il miglioramento messo a referto nel suo anno da sophomore necessita una menzione d’onore. Il suo successo è principalmente legato all’esplosione come tiratore da tre punti: per Devonte’ questa stagione 218 tiri da tre messi a segno, 5° posto nella lega in questa classifica dietro a Harden, Hield, Robinson e Lillard. Il suo impatto è stato di vitale importanza per i meccanismi offensivi della squadra, senza di lui parleremmo di un anno orribile per gli Hornets. Per dimensionare meglio il livello della sua stagione dal punto di vista offensivo è importante sottolineare il fatto che abbia registrato il 15° OPIPM della NBA tra i giocatori con più di 1000 minuti giocati. La speranza è che il suo miglioramento possa continuare nelle aree in cui ha palesato molte difficoltà, ovvero l’attaccare il ferro, il tiro dal midrange e la difesa. Molto probabilmente non sarà l’uomo in grado di portare la squadra alla vittoria nel prossimo futuro, ma rimane comunque un ottimo giocatore in chiave rebuilding.

 

Aspetti positivi e aspetti negativi della stagione

Uno degli aspetti più importanti di questa stagione è quello del player development. La crescita dei giovani presenti a roster è stato uno dei principali elementi di attenzione per Charlotte dal cambio del front office e dell’allenatore di due stagioni fa. Durante questo periodo di tempo, proprio come dichiarato da James Borrego durante la sua conferenza di fine stagione, ogni giocatore entrato in squadra tramite il draft o la free agency ha messo in mostra dei miglioramenti. La società è molto concentrata sullo sviluppo dei giovani e per questo motivo spinge per vederli in campo per molto tempo, anche facendo un pesante uso della G League. L’esempio più lampante è ovviamente il salto messo in mostra da Graham, ma tutti i giocatori scegli negli ultimi due draft hanno avuto la possibilità di migliorare e di dimostrarlo sul campo. L’uso della squadra affiliata ha facilitato questo processo, soprattutto per quei giocatori ‘pescati’ nel secondo giro. Anche Terry Rozier, arrivato la scorsa estate tramite free agency, ha fatto vedere dei miglioramenti incoraggianti in alcuni lati del gioco. Puntare sullo sviluppo dei giocatori potrebbe essere la strategia giusta per uno small market come Charlotte: in questo modo è possibile accumulare assets utili in ottica futura.

Un ulteriore elemento positivo di questa stagione riguarda l’idea di gioco espressa dagli Hornets. La volontà di Borrego è sempre stata quella di imprimere uno spirito moderno al gioco offensivo, prediligendo il tiro da 3 e sfruttando la versatilità dei giocatori in campo. In questo senso è utile sottolineare la suddivisione dei tiri presi dalla squadra nell’ultima annata in NBA: il 40% dei tentativi degli Hornets provengono da oltre la linea da 3 punti, mentre il 38% sono stati presi a 5 piedi o meno dal ferro. É facile notare come il coach di Charlotte abbia le idee chiare sulla suddivisione dei tiri: pesante uso del tiro da tre e costante pressione nei pressi del ferro. Questa è esattamente la direzione che sta prendendo la NBA, è quindi ottimo vedere che le idee di Borrego siano aderenti al futuro della lega.

Per quanto riguarda gli aspetti negativi a livello di costruzione del roster è importante riprendere il discorso effettuato prima sulla contestualizzazione del record. Nonostante siano arrivate alcune vittorie, è giusto sottolineare come il livello di talento della squadra sia molto basso. Charlotte non ha una vera e propria stella e l’exploit di Graham ha solamente distolto l’attenzione da questo problema. La speranza deve essere quella di pescare il giocatore in grado di cambiare le sorti della franchigia durante i prossimi draft, ma questo è un arduo compito. Nel corso delle prossime stagioni bisognerà cercare di aggiungere al roster buoni giocatori per costruire una formazione più completa e con elementi in grado di alzare il livello di talento.

Per quanto riguarda le prestazioni messe in mostra dalla squadra durante la stagione, gli aspetti negativi sono due. Del primo abbiamo già detto qualcosa, ovvero il Pace. I fattori che hanno portato Charlotte ad avere il peggior ritmo della lega sono l’incapacità di controllare i rimbalzi difensivi, una difesa poco attiva e la mancanza di un creatore di stazza in grado di gestire l’attacco. Questi punti delicati dovranno essere indirizzati nel corso dei prossimi anni e permetteranno agli Hornets di giocare con un Pace più elevato, volontà da sempre espressa da coach James Borrego. Un ulteriore elemento negativo riguarda la rim protection: durante questa stagione gli avversari hanno concluso con il 63% nei pressi del ferro (5 piedi o meno), fatto che sottolinea evidenti lacune a livello di protezione del pitturato da parte dei lunghi della squadra. La batteria dei numeri 5 era composta da Zeller, Byiombo ed Hernangomez: il secondo ha garantito qualcosa in più in termini di rim protection e per questo motivo ha avuto minuti pur non avendo alcuna dimensione offensiva; con gli ultimi due in scadenza sarà necessario per Charlotte ovviare a questo problema aggiungendo un buon difensore al ferro in quella posizione.

 

Cosa c’è da salvare della stagione degli Hornets

Dopo aver contestualizzato con precisione l’annata di Charlotte, possiamo riflettere su quali siano gli aspetti più importanti in ottica futura.

Il primo elemento strutturale che necessita di una menzione riguarda la compattezza decisionale all’interno della società. Erano molti anni che gli Hornets non mettevano in mostra delle capacità strategiche omogenee tra campo e gestione del roster. Con Mitch Kupchak alla guida del front office e James Borrego come capo allenatore, Charlotte sembra aver trovato un buon equilibrio per quanto riguarda la delicata situazione di rebuilding. In aggiunta a questo aspetto pare che Michael Jordan sia sempre meno coinvolto in quelle che sono le decisioni gestionali che riguardano la squadra. Il focus sul player development unisce gli obiettivi dello staff e della parte manageriale della società. La speranza è quella di poter dimostrare compattezza anche nelle prossimi fasi della ricostruzione in corso.

Per quanto riguarda i giocatori presenti a roster, è importante chiedersi se sia già presente qualche elemento in grado di garantire buone prestazioni nel futuro prossimo. Nonostante la crescita diffusa e già sottolineata in precedenza dei giocatori attualmente in squadra, non ci sono garanzie stabili riguardo alla possibilità di competere con questo nucleo di giovani: al momento solo PJ Washington sembra essere in grado di raggiungere un livello da starter in ottica playoff, per via della sua versatilità offensiva e perché già al suo primo anno in NBA ha dimostrato di essere un difensore positivo. Per tutti gli altri, Graham compreso, sono ancora molte le lacune tecniche che li separano dal livello competitivo della lega: per questo motivo sarà importante sfruttare parte di questo nucleo per avere una buona base di partenza oppure cercando eventuali trade vantaggiose per gli Hornets, il tutto in attesa di una vera e propria stella in grado di guidare la squadra.

 

Prossimi passi in casa Hornets

La linea per questa finestra di mercato “estiva” deve ricalcare sotto molti punti di vista quella dello scorso anno. L’obiettivo del front office, ormai da due stagioni, è quello di aspettare che i contratti più pesanti vadano in scadenza: quelli di Williams, MKG e Biyombo sono arrivati ormai al termine; il prossimo anno sarà il turno di Cody Zeller e Nicolas Batum. Fino a quel momento sarà importante mantenere la flessibilità contrattuale ed evitare di intasare la situazione con contratti onerosi. Charlotte non è in modalità win-now e per questo motivo deve sfruttare queste stagioni per valutare i giovani che sono a roster e continuare ad aggiungere talento prevalentemente tramite le scelte al draft.

In questa sede gli Hornets potranno selezionare tre giocatori. Sarà importante andare a scegliere il Best-Player-Available con la scelta del primo giro e acquisire un centro con una delle successive. Negli ultimi anni Charlotte si è mossa abbastanza bene, soprattutto nel secondo giro, scovando buoni giocatori in grado di contribuire a livello NBA. Continuare ad aggiungere assets di questo tipo è molto vantaggioso in ottica futura.

Per quanto riguarda la free agency si dovrà evitare di effettuare scelte azzardate, anche se Charlotte sarà una delle squadre con più spazio salariale nella lega. Bisognerà monitorare eventuali opportunità di acquisire qualche giovane con dei contratti vantaggiosi, il tutto senza compromettere la situazione contrattuale della squadra. Tra i pochi nomi con appeal in questa strana sessione di mercato spiccano giocatori come Jakob Pöltl e De’Anthony Melton, entrambi Restricted Free agents. Queste sono le acquisizioni che potrebbero fare comodo alla situazione degli Hornets, giovani senza grosse pretese contrattuali e in cerca di minuti e spazio per mettersi in mostra.

Per concludere, è utile specificare come questa fosse una stagione di transizione. L’anno zero dopo la partenza di Walker ha riservato più aspetti positivi del previsto, che serviranno a porre le basi per la lenta ripartenza degli Charlotte Hornets in vista di un futuro molto incerto.

Tags: charlotte hornetsJames Borrego
Filippo Barresi

Filippo Barresi

Studente di ICT all'Università di Torino, da sempre appassionato di sport. Calciofilo e Sampdoriano dalla nascita anche se da circa sei anni è sulle orme dell'NBA e degli Charlotte Hornets. Molto probabilmente non avrà l'occasione di assistere a successi sportivi.

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