Siamo ormai quasi giunti al momento in cui i motori ripartono. Dopo più di 4 mesi dallo stop del campionato NBA a causa dell’emergenza sanitaria globale dovuta al Coronavirus, si riaprono i battenti della National Basketball Association all’interno degli impianti istituiti a Disneyworld (Orlando, FL). 22 squadre impegnate in 8 partite per decidere il seeding dei Playoffs, a partire dal 30 luglio. Qual è il quadro che si presenta all’appassionato, in questa quanto più atipica possibile ripresa dei giochi? Andiamolo a scoprire insieme.
Le 8 partite che le squadre affronteranno sono state decise sulla base della schedule che i 22 team avrebbero dovuto seguire in origine. La novità è la possibilità, per la squadra arrivata alla nona posizione e con meno di quattro partite di distanza dalla posizione precedente, di guadagnare l’accesso ai playoffs sfidando l’ottava in un Play-in Tournament e vincendo per due volte consecutive (basta quindi che la squadra arrivata ottava vinca una volta per confermare l’accesso alla Postseason).
In questo articolo abbiamo seguito la valutazione della difficoltà del calendario di ogni singola squadra suggerita da John Hollinger di The Athletic.
EASTERN CONFERENCE

Il quadro ad Est si presenta con sei squadre già qualificate per i Playoffs (Milwaukee, Toronto, Boston, Miami, Indiana e Philadelphia in quest’ordine), e altre tre squadre convocate in questa parte finale di stagione (Brooklyn, Orlando e Washington) per giocarsi le ultime due posizioni. Lo scenario che si andrà a sviluppare è presto detto: Washington rappresenta la squadra sulla carta più debole tra tutte le 22 partecipanti nella bolla di Orlando e, dai calcoli effettuati da Zach Kram di The Ringer, si nota come le possibilità per i Wizards di guadagnare un posto in Postseason siano esigue (2%, unicamente forzando il Play-in Tournament); il tutto senza contare che Washington si presenta con il 9° calendario più difficile tra le 22 squadre.
È quindi poco probabile che lo scenario ad Est comprenda dei capovolgimenti in termini di partecipanti ai Playoffs.
È interessante notare invece come le 8 squadre quotate per disputare la Postseason ad Est si dispongano sul tabellone. I teams più avvantaggiati da questo corto calendario si rivelano essere, in questo frangente, i Celtics e i 76’ers, rispettivamente con la 3° e la 2° schedule più facile. Entrambe le squadre arriveranno ad Orlando disponendo delle loro stelle, rigenerate dal riposo e riabilitate da alcuni acciacchi fisici (caviglia per Jayson Tatum, ginocchio per Kemba Walker e schiena per Ben Simmons).
I 76ers potrebbero riuscire ad agganciare la quarta posizione, data la difficoltà del calendario degli Heat (il più difficile tra le 22 squadre) e le mancanze di Victor Oladipo (sicura) e di Malcom Brogdon (probabile) per Indiana, con un’interessante possibilità di iniziare la ripresa con un 6-0. Boston, d’altro canto, potrebbe beneficiare della difficile schedule di Toronto (2° calendario più difficile, unica con Houston ad affrontare sia i Bucks che i Lakers e con 6 partite contro squadre da 39+ W) per provare ad agganciare la seconda posizione. I recenti commenti (pieni di positività e voglia di tornare in campo) rilasciati da Kemba Walker, stella della squadra, fanno ben sperare i tifosi dei Celtics sotto questo punto di vista.
La battaglia per il 2nd seed è vitale, in quanto porterebbe una delle due squadre a fronteggiare Nets, Magic o Wizards nel primo turno di PO, evitando un ostico primo turno contro una tra Indiana, Miami o Philadelphia.
La squadra ad est che più di tutte è stata sfavorita dal nuovo calendario sono i Miami Heat. Per Tim Reynolds, gli Heat sono passati dall’avere uno dei cammini più facili alla Postseason, pre-Coronavirus, ad avere forse la schedule più complicata, con 7 squadre da Playoffs su 8 da affrontare tra cui i Celtics (unica squadra ancora imbattuta con gli Heat) in seconda partita di back-to-back e solamente Phoenix con un record sotto lo 0.500. Inoltre, gli Heat si trovano privi di 3 giocatori inclusi nelle rotazioni (perché risultati positivi al Coronavirus) tra cui Derrick Jones Jr., e si sono trovati costretti di recente a chiudere preventivamente le strutture di allenamento.
La mia previsione di come le 8 squadre ad Est emergeranno per i Playoffs dopo queste 8 partite è la seguente: 1 Milwaukee (5-3), 2 Toronto (4-4), 3 Boston (4-4), 4 Philadelphia (6-2), 5 Miami (3-5), 6 Indiana (3-5), 7 Orlando (4-4), 8 Brooklyn (3-5). Boston peccherà di cinismo e di concretezza sulla parte finale delle 8 partite, non riuscendo a raggiungere il secondo posto che verrà messo in sicurezza da Toronto, grazie anche alla maggiore esperienza del roster. Philadelphia riuscirà a raggiungere il 4° seed, mentre Brooklyn, complice le assenze di Durant (in via definitiva) e di Dinwiddie, scivolerà fino all’ultimo posto disponibile.
WESTERN CONFERENCE

Ad Ovest la situazione è molto più interessante: si annoverano ben 13 squadre comprese nella mini-stagione di Orlando, tra cui 6 squadre già qualificate per i Playoffs (Los Angeles Lakers, Los Angeles Clippers, Denver, Utah, Oklahoma City e Huston), Dallas che non ha la qualificazione certa ma poco ci manca e, poi, una bagarre per raggiungere l’ultimo posto, con Memphis che presenta 3,5 partite di vantaggio su Portland, New Orleans e Sacramento. Seguono San Antonio e Phoenix.
Partiamo dalla squadra con il calendario più facile tra le 22 partecipanti ad Orlando: New Orleans. I Pelicans del pre-Coronavirus, con uno Zion Williamson in forma e 18 partite da giocare, avevano una possibilità più che concreta di riuscire ad agganciare un posto ai Playoffs di quest’anno. In questa situazione, invece, le partite si sono ridotte e lo stesso vale per il possibile margine di errore, trovandosi a 3,5 partite da Memphis.
Non è impossibile che i Pels conquistino la possibilità di giocare il Play-in Tournament contro i Grizzlies, giocando per la maggior parte contro squadre dal record negativo e che, a partire dalla quarta partita in poi, potrebbero non giocarsi più nulla (SAC, WAS e SAS), soprattutto se si tiene in conto che dispongono di uno dei migliori rookies degli ultimi tempi (Zion), che ha dimostrato di non metterci molto a entrare in ritmo partita a pieno regime.
Una squadra invece estremamente sfavorita da questo nuovo calendario è Portland, che è passata dall’avere la 16° schedule più difficile, e quindi una possibilità di giocarsi i Playoffs, ad avere la 5° tra le 22 squadre di Orlando, incontrando in striscia Memphis, Boston, Houston e Denver, tutte con qualcosa da giocarsi e quindi più ostiche del normale, e senza poter contare sull’esperienza di Trevor Ariza. I Blazers attualmente si trovano alla pari con i Pelicans e i Kings per raggiungere Memphis, ma entrambe le altre squadre presentano un calendario più semplice. Un punto a favore della banda di Stotts è il recupero di Nurkic sotto le plance, che prima dell’infortunio, a marzo dello scorso anno, stava disputando una delle sue stagioni migliori in doppia-doppia di media.
Infine, un’altra squadra in una posizione particolare per questa ripresa è Memphis. I Grizzlies, guidati da Ja Morant, sono costretti a confrontarsi con uno dei calendari più difficili nell’Ovest (in linea con quello originale, pre-Coronavirus), affrontando però subito tre contendenti per l’ottavo posto ad Ovest (POR, SAS e NOP). Vincendo almeno 3 partite (e sperando che le dirette contendenti ne perdano almeno due), essi sarebbero sicuri di riuscire a raggiungere almeno il Play-in Tournament. Molto passerà dall’abilità di Morant e soci di riprendere con lo stesso piglio del mese di Gennaio, inanellando subito qualche vittoria, e di tenere mentalmente in caso di scontro con la nona classificata.
Per il resto, la situazione ad Ovest rimane invariata. Da una parte, Phoenix presenta poche chances di ottenere un posto in Postseason, con nessuna partita in diretta nazionale e troppi pianeti da allineare per riuscire a spuntarla. Dall’altra, i Lakers sono praticamente certi di raggiungere la prima posizione, in vetta alla Western Conference, nonostante l’ostica schedule nella bolla. Si prospettano dei Playoffs promettenti, con un Lebron James rinvgorito dopo una stagione spettacolare, qualche mese di riposo forzato e 8 partite per riprendere la forma e riuscire a trovare la quadra con il nuovo innesto (JR Smith).
Interessante sarà la posizione di Utah, priva di Bogdanovic, con un calendario relativamente facile e con qualche timore per il ritorno di Gobert in campo, e quella di Denver, con un calendario tra i più difficili nelle 22 franchigie, praticamente tutte le squadre da incontrare con un’alta posta in ballo e con l’incertezza sulla presenza di Nikola Jokic, risultato positivo al Coronavirus.
Le mie previsioni per i Playoffs ad Ovest sono quindi le seguenti: 1 Los Angeles Lakers (5-3), 2 Los Angeles Clippers (4-4), 3 Denver (4-4), 4 Houston (5-3), 5 Dallas (5-3), 6 Utah (3-5), 7 Oklahoma City (4-4), 8 Memphis (5-3), 9 New Orleans* (6-2). *Vincente del Play-in Tournament.
Le problematiche di Utah faranno da padrone in questa parte finale di stagione ad Orlando e Dallas, complice il calendario abbordabile, riuscirà in una piccola rimonta a evitare il primo turno con una delle squadre di Los Angeles. New Orleans, grazie a 8 partite sontuose di Williamson e Ingram, riuscirà a giocarsi l’accesso alla Postseason, conquistandolo.
Come è stato riportato anche in un articolo di CBS, esiste un altro fondamentale “favorito” da questa atipica situazione, ovvero l’appassionato NBA, il quale si ritroverà, dal giorno alla notte, catapultato in una “propria” bolla di 88 partite, molte con intensità simile ai Playoffs (prima di quelli effettivi) e una dietro l’altra. È un’occasione per guardare avanti e tentare di lasciarsi alle spalle questo momento estremamente complicato, gustandosi puro e semplice NBA Basketball.