Il nostro amico e allenatore professionista Francesco Nanni, che vi consigliamo di seguire su Twitter, è tornato a scrivere su Medium, analizzando il cosiddetto boomerang, il modo più comune di attaccare i cambi difensivi. Oggi vi proponiamo la traduzione in italiano di quest’ultimo articolo.
Come possiamo rendere più efficace questa famosa azione utilizzata contro i cambi?
Con i cambi difensivi che vengono utilizzati sempre di più, abbiamo visto squadre usare azioni particolari per punirli, provando a sfruttare entrambi i lati dei mismatch. Ho già scritto riguardo alle capacità dello Zalgiris nell’attaccare un mismatch interno, oggi invece vi mostrerò alcuni esempi dell’azione più famosa per attaccare un mismatch sul perimetro: il boomerang.
Il boomerang consiste in un passaggio veloce seguito da un passaggio di ritorno allo stesso giocatore; l’intenzione che sta dietro a quest’azione è quella di far rilassare per un momento il lungo che difende sulla palla quando avviene il passaggio, e dare alla guardia un’occasione per penetrare quando riprende la palla.
È sicuramente un’idea interessante, ma come ogni altro strumento tattico sta tutto nell’eseguirlo con la giusta attenzione ai dettagli. Guardiamo questo esempio:
Dopo il cambio, Napier passa la palla all’ala e la riceve senza alcuna finta o alcun movimento, ma semplicemente andando avanti col movimento, come a dire “il coach ci ha detto che dobbiamo fare questo quando c’è un cambio“.
Non fraintendetemi, questo potrebbe funzionare, potrebbe aver segnato, ma questo boomerang non lo ha aiutato in nessun modo, sta semplicemente attaccando il suo difensore in 1 contro 1 come avrebbe potuto fare prima del passaggio.
Diamo un’occhiata a questo esempio di De’Aaron Fox:
La differenza è enorme, sta mettendo il suo difensore nella posizione di dover difendere un 1 contro 1 dinamico invece che una situazione statica. Il suo movimento è capace di ovviare allo spacing non proprio ideale tra lui e Bjelica.
Quindi, cos’altro può fare l’attacco per aumentare questo piccolo vantaggio e per far concentrare la difesa su qualcos’altro prima di attaccare quel mismatch?
Finte con la palla e con gli occhi possono avere un ruolo fondamentale, vediamo questo esempio dall’Europa:
L’ala sta mostrando la sua intenzione di giocare per il lato interno del mismatch, con gli occhi e le finte di passaggio, mentre il lungo difende sulla linea del tiro libero per evitare un facile alto-basso, molto popolare in Europa; facendo ciò, quando viene eseguito il passaggio di ritorno è costretto a fare un vero e proprio closeout invece di difendere un normale 1 contro 1: questa è una bella giocata, anche se l’azione non finisce con un canestro.
Quest’idea può ovviamente essere combinata con ciò che abbiamo visto prima, un inizio in corsa da parte della guardia per attaccare.
L’ultimo strato dell’azione boomerang è ciò che io chiamo “boomerang aggressivo”, cioè l’idea di forzare il difensore che ha cambiato ad aiutare sulla linea del tiro libero e quindi a effettuare un closeout per difendere sulla guardia. Qui vediamo due esempi di questo concetto da parte dell’Olimpia Milano e degli Utah Jazz:
Questa idea mi piace parecchio perché ogni difensore reagirà se vede una penetrazione venire verso di lui, quindi sarà costretto non solo a difendere dopo il cambio un attaccante più veloce o più piccolo in 1 contro 1, ma anche a farlo in una situazione di closeout.
Per riassumere, ci sono quattro diversi strati dell’azione boomerang:
1 – Passaggio + passaggio di ritorno, nessun movimento prima della ricezione, nessuna finta.
2 – Passaggio + passaggio di ritorno, quando la palla sta tornando indietro l’attacco genera una situazione dinamica in ricezione per un 1 contro 1 dinamico.
3 – Passaggio, il giocatore che riceve palla usa finte di passaggio e gli occhi per manipolare la difesa, quindi la ripassa per l’1 contro 1.
4 – Passaggio, penetrazione contro il difensore che ha cambiato per coinvolgerlo in uno stunt e passaggio di ritorno per generare un 1 contro 1 con un closeout.
Per concludere vi dirò che l’azione boomerang è solo una delle opzioni che una squadra può usare per attaccare una difesa che cambia; se siete interessati a più azioni come ai principi che vi stanno dietro, ho fatto un breve clinic che potete trovare qui, oppure potete scrivermi e sarò felice di rispondere alle vostre domande, alle critiche o a considerazioni che volete aggiungere a quanto scritto qui!
Grazie e molti ringraziamenti a Ross McMains, un grande allenatore e amico che mi ha davvero aiutato tanto con questa stratificazione dell’idea del boomerang e con molto altro.
Traduzione a cura di Christian Settecerze