Come tutti sappiamo il mondo è stato investito dalla pandemia di Covid-19 e la NBA è stata costretta a sospendere la stagione. Che cosa avremmo potuto scoprire in casa Hawks, nelle ultime 15 partite, seguendo le avventure dei ragazzi guidati da coach Lloyd Pierce? In un precedente articolo avevamo parlato di quale potrebbe essere il futuro della squadra, mentre ora approfondiremo alcuni aspetti del gioco di Atlanta che stavano emergendo prima della sospensione della stagione.
1. Il playmaking di Kevin Huerter è affidabile?
Kevin Huerter, durante il corso della stagione, ha avuto un enorme miglioramento dal punto di vista della gestione dell’attacco. In tutto l’arco della regular season ha smazzato 3.8 assist a partita, ma nelle ultime 15 la sua media è salita fino a 5.5 assist a fronte di sole 1.5 palle perse.
In questo video vediamo come riesce a punire il ritardo nello switch da parte di Tatum in una situazione che porta al canestro del -3 a 40 secondi dalla fine della partita.
Huerter è in grado di sfruttare la sua pericolosità da oltre l’arco per battere il diretto avversario grazie all’ausilio di un blocco. In questo modo ha lo spazio per servire con i giusti tempi assist sui pericolosi tagli di John Collins.
Il giovane prospetto degli Hawks ha dimostrato di essere in grado di sopperire all’assenza di playmaking della squadra quando manca Trae Young.
In questo video trova Hunter piedi per terra nell’angolo nell’esatto momento in cui la difesa collassa sul taglio di Damian Jones. Non è un passaggio spettacolare o particolarmente difficile, ma è la lettura corretta. La cosa che più porta a pensare che possa essere utilizzato in molte occasioni come main creator è che riesce a leggere il gioco in questo modo anche se non è abituato a questi possessi.
In questo video viene coinvolto come handler nel pick&roll, sfrutta il blocco di Dedmon e decide di servirlo per la schiacciata. Riesce a far tardare l’aiuto di Hachimura (non particolarmente reattivo) congelandolo grazie al buon posizionamento di Vince Carter in angolo.
Non è un passatore virtuoso e non cerca la giocata più spettacolare perché è consapevole dei suoi mezzi tecnici: si limita a cercare la giocata più funzionale possibile rapportandola alle sue abilità. Questa caratteristica non è semplice da trovare nella lega, soprattutto in un ragazzo di 21 anni, età nella quale tanti tendono a sopravvalutarsi.
La visione che la dirigenza ha di lui sembra chiara: insegnargli a gestire un attacco in modo da poterlo sfruttare come playmaker in assenza di Trae Young e per aggiungere playmaking alla second unit. Negli ultimi due mesi, quando Young è stato a riposo, Huerter è sceso in campo venendo utilizzato come principale creator mostrando grandissima maturità. Per questo nella partita contro i Wizards del 6 marzo 2020, in cui Trae non è sceso in campo, ha guidato per larghi tratti l’attacco, facendo registrare 10 assist a fronte di un solo turnover.
Altro giro, altro pick&roll giocato da handler, nuovamente coinvolgendo Dedmon. Qui la ricezione è dinamica, viene eseguito un hand-off in seguito ad un ribaltamento di campo che lo pone subito in una situazione di vantaggio rispetto al suo marcatore. Dedmon è in una zona completamente priva di difensori e Huerter lo serve con i tempi giusti.
Nella stessa partita i Wizards decidono di raddoppiarlo per togliergli la palla dalle mani, lui legge velocemente il raddoppio piuttosto pigro e lo punisce con un bounce pass tra i due difensori per la tripla wide open di Vince Carter.
Worth pointing out amid perception of a sophomore slump for Huerter that his role changed this season & he spent significant time as a ballhandler (& had growing pains).
— AKelly (@andlankell) April 22, 2020
210 possessions as a PNR BH this season vs 178 his rookie year. Had more possessions as PNR BH than spot-up.
Il tweet qui sopra ci mostra il numero di possessi in cui è coinvolto Huerter. Continuare a confrontarlo con Klay Thompson è sbagliato: malgrado Kevin sia un ottimo tiratore in spot-up (38% da 3 punti con 6 tentativi), è caratterizzato da molte altre doti e per questo deve essere utilizzato in modo diverso da Thompson. Da quando sono disponibili questi dati, Klay ha avuto un picco di 1.4 possessi da handler in pnr a gara, il 7.1% delle sue azioni offensive; i dati di Huerter parlano di 3.8 possessi a gara, ovvero il 29.1% dei suoi possessi sono da creatore in un pick&roll.
Il coaching staff degli Hawks pare, quindi, essere arrivato alla conclusione di dover utilizzare Huerter molto spesso nelle situazione descritte precedentemente.
Il suo ruolo ideale potrebbe essere un “ruolo alla Ginobili”, una sorta di sesto uomo di lusso, in grado di essere inserito nella closing lineup e in grado di essere il primo o il secondo creator in campo a seconda dei momenti. Sarebbe perfetto per migliorare il playmaking della second unit, aspetto in cui Atlanta pecca moltissimo dato che Teague, arrivato per questo, ha deluso, mentre Brandon Goodwin è più un realizzatore che un facilitatore di gioco.
2. I miglioramenti di Cam Reddish sono solo un fuoco di paglia?
I miglioramenti di Cam Reddish sono stati graduali durante tutto l’arco della stagione. È entrato nella lega e inizialmente non ha dimostrato nulla, sembrava un giocatore incapace di concludere al ferro, incapace di battere l’uomo ed incapace di tirare. Durante il primo mese in NBA, novembre, ha tirato con il 27.9% da oltre l’arco. In quel momento gli avversari hanno smesso di considerarlo una minaccia ed è diventato ufficialmente un malus in attacco.
Cam Reddish’s early troubles are result of his core muscle injury which is assumed relation with prior rib and toe injury.
— Skyfall (@polarfall) May 6, 2020
It makes him stiff and passive (couldn’t be able to lower/bend/rise his body). But after surgery and some adaptaion period (till Jan.) ,he’ve got changed.
Pochi giorni fa un’utente twitter che collabora con The Stepien ha dichiarato che Reddish avrebbe avuto problemi maggiori di ambientamento perché non era fisicamente al 100%. Questa dichiarazione spiegherebbe, in parte, i problemi iniziali del prodotto di Duke: in una lega in cui viene richiesto sempre il massimo è complicato adattarsi se si hanno problemi fisici.
A supporto di questa ipotesi c’è da far notare come la sua percentuale da dietro l’arco sia cresciuta gradualmente di mese in mese: a dicembre ha tirato con il 31% e a gennaio con il 40.3%. A febbraio, dopo qualche settimana di infortunio, non è rientrato al top della condizione e la sua percentuale è nuovamente scesa al 35%, ma nelle ultime 15 partite aveva riguadagnato la pericolosità di gennaio tirando con il 40% da oltre l’arco.
Le percentuali non ci dicono tutto, ma nel suo caso sono abbastanza esplicative: quando alza le percentuali e ha fiducia nel suo tiro diventa pericoloso e alza il suo livello sia in attacco che in difesa.
Come si può vedere in questo video e come si può notare dalle sue statistiche di tracking, fatica moltissimo a crearsi un tiro in autonomia. Anche in questo aspetto, durante l’ultimo periodo, stava migliorando e sarebbe stato interessante avere delle conferme nelle gare rimanenti.
Il ragazzo sta crescendo e ha bisogno di fiducia perché dalla sua pericolosità offensiva potrebbe dipendere parte della prossima stagione di Atlanta. Il suo difetto più grande resta ancora l’inspiegabile incapacità, per uno con il suo frame, di concludere al ferro, ma nell’ultimo periodo stava aggiustando anche questo aspetto del suo gioco attaccando il canestro con più aggressività e con meno paura di dover subire un contatto e concludendo con la mano debole, che ad inizio anno non usava.
Questa schiacciata contro i Nets ci mostra il potenziale atletico che troppo spesso non viene sfruttato da questo ragazzo.
Nella gara contro i Wizards, la stessa dei 10 assist di Huerter, ha mostrato un ottimo arsenale offensivo, concludendo la partita con 28 punti e con 5/7 da oltre l’arco. Questa partita, però, non è stato il solo segnale incoraggiante: nelle ultime 9 partite giocate ha concluso la gara con almeno 20 punti segnati in 4 occasioni e il maggior numero di punti non è dipeso esclusivamente dal suo tiro dalla lunga distanza.
Nella partita contro Dallas ha messo a referto 20 punti senza segnare neanche una tripla, aspetto, per lui, non da sottovalutare viste le enormi difficoltà nel concludere al ferro mostrate durante la stagione.
Atlanta ha, probabilmente, finito la stagione con 15 partite di anticipo. Queste partite avrebbero potuto giocare un ruolo chiave nel comprendere al meglio il tipo di giocatore che è Cam Reddish. Comprendere se il suo tiro avrebbe continuato ad essere affidabile, se il suo gioco interno sarebbe continuato a migliorare, se la fiducia mostratagli da coach Pierce sarebbe stata ripagata a fondo per iniziare a sapere cosa aspettarsi da lui per la prossima stagione.
3. Quale sarebbe stato il record degli Hawks?
Atlanta, con 15 partite ancora da giocare, ha fatto registrare un record di 20-47: un record dipeso da una serie di fattori che non hanno contribuito allo sviluppo della squadra. La panchina è stata nulla per tutto l’anno, probabilmente il miglior giocatore della second unit per gran parte dell’anno è stato un 43enne Vince Carter; Reddish e Hunter, i due rookie, hanno deluso per gran parte della stagione, Collins è stato fermo per 25 partite a causa della squalifica per doping, Jabari Parker è stato infortunato per metà stagione. Pensare di fare meglio con una rotazione ridotta come questa era impossibile.
La squadra si trovava in una situazione di classifica complicata: i playoff ormai erano irraggiungibili a meno di clamorosi crolli dei Magic. Atlanta si trovava, però, ad avere uno dei calendari più semplici dell’intera lega.

Escludendo la possibilità di vittoria nelle partite più complicate (Jazz, Thunder, Pelicans, 76ers) e considerando che ci si sarebbe trovati ad affrontare Bucks e Raptors nelle ultime tre partite, quando entrambe le squadre sarebbero state totalmente con la testa ai playoff, sarebbe stato pronosticabile un numero di vittorie che va dalle 8 alle 10 su 15 partite totali.

Con un’immaginaria classifica in cui Atlanta si trova al nono o decimo posto avremmo una diversa percezione di Trae Young? Trae ha giocato gran parte della stagione solo contro il mondo, si è trovato a dover sopperire ad ogni mancanza a roster e ad essere costantemente raddoppiato o triplicato perché i compagni non venivano considerati pericolosi.
Visto il rientro di Collins, i miglioramenti di Reddish e la presenza, non trascurabile, di Dedmon nelle ultime partite, avrebbe potuto mostrarci il suo reale valore. Spesso, essendo lui la stella della squadra, gli si attribuisce la colpa di non essere abbastanza floor raiser, ma non credo che la situazione della squadra nelle sue prime due stagioni in NBA avrebbe permesso di fare meglio.
Un’eventuale miglior seed avrebbe portato inevitabilmente anche ad una scelta di meno valore al draft e questo è un punto chiave per la offseason di Atlanta. Non credo che Schlenk punti a qualche giocatore particolare in uscita da questo draft, ma avere una scelta molto alta, una prima o una seconda, ti permetterebbe di andare a bussare alla porta di squadre in rebuilding come i Wizards presentandosi con un pacchetto composto da un eventuale Edwards/Lamelo/Hayes e John Collins per chiedere Bradley Beal.
Inserire giocatori di livello a roster è necessario, farlo in questa free agency è la priorità per la dirigenza data la voglia di competitività del proprietario Antony Ressler. Ressler sta cercando di affrettare i tempi di ricostruzione della squadra e, probabilmente, la sua fretta ha portato Schlenk a compiere scelte sbagliate durante lo scorso draft e la scorsa free agency. In questo caso, visti gli obiettivi futuri, lo stop forzato ha portato solo vantaggi.
Bonus : l’addio di Vince Carter
Vince Carter, ormai 43enne, concluderà la sua incredibilmente longeva carriera NBA al termine di questa stagione. Il suo ritiro sarà, probabilmente, freddo e asettico, non gli verrà dedicata un’ultima standing ovation, un ultimo giro di valzer. Credo che questo aspetto, per gli Hawks, sia una delle conseguenze più tristi del forzato stop della NBA.