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La forza di rinascere: Treviso Basket è tornata

Francesco Cellerino by Francesco Cellerino
9 Dicembre, 2020
Reading Time: 11 mins read
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TREVISO

Copertina a cura di Francesco Perillo

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Per la prima volta dal 2008/2009, la Serie A1 vede ai nastri di partenza tre piazze storiche della pallacanestro nostrana che dopo anni di purgatorio sono riuscite a sfruttare al meglio le chances messe a disposizione dalla Serie A2 ed hanno conquistato la possibilità di tornare a calcare i prestigiosi parquet su cui hanno costruito le loro fortune. Per quanto diverse tra loro, le storie di Virtus Roma, Treviso Basket e Fortitudo Bologna hanno molti punti in comune: i loro destini si sono incrociati più volte e le loro tifoserie hanno dovuto soffrire e sostenere la propria squadra in situazioni che sembravano senza via di uscita.

Tutto ciò almeno fino al recente lieto fine. Sarebbe infatti impossibile e riduttivo raccontare queste stagioni senza assumere il punto di vista dei tifosi, senza considerarne gli stati d’animo e senza parlare dei giocatori che le hanno segnate nel bene e nel male: il doppio filo che lega le squadre alla propria gente è forse proprio ciò che rende queste storie degne di essere raccontate.

Dopo aver ripercorso la storia della risalita della Virtus Roma, oggi la grande protagonista del nostro racconto è Treviso Basket, che passerà il testimone alla Fortitudo Bologna per l’ultima puntata.

 

La rinascita di Treviso

Dopo il doloroso addio al basket professionistico della storica Benetton, un azionariato popolare in forma di consorzio chiamato “Universo Treviso”, dà il via alla nascita del Treviso Basket 2012, che prova senza successo a rilevare il titolo sportivo della gloriosa società trevigiana. I tentativi della neonata compagine sponsorizzata dalla De’Longhi, di ottenere una wild card per continuare a giocare in serie A risultano vani e il club si vede costretto a ripartire dalle categorie minori schierando come prima squadra l’Under 19 della ex Benetton.

 

Prime stagioni: dalle stalle (quasi) alle stelle

Il primo campionato di Promozione viene giocato nel piccolo palazzetto “delle piscine” sempre gremito, e alcune vecchie glorie come Pittis e Iacopini tornano a gravitare intorno alla squadra per riavvicinare il più possibile i tifosi. La stagione si conclude con la conquista del campionato e l’ottenimento di una wild card per la serie B.

L’anno successivo si conclude invece con una cocente eliminazione ai Playoff, ma la società acquista il titolo sportivo di Corato per guadagnarsi l’accesso alla A2 Silver. L’obiettivo per la stagione 2014/2015, giocata di nuovo dopo tanti anni al Palaverde, è quello di vivere un campionato tranquillo. Le ottime prestazioni di Marshawn Powell e compagni proiettano però la squadra al primo posto della classifica, permettendole di accedere ai Playoff, dove la corsa si conclude perdendo 2-1 contro i futuri finalisti di Agrigento.

 

Rinascono storiche rivalità

Si spalancano finalmente le porte del girone Est della A2, in cui Treviso ritrova il sentitissimo scontro contro la Fortitudo Bologna. Una sfida che negli anni successivi diventerà leitmotiv della seconda serie italiana. Ancora una volta, il Treviso Basket inizia il campionato con poche pretese: sotto la sapiente guida di coach Pillastrini, la squadra stupisce tutti nonostante la squalifica per doping di La’Marshall Corbett stravolga i piani iniziali e porti a firmare Ty Abbott facendolo giocare in un ruolo non propriamente adatto a lui. I veneti comunque volano sulle ali dell’entusiasmo e giocano in un Palaverde sempre gremito, fino a raggiungere nuovamente la vetta della classifica, trascinati da Fantinelli (che vincerà il premio come migliore italiano di A2), Moretti (secondo per il premio di miglior giovane), Rinaldi e Powell.

 

Matteo Negri segna il buzzer beater che corona una clamorosa rimonta dal -21 a Treviglio, che di fatto regala il primato in classifica a Treviso alla penultima giornata

 

Ai Playoff eliminano Casale Monferrato in gara 5 degli ottavi di finale, mentre ai quarti disputano un’epica serie contro Ferentino: a meno di 8 minuti dalla fine di Gara 5, Treviso è sotto di 14 punti e sembra sul punto di soccombere definitivamente. A quel punto sale in cattedra Moretti che con un guizzo d’orgoglio riporta a contatto la sua squadra segnando anche la tripla del pareggio a pochi secondi dalla fine. La partita si decide al supplementare e Treviso la spunta grazie a un grande assist di Moretti per il canestro della vittoria di Powell.

 

Le ultime due triple di Moretti per agguantare i supplementari e il suo decisivo assist che fa esplodere la gioia del pubblico

 

In semifinale si scrive l’ennesimo capitolo della rivalità contro la “Effe” che si impone con un secco 3-1 nonostante la debacle di Gara 2 in cui subisce un umiliante 90-45 al Palaverde.

 

Nel segno della continuità

Dopo una stagione così esaltante, i biancoblù scelgono di mantenere il più possibile intatta l’ossatura italiana confermando ovviamente anche la guida tecnica dopo il secondo posto ottenuto nella classifica dei migliori allenatori della A2. Cambiano invece gli stranieri affidandosi al deludente Quenton DeCosey (verrà tagliato e sostituito da Zoltan Perl) ed al solido Jesse Perry che nel corso della stagione riuscirà a vincere lo scetticismo iniziale nei suoi confronti e conquistare il cuore dei tifosi. Questi ultimi sperano di ripetere l’esaltante cavalcata dell’anno precedente, galvanizzati anche dalla presenza di entrambe le rivali bolognesi nel girone, ed effettivamente la squadra riesce a guadagnarsi per il secondo anno di fila la vetta della classifica.

L’avventura in Coppa Italia invece si ferma contro Biella, trascinata da un monumentale Jazzmarr Ferguson, non prima di avere però eliminato la Virtus Roma con una rimonta clamorosa dal 60-70 al 73-72 negli ultimi minuti.

 

Proprio quando sembra finita, Treviso reagisce e ribalta miracolosamente il quarto di finale contro Roma

 

A differenza delle rivali, la società decide però di non rinforzarsi sul mercato prima dei playoff, non rispondendo alle firme di Trieste (Cavaliero), Fortitudo (Daniele Cinciarini) e Virtus Bologna (Stefano Gentile). Il destino decide di dare una seconda chance a Treviso, mettendola contro la “Effe” ai quarti con fattore campo a favore, ma la storia si ripete beffarda e il campionato si conclude con un altro 3-1, nonostante le prime tre gare della serie si siano giocate con finali punto a punto.

 

Ancora una doccia fredda (anzi due)

Nell’estate che precede la stagione 2017/2018 cambia la strategia: la squadra viene quasi completamente rinnovata salvando solo Moretti e Matteo Negri, e viene firmato un solo straniero per poter utilizzare il secondo posto libero a stagione inoltrata. La casella viene quindi occupata dal lungo John Brown, protagonista di una splendida stagione alla Virtus Roma l’anno precedente che gli era valsa l’attenzione anche di alcune squadre della massima serie. Stavolta l’inizio è nettamente più duro. La squadra non decolla e ci sono i primi accenni di contestazione sugli spalti: a questo punto si rende necessario l’utilizzo del secondo visto e arriva la firma di Isaiah Swann. Le sorti della stagione vengono in qualche modo risollevate fino al terzo posto in stagione regolare alle spalle di Trieste e della solita Fortitudo.

Dopo aver vinto abbastanza agilmente i primi due turni di Playoff, in semifinale Treviso si trova ancora una volta contro dei rivali storici, i futuri campioni di Trieste, che partono decisamente favoriti.

 

Un canestro pazzesco di Brandon Jefferson porta in vantaggio Trapani nei supplementari di gara 1 del primo turno, ma Musso riesce a ribaltare la situazione e indirizzare la serie sui binari giusti

Gara 1 e gara 2 vedono confermato a fatica il fattore campo del PalaTrieste con due finali punto a punto che lasciano ai tifosi trevigiani la speranza di poter pareggiare la serie nelle due partite del Palaverde. Gara 3 invece si trasforma in una disfatta nella quale i tifosi finiscono anche per battibeccare col loro idolo Swann: il tabellone a fine partita recita 54-86 e ancora una volta i sogni di Treviso si fermano ai Playoff.

La delusione più grande per i tifosi deve però ancora arrivare: subito dopo la fine della stagione, l’amatissimo capitano Fantinelli annuncia il suo addio e il suo approdo agli odiati rivali della Fortitudo Bologna, squadra di cui è da sempre tifoso.

 

Ultimo anno: all-in

La stagione 2018/2019 è la prima in cui si parli apertamente di promozione: la squadra viene affidata a coach Menetti e nei due spot per i giocatori stranieri vengono scelti Dominez Burnett e l’ex Clippers Maalik Wayns. Su quest’ultimo ci sono grandi aspettative dopo averlo già osservato in Italia a Varese e reduce da una buona stagione in Spagna. Per rinforzare il gruppo degli italiani vengono firmati Alviti ( l’anno prima tra andata e ritorno aveva fatto impazzire la difesa di Treviso), Uglietti e Chillo, tifoso della “Effe”, figlio di tifosi sfegatati della Fortitudo e quindi poco gradito inizialmente alla tifoseria. Proprio quest’ultimo verrà tra l’altro omaggiato dalla Fossa dei Leoni in occasione dello scontro diretto in campionato, a testimonianza del suo strettissimo legame con la tifoseria ormai rivale. A questi si aggiungono le conferme dei vari Antonutti, Lombardi e Imbrò, oltre alla firma dello sfortunatissimo Tomassini che arriverà da Casale già infortunato e subirà un nuovo grave infortunio al ginocchio nel corso della stagione. Non riuscirà mai a mettere piede in campo.

La situazione di classifica sfugge subito di mano con la Fortitudo che cannibalizza il girone di andata chiudendo di fatto il discorso promozione diretta. A Treviso invece, Wayns fatica a ingranare e la squadra ne risente. Dopo la sconfitta col fanalino di coda Cento, la squadra si sblocca un po’, ma nel frattempo arrivano due colpi di scena: prima Wayns chiede e ottiene la risoluzione del contratto, poi coach Menetti decide di cacciare il capitano Antonutti, che già aveva mandato via (sempre da capitano) ai tempi di Reggio Emilia, attirandosi le ire di parte della tifoseria. Seguiranno varie polemiche sui social dove Antonutti saluterà la tifoseria trevigiana con un post identico a quello utilizzato per salutare qualche anno prima i tifosi della Reggiana e sostiene di essersi trovato a provare le stesse identiche sensazioni.

Il terzo colpo di scena avviene a marzo quando la società in vista dei playoff, decide di non ripetere l’errore dell’anno precedente e di regalarsi David Logan, fermo da mesi per infortunio, ma decisamente di categoria superiore per talento. Questa decisione lo porterà a incrociare di nuovo la propria strada cestistica con quella di coach Menetti che aveva battuto nelle epiche finali di serie A1 del 2015 indossando la maglia della sorprendente Sassari del triplete.

In Coppa Italia, Treviso maltratta Latina ai quarti, mentre in semifinale per poco non subisce una clamorosa rimonta nell’ultimo quarto da parte della grande sorpresa Bergamo. La finale, neanche a dirlo, propone ancora una volta l’immancabile sfida con la Fortitudo dominatrice del campionato: i Veneti si vendicano delle due sconfitte subite in stagione regolare e scavano nei primi due quarti un solco che la Effe non riuscirà a colmare. Vincono per 84-75 e portano a casa il trofeo.

 

Qualche highlight dal trionfo in Coppa Italia LNP contro i rivali della Fortitudo

 

Per il terzo anno consecutivo il primo turno di Playoff propone la sfida con Trapani e le due vittorie agevoli in gara 1 e 2 sembrano essere il preludio di un massacro ai danni dei malcapitati siciliani. In trasferta però la luce si spegne improvvisamente e la qualificazione rimane in bilico fino a gara 5 nella bolgia del Palaverde dove, nonostante un indomito Rotnei Clarke, Treviso riesce a portare a casa la vittoria e il passaggio del turno. Nel frattempo Logan si trova alle prese con problemi fisici ma il turno con Rieti si chiude sul 3-0 senza particolari patemi d’animo e così si aprono le porte delle semifinali contro la sorpresa Treviglio, giustiziere di Verona.

Il 3-1 della serie non rende realmente l’idea delle difficoltà incontrate da Treviso, che in gara 2 ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per portarla a casa e che in gara 3 ha subito un vero e proprio massacro. Fortunatamente è arrivata l’immediata risposta in gara 4 anche grazie al rientro di Logan e con essa un grosso sospiro di sollievo. L’ultimo ostacolo nella scalata verso la serie A è rappresentato dalla temibilissima Capo d’Orlando di Brandon Triche e Jordan Parks. Ancora imbattuta nei Playoff ed approdata a questi ultimi (tra le polemiche) per la differenza canestri negli scontri diretti con la Virtus Roma. In finale non c’è storia: per i siciliani tra gara 1 e gara 2 si infortunano entrambi gli americani e la serie si conclude con un inevitabile 3-0 scatenando finalmente la gioia dei veneti.

La costante nella storia dell’Universo Treviso Basket è lo smisurato amore dei tifosi, che hanno fatto in modo che la loro squadra del cuore potesse di nuovo vivere. L’hanno presa per mano nella sua risalita e nonostante ogni anno i sogni si infrangessero sul più bello, per sette stagioni il palazzetto è sempre stato pieno come pochi altri in Italia. Poco importa che la dirigenza non abbia ottenuto i diritti sportivi della vecchia società: il popolo di Treviso non vive solo di ricordi, ama visceralmente la propria squadra a prescindere dal colore della maglia e dalla categoria. Proprio per questo si meritano la categoria più alta, raggiunta meritatamente senza che nessuno gli regalasse nulla. Le difficoltà arriveranno anche al piano di sopra ma ci sarà sempre un sesto uomo pronto a spingere i propri beniamini nei momenti più bui.


Un ringraziamento speciale va a Mauro Marchesin, tifoso sfegatato di Treviso che mi ha assistito con grandissima disponibilità e passione (e prosecco) in ogni passo della mia ricerca, dimostrandomi per l’ennesima volta quanto l’amore per il basket possa unire gli appassionati.

Tags: A2LBASerie ATreviso Basket
Francesco Cellerino

Francesco Cellerino

Tifoso sfegatatissimo della Virtus Roma e dei Bucks per amore di Brandon Jennings (di cui custodisce gelosamente l'autografo), con la pessima abitudine di simpatizzare le squadre più scarse e rimanerci male per le loro sconfitte. Gli amici si chiedono da anni se sia masochista o se semplicemente porti una sfiga tremenda...

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