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Spazio Draft 2020: LaMelo Ball

Francesco Semprucci by Francesco Semprucci
23 Ottobre, 2020
Reading Time: 10 mins read
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lamelo (1)

Copertina a cura di Alessandro Cardona

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Siamo alla fine del 2016 e la famiglia Ball inizia a farsi conoscere grazie a Lonzo che a UCLA non ha ancora perso una partita (13W di fila, dopo le 35W dell’ultimo anno a Chino Hills) mettendo a ferro e fuoco le difese a suon di tiri da 8/9 metri, contropiedi e alley-oop, grazie a LaMelo che sbeffeggia gli avversari provocandoli in maniera piuttosto emblematica e, ovviamente, grazie alle sparate di LaVar.

 

Facciamo ora un passo in avanti ed arriviamo a febbraio 2017. LaMelo Ball si fa conoscere ancora di più al grande pubblico grazie ai 92 punti realizzati all’HS: punti segnati in maniera piuttosto discutibile, non tornando mai in difesa (letteralmente, arrivava massimo a centrocampo aspettando il lancio lungo di un suo compagno) attirando a sé quintalate di odio ed hating per la sua non difesa e per il suo gioco scriteriato, amplificate ancora di più dalle famose sparate di LaVar. 

Torniamo adesso ai giorni nostri. LaMelo è cresciuto, fisicamente e mentalmente, e dopo varie peripezie inizia la stagione in NBL (Serie A Australiana-Neo Zelandese), risultando molto altalenante, soprattutto come percentuali al tiro. Nelle ultime partite sembrava essersi sbloccato, inanellando 2 triple doppie consecutive e migliorando le percentuali. Le due partite finite in tripla doppia, però, saranno anche le ultime due partite di LaMelo fino al Draft: difatti il figlio di LaVar si infortuna al piede (nulla di serio, 4-6 settimane) ma decide di ritirarsi e di continuare ad allenarsi da solo in vista del Draft. 

Nel frattempo Lonzo, sempre pacato e attento nelle dichiarazioni, si espone: “’Melo ha le potenzialità per diventare più forte di me. Alla sua età non ero così forte”. Una bella investitura da parte di un’ex seconda scelta assoluta.

 

L’analisi del giocatore

PRO

Cosa rende LaMelo così intrigante? I suoi istinti per il gioco combinati a delle misure non esattamente da PG. LaMelo fisicamente è simile a suo fratello, ma è più lungo: Lonzo è 6’6 (198cm), LaMelo 6’7-6’8 (201-203cm) e a questo bisogna aggiungere delle braccia chilometriche per il ruolo (misure non ufficiali ma attendibili riportano 6’10.5, circa 210cm, contro i 205cm di Lonzo): il più piccolo dei tre fratelli avrà necessariamente bisogno di mettere su massa ma in situazioni di avvicinamento al canestro ha già dimostrato di saper usare il fisico (cosa che Lonzo ha iniziato a fare solo di recente).

 

A dispetto della (più che giustificata) nomea che si era creato di non-difensore, LaMelo ha dimostrato flash interessantissimi in difesa: infatti la sua lunghezza, la velocità laterale e la coordinazione mano-occhio lo rendono, quando concentrato e coinvolto, un ottimo difensore; ha la velocità di piedi per tenere le guardie, la lunghezza per contestare i tiri, gli istinti e i riflessi per punire le disattenzioni degli avversari (è secondo per steal in NBL), la taglia per battagliare in post sui cambi e la giusta combinazione di tempismo, lunghezza e istinti per essere un ottimo difensore anche lontano da palla in aiuto.

 

Quello che però lo rende un prospetto speciale è la sua abilità di passare la palla: LaMelo è probabilmente il miglior passatore uscito dagli ultimi 10 Draft.

LaMelo, sfruttando la sua lunghezza, il suo ball-handling e la sua visione di gioco è un ottimo passatore in transizione, capace di generare contropiede anche dove non c’è: non è raro vederlo prendere il rimbalzo e partire in transizione o vedergli fare passaggi direttamente da rimbalzo o dopo uno due palleggi, dando tempo al lungo o all’esterno di correre e prendere vantaggio.

 

Qui si vede molto l’impronta lasciata dal gioco estremo di Chino Hills: così come Lonzo, LaMelo non ha problemi a eseguire passaggi a una mano direttamente dal palleggio, siano essi lob per il lungo sotto-canestro che ha “sigillato” l’avversario in situazione di transizione, siano laser-pass per gli esterni scappati in contropiede. Se non riesce a trovare situazioni di contropiede primario è bravo a spingere in transizione, mettendo pressione alla difesa per poi trovare il tiratore appostato nell’angolo.

Nonostante le sue doti in transizione siano ottime, ciò che lo rende un passatore di questo calibro sono le sua abilità da passatore a metà-campo, dove si differenzia enormemente dal fratello. LaMelo infatti ha un eccellente ball-handling che gli permette di giocare in maniera egregia il pick and roll, ma anche di creare separazione dal difensore, innescando rotazioni della difesa ed enormi spazi per i compagni.

 

In situazioni di pick and roll può essere un grattacapo per qualunque difesa: ha il ball-handling e l’agilità per splittare in caso di show alto del lungo; ha il tocco per punire il piccolo che passa dietro; ha il floater per punire il drop del lungo (floater sia a uno che due piedi) e per alzarla per il rollante se il lungo esce “spaventato” dal floater; ha la lunghezza per vedere linee di passaggio e passare sopra la testa dei due difensori in caso di raddoppio; sa leggere bene gli spazi e le rotazioni della difesa, punendola in caso di rotazione sul rollante trovando il tiratore sul lato opposto; sa aspettare l’ultimo istante per passare la palla in modo da chiamare ancora di più l’aiuto e lasciando il compagno completamente libero; ha il ball-handling e la creatività per battere in 1vs1 il lungo in caso di switch; ha i tempi di passaggio per eseguire un pocket pass e l’abilità di passare bene la palla con entrambe le mani per punire il lungo quando recupera in situazioni di aiuto e recupero, ma soprattutto ha la capacità di congelare i difensori in aiuto (a-la Trae Young).

Quest’ultima capacità apre voragini per i lunghi (vero John Collins?): infatti il passatore non guarda il lungo che rolla o che arriva a rimorchio, ma guarda i tiratori e le sponde, fa una finta di passare la palla o una finta di corpo (le cosiddette body-fakes ed head-fakes), facendo muovere la difesa esattamente dove vuole lui o congelandola e aprendosi linee di passaggio per il rollante, per il rimorchio o per il tagliante. Tutto questo con un ast/TOv ratio di 2.75: follia.

Il suo ball-handling, unito alle doti da passatore lo rende potenzialmente un grandissimo creatore di gioco: è un buon giocatore di 1vs1 (hesitation, head-fake, crossover, spin-move, fake-spin), in situazioni di switch riesce sempre a sbilanciare il lungo facendogli perdere equilibrio, è capace di creare separazione e tirare da 3 in faccia al difensore a-la James Harden, così come è capace di battere il proprio uomo sfruttando la sua agilità e il ball-handling, finendo al ferro con entrambe le mani, fuori equilibrio o col contatto, o trovando l’uomo libero del giocatore che aiutato.

 

Questo lo rende potenzialmente un giocatore migliore di Lonzo: la sua capacità di finire al ferro (up and under, jelly, floater game) e il suo ball-handling gli permettono potenzialmente di essere un gran giocatore di 1vs1 e di pick and roll.

Una caratteristica comune al fratello è, invece, la propensione al rimbalzo. Quest’anno in NBL ha chiuso la stagione con 7.6 rimbalzi di media (ottavo della lega!), quasi 2 offensivi (16° in NBL). Qui LaMelo sfrutta tutta la sua lunghezza per poter recuperare il rimbalzo in difesa in prima persona per innescare subito il contropiede, mentre in attacco grazie ai cm, ai suoi istinti e a un tempismo che nasconde una verticalità non particolarmente risulta una minaccia sia in situazioni di putback, sia in situazioni di tap-out, dove spesso cerca di indirizzare la palla verso il tiratore creando subito un vantaggio per il compagno.

 

In tutto ciò che fine ha fatto il tiro che tanto lo ha reso famoso da “giovane”?

Le percentuali sono francamente imbarazzanti (38% dal campo e 24% da 3), ma questo è dovuto più a una shot selection aberrante, unita ad un pull-up dal mid-range praticamente inesistente a causa di un rilascio della palla molto basso, che ad una effettiva mancanza di tocco (la palla nonostante la meccanica bizzarra ha un ottimo spin).

 

in situazioni di catch and shoot da 3 ha il 42%, tra Lituania e NBL ha il 73% ai liberi, contando anche l’HS la percentuale sale all’83%; inoltre, ha un buon floater game ma la mancanza di mid-range game si ripercuote anche nelle percentuali.

Un’altra abilità di Ball è la sua capacità di giocare senza palla: LaMelo infatti sa leggere la difesa senza palla e sfruttando la sua agilità spesso si crea occasioni con dei tagli, dai quali non capitalizza in prima persona ma serve i compagni che si sono liberati con l’aiuto chiamato dal suo taglio.

 

CONTRO

Come mai ci sono ancora parecchi dubbi su LaMelo? Ci sono diversi motivi, ma due sono i principali: concentrazione e, soprattutto, shot-selection.

La shot selection di Ball è una delle più sbagliate e brutte che si siano viste in un giocatore con degli istinti cestistici così accentuati. LaMelo non di rado si prende triple in transizione dal palleggio da 8-9 metri, con ancora ben oltre 15 secondi sul cronometro e il difensore incollato; spesso sui pick and roll, nonostante il ball-handling e l’abilità in 1vs1, tende ad accontentarsi di una tiro da 3 contestato da 8 metri, magari anche dopo due crossover, piuttosto che attaccare il lungo (oltre a ciò la sua scarsa fisicità gli fa preferire un tiro contestato ad un entrata col contatto, pochi i 4.4 FTA).

 

Ogni volta poi il suo tiro è diverso: i piedi non sono mai posizionati allo stesso modo, a volte divarica le gambe quando tira, a volte scalcia, a volte si butta indietro, a volte di lato, insomma, è una meccanica piuttosto indisciplinata e con un rilascio basso che la rende particolarmente contestabile dal mid-range.

 

La concentrazione, invece, si ripercuote soprattutto in difesa dove troppo spesso off the ball si perde il taglio del suo uomo girandosi completamente verso la palla o si stacca cercando la rubata sul portatore o cercando l’intercetto sulla linea di passaggio, innescando rotazioni difensive che mettono in crisi la squadra o ancora peggio, lasciando liberi tiratori. Molto spesso poi non prova nemmeno a passare sopra i blocchi, lasciando tiri aperti al palleggiatore, o marcando il portatore non ostacola i passaggi concedendogli facili linee di passaggio; la mancanza di concentrazione si vede anche in attacco: ogni tanto in attacco tende a fare dei passaggi superficiali, perdendo palla su dei banalissimi entry pass.

 

Come detto prima, un altro difetto è la scarsa fisicità: LaMelo è oltre i 2 metri ma il suo peso è ben sotto i 90kg, probabilmente più vicino agli 80 che ai 90. Questo, unito ad una verticalità non da primo della classe (è più un giocatore con un gran tempismo che un saltatore clamoroso) gli crea qualche problema di finishing al ferro e gli fa anche guadagnare pochi liberi (tende a rifugiarsi in strani floater improvvisati piuttosto che finire al ferro).

Oltre a questo poi bisogna considerare il fattore LaVar: se riuscirà a non farsi influenzare dall’ingombrante presenza paterna, magari avvicinandosi più a Lonzo, potrà avere più spazio e tempo per crescere, magari anche evitando certe piazze, tipo NY, pronte a fischiare e mettere in croce chiunque.

In conclusione, LaMelo è un giocatore con istinti e qualità da primo della classe, un talento che è sotto gli occhi di tutti con letture e qualità lampanti, ma altrettanto lampanti sono i suoi limiti (uno su tutti, la shot selection); con la giusta attitudine e il giusto contesto magari potrà anche veramente diventare il miglior Ball, ma avrà bisogno di tempo e soprattutto del giusto ambiente e coaching staff, senza farsi influenzare più di tanto dal fatto di essere un Ball. O forse diventerà il migliore di questo Draft proprio perché è un Ball ed è cresciuto in quel contesto. Solo il tempo potrà dircelo.


VERSIONE VIDEO

Tags: Draft NBALaMelo Ball
Francesco Semprucci

Francesco Semprucci

Appassionato di sport e di tecnologia, nasce a Rimini nel 1999. Gioca a basket fin da piccolo e ora studia ingegneria meccanica. Tifoso dei Miami Heat, si interessa ben presto al mondo del Draft e della NCAA. Lo caratterizza un certo feticismo per i giovani e, soprattutto, per il progresso.

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