Nella sua settima stagione in NBA, e alla seconda in cui gioca per gli Oklahoma City Thunder, Dennis Schröder è emerso come uno dei migliori giocatori della lega partendo dalla panchina, candidandosi legittimamente al premio di Sesto Uomo dell’anno. Andiamo insieme a scoprire la stagione del 26enne tedesco.
Le cifre
Quando si vanno a cercare i principali candidati al premio di sesto uomo dell’anno, rivestono un’importanza notevole le statistiche base dei giocatori in uscita dalla panchina. Dennis Schröder è attualmente il migliore per punti a partita tra i giocatori in uscita dalla panchina, con 19 a gara, e già il fatto che sia davanti a Lou Williams e Montrezl Harrell deve richiamare l’attenzione. La FG% di 46.9 è di molto superiore a quella della guardia dei Los Angeles Clippers, a fronte di un volume di tiri che discosta di meno di un’unità. Oltre alle abilità da scorer, Dennis aggiunge anche 4 assist e poco meno di 4 rimbalzi a gara.
È inoltre parte della closing lineup di OKC che tanto bene ha fatto nel clutch time, rendendolo di fatto un giocatore chiave per i Thunder. L’aspetto in cui è più migliorato, però, è legato alle scelte che prende in campo: Schröder adesso ragiona e lascia da parte gli istinti per il bene della squadra.
Dennis Schröder on the ball
Quali sono le conclusioni che si prende Schröder? Come costruisce e da dove prende i suoi tiri? Le sue scelte sono buone?

Come si evince dalla sua Shot Chart, Schröder è in grado di concludere al ferro e da oltre l’arco, anche se si affida sempre più spesso al suo tiro dalla media. Questo particolare dato potrebbe fare storcere il naso agli amanti di una pallacanestro analitica e che disdegna il midrange game, ma queste decisioni vanno contestualizzate. Dennis è alto 185cm per 78kg, dunque molto leggero e veloce, e questo gli consente agevolmente di attaccare il ferro dopo un blocco, ma se il lungo lo aspetta in area facendo drop coverage le opzioni sono tre: tornare indietro per effettuare uno step-back è l’opzione uno, ma il tedesco non ama usare questa arma, come testimoniano le sole 17 conclusioni tentate in stagione; seconda opzione sarebbe sfidare il lungo al ferro, ma Schroder non è Russell Westbrook e finirebbe per essere fermato dal rim protector avversario. Ecco allora che il palleggio arresto e tiro dalla lunetta diventa il miglior tipo di conclusione possibile ( Schröder tenta 3.8 tiri dalla media a partita e li converte con il 48.1%).
Il fatto che i lunghi tendano a fare drop coverage quando Schröder gioca un pick-and-roll nasce, anche, dall’abilità del tedesco in penetrazione. Il suo primo passo è infatti fulmineo e lascia spesso sul posto l’avversario, garantendo un vantaggio quasi irrecuperabile. Il gioco di Oklahoma City ha una componente importante di ricerca del mismatch: spesso vediamo Gallinari accoppiato in post contro un piccolo o Schröder con un lungo. Quando ha un vantaggio di taglia Dennis non ha molti dubbi: se gli lasciano spazio tira da tre, se gli stanno attaccati va al ferro per un layup, ed è veramente difficile da fermare sul lanciato.
Inoltre, anche i pari ruolo fanno molta fatica a contenerlo. La percentuale al ferro del 62.3% è buona per una guardia della sua taglia, così come è positivo il Free Throw Rate, dato che indica la capacità di prendersi i liberi, del 24.3%; considerando che dalla linea della carità entrano l’85% dei tiri, Schröder è certamente efficiente, come testimonia la TS% del 57.3%.
Nella prima clip Schröder va via in palleggio al lungo sul cambio della difesa dei Pistons, trovando i due punti grazie al suo primo passo. Possiamo inoltre apprezzare la sua capacità di guadagnarsi il fallo anche dal perimetro.
Dennis Schröder off the ball
Dovendo convivere per la maggior parte del tempo con un’altra point-guard e per alcuni minuti a gara con Paul e Shai, per Schröder è stato di fondamentale importanza lo sviluppo di una dimensione off-the-ball. Dennis ha risposto bene a questa esigenza migliorando il suo tiro dall’arco, finalmente a buoni livelli (38% su 5 tentativi a gara. In precedenza non era mai andato oltre un 35%, con soli due tentativi di media. La maggior parte dei tiri dall’arco presi dal tedesco sono in catch-and-shoot, situazione in cui tira 3.6 volte a partita, segnando con un eccellente 41.7%. Se i tiri presi sono in pull-up, invece, le percentuali crollano e questo anche perché quelli sono spesso tiri forzati.
Non ci deve stupire quindi il fatto che con queste percentuali, l’85.5% delle triple siano assistite dai compagni, ed è anzi positivo che sia così. Con tre guardie in campo e un solo pallone, l’adattabilità al gioco off-the ball è essenziale per la sostenibilità della lineup dei Thunder. Come attendibile, è sconveniente battezzarlo, perché realizza le triple wide-open col 43.8%.
Apprezziamo nelle seguenti azioni la differenza tra tiro in ritmo e fuori ritmo, con risultati diametralmente opposti:
Un altro aspetto sottovalutato del tedesco è relativo ai tagli che effettua lontano dalla palla. Quando Adams è utilizzato da point-center, Dennis ha dimostrato buone doti nei tagli backdoor. Il campione è piccolissimo e dovuto più alle distrazioni dei difensori che a eccezionali capacità di taglio, ma sulle 16 volte che è andato in layup dopo un taglio, 14 volte è andato a segno. Non so se questa sua capacità sarà più utilizzata in futuro, ma era opportuno segnalarla. Anche perché se è vero che i tagli si sono conclusi a canestro poche volte, il movimento generato quando Adams o Noel hanno la palla in mano è notevole, e porta spesso a risultati positivi scombinando le carte degli avversari in difesa.
Schröder si conferma anche un buon giocatore di handoff e dai-e-vai, in cui la sua intesa con i compagni è veramente ben sviluppata. Oltre a questo, il numero 17 dei Thunder è veramente un portento nel farsi trovare libero in buona posizione sulle rimesse lungo la linea di fondo avversaria: se gli avversari deviano o stoppano un tiro mandando la palla lungo la loro baseline spesso Schroder ne esce con due punti, frutto di un tiro dalla media fuori equilibrio, in cui è molto a suo agio. Queste situazioni di gioco denotano anche la capacità di Billy Donovan di disegnare buoni schemi per i suoi. Dalla linea laterale, invece, i Thunder non hanno la stessa facilità nel trovare i due punti.
Nelle clip che seguono vedremo il tedesco effettuare un ottimo taglio backdoor, col neozelandese che lo serve al momento giusto per un comodo layup, e giocare un handoff: sul lanciato nessun giocatore dei Pistons riesce a tenerlo e arrivano due punti al tabellone
I passaggi, la difesa e le sue finte
Analizzate dunque le capacità di segnare del candidato a sesto uomo dell’anno, andiamo ora a cercare di capire come sia in grado di coinvolgere i compagni. Schröder ha dimostrato una spiccata intesa con i lunghi, trovando spesso e volentieri Noel, suo compagno leader della panchina, con un alley-oop. Anche con Steven Adams l’intesa c’è, e Dennis sa sfruttare bene i blocchi del neozelandese per liberarsi al tiro dalla lunetta, o per servire il lungo a canestro. Si trova bene in campo con tutti i compagni, pesca spesso il tiratore giusto in transizione o serve il taglio in backdoor correttamente.
Con Danilo Gallinari, in particolare, si è sviluppata una buona intesa sul pick-and-roll con l’obiettivo di forzare un mismatch sul cambio: da lì l’attacco tipico è un post-up dell’italiano o una penetrazione del tedesco, come abbiamo visto in precedenza in una clip.
Nel suo bagaglio tecnico, on e off the ball, Schröder aggiunge poi tutta una serie di finte di corpo quasi da playground, volte a scombussolare la difesa e a confondere le idee agli avversari. Fortunatamente i suoi compagni di squadra hanno imparato a capire quando Dennis fa sul serio oppure no, e questo evita di confonderli.
Non tutto è perfetto però, nella pointguard ex Atlanta Hawks. Le due 2.5 palle perse a gara indicano che il lavoro come creatore di gioco non sia poi eccezionale, perché il rapporto Assist-Turnover è di 1.6, non eccezionale. Tuttavia raramente le palle perse di Schröder avvengono su passaggi: è più frequente che perda il controllo del pallone in transizione, in penetrazione o che comunque venga disturbato dal diretto difensore. L’AST% è del 21.4%, inferiore al solo Paul nel team, e la TOV% di 13.3 è di poco superiore allo stesso CP3. Insomma, Schröder non è un passatore eccezionale, ma sa il fatto suo, mentre quanto a gestione del pallone può sicuramente migliorare, e deve farlo, perché la sua USG% di 27.1 è la più alta nella squadra.
Per quel che riguarda la difesa, il numero 17 si è rivelato una piacevole sorpresa. Infatti Dennis è un buon difensore di squadra, e l’efficacia difensiva della death lineup dei Thunder è anche merito suo. Siccome è il più fresco tra gli esterni, spesso va a pressare a tutto campo la guardia avversaria, costringendola a faticare sin dai primi secondi dell’azione. Così facendo la difesa può schierarsi al meglio, il portatore di palla avversario può subire mentalmente e può avvenire un recupero del pallone o un cattivo passaggio, su cui i Thunder in difesa si lanciano senza esitare.
Inoltre Schröder è molto bravo a disturbare il portatore di palla in situazioni in cui il cronometro è in scadenza, riuscendo a ricavarne a volte un recupero del pallone. Nella prima clip dopo una pressione a tutto campo purtroppo tagliata dal video, il flop del 17 confonde Thomas dei Pistons, portando a un recupero del pallone; nella seconda clip, le mani veloci portano a un recupero su Brandon Knight. Il passaggio per Adams è un’ulteriore prova della loro intesa
L’impatto, l’adattabilità e i motivi della candidatura
L’impatto delle statistiche avanzate sorride al tedesco. Il Net Rating di +6.1 è inferiore a quello del solo Chris Paul in casa Thunder, per Nba Stats. La cosa che più sorprende è che questo valore è inflazionato per lo più dalla metà campo difensiva e non da quella offensiva. Al di là delle semplici statistiche di offensive e defensive rating, che dipendono anche dai compagni, metriche più avanzate come D-PIPM e Raptor ci fanno capire come Dennis abbia un impatto positivo in difesa: per dare un’idea, il valore nella prima statistica è +1.08, non di molto inferiore a buoni difensori come Ben Simmons, Mathysse Thybulle, Danny Green e Joe Ingles, per restare tra gli esterni e superiore a Marcus Smart.
È chiaro che non ci si può affidare solo alle metriche per la parte difensiva e non possiamo dire che Schröder sia meglio di Smart in difesa, ma è altrettanto evidente dall’eye test come il tedesco non sia un telepass, ma anzi un ottimo difensore di squadra. E non pecca individualmente, perché gli avversari contro di lui tirano con -0.6% rispetto alla media.
Offensivamente è un’ottima arma , poiché sa crearsi il proprio tiro e sa creare per i compagni, ha l’astuzia per prendersi falli e non è battezzabile. Non è pertanto un caso che sia nelle due lineup più efficaci dei Thunder tra le più utilizzate, ossia quelle con le tre guardie, Gallinari e il lungo. Se il lungo è Adams il Net Rating è di 29.9, se è Noel 20.8. Il pace dei Thunder con questi schieramenti si alza fino a 110, a fronte di quello normale sotto i 100: il risultato è che con un attacco con tre/quattro creatori i Thunder sono efficacissimi.
Se dobbiamo guardare alle narrative, Schröder si comporta benissimo anche nel clutch time. A parte i due game winner e l’incredibile tiro segnato contro Minnesota, il tedesco ha un assurdo +37 di Net Rating in quelle situazioni, dato in top 10 della lega e migliore di ogni altro compagno, Paul compreso.
La maturazione come giocatore è ormai completata, dopo una prima annata a OKC accettabile ma non eccezionale. La coesistenza con Shai e CP3 lo ha fatto progredire molto anche nelle scelte. Ora Dennis si fida dei compagni e forza pochissimo, non è più la guardia che gioca a tutta velocità senza pensare, è paziente. Sarà la nascita del figlio, sarà il nuovo ambiente di Oklahoma City, sarà condividere ogni singola sessione con Chris Paul, fatto sta che ora Schröder è un giocatore nuovo e ha raggiunto il livello mentale che gli si richiede per stare in una squadra da playoff, o perché no, anche eventualmente in una contender. Questo giocatore farebbe sicuramente molto comodo dalla panchina a una franchigia come i Lakers, ad esempio.
È il miglior two-way player dalla panchina, e anche per questo merita il titolo di sesto uomo. Lo vincerà? Difficile dirlo. I principali avversari, tolto Buddy Hield che meriterebbe il premio se avesse cominciato dalla panchina a inizio anno, sono il duo dei Clippers Williams-Harrell e Derrick Rose. Per quanto i primi due siano giocatori forse più forti del numero 17, e abbiano dalla loro numeri offensivi migliori e alle spalle una squadra che punta al titolo, non hanno l’impatto difensivo di Schroder. E in una lega in cui i premi sono influenzati in parte dalle narrative, anche questi aspetti sono importanti. Aspetti su cui Derrick Rose è in vantaggio sul sesto uomo di OKC, con la sua personale rinascita dalla panchina.
Vedremo se Dennis Schroder sarà il secondo giocatore dei Thunder dopo James Harden a vincere questo premio. Se i Thunder saranno ai playoff e potranno disturbare i team avversari nel primo turno, il merito sarà anche di Dennis.