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Not so Big but Baller again

Davide Quadrelli by Davide Quadrelli
28 Febbraio, 2020
Reading Time: 15 mins read
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LAvar

Copertina a cura di Edoardo Celli

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“You all knew it was just a matter of time! We are just getting started! Thank you to our ?️?️?️ fans for your support. #BigBallerBrand”

Così, una settimana fa, con un post su Instagram, LaVar Ball ha annunciato di volerci riprovare. LaVar, eccentrico showman, padre di Lonzo, LaMelo e LiAngelo, mediocre businessman, vuole riprovare a “sfondare” nel mondo degli Sports Brands con il suo –  personalissimo questa volta – Big Baller Brand. L’obiettivo – non dichiarato – è quello di far ripartire il suo progetto, una sorta di Big Baller Brand 2.0, dopo il tentato (e quasi riuscito) golpe del suo ex braccio destro, Alan Foster.

Ah… Alan Foster, ambiguo personaggio. D’altronde, ogni grande racconto ha il suo villain, il suo cattivo, e in questo caso proprio Foster. Tuttavia, per capire la portata de “La rinascita della Fenice di Chino Hills”, bisogna fare un passo indietro e raccontare la storia fin dal principio. Per dare un tono goliardico al racconto, parleremo della storia del BBB per capitoli, affibbiando ad ogni sua fase un titolo di un libro. La scelta è ricaduta su Frederick Dannay e Manfred Bennington Lee, cugini e scrittori newyorkesi, inventori del personaggio Ellery Queen, conosciuti in tutto il mondo per il loro “Ellery Queen’s Mystery Magazine”.

Hollywood in subbuglio

Tutte le storie migliori sono ambientate in California ed anche questa non fa eccezione. LaVar Ball e Christina Slatinsky sono i genitori di tre ragazzi che si stanno facendo un nome nel mondo del basket americano. Lonzo Ball, LiAngelo Ball e LaMelo Ball si possono definire dei californiani DOC e, almeno per quanto riguarda il basket collegiale e della high school, sono sulla bocca di tutti. Tutti e tre studenti della Chino Hills High School e giocatori – con svariati titoli e record, in particolare Lonzo – degli Huskies di Chino Hills.

Da questo punto parte l’ambizioso (e abbastanza folle) sogno di LaVar: mettere i tre figli nelle condizioni di arrivare in NBA e, soprattutto, portarli con il brand di famiglia. Non ce ne voglia LiAngelo – che, infatti, dimostrerà di essere il fratello meno nobile – però, i due che sembrano avere una marcia in più sono Lonzo e LaMelo, rispettivamente il fratello più grande e quello più piccolo.

Lonzo, dopo aver dominato con gli Huskies, eleva il suo livello di gioco a UCLA e viene chiamato al Draft 2017 con la scelta numero 2 dai Los Angeles Lakers. Il sogno di LaVar diventa qualcosa di concreto: il figlio della California scelto dai Lakers, è ora di porre le basi per il marchio di famiglia.

L’origine del male

Il 14 aprile 2016 nasce il Big Baller Brand. LaVar, personal trainer di professione ed ex giocatore di football americano, diviene businessman a tutti gli effetti e, in quella data, annuncia che a giugno ci sarà un soft launch, una vendita limitata dei prodotti BBB, tramite un comunicato sul sito: “We are proud to announce the soft launch of Big Baller Brand as of June 2016. It is both an honor and a privilege to bring this family-oriented and -created brand to the public. Now you too can celebrate the athleticism and discipline it truly takes to become a ‘Ball’ player. Join our community of basketball and sports lovers, as well as ‘Ball brother’ fans by purchasing our one and only Big Baller shirts or apparel. You won’t regret it.”.

Come si evince dal comunicato, la compagnia è basata su core family values e, infatti, le Three Bs del logo stanno ad indicare i tre figli. Inizialmente, la società di famiglia si dedica alla vendita – solo online –  di magliette, felpe e shorts recanti il logo BBB, disegnato da designer locali. Ball e i figli si danno molto da fare, pubblicizzano il proprio brand indossando maglie e felpe ed il Fenomeno-BBB molto velocemente cresce e sale alla ribalta.

Il 7 marzo 2017, periodo in cui Lonzo domina con i Bruins di UCLA e aiuta il brand di famiglia a crescere, il Big Baller Brand viene registrato ufficialmente al United States Patent and Trademark Office e, successivamente, nel marzo 2018 – con Zo nel pieno del suo anno da rookie ai Lakers – viene registrato lo slogan Built for this.

Il Big Baller Brand è sulla bocca di tutti.

Un paio di scarpe

Con la registrazione del marchio Big Baller Brand, fa la sua comparsa sulla scena quello che sarà nei giorni, mesi, anni a venire il personaggio più ambiguo della storia: Alan Foster.

Foster, amico della famiglia Ball, viene messo nel 2017 a capo del “Project Shoes” e lavora a stretto contatto con la società Santa Ana Design, una succursale della BrandBlack, per la realizzazione della prima scarpa marchiata Big Baller Brand. Intanto, LaVar, col suo fare da guascone, accresce la sua popolarità tramite interviste ed ospitate in vari programmi americani.

Celebri sono le sue boutade, da “You can’t compare my boy [Lonzo] to anyone. He’s gonna be better than Steph Curry in the NBA” a “Back in my heyday, I would kill Michael Jordan one-on-one. I would just back in and lift him off the ground and call a foul every time he fouls me when I do a jump hook to the right or the left. He cannot stop me one-on-one. He better make every shot ’cause he can’t go around me. He’s not fast enough.”.

Tuttavia, ai fini del racconto, la dichiarazione più celebre la rilascia il 13 marzo 2017 a USA Today; domandatogli quanto dovrebbe offrire un top brand per firmare il proprio figlio, LaVar se ne esce con questa frase: “A billion dollars, it has to be there. That’s our number, a billion, straight out of the gate. And you don’t even have to give it to me all up front. Give us $100 mil over 10 years.”.

Questa frase – che gli americani dovrebbero bollare come “Bullshit!” – provoca la reazione di George Raveling, Global Basketball Sports Marketing Director di Nike, che lo definisce “The worst thing to happen to basketball in the last hundred years”. Colpito e affondato, direbbe LaVar se avesse un microfono sotto il naso.

La risposta di LaVar non si fa attendere ed arriva alla fine del mese di marzo. Rapida, diretta, senza giri di parole: “Let me tell you something: I know I’m on the right step because if nothing ain’t happen like this in 100 years, guess what? We in a new lane, baby. That Big Baller Brand about to be your competition.”. La Macchina architettata da LaVar Ball è ufficialmente partita, serviva solo la benzina ed è arrivata con la dichiarazione di Raveling.

Mentre Ball “vendeva” al mondo la propria società, Foster e la Santa Ana Design lavorano alla prima scarpa marchiata BBB. Il 4 maggio 2017 viene presentata la Big Baller Brand ZO2, la prima signature shoe di Lonzo Ball, e viene ufficialmente aperto il preordine. Particolarità della scarpa: nera e oro, design gradevole, prezzo 495 dollari. In contrasto con il carattere schivo e umile dei figli, LaVar sembra nato per questo, “Built for this”, nato per esagerare.

In questo periodo la famiglia Ball raccoglie complimenti e critiche.

Tuttavia, riceve un importante supporto da Shawn Corey Carter, meglio conosciuto come Jay-Z; il rapper – producer – imprenditore – procuratore – marito di Beyoncè, nell’agosto del 2017, dichiara: “LaVar Ball said ‘I’m going to start my own company’. Now he may go about things wrong. He may have a big mouth…but I bought three pairs. I didn’t get them, but that man has a vision of his own. Why wouldn’t I support him? He feels like he can move culture and his son got a big enough name and big enough brand that they can do it. Nike had to start somewhere. Why do we get so upset when we, us as a culture, want to start our own shit? That shit is puzzling to me.”.
Dopo questo endorsement, perché fermarsi?

Tra la fine di agosto e la fine di settembre 2017, il Big Baller Brand sforna altre due scarpe: in primo luogo, nascono le Melo 1, signature shoe di LaMelo (che non lo sa ma metteranno fine al suo sogno di giocare in NCAA); in secondo luogo, il reparto design ridisegna le ZO2 e nascono le ZO2 Prime, signature shoe di Lonzo (che intanto ha giocato la Summer League – dominandola – con Nike e Adidas).

La casa della metamorfosi

La chiamata da parte dei Los Angeles Lakers al Draft di Lonzo. La puntata a Raw, con LaVar protagonista, al “The Miz Show” (rimasta negli annali). L’intervista di LaVar e Lonzo da Jimmy Kimmel. L’uscita delle scarpe di Lonzo e Melo. Il reality show “Ball in the Family” dedicato alla famiglia Ball (con la comparsata di Kanye West e una ventilata collaborazione BBB-Yeezy). Tutto sembra andare per il verso giusto, no? Sbagliato.

Il 7 novembre 2017, LiAngelo, che nel frattempo si è iscritto a UCLA come il fratello Lonzo, viene arrestato in Cina – i Bruins si trovano lì per un torneo internazionale di basket – per furto in una boutique di Louis Vuitton. L’arresto di LiAngelo apre uno scenario che neanche il miglior sceneggiatore della storia avrebbe potuto immaginare. Il Presidente Trump si muove in prima persona per evitare l’incidente diplomatico con la Cina, i ragazzi vengono scarcerati ed espulsi dal College, LaVar ai microfoni della CNN dichiara che Trump non li ha aiutati realmente e il Presidente twitta questo: “Now that the three basketball players are out of China and saved from years in jail, LaVar Ball, the father of LiAngelo, is unaccepting of what I did for his son and that shoplifting is no big deal. I should have left them in jail!”.

Sembra uno dei vari capitoli di Scary Movie ma è la realtà. Dopo un periodo di assestamento, il Big Baller Brand subisce un altro duro colpo: l’8 gennaio 2018 il Better Business Bureau – ironia della sorte anch’esso BBB, organizzazione privata no-profit che si occupa di promuovere la fiducia sul mercato – attribuisce una F al Big Baller Brand. Il CEO del Bureau afferma che “Customer complaints allege that after placing an order they experience a delay of weeks or even months to receive their order. Some consumers are also alleging receiving the incorrect item(s) or not receiving item(s) at all.”. Insomma, non c’è da fidarsi del Big Baller Brand.

Sapete chi si fida ciecamente di LaVar, di Alan Foster, del Big Baller Brand e del suo manager Darren Moore? L’azionista di maggioranza, la seconda scelta al Draft, quello che ci mette veramente i soldi, Lonzo Ball.

Nonostante il BBB non stia andando come sperato da LaVar, Lonzo crede ancora nel progetto, investe soldi, si tatua sulla pelle il logo dell’impresa di famiglia e pubblica, il 15 febbraio 2018, il suo primo album da rapper, “Born 2 Ball”. Il disco si apre con la canzone “LaVar”, contiene una canzone dedicata al “BBB” e soprattutto una intitolata “Money Talks”; lui ancora non lo sa, ma il destino del Big Baller Brand e della sua fiducia negli affari di famiglia gira proprio intorno ai soldi.

Intanto, nell’ottobre 2018, in occasione dell’inizio della stagione da sophomore di Zo in maglia Lakers, vengono presentate le ZO2.19. Queste scarpe si presentano diversamente rispetto alle ZO2 e le Prime: appaiono più solide – Lonzo ha sofferto di infortuni alle caviglie nella sua stagione da rookie e le prime ad essere state imputate di ciò sono state proprio le scarpe autoprodotte – e colorate e, soprattutto, vengono vendute a meno della metà del prezzo delle prime signature shoe, a 200 dollari.

Nel gennaio 2019 vengono rilasciate le prime scarpe dedicate a LiAngelo ma passano in secondo piano, ci si ricorderà di lui – oltre che per il furto in Cina – per l’esperienza tra i professionisti, insieme a LaMelo, in Lituania al BC Vytautas.

Che le cose non stiano andando per il verso giusto lo si capisce qualche settimana dopo: a febbraio non sono ancora stati evasi i preordini delle ZO2.19 e, con una nota sul sito, vengono informati i clienti che la produzione, l’evasione e la messa in vendita è stata posticipata a maggio. Gli affari non vanno ma il peggio deve ancora venire.

L’assassino è tra noi

Nei primi mesi del 2019 gli account dei social network del Big Baller Brand, dei tre fratelli Ball e di LaVar non sono molto attivi. Lonzo si infortuna nuovamente alla caviglia, LaMelo frequenta la Prep School SPIRE Istitute in Ohio dopo l’esperienza tra i professionisti in Lituania, LiAngelo è free agent e LaVar è stranamente silente. Il motivo principale di questa inattività è da ricercare in famiglia: Christina Slatinsky, meglio conosciuta come Tina Ball, ha subito un ictus ed è alle prese con la riabilitazione.

Come dicevamo all’inizio, ogni storia che si rispetti ha bisogno del suo villain, del suo cattivo. In questo caso, il villain è da ricercare nello staff del Big Baller Brand: Alan Foster. Foster, nel 2002, era stato incriminato per frode e riciclaggio di denaro e condannato a 7 anni di carcere; tuttavia, la famiglia Ball era all’oscuro del passato criminoso del responsabile del Project Shoes del Big Baller Brand.

Lo stesso Foster, capendo già all’epoca che i tre fratelli Ball sarebbero potuti diventare la sua gallina dalle uova d’oro, aveva convinto LaVar a fondare il Big Baller Brand ed a rifiutare contratti di sponsorizzazione da parte di Nike e Adidas per Lonzo.

Tornando al periodo delicato della famiglia Ball, gli affari vanno male e Tina si sta riprendendo da un ictus; potrebbe andare peggio? A quanto pare, sì. Foster negli anni, ma soprattutto durante il periodo della riabilitazione di Tina Ball, ha sottratto dal patrimonio personale di Lonzo circa 2 milioni di dollari.

Una volta scoperto il furto, Zo ha intentato una causa contro Foster, che nel mentre è stato immediatamente allontanato dal BBB. Lonzo, ai microfoni di ESPN, ha dichiarato: “Over $1.5 million dollars has disappeared and Foster has wired over $474,000 to himself through Marathon Consulting. So close to $2 million dollars has touched Alan’s hands but $1.5 million of it has disappeared in cash and can’t be tracked.”.

Tuttavia, oltre che con Foster, qualcosa si rompe anche nel rapporto tra Lonzo e LaVar e tra Lonzo e il Big Baller Brand. LaVar, tramite un comunicato, prova a mettere una pezza, dichiarando: “I’ve always believed in the best in people. Regretfully, I put my complete trust in Alan Foster to manage my son’s business affairs. At the end of the day, family comes first, and I support Zo wholeheartedly. Together, we will make this right.”.

Non lo sa, però la situazione non la sistemeranno insieme. Lonzo, tra le altre cose, provvede a coprire con un tatuaggio di dubbio gusto – due dadi – il vecchio logo BBB impresso sul suo braccio tempo addietro, smette di seguire tutti gli account collegati al brand di famiglia e cancella tutte le foto con merchandising BBB addosso.

A supportare Lonzo ci pensa il suo manager Darren Moore. Prima pubblica un video su Instagram dove butta un paio di ZO2.19 nel cestino, poi ai microfoni di ESPN dichiara: “Alan Foster was more than a trusted adviser. He was a mentor, a father figure and someone Lonzo and I respected, loved and listened to…I’m proud of Lonzo for waking up and taking back his power. Together, we will fight for justice.”.

“I’m proud of Lonzo for waking up and taking back his power”, conferma indiretta del distacco tra Lonzo e le scelte dell’eccentrico padre. Il Big Baller Brand perde il suo pezzo più pregiato.

Il Re è morto

Facendo un piccolissimo passo indietro, prima della bomba-Foster, era nata un’altra discussione circa la bontà delle scarpe Big Baller Brand e la correlazione tra le scarpe e gli infortuni di Lonzo. Il 22 marzo 2019, incalzato su questo argomento, Zo aveva risposto: “They [Lakers] asked me about it, and I told ‘em, ‘I feel comfortable’. If I wasn’t comfortable, I wouldn’t play in ‘em. If I didn’t play in BBB shoes, I’d play in Kobe. I work out in LeBron James’ but that’s because they’re heavier.”. Dunque, Lonzo ha fatto il pompiere in questo caso.

Tuttavia, dopo la rottura con il marchio di famiglia, la risposta alla stessa domanda è cambiata; il 4 settembre 2019, in una puntata del LightHearted Podcast, ha affermato: “No one knows the real story about them shoes though. Them ZO2s I was playing in, they was not ready. No one knows this, but Darren Moore had a backpack, and he had an extra like four pairs of shoes in there because I had to switch them every quarter, because they would just rip.”. Quindi sì, c’era una stretta correlazione tra infortuni e scarpe del Big Baller Brand.

Tornando al Big Baller Brand, dopo la rottura con Lonzo e la causa con Foster, nell’aprile 2019 il sito viene chiuso a tempo indeterminato. Sul sito, l’unica indicazione disponibile è un messaggio: “Thank you for visiting Big Baller Brand. Our website is under construction we will be back soon. Thank you.”.

La resa di LaVar arriva nel settembre 2019, durante una puntata di “Ball in the Family”. Lonzo e LaVar discutono sulla convenienza di cambiare nome del brand di famiglia – Lonzo rimane comunque poco interessato alla questione – e quest’ultimo se ne esce con questa dichiarazione: “Listen to me, son. When I come up with a name, and then somebody tells me to change it, that’s like me telling you to change your name. That’s like people saying, ‘Change Lonzo’s name to Alfonso on the fact that he’s been damaged goods for the last two years.”. Il Re è morto, lunga vita al Re.

Colpo di grazia

Foster, il nostro villain, non contento di quanto fatto, ha intentato una causa – non contro Lonzo ma – contro LaVar Ball. In particolare, il 2 ottobre 2019, il suo avvocato ha affermato: “In early 2016, in furtherance of LaVar’s intense desire to share in, or rise above, the glory and spotlight of his sons, LaVar approached Alan and asked for his business guidance on how to monopolize and gain fortune and fame from the names and likenesses of his three sons. In response, Alan suggested that the two men brand the ‘Ball’ family name in order to create basketball and entertainment-related businesses. LaVar loved Alan’s idea and wanted to make sure that he was the biggest star in the family, notwithstanding the fact that he was broke, had no savings, poor credit, and zero business acumen.”.

Tuttavia, il colpo di grazia “psicologico” è arrivato il 23 ottobre 2019. Se prima, digitando www.bigballerbrand.com, usciva il messaggio “Thank you for visiting Big Baller Brand. Our website is under construction we will be back soon. Thank you.”, ora si viene re-indirizzati al sito personale di Alan Foster. Una serpe rimane una serpe, per sempre.

“Bentornato, Ellery!”

La saga del Big Baller Brand si conclude così? Forse sì, forse no. Anzi, no.

Dopo mesi di silenzio, tramite un comunicato torna a parlare LaVar e…annuncia il ritorno del Big Baller Brand. In particolare: “The Big Baller Brand is alive and well. The brand has been restructuring and we are working to reveal the new website in the next few weeks. It will have a new look and new name – www.BigBallerBrandInc.com. LaVar Ball has put a great team of seasoned industry professionals in place to move the brand forward with exciting new products along with signature shoes and sportswear. Unfortunately, Alan Foster continues to try and leverage the Ball Family name for his own gain. Alan Foster is a convicted felon who served seven years in jail for defrauding people out of their money. He is a thief and con man and cannot be believed or trusted. We are monitoring the issue and will continue to do so.”

Le settimane annunciate sono passate e, una settimana fa, il BBB ha riaperto i battenti. Sono rimasti solo LaVar e LiAngelo, mentre Lonzo e LaMelo si sono tirati fuori da questo nuovo progetto, progetto che rinasce dalle proprie ceneri come l’araba fenice. “La rinascita della Fenice di Chino Hills”, not so Big but Baller again.

Tags: Lonzo Ball
Davide Quadrelli

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