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Aaron Gordon e la maledizione dello Slam Dunk Contest

Davide Tumiati by Davide Tumiati
19 Febbraio, 2020
Reading Time: 14 mins read
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Gordon

Copertina a cura di Alessandro Cardona

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Abbiamo appena assistito ad uno dei migliori Slam Dunk Contest degli ultimi anni, e d’altronde già alla vigilia non era difficile pronosticare un così bello spettacolo visti i concorrenti:
Derrick Jones Jr, uno degli atleti più esplosivi che ci siano e già protagonista del Contest 2018, in cui si classificò secondo;
Pat Connaughton, senza dubbio quello su cui c’era più curiosità, al debutto non ha affatto sfigurato;
Aaron Gordon, il ritorno dopo lo storico Dunk Contest del 2016 ed una figura deludente in quello del 2017;
e Dwight Howard, la comparsa di Superman a più di 10 anni di distanza dall’ultima volta;

Ma prima di parlare di ciò che è accaduto stanotte, dobbiamo fare un passo indietro, precisamente al 13 febbraio 2016, proprio quando Aaron Gordon e Zach Lavine ci regalarono una delle gare delle schiacciate più belle di sempre.

L’indimenticabile scontro Gordon – Lavine

Dopo le vittorie di Karl-Anthony Towns allo Skills Challenge e di Klay Thompson al 3 point contest, arriva il momento dell’evento più spettacolare della serata, la gara delle schiacciate che avrebbe visto comparire come quattro partecipanti Zach Lavine, campione in carica, e tre giocatori tutti quanti all’esordio quali Aaron Gordon, Andre Drummond e Will Barton.

Il primo round non è particolarmente combattuto, i giocatori di Orlando e Minnesota dominano le prime fasi e passano facilmente in finale, con punteggi di rispettivamente 99 e 94, contro i soli 75 e 74 di Drummond e Barton.
Già dalle prime due schiacciate di qualificazione i due giovani atleti ci mostrano tutte le loro capacità fisiche e di conclusione al ferro, Gordon saltando Stuff, il drago mascotte dei Magic e chiudendo la schiacciata dopo un between the legs, mentre Lavine dando un assaggio di ciò che avrebbe perfezionato nei round finali, rendendola una schiacciata assolutamente iconica, ovvero il salto dalla linea del tiro libero.

Il round finale si apre esattamente come si era chiuso il primo, c’è Stuff di ritorno, questa volta posizionato sopra un hoverboard con la palla nella mano sinistra, che Gordon prende in salto con una sola mano e schiaccia al ferro dopo un 360 in aria: ecco il primo 50 della finale.
Lavine non si fa attendere e risponde immediatamente con un altro 50, seppur con una schiacciata forse meno spettacolare ma incredibile dal punto di vista atletico, chiudendo una windmill 360 ad una mano con un salto spaventoso.

Ma è qui che questo Slam Dunk Contest passa definitivamente alla storia, con la seconda schiacciata nella finale di Aaron Gordon.
Ancora Stuff, questa volta praticamente sotto il canestro con la palla al di sopra della testa, Aaron Gordon ci regala quella che è per alcuni la miglior schiacciata mai eseguita nella storia, dopo aver saltato completamente la mascotte resta fluttuante in aria e schiaccia facendola passare sotto entrambe le gambe, è il 50 più scontato che ci sia e la folla impazzisce completamente.

Dopo 1 minuto buono di follia generale, in cui gli stessi commentatori di TNT gridano a tutta voce “THAT IS THE EXCLEMATION POINT ON THE DUNK CONTEST, LET’S GO HOME”, arriva il momento della verità con quella che sarebbe in teoria dovuta essere l’ultima schiacciata della serata, la risposta di Zach Lavine.
E la risposta di Lavine è semplicemente meravigliosa, esegue un mulinello staccando da dietro la linea del tiro libero, e dopo essere stato in aria per quella che sembra un’eternità conclude splendidamente al ferro.
Anche in questo caso, probabilmente la spettacolarità è minore ma l’eleganza e l’atletismo con cui salta gli assicurano un altro 50 a sua volta, e si va dritti allo spareggio.

Riparte Aaron Gordon che sembra avere della dinamite in corpo e si aggiudica l’ennesimo 50 della serata, facendosi aiutare da Elfrid Payton che sbatte la palla contro il lato del tabellone, per poi farla afferrare a Gordon in aria che schiaccia un 180 a due mani arrivando con la testa fin sopra il ferro.
I 50 sembrano non finire più, con Zach Lavine che non ha alcuna intenzione di rimanere indietro e tira fuori un’altra schiacciata incredibile, infatti partendo da dietro il tabellone fa rimbalzare la palla a terra, per poi prenderlo al volo, farlo passare sotto le gambe e schiacciarlo con due mani, dimostrando ancora una volta le sue incredibili capacità nello stare in aria, quasi volando.

Siamo ormai giunti quasi alla fine, i due continuano a scambiarsi 50 da quella che sembra una vita ed è arrivato il momento per i giudici di prendere delle decisioni.
Gordon compie un gesto atletico incredibile, qualcosa di mai visto prima come detto anche dai telecronisti, partendo dall’angolo porta la palla fin sopra la testa, quasi come a voler eseguire una tomahawk, ma poi in una frazione di secondo la riporta giù fin sotto le gambe per poi schiacciarla con una potenza inaudita, ma ecco il primo colpo di scena: per i giudici è soltanto un 47.

C’è molto stupore nell’arena, e di nuovo i commentatori, in questo caso Reggie Miller, si rende protagonista con una frase che vi chiedo di tenere a mente per dopo, ovvero “That’s highway robbery, that’s highway robbery”, che significa detto molto chiaramente, “è un furto, è un furto.”

Zach Lavine ha l’occasione per chiudere finalmente questo contest e portarselo a casa diventando campione back 2 back, e lo fa con un’altra elegantissima schiacciata, partendo nuovamente dalla linea del tiro libero (diventata a tutti gli effetti la sua specialità) esegue un sottogamba e dopo aver dato ancora una volta l’impressione di poter volare, la mette dentro il ferro.
E dopo aver assistito ad una delle gare delle schiacciate più belle della storia, si conclude qui con un 50 per Lavine, che vince per la seconda volta di fila.

I media nei giorni successivi però non riescono a mandare giù la mancata vittoria di Gordon, in particolare perché sostengono che Gordon avesse fatto la schiacciata più bella dell’intero Contest, forse la più bella di sempre nel Contest, e non ne fosse comunque uscito vincitore, ed il pensiero generale sarebbe stato da lì in avanti piuttosto comune: “Aaron Gordon got robbed”, ovvero “Aaron Gordon è stato derubato”.
Quel che penso io invece di questa situazione è leggermente diverso, non credo che nel 2016 Gordon sia stato totalmente “derubato”, perché se vero è che ci ha fatto divertire tantissimo, che ha mostrato al mondo una delle migliori schiacciate mai fatte, è vero anche che è arrivato sul finale senza idee ed ha probabilmente sbagliato la strategia.
L’ultima schiacciata che ci ha mostrato è stata comprensibilmente valutata meno di 50 perché non si poteva andare avanti all’infinito, andavano fatte delle scelte ed i giudici hanno scelto di premiare Lavine.

Certo, in quella notte, dopo tutte le emozioni che ci ha fatto provare era comprensibile che non riuscissimo ad accettare la sconfitta, ma ora a mente fredda sia noi spettatori sia i media si sono stabilizzati su quell’avvenimento, ed ora l’opinione più comune è che probabilmente quel titolo lo meritavano entrambi allo stesso modo.

Io, nel caso in cui non abbiate mai visto quello Slam Dunk Contest del 2016, vi consiglio vivamente di farlo perché è uno degli spettacoli migliori a cui i miei occhi abbiano mai assistito.

Il ritorno di Gordon nel 2020

Dopo una parentesi nell’edizione del 2017, in cui Gordon partecipò ma si rivelò essere fallimentare, sbagliando diverse schiacciate e non riuscendo nemmeno ad arrivare al round finale, il giocatore dei Magic parì dalla scena di questa comptezione per qualche anno.
Fino a che il 30 gennaio 2020, Shams dopo aver già rivelato nei giorni precedenti le presenze di Dwight Howard e Derrick Jones Jr, dichiara che Aaron Gordon tornerà come partecipante allo Slam Dunk Contest 2020 di Chicago.
Pochi giorni dopo rivelò che l’ultimo partecipante sarebbe stato il debuttante Pat Connaughton dei Milwaukee Bucks, ed ecco che abbiamo il roster completo per lo show.

Gordon arriva a questo evento molto carico, dapprima dichiarando di avere in serbo “qualcosa che non si è mai visto prima” e poi lanciando, a ridosso proprio dell’All Star Saturday, le sue nuove scarpe del marchio cinese 361°, di cui è da poco la faccia del brand.
Le motivazioni ci sono tutte quante, ed una volta arrivati al 15 febbraio ed aver visto le vittorie di Bam Adebayo nello Skills Challenge, e di Buddy Hield nella gara del tiro da 3 punti, arriva il momento del ritorno di Aaron Gordon, anche se sarà l’ultimo nell’ordine a schiacciare.

Si parte con un 360 ad una mano di Dwight Howard, che ottiene solamente un punteggio di 41, per poi passare a Derrick Jones che fa posizionare il compagno di squadra Adebayo leggermente fuori dalla restricted zone, per saltarlo completamente (seppur appoggiandosi alla sua spalla) e schiacciare ad una mano, il tutto per un punteggio di 46.
Arriva poi la schiacciata di debutto di Connaughton che, vestito con richiami al famosissimo film White Men Can’t Jump, salta anch’egli una persona per poi effettuare una leggera rotazione e concludere a due mani, ottenendo un 45.
Gordon fa la sua riapparizione da subito in bello stile, dando la dimostrazione di essere ancora un atleta spaventoso con una reverse in mezzo alle gambe, ottenendo il primo dei tanti 50 della serata.

Howard, già molto vicino all’eliminazione, ci fa tornare tutti indietro di 11 anni quando saltò vestito da Superman, e ripropone questa schiacciata esattamente uguale a quella del 2009, facendosela passare da Jameer Nelson posizionato dietro il canestro.
Come era prevedibile, il giocatore dei Lakers ha anche fatto un tributo a Kobe Bryant, facendosi cucire un 24 sopra la maglia da Superman, ed il punteggio è un 49.

Dopodiché appare Giannis Antetokounmpo sul parquet, ovviamente per aiutare il compagno di squadra Connaughton che si gioca l’avanzamento alla fase finale con questa schiacciata.
L’esecuzione è magistrale, salta Giannis prendendo la palla dalle sua mani, con la stessa palla va prima a toccare il tabellone e con una velocità incredibile la schiaccia al ferro, per un 50 meritatissimo.
Un 50 che però non gli basta, visto che lo stesso punteggio viene ottenuto sia da Jones Jr, con un meraviglioso 360 between the legs di mano sinistra, sia da Gordon che dopo aver saltato Chance The Rapper esegue una torsione incredibile del corpo ed avanza alla finale insieme al giocatore dei Miami Heat.

Parte Derrick Jones, che salta ben 2 persone posizionate sotto al ferro, per poi eseguire un altro sottogamba e schiacciare ad una mano con una potenza incredibile, primo 50 del round finale in arrivo.
Anche Gordon ci mostra una schiacciata piuttosto simile alla precedente, saltando nuovamente Chance da una zona diversa del campo e con un’altra torsione si aggiudica, per coerenza del giudizio, un altro 50.

Il secondo tentativo della finale è probabilmente il migliore della serata per entrambi gli atleti, DJJ ci regala una assoluta perla: una persona posizionata sotto al canestro fa sbattere la palla sul tabellone, Derrick Jones lo salta, afferra la palla a mezz’aria e volando compie un sottogamba che schiaccia poi al ferro, inutile dire che arriva un altro meritato 50.
Aaron Gordon ha bisogno a sua volta uno score perfetto per portare allo spareggio la gara, e non si fa decisamente pregare.
C’è Markelle Fultz posizionato di fianco al tabellone, fa sbattere la palla sull’angolo di quest’ultimo, Gordon la afferra al volo con una mano sola ed esegue un giro di 360° gradi a mezz’aria, la mette dentro al ferro ed abbiamo la schiacciata considerata all’unanimità la più bella di tutto il Contest.

Il pubblico impazzisce completamente, ma sembra di rivivere la stessa situazione di 4 anni prima, la gara non riesce a trovare una fine e proprio come nel 2016 i giudici devono decidersi per non mandare avanti all’infinito lo show, ed è qui che assistiamo forse al momento più controverso di tutti.
Derrick Jones esegue l’ennesimo sottogamba, addirittura il quarto della serata, che seppur fatto in modo impeccabile come i precedenti, inizia a diventare veramente ripetitivo, ma il punteggio non si schioda dal 50.

Gordon ha ancora una volta bisogno del massimo del punteggio per evitare la sconfitta, e fa ritornare in scena Chance per eseguire una schiacciata molto simile a quella appena vista di Derrick Jones, e sempre per una questione di coerenza nel giudizio Gordon ottiene il suo quinto 50 di fila, stabilendo il record dello Slam Dunk Contest.

Si ritorna a Jones per quella che è la sesta schiacciata di una serata che sta diventando infinita, ed è qui che le cose iniziano a cambiare.
La schiacciata del campione 2017 è un mulinello fatto dopo aver saltato da parecchio lontano, ma non abbastanza lontano da partire dalla linea del tiro libero, nell’aria c’è l’impressione che questo non sarà un 50, e così avviene: Jones ottiene solamente un 48 e Gordon ha la possibilità di chiuderla.

Ciò che succede dopo però è piuttosto difficile da comprendere, sia per i telespettatori, sia per il pubblico, sia per i telecronisti.
Gordon salta l’uomo più alto della lega, Tacko Fall, che misura per la precisione 226 cm, e l’impressione generale è che questa sarà la schiacciata della vittoria, ma non è così.
Il tabellone dei giudici mostra un 47, e Derrick Jones Jr è lo Slam Dunk Contest Champion 2020.

Lo United Center è piuttosto incredulo, ma lo è ancor di più Reggie Miller, che vi avevo chiesto di ricordare qualche minuto fa, ed a 4 anni di distanza ripete la stessa identica frase: “That’s highway robbery”, seguita da qualche “boo”.
E questa volta mi trovo d’accordo con Reggie, con gli spettatori di Chicago, e con i social media che hanno visto nella notte di sabato #AaronGordonGotRobbed divenire l’hashtag più in voga di tutti.
Che sia chiaro, entrambi i partecipanti hanno dato il massimo e lo spettacolo è stato assolutamente incredibile, ma per quasi tutto il tempo è sembrato di vedere Derrick Jones fare più o meno le stesse cose, mettendoci davvero poca inventiva ed originalità rispetto a Gordon, che in quanto ad originalità è sempre stato una spanna sopra, e soprattutto durante l’ultimo round le cose sembrano davvero essere andate nel verso sbagliato.

Immediatamente dopo la premiazione infatti, Ramona Shelburne ha dichiarato che dopo aver parlato con Common, giudice di quella notte, si è scoperto che originariamente la gara sarebbe dovuta finire in pareggio, ma uno dei giudici ha cambiato idea all’ultimo dando così la vittoria in mano a DJJ, ed ovviamente tutti quanti hanno immediatamente pensato a Dwyane Wade, storico giocatore dei Miami Heat.

Ma come è normale che sia c’è anche l’altro lato della medaglia, ovvero chi sostiene che la sconfitta di Gordon sia giusta in quanto nell’ultima schiacciata il salto oltre Tacko Fall non fosse perfetto, sia perché il giocatore dei Celtics fosse piegato, sia perché Gordon lo avrebbe toccato non riuscendo a saltarlo totalmente.

Per rispondere a ciò vorrei soltanto far notare un paio di cose: la prima è che Fall avesse sì la testa leggermente piegata, ma che appunto fosse solamente questione di qualche centimetro, necessario a permettere la schiacciata che altrimenti sarebbe stata ai limiti dell’impossibile, e la seconda è che Gordon tocca la spalla di Tacko con la coscia sinistra solamente sull’atterraggio, quindi dopo averlo già completamente superato in altezza.

Io ad ogni modo lascio a voi la possibilità di farvi la vostra personale idea sull’accaduto, in quanto nessuno ha la verità in mano ed è tutta questione di opinioni.
Ed approfittatene anche in questo caso, se ve lo foste persi, per vedere uno show spettacolare che dopo qualche anno è tornato a farci emozionare così tanto.

https://www.youtube.com/watch?v=LGR-Qfeb88c

Lo Slam Dunk Contest ha bisogno di cambiamenti

Per concludere tutto questo discorso, è un altro tweet della stessa Ramona Shelburne quello di cui voglio parlarvi, che sempre intervistando Common ci dice che l’intenzione dei giudici dopo il pareggio sarebbe stata quella di far decidere ad ogni giudice chi avesse fatto la schiacciata migliore della gara, e chi avesse ottenuto il punteggio più alto su questi 5 voti sarebbe stato decretato campione.
L’idea è assolutamente corretta, ma la mia domanda è, perché non farlo prima?
Perché dover aspettare addirittura il secondo spareggio per mettere in atto una cosa simile, e non far votare i giudici invece direttamente nel caso in cui il primo di spareggio fosse finito in parità?

Ed è questa una delle modifiche che vorrei vedere a partire dalla prossima edizione, in cui la formula sarebbe quindi:
-2 schiacciate a testa per il primo round
-I 2 concorrenti col punteggio più alto procedono alla fase finale
-Altre due schiacciate ciascuno
-In caso di parità, uno spareggio che preveda una sola schiacciata
-Se anche lo spareggio finisse in parità, si passerebbe al voto personale

Mentre la seconda modifica che ritengo altrettanto fondamentale, è quella della giuria.
Sugli spalti ad assistere c’erano mostri sacri come Dominique Wilkins, Julius Erving e tantissimi altri che hanno fatto la storia con le proprie schiacciate, mentre a giudicare i concorrenti c’erano dei rapper e degli attori, perché questo?
Ed ancora, perché mettere in giuria un personaggio come Wade, che ha passato 15 anni della sua carriera a Miami, se nel contest è presente un giocatore degli Heat?

Sarebbe giusto anche mettere in discussione il metodo di valutazione finale stesso, perché come sapete, il punteggio totalizzato nel primo round viene completamente azzerato una volta passati alla finale, e trovo anche questa cosa poco sensata semplicemente perché non c’è alcun motivo di dimenticare le schiacciate eseguite in precedenza, quasi come se non fossero esistite, mentre a mio parere il Contest dovrebbe essere un qualcosa di unico, con un punteggio che viene calcolato dalla prima all’ultima schiacciata, in modo da premiare davvero chi ha offerto nel totale la prestazione migliore.

Se il metodo utilizzato fosse stato questo, infatti, Gordon avrebbe perso nel 2016 contro Lavine per 199 a 194 (dimostrazione di ciò che accennavo all’inizio riguardo la strategia sbagliata di Gordon), ma vinto nel 2020 con il massimo dei voti disponibili, ovvero 200, contro i 196 di Derrick Jones, e probabilmente entrambe le situazioni sarebbero state alla fine dei conti giuste.
Mentre secondo il regolamento attuale, quindi azzerando totalmente il primo round ma continuando invece con i tiebreaker, la gara si è decisa per 197 a 196 dopo ben 2 turni extra, andando a mio parere a snaturare il senso stesso della gara.

Queste sono solamente le prime idee che sono passate per la mente a me e ad altre persone nel mondo dei social media, a dimostrare che il Dunk Contest ha un potenziale non sfruttato veramente enorme, e che la NBA dovrebbe iniziare a pensare a cambiamenti adatti in modo da renderlo un vero e proprio cavallo di battaglia, visto e considerato che è senza dubbio la parte dell’All Star Saturday più amata, discussa e seguita dai tifosi, e degli aggiustamenti qua e là potrebbero incrementare ulteriormente l’interesse.

In sostanza, io credo che la gara delle schiacciate sia uno degli eventi più belli del basket mondiale, ma credo allo stesso tempo che con i giusti cambiamenti potrebbe migliorare ulteriormente, regalandoci delle emozioni ancora più forti, ed in alcuni casi, dei risultati più giusti.

E se la domanda è “Aaron Gordon è stato derubato di due vittorie?”, la risposta è nì. Sull’edizione del 2016 ci sono davvero tanti dubbi, su quella del 2020 ce ne sono un po’ di meno, ma l’unica cosa su cui invece di dubbi non ce ne sono è che Gordon verrà ricordato come uno dei migliori schiacciatori di tutti i tempi, ed il fatto che la sua bacheca conti 0 titoli risulta quanto meno iniquo.

Ad ogni modo, questa storia finisce qui, visto che lo stesso giocatore dei Magic ha annunciato il suo ritiro definitivo dallo Slam Dunk Contest, ed a nome di tutti quanti mi sento di ringraziarlo per tutto quel che ci ha regalato in questi anni, e sapere che non parteciperà mai più a questo evento ci fa perdere uno dei performer migliori ad esserne stato protagonista.

Tags: Aaron GordonDerrick Jones Jrslam dunk contestZach Lavine
Davide Tumiati

Davide Tumiati

Faccio finta di sapere qualcosa sul basket, ma alla fin fine tifo Orlando Magic. Da quando ho scoperto l'esistenza della NBA nel 2010, il mio ciclo del sonno non si è mai più ripreso dallo shock. Ho una strana ossessione per Tracy McGrady e Markelle Fultz.

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