Quest’anno, in quel di New Orleans, Natale è arrivato più tardi del solito: infatti, con circa 1 mese di ritardo i New Orleans Pelicans potranno scartare il loro regalo di 201 cm x 130 kg e finalmente assisterne al suo debutto. Come se ci fosse bisogno di ulteriori indizi, ovviamente stiamo parlando di Zion Williamson, pezzo pregiat(issim)o del Draft 2019.
Stanotte alle ore 3:30, contro i San Antonio Spurs, ci sarà l’atteso debutto, probabilmente il più atteso dai tempi di Lebron James, tanto che ESPN, appena saputa la notizia, ha modificato il palinsesto della partita: ha spostato la partita (tra due squadre con record attualmente al di sotto dello 0.500) su TV nazionale a discapito di Rockets-Nuggets. Nessuno vuole perdersi la prima partita del nuovo fenomeno.
E questo “ritorno” non può accadere in un momento migliore per la squadra della Louisiana, che è tra le più in forma della lega, con 10 vittorie nelle ultime 14 uscite, dopo essere passati per una striscia di 13 sconfitte consecutive. Nonostante non il migliore degli inizi -complice uno dei calendari più difficili e molteplici infortuni- New Orleans è ancora in corsa per i Playoff, con l’ottavo posto che dista solo 3.5 gare (fondamentale lo “scontro diretto” vinto con Memphis nell’ultima gara), tanto che fivethirtyeight.com considera i Pelicans come i favoriti a questa corsa, dandogli il 61% di probabilità di aggiudicarsi l’ultimo biglietto per i Playoff, per lo scontro 1-8 che con tutta probabilità sarebbe Lakers-Pelicans, passato contro futuro.

E’ lecito quindi aspettarsi un impatto così grande da qualcuno che deve ancora giocare un singolo minuto in NBA? Questo è probabilmente uno dei pochi casi in cui la risposta potrebbe essere un sonoro sì: sebbene non ci aspettiamo grandi minutaggi (si vocifera di circa 20-25 minuti a partita), l’energia che Zion porterà a questa squadra è inquantificabile, capace di generare highlight dal nulla.
Basandoci su quello visto in preseason, il gioco uptempo di Gentry si sposa benissimo con le qualità di Zion, già eccelse in campo aperto ma un po’ più limitate a difesa schierata: lo abbiamo visto ricevere molte volte sia in movimento, che sia su handoff o su un taglio. Dovremmo dunque immaginarci un gioco molto simile a quello della preseason, che ha portato il prodotto di Duke a produrre numeri storici a livello di efficienza (23 punti e 6 rimbalzi con il 71% dal campo in circa 27 minuti a partita).
In una squadra con così tante bocche da fuoco un giocatore in grado di creare in attacco senza palla offre molteplici soluzioni a coach Gentry. Contropiede, rimbalzo offensivo, p&r sono alcune delle armi che Zion ha già nel suo arsenale, in attesa di vedere come svilupperà il suo tiro, anche se al college ci ha dimostrato di non avere alcun problema a tirare da 3 quando la difesa glielo concede (33% nella sua unica stagione a Duke).
Nella gif sotto prende la rincorsa dal logo, ricevendo come un running back: buona fortuna a fermarlo una volta lanciato.
Al suo rientro, è probabile che sarà il veterano JJ Redick a perdere il posto nello starting five, data la recente esplosione di Lonzo Ball che sembra aver ritrovato le gambe dopo un inizio complicato, probabilmente per colpa del infortunio alla caviglia dello scorso anno. Si perde quindi un infallibile cecchino, ma probabilmente non ci saranno ricadute a livello di spacing, anzi ci è possibile pensare che questo possa quasi aumentare, con tutte le attenzioni che riceverà Zion ogni volta che punta il canestro. New Orleans è una squadra che vive di tiro da 3 (terzi per tiri per partita, quarti per %) e che da oggi vedrà ancora più occasioni per punire da oltre l’arco, con 7 giocatori di rotazione che tirano il 36% o più in catch & shoot, che non esiteranno qualora le difese dovessero chiudersi nel pitturato per non permettere a Williamson di collezionare l’ennesimo highlight.

Tutti gli occhi sono su Zion ed è troppo facile per Jackson, trovato con tempi perfetti:
Zion Williamson troverà in Brandon Ingram, un altro Dukie, una star in ascesa che toglierà un po’ di pressioni alla matricola, che, come ripetuto più volte da David Griffin, non è visto come come il salvatore della patria, né gli verranno chiesti gli straordinari. Ingram, candidato principale al Most Improved Player, potrà godere delle attenzioni che la prima scelta al Draft otterrà e viceversa: con un NBA sempre più small e positionless, è molto probabile che Gentry possa decidere, quando il matchup lo permette, di chiudere le partite con Ingram e Zion nelle posizioni di 4 e 5, con i due a giocare uno spread pick n’ roll, gioco cardine della pallacanestro del discepolo di Mike D’Antoni.
Proprio il giocare da 5 potrà creare numerosi vantaggi, viste le difficoltà nel trovare qualcuno abbastanza grosso da tenerlo fisicamente ma che abbia il passo per stare con lui (in bocca al lupo). Anche il “nostro” Nicolò Melli dovrebbe essere essere uno di quelli che avranno i maggiori benefici dal rientro di Williamson, vista la sua abilità di aprire il campo e saper leggere le situazioni con e senza palla. In difesa troverà un partner che gli permetterà di difendere maggiormente sui centri lasciando le ali, che hanno un passo in più dell’italiano, al prodigio con la #1 sulle spalle.
Un altro Dukie, JJ Redick, nonostante l età rimane uno dei tiratori più affidabili ed efficaci della lega: sicuramente New Orleans potrà sfruttare le attenzioni che richiama dal perimetro accoppiandolo con ZIon in determinati set lontani con la palla, con uno a bloccare per l’altro e viceversa, per obbligare le difese ad una scelta più difficile del previsto, con la minaccia del tiro da fuori di Redick che incombe, per Williamson si apriranno autostrade verso il ferro.
Redick è un maestro nel leggere questa situazioni e il risultato è dei più ovvi:
In una stagione di alti e bassi come quella di New Orleans, centrare i Playoff al primo anno post Anthony Davis sarebbe un grande traguardo, e nel caso sapremmo già che la copertina sarò dedicata al ragazzo che sorride sempre sia in campo che fuori, che è già idolo di tantissimi bambini e che ancora prima di calcare un parquet NBA si porta dietro una nomea quasi leggendaria, che noi gli auguriamo di confermare con i fatti. Perché un Zion Williamson serve ai Pelicans come serve al NBA (che ha bisogno di un infusione di energia come questa) e ad ogni suo appassionato.