Parte I: le sorprese
La stagione NCAA è quasi arrivata al giro di boa, è quindi tempo di iniziare a tirare le somme per quanto i riguarda i potenziali prospetti che potrebbero dichiararsi eleggibili per il Draft 2020. A differenza delle ultime stagioni, in cui a questo punto dell’anno la competizione per la #1 era già ben definita (con uno o al massimo due giocatori sopra tutti), quest’anno ci sono ancora diversi prospetti in lizza per essere chiamati per primi da Adam Silver.
Purtroppo per le squadre peggiori della lega, la corsa è ancora aperta non per una particolare abbondanza di talento di livello assoluto, ma perché nessun giocatore ha mostrato la costanza, la produzione e l’impatto necessario per staccarsi dal gruppo di testa. In aggiunta, sospensioni dalla NCAA (Wiseman) e infortuni (LaMelo Ball, RJ Hampton e Cole Anthony) ci hanno privato di numerose partite in cui avremmo potuto farci un’idea migliore di questi prospetti, considerati meritevoli di essere scelti in lottery.
Nonostante i nomi più grossi non abbiano brillato particolarmente, nelle ultime settimane diversi giocatori partiti in sordina prima della stagione stanno dimostrando di poter essere potenzialmente interessanti per la NBA. In particolare, ci sono prospetti con skillset non-tradizionali che potrebbero fare le fortune delle squadre che si troveranno a scegliere a metà o fine primo giro. Alcuni di essi hanno migliorato talmente tanto la percezione degli addetti ai lavori da essere considerati dei “lock” per la lottery.
Tyrese Haliburton
In seguito a una buona stagione da freshman, durante la quale è stato paragonato ad una versione meno atletica di Lonzo Ball, Tyrese Haliburton ha deciso di tornare ad Iowa State invece di dichiararsi eleggibile al draft ed essere potenzialmente chiamato a fine primo giro. La decisione sembra aver pagato: con uno usage maggiore, sta dimostrando di essere una delle migliori guardie della nazione ed è addirittura dato in top 5 da qualche settimana nei mock draft di Jonathan Givony.
Ciò che rende speciale Tyrese è la sua visione di gioco, che unita alla sua stazza, velocità di pensiero e alla sua capacità di rendersi pericoloso anche senza palla, lo rende un ottimo candidato ad essere uno dei migliori giocatori complementari della lega per affiancare guardie ed esterni ad alto usage.
Nonostante non sia un super-atleta, grazie alle sue lunghe leve riesce spesso a penetrare in mezzo alla difesa avversaria e ha la pazienza necessaria per trovare i compagni liberi negli angoli:
Nonostante la giovane età (compirà 20 anni a Febbraio), Haliburton è già un ottimo passatore in situazioni di pick-and-roll, dove ha sviluppato nel corso dell’ultimo anno e mezzo un senso del tempismo eccezionale:
Il paragone con il playmaker dei Pelicans non si ferma alla sua capacità di passatore (inferiore a quella di Lonzo, ma comunque di altissimo livello): Tyrese infatti, è un ottimo difensore di squadra e sta viaggiando a 2.9 palle rubate per 40 minuti. Esattamente come nell’altro lato del campo, il suo QI cestistico spesso fa la differenza:
La vera novità nel suo gioco rispetto alla scorsa stagione è lo shot making. Haliburton ha ancora molto da lavorare da quel punto di vista, ma è passato da 12 a 25.4 punti per 100 possessi (con un balzo di usage dal 9% al 21%) mantenendo un’ottima efficienza dal campo (63.6% di TS%). Jumper contestati dalla media come questo non erano nemmeno nel suo repertorio fino a qualche mese fa:
Nonostante abbia una shooting pocket particolarmente bassa e spostata in avanti (quindi sarebbe teoricamente più semplice per gli avversari contestare i suoi tiri), Tyrese sta piano piano aumentando il range di tiro fino a distanza NBA:
Tyrese ha il 42.6% da 3 in carriera, il che è un dato ottimo ma non riflette la sua reale abilità. Infatti, a causa della sua forma di tiro, è costretto a prendersi triple solamente quando è “open” o “wide open” e al piano di sopra non ci saranno per lui altrettanti tiri del genere.
Al momento Haliburton sta mettendo 16.6 punti, 5.9 rimbalzi, 7.7 assist, 2.6 rubate e 0.4 stoppate di media in 36 minuti a partita con un’ottima efficienza, che potrebbe bastare per essere scelto molto in alto in questa classe. Il che non vuol dire, però, che il suo gioco sia privo di difetti e che sia un prospetto “sicuro”: deve ancora lavorare molto sulla capacità di crearsi tiri da solo e il suo profilo atletico non eccezionale potrebbe essere un limite per lui, specialmente per quanto riguarda l’abilità di penetrare nella difesa avversaria e finire al ferro. Inoltre, il suo baricentro alto potrebbe metterlo in difficoltà nel difendere contro i migliori giocatori del suo ruolo.
Onyeka Okongwu
I legami con Lonzo Ball non finiscono con Tyrese Haliburton: Onyeka Okongwu, infatti, è passato dall’essere un comprimario a Chino Hills high school (dove i fratelli Ball hanno giocato), al diventare uno dei giocatori al primo anno più dominanti della nazione.
Fisicamente ed atleticamente ricorda molto Bam Adebayo. Non sono molti i giocatori di 2.06 m con la stazza e la wingspan necesserie per giocare da centro in NBA, ma Onyeka rientra tranquillamente nella categoria. La sua velocità di piedi è eccezionale ed è in grado di sfruttarla in entrambi i lati del campo. Sia in penetrazione dal post:
Che in situazioni di pick and roll difensivo, dove è particolarmente efficace:
Dall’altro lato del campo, la maggior parte del suo gioco consiste nel rollare decisamente verso canestro in situazioni di pick and roll. Al momento è un giocatore mono-dimensionale a causa del fatto che non ha ancora sviluppato un tiro credibile, ma il suo ottimo tocco e un rispettabile 70% dalla linea del tiro libero fanno ben sperare. Nonostante le sue limitazioni, è comunque molto efficace in fase offensiva grazie alla sua esplosività:
Il suo atletismo spicca però nelle situazioni in cui deve proteggere il ferro. Nonostante non sia alto 7 piedi come la maggior parte dei centri tradizionali, è uno dei migliori stoppatori e rim protector in generale che si siano visti negli ultimi anni:
Al momento sta viaggiando a 2.9 stoppate di media in soli 29 minuti, e la sua BLK% di 10.7% si trova poco al di sotto di quelle di Embiid e Davis durante le loro stagioni da freshman al college. Nonostante sia un ottimo stoppatore, può soffrire quando gli viene richiesto di marcare giocatori più grossi di lui, come Isiah Stewart di Washington, in post:
Insomma, Okongwu è il prototipo del centro “run and jump” moderno. Nel corso della stagione ha mostrato qualche sprazzo della sua abilità di passatore e tiratore dalla media, ma deve migliorare ancora molto da quel punto di vista. In un’annata normale un prospetto come Onyeka, che è si molto promettente (del resto sta dominando in NCAA nonostante abbia appena compiuto 19 anni a Dicembre) ma è anche limitato, andrebbe a fine lottery. Il fatto che il suo gioco, a differenza di quello di molti altri freshman, offra diverse certezze potrebbe portarlo ad essere il secondo lungo scelto al draft in top 10 dopo Wiseman.
Isaac Okoro
Parlando di freshman poco conosciuti a inizio anno che stanno salendo nei vari mock degli insider, Isaac Okoro merita sicuramente una menzione. L’esterno di Auburn, nonostante fosse solamente un prospetto 3 stelle in uscita dal liceo, è fisicamente già pronto per la NBA. Okoro è 1.98 x 102 kg, ed è un atleta decisamente sopra la media, come si può vedere dal seguente video:
Fino ad ora Isaac ha utilizzato la sua stazza e la sua esplosività quasi esclusivamente in difesa (dove è costantemente chiamato a marcare il migliore esterno avversario), e a rimbalzo:
Nonostante la fase offensiva non sia il motivo per cui verrà scelto al primo giro nel prossimo draft, Okoro è un ball handler e passatore sopra la media per la sua stazza e posizione in campo:
Al momento la sua più grande limitazione, che potrebbe sancirne il potenziale fallimento al piano di sopra, è il tiro. Okoro infatti sta tirando solamente con il 24% da 3 e il 67% dalla lunetta, dati terribili per un esterno, sorpattutto se consideriamo che la maggior parte dei suoi tentativi sono a basso coefficiente di difficoltà. Nonostante ciò ha dimostrato occasionalmente di poter segnare tiri complicati, il che potrebbe indicare del potenziale ancora inespresso:
Insomma, Okoro è un prospetto particolarmente divisivo. Storicamente i difensori “lockdown” al college che fanno fatica in attacco tendono a non fare altrettanto bene in NBA, dove il livello minimo richiesto per guadagnare minuti in campo è molto più alto che al college. Allo stesso tempo, nell’anno solare 2019, tra high school e college, la sua squadra non ha mai perso con lui in campo e il suo impatto è innegabile. Se Okoro vuole massimizzare il suo potenziale, dovrà necessariamente migliorare al tiro: se non dovesse accadere, non sarà in grado di sfruttare la sua abilità di passaggio e sarà complicato per il suo allenatore giustificare la sua presenza in campo, se non in un ruolo di specialista dalla panchina.
Aleksej Pokusevski
Passiamo da uno dei prospetti più sviluppati e forti fisicamente della classe a quello che è probabilmente il giocatore che ha più bisogno di migliorare da quel punto di vista: Aleksej Pokusevski.
Se siete in cerca del nuovo potenziale “unicorno”, ho l’uomo giusto per voi. “Poku” è 2.13 e ha braccia lunghissime, e nonostante ciò è in grado di portare tranquillamente palla in transizione e tirare da 3 dal palleggio. In questa clip sbaglia il tiro, ma è difficile non meravigliarsi per la sua coordinazione e fluidità:
Grazie alla sua fluidità nei movimenti, è in grado di attaccare in situazioni di face up o di close out il lungo avversario e lasciarlo sul posto:
Non siete ancora impressionati? Pokusevski ha mostrato anche un’ottima visione di gioco, tant’è che spesso viene utilizzato come ball handler secondario in situazioni di semi-transizione, e a volte ci regala perle come questa:
O queste:
La sua caratteristica più impressionante, però, è la capacità di tirare dal palleggio nonostante le sue dimensioni. I suoi movimenti ricordano più quelli di una guardia, che quelli di un lungo tiratore:
Aleksej è un prospetto estremamente giovane (classe 2001) e grezzo: fisicamente è molto lontano dall’essere pronto a scendere in campo in NBA e nella metà campo difensiva, nonostante abbia un ottimo potenziale, lascia a desiderare. Nonostante ciò, potrebbe rivelarsi un diamante per una squadra abbastanza lungimirante dal credere in lui e svilupparlo. Oppure uno zircone, chi lo sa.
Patrick Williams
Torniamo alla NCAA e ai freak atletici e fisici con Patrick Williams. L’esterno di Florida State ha in comune con Okoro molti punti di forza (esplosività, forza fisica e agilità in particolare) e di debolezza (uno su tutti, il tiro, anche se più sviluppato di quello di Isaac).
Rispetto ad Okoro, è più alto di qualche centimetro e difensivamente viene utilizzato praticamente come se fosse un lungo, grazie alla sua capacità di proteggere il ferro senza fare fallo:
Il suo principale punto di forza è il suo motor. Patrick è sempre attivo e non molla mai, il che lo rende un giocatore particolarmente utile in fase di transizione difensiva e di protezione dal lato debole:
Dall’altro lato del campo è piuttosto limitato con la palla in mano a difesa schierata, ma viene talvolta utilizzato come palleggiatore nel pick and roll e i risultati non sono stati malvagi:
A differenza di Okoro, gli indicatori che riguardano il tiro per Williams sono decisamente migliori. Nonostante il suo range al momento sia limitato, ha un ottimo 86% dalla lunetta ed è stato molto efficace dal palleggio:
Con il passare delle settimane Williams si sta dimostrando sempre di più un prospetto 3&D intrigante in un ruolo (SF/PF) molto ricercato nella lega. Se a inizio stagione tutti davano per scontato che ritornasse a FSU per il suo anno da sophomore, ora è molto più difficile fare previsioni sul suo futuro. La sua decisione, e nel caso dove verrebbe scelto, dipenderà molto da come andrà la combine.
Devon Dotson
Dopo un’ottima stagione da freshman, Devon Dotson ha deciso di ritornare a Kansas e, come per Haliburton, sembra aver pagato. A differenza di Tyrese, al momento Dotson non viene considerato un prospetto da lottery ma la percezione che la lega ha di lui potrebbe cambiare molto presto, specialmente con così tanti giocatori nel suo ruolo che sono infortunati e/o hanno deluso le aspettative.
Dotson, rispetto ad Haliburton, è una pg più tradizionale. Agisce principalmente palla in mano, ed utilizza la sua rapidità nei movimenti per creare tiri per se stesso:
E per finire al ferro, dove è particolarmente efficace nonostante la stazza:
Nel corso della stagione ha dimostrato anche di essere un giocatore molto intelligente e di saper muoversi senza palla. In questo caso si è trovato ad affrontare il famoso schema “press” di West Virginia, che solitamente mette in difficoltà i ball handler avversari, e lo ha battuto grazie a decisioni rapide:
Come Haliburton, è un ottimo difensore lontano dalla palla a livello collegiale. I suoi istinti gli permettono di viaggiare a 2.3 rubate di media in 34 minuti a partita e, a differenza della guardia di Iowa State, ha un baricentro basso che potrebbe essere estremamente vantaggioso per lui al piano di sopra, specialmente nel difendere I playmaker avversari più rapidi.
Un’altra situazione in cui il suo baricentro basso lo aiuta è nell’assorbire i contatti. Dotson infatti, è molto più forte fisicamente di quanto potrebbe sembrare, ed è in grado di reggere in 1 vs 1 contro molte guardie più alte e grosse di lui. Inoltre, ha un’ottima coordinazione e equilibrio, che gli permettono di finire al ferro anche quando sta andando alla massima velocità e il suo tentativo viene contestato.
Dotson ha deciso di scommettere su se stesso e di non accontentarsi di una chiamata al secondo giro, e la sua lungimiranza verrà probabilmente premiata con una scelta al primo turno. Nel caso in cui Kansas dovesse fare molto bene a Marzo nel torneo NCAA, non sorprendetevi se gli analisti dovessero iniziare a parlare di lui come un potenziale giocatore da top 20 o addirittura da lottery. In ogni caso, la squadra che lo sceglierà si ritroverà un prospetto molto solido e chissà, magari pure la loro PG titolare del futuro.
Jahmi’us Ramsey
Un prospetto che sicuramente non ha problemi nel tiro da fuori è Jahmi’us Ramsey. La combo guard di Texas Tech, che va a completare con Davide Moretti uno dei backcourt più interessanti della nazione, è infatti uno dei migliori tiratori della NCAA. Ramsey al momento sta tirando con il 46.8% da 3 (dato ovviamente destinato a calare) su 5.5 tentativi a partita. A differenza di molti altri tiratori d’elite (come ad esempio Aaaron Nesmith di Vanderbilt, che non è stato incluso in questa lista di sorprese a causa di un infortunio che lo terrà fuori per il resto della stagione), Jahmi’us non si prende solamente tiri in catch and shoot:
Quando non ha la palla in mano, è molto attivo nel cercare spazi vuoti nella difesa per riposizionarsi e tirare da fuori:
Naturalmente questa sua abilità di tiratore e shot creator attira molta attenzione della difesa avversaria e, nonostante la visione di gioco non sia il suo forte, sta migliorando molto come passatore sotto la guida di coach Chris Beard.
Purtroppo però, Ramsey non sembra altrettanto interessato all’altra metà campo. Al momento è un difensore pessimo, e non è raro vederlo perdersi l’uomo o disinteressarsi totalmente all’azione. Lo schema difensivo di Texas Tech riesce tutto sommato a nasconderlo, ma ovviamente ciò non sarà possibile in NBA, dove i peggiori difensori vengono costantemente bersagliati dagli avversari.
Ramsey è un prospetto molto polarizzante. Non mi sorprenderebbe se alcune squadre lo considerassero un potenziale top 10 della classe e altre un giocatore da secondo giro. Una cosa è certa, Jahmi’us è in grado di segnare e di aprire il campo, il che dovrebbe garantirgli qualche chance in NBA. Se dovesse migliorare la tecnica e l’impegno in difesa, potrebbe diventare una potenziale steal del draft, specialmente se dovesse essere scelto a fine primo round.