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Come cambiano i Cleveland Cavaliers senza Jordan Clarkson

Dimitri Lazzari by Dimitri Lazzari
18 Gennaio, 2020
Reading Time: 7 mins read
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CAVS
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Qualche giorno fa Cavaliers e Jazz hanno concluso una trade che ha coinvolto Jordan Clarkson: il giocatore è stato scambiato per Dante Exum più un paio di scelte al secondo giro. Diciamolo subito, i Jazz hanno fatto bene. A loro manca oggettivamente scoring dalla panchina: rinunciare ad Exum e a due sceltine (“sceltine” per loro, per Cleveland diventano ottimi asset spendibili in vari modi) per scommettere su Clarkson ha molto senso.

Cosa perde Cleveland?

L’aspetto più interessante della stagione di JC é la shot selection: quasi la metà delle sue conclusioni dal campo sono da oltre l’arco. Ed è notevole per uno che, tolta questa stagione, ha tirato da 3 punti in carriera solo nel 30/35% dei casi. Certo, è vero che l’evoluzione è stata lineare perché ogni anno tira in % più triple, ma qui parliamo di un delta di più di 10 punti percentuali tra la stagione scorsa (le conclusioni da 3 erano il 37.7% del totale) e questa.

Non a caso, il 57.6 di TS% dimostra non solo questa tendenza a tirare decisamente più spesso da dietro l’arco, ma pure come Jordan lo faccia molto bene (36.1%, secondo dato migliore in carriera). Inutile sottolineare come non si fosse mai nemmeno avvicinato a livelli simili di efficienza in precedenza.

Cleveland perde, insomma, un giocatore forse un po’ troppo istintivo, a tratti confusionario e certamente incostante, che comunque stava disputando una buona Regular Season e che è stato decisivo in molte delle poche vittorie in questa stagione. Anche nell’ultima uscita in maglia vinaccia Clarkson ha messo 33 punti (70% dal campo, 6/8 da 3) decisivi per la vittoria contro i Memphis Grizzlies; un discorso equivalente si potrebbe fare per le partite giocate contro Spurs (25 punti con il 55% dal campo) e Portland (28 punti, 6/6 da 3).

La fiducia con cui tenta tiri contestati è ai massimi storici:

Un colpaccio per i Jazz insomma? Vedremo. Di certo l’azzardo ci sta da parte di Utah. Ma sempre di azzardo si tratta. Se nelle vittorie dei Cavs Clarkson viaggiava praticamente a 20 di media con il 50% da 3, nelle sconfitte siamo invece a meno di 13 punti con il 40% dal campo e il 30% dalla lunga. Cleveland era 9-21 al momento della trade: contestualizzando quindi quel 37% da 3 punti nelle 21 sconfitte e nelle 9 vittorie, il concetto di incostanza di cui parlavamo prima è più chiaro. Un giocatore complessivamente mediocre che ogni tanto esplode è un punto di domanda ogni partita, non so se e come potrà essere utile ad una squadra che ha serie ambizioni. Ma sono curioso di scoprirlo.

E poi, ma qui lascio per mezza riga libero il tifoso Cavs che vive in me, i playoff 2018 non si cancellano.

Possibile alla lunga un cambio in quintetto tra Porter e Sexton?

Ultimamente -e la trade di cui abbiamo appena discusso mi convince sempre più di questo- sto iniziando a pensare che Cleveland dovrebbe valutare un cambio in quintetto. Non si tratta di bocciature e promozioni, ma di una questione di fit tra i giocatori.

Con l’addio di Clarkson, Porter avrà infatti molti minuti nel ruolo di guardia -si è già visto nelle prime uscite senza Jordan- ruolo a parer mio a lui più congeniale essendo troppo piccolo per fare la SF soprattutto in una squadra già sottodimensionata come sono questi Cavaliers. Non è improbabile che sia poi proprio Exum a trovare minutaggio da finta SF dalla panchina.

In ogni caso Porter è un talento sorprendente per come si esprime in campo. Certamente è ancora grezzo, ma ha doti fisiche e tecniche notevoli. Ha avuto delle difficoltà normalissime all’inizio, ma nelle ultime partite si è dimostrato efficace non solo al ferro ma anche dalla lunga (39.1% da 3 punti nelle ultime 14 uscite). E pure in difesa, questo davvero a sorpresa, soffre meno del previsto. Non sarà probabilmente mai un DPOY, ma non è un malus, men che meno se schierato da 2.

In questo caso il suo diretto avversario passa dietro il blocco e Porter Jr lo punisce senza esitazione:

Quindi mi chiedo… perché non inserirlo in quintetto? Non ci sono delle voci ufficiali a riguardo, è solo una mia opinione, ma credo che spostare Porter in quintetto e Sexton dalla panca potrebbe aiutare entrambi, e soprattutto Garland. E suppongo che Beilein stia avendo la mia stessa sensazione.

In tutta onestà Garland non sta disputando una stagione sbalorditiva, ma ha mostrato netti segnali di miglioramento ultimamente, quindi togliere un portatore di palla come Sexton ed aggiungere in quintetto un giocatore che si sta mostrando affidabile tiratore sugli scarichi potrebbe favorirne ancora di più la crescita. Soprattutto in quello che al momento è l’aspetto più deludente, cioè il numero di assistenze per i compagni (solo 2.9 per partita).

Qui di seguito una delle azioni che spero di vedere sempre di più nel corso della stagione: transizione offensiva gestita da Garland ed alley-hoop finale concluso da Porter Jr:

I demeriti sono principalmente suoi, ma il fatto che il suo compagno giochi praticamente solo con la palla in mano e molto poco off the ball non lo aiuta. Non tanto perché Sexton non possa in senso assoluto rendere senza palla (mette le triple in catch-and-shot con il 35.2%) ma soprattutto perché segna il 62% dei suoi 17.9 punti a partita in penetrazione. E, per farlo, deve portare palla nonostante nel contempo stia tirando molto male dal palleggio (la 3P% è solo il 18% in queste situazioni) e nonostante le note difficoltà nel trovare i compagni con un passaggio.

D’altro canto, nonostante abbia una visione di gioco certamente inferiore a Garland, proprio Collin ha dovuto sopperire alle mancanze di confidence del compagno (che ha una USG% inferiore a quella di tutte le altre guardie, non solo di Sexton o di Clarkson ma addirittura di Brandon Knight, e non è di certo colpa di Beilein) facendo spesso anche un lavoro non suo.

Insomma, uno saprebbe cosa fare con la palla ma non si impone con cattiveria come leader tecnico della squadra, l’altro lo sa fare molto meno ma è portato naturalmente ad attaccare il canestro palla in mano.

Iniziamo a trarre qualche conclusione

Mettere Darius al comando incontrastato del gioco e permettere a Sexton di esprimersi dalla panchina senza tarpare le ali a nessuno potrebbe essere, quindi, una soluzione interessante. In tutto questo, dicevamo, la risposta potrebbe essere Porter jr, che ha davvero tutto per diventare la vera steal dell’ultimo Draft NBA. A maggior ragione adesso che si è liberato uno slot da guardia con la trade di Clarkson.

Se già difensivamente l’avvicendamento Porter/Sexton è un upgrade evidente, offensivamente (ricordo, parliamo a livello di fit) non c’è storia. Per quanto siano statistiche molto influenzate dal minutaggio reale (se i minuti sono meno è più “semplice” ottenere risultati migliori traslandoli sui 36), il famoso analist NBA Mike Zavagno ha analizzato il rendimento nel mese di dicembre, portato appunto sui 36 minuti, di Garland con/senza Sexton in campo e quelli con/senza Porter in campo. Numeri che danno una chiara idea di quello di cui stiamo parlando:

– Sexton On: 10 points, 3.6 assists, 42.9 TS%, 17% usage, 96.8 oRTG

– Sexton Off: 23 points, 4.8 assists, 56 TS%, 27.5% usage, 107.5 oRTG

– KPJ on: 24.1 points, 4.2 assists, 2.1 turnovers, 60.6 TS%, 26.1% usage, 109 oRTG

– KPJ off: 8.6 points, 3.9 assists, 3.4 turnovers, 37.5 TS%, 17% usage, 95.2 oRTG

Garland-Porter-Osman-Love-Thompson dovrebbe essere il quintetto dei Cavaliers secondo l’opinione di chi scrive, con Sexton a dominare la scena nella second unit.

Tags: Cleveland CavaliersJordan Clarkson
Dimitri Lazzari

Dimitri Lazzari

Una volta fan n1 di Allen Iverson. Tifa Cavaliers dal 2003, folgorato dalla maestosità di LeBron James. Oggi vive in una relazione aperta con Kevin Love.

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