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Jonathan Isaac è il prototipo del difensore moderno

Davide Tumiati by Davide Tumiati
18 Gennaio, 2020
Reading Time: 9 mins read
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Isaac
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In un avvio di stagione segnato da alti e bassi in casa Magic, una delle note più liete di questo primo quarto di Regular Season è sicuramente Jonathan Isaac: alto 2 metri e 10 per 104 kg di peso, Jonathan sta vivendo una stagione speciale, almeno dal punto di vista difensivo.

L’esperienza liceale nel ruolo di guardia tiratrice ha influenzato moltissimo il suo modo di approcciare la partita: un modo che si è dovuto evolversi anche a seguito di una crescita fisica esponenziale che lo ha portato con Florida State a candidarsi come uno dei migliori prospetti per la NBA. Dopo un rookie year segnato per la maggior parte dagli infortuni, nella sua seconda stagione ai Magic un visibile potenziamento fisico gli ha permesso di guadagnare un posto stabile nella lineup di coach Clifford.

A seguire una delle azioni più segnanti della scorsa stagione di Isaac, che in aiuto al ferro stoppa Joel Embiid e fa partire un contropiede concluso dalla tripla di Terrence Ross per il sorpasso: giocata fondamentale per quella che sarà una inaspettata vittoria contro i 76ers.


I numeri in questo inizio

Isaac è partito con una marcia in più questa stagione in entrambi i lati del campo, nonostante nelle ultime uscite siano leggermente calate le sue prestazioni offensive, complice forse anche l’infortunio di Nikola Vucevic.

Da questa stagione schierato in posizione di Small Forward, il ventiduenne sta migliorando in ogni aspetto del gioco, alzando visibilmente le sue statistiche offensive e difensive e dimostrando progressi nel suo gioco di partita in partita. Nelle prime 27 uscite stagionali viaggia ad una media di 12.3 punti, 7.0 rimbalzi, 2.6 stoppate, 1.3 palle rubate ed 1.4 assist a partita, tirando col 45% dal campo, il 34% da 3 punti e l’81% ai tiri liberi in 30 minuti di gioco. Statistiche che sono il segno di una formazione cestistica in continua evoluzione e di una versatilità degna di nota.

La difesa nel DNA

Oltre ad un gioco offensivo in evoluzione, ciò che colpisce di questa giovanissima ala sono le potenzialità difensive in continua crescita, in seguito ad un avvio di stagione che lo vede nelle prime posizioni di quasi tutte le statistiche difensive.

Condivide il 1° posto nella lega per stoppate a partita con Anthony Davis con una media di 2.6, ed anche molte delle statistiche difensive avanzate riconoscono i suoi meriti, come il 3° posto nella Block Percentage, il 7° nel Defensive Box Plus Minus ed il 14° nelle Defensive Win Shares.

In questa azione contro i Pacers notiamo una delle più grandi armi difensive di Isaac: la facilità con cui riesce a rubare palla agli avversari grazie alla lunghezza delle sue braccia e ad un grande controllo del proprio corpo.

Qui sotto c’è invece un perfetto esempio della connessione Fultz-Isaac, con il numero 1 che stoppa al ferro il lungo di Atlanta; la palla finisce nelle mani di Markelle che guida il contropiede e restituisce in corsa il pallone ad Isaac per un facile layup.

Nella pesante sconfitta subita dai Magic per mano di un James Harden da 55 punti, le poche volte in cui la difesa di Orlando è stata in grado di fermare il numero 13 è stata proprio quando in marcatura c’era Jonathan Isaac, che in questa azione mostra perfettamente la sua capacità di adattarsi in marcatura con le guardie, gestendo perfettamente i propri movimenti e stoppando una tripla di Harden (in stagione è stato stoppato per sole sei volte sul tiro da tre):

La rapidità di piedi nel fronteggiare l’avversario in 1vs1, le braccia lunghe e sempre attive, la capacità di tenere lo scivolamento difensivo, gran saltatore e stoppatore, mani rapide pronte all’intercetto: queste grandi doti rendono il ragazzo proveniente da Florida State il prototipo del difensore moderno NBA.

In questa clip Isaac ci dà una dimostrazione delle sue incredibili capacità di stoppatore: dopo essere stato battuto sul primo passo da Porzingis non molla l’attaccante e con un recupero in aiuto su Vucevic sradica il pallone dalle mani del lettone con una stoppata a due mani.

Nelle partite giocate da Orlando sin qui, Isaac ha dovuto fronteggiare parecchi clienti scomodi in difesa: Siakam, Gasol, Millsap, Love, Embiid e Jokic, per fare degli esempi.

La grande varietà di ruoli e caratteristiche degli avversari diretti affrontati finora rende perfettamente l’idea di che genere di difensore sia il numero #1 dei Magic. Versatilità e grande spirito di adattamento permettono a questa giovanissima ala di difendere con ottimi risultati su qualsiasi tipo di giocatore, dal playmaker al centro, in aiuto difensivo o in 1 contro 1, in spazi aperti come nel gioco a metà campo.

In uno dei soliti switch compiuti da Isaac, si ritrova a dover difendere Ja Morant, una point guard dotata di grande velocità ed esplosività, ma nonostante questo riesce senza problemi a seguire l’attaccante di Memphis per poi rifilargli una stoppata sul lato sinistro del campo.

Qui accoppiato con uno dei giocatori che l’anno scorso gli ha causato dei problemi, Pascal Siakam, mostra tutti i propri miglioramenti e la voglia di perfezionare il proprio gioco difensivo. Si accoppia con l’attaccante sul perimetro e mettendoci il fisico non si fa battere e costringe il giocatore dei Raptors ad usare la mano sinistra, per poi eseguire una facile stoppata sull’appoggio:

Ciò che rende Isaac indispensabile per i piani difensivi di Clifford è la sua grande capacità di chiudere tutti gli spazi, dentro e fuori dal pitturato ma soprattutto a protezione del ferro. È la sua costante presenza in aiuto difensivo o in recupero dopo il blocco che lo rendono una seria intimidazione per gli attaccanti avversari. Ancor più sorprendente è la sua voglia di aprire il contropiede in prima persona, immediatamente dopo aver stoppato o rubato il pallone, dimostrazione di grande voglia di trasformare le proprie giocate difensive individuali in fast break points utili per la squadra.

In questa azione difensiva confusa e complicata, riesce dopo un blocco di Kleber a favore di Doncic a recuperare la posizione e rubare palla sullo scarico dello sloveno verso Porzingis, per poi batterlo in velocità e chiudere il contropiede con un layup di mano destra:

Questa sua naturale inclinazione alla corsa con e senza palla, trasformano Isaac in un’arma potentissima per i Magic nelle situazioni di turnover. L’esagerata apertura alare inoltre gli consente di sporcare una quantità di palloni altissima, favorendo il recupero del possesso palla ai compagni o un celere ribaltamento di fronte, come vediamo in questa palla rubata a Morant che si trasformano in due punti appoggiati al ferro:

I possibili margini di miglioramento in difesa

Dopo aver elogiato Isaac in lungo e in largo, è arrivato il momento di parlare degli aspetti difensivi in cui è più carente.

Isaac commette 2.5 falli a partita rispetto agli 1.8 della scorsa stagione e, di recente, Coach Clifford lo ha bacchettato invogliandolo ad essere più concentrato sotto l’aspetto mentale perché spesso è veramente troppo aggressivo e cerca giocate difensive estreme facendo falli stupidi; per questo spesso nemmeno raggiunge i 30 minuti a partita e molte volte nel finale gioca poco.

Molte volte i close-out sono eccessivamente aggressivi e spesso finisce per regalare tre liberi agli avversari. In questo caso Kevin Love ringrazia:

Un altro particolare aspetto del gioco in cui ha problemi è legato alla difesa in post. Da buon prototipo del difensore moderno, la difesa in post non è uno degli aspetti su cui si sta concentrando (tenendo in considerazione che in NBA ci sono sempre meno possessi che finiscono con un post-up): di fatto, soffre molto i difensori più grossi e tecnici di lui. In stagione ha difeso 25 post-up concedendo 1.32 punti per possesso (6° percentile nella lega): più punti per possesso di quelli segnati dalla migliore squadra della lega in transizione.

In questo caso la forza fisica di Sabonis gli consente di prendere una posizione profonda con Isaac che è costretto a fare fallo:

Nella stessa partita e sempre contro Sabonis, un altro fallo molto evitabile:

From defense to offense

Nelle 102 gare giocate prima di questo inizio di stagione, Isaac aveva raggiunto e superato i 20 punti realizzati soltanto in una occasione, a febbraio contro i Pelicans. Nelle 27 gare disputate finora, invece, Jonathan ha superato quota 20 già quattro volte (career high da 25 punti contro Indiana). La capacità di trasformare le situazioni difensive in rapide transizioni d’attacco è uno dei punti chiave su cui Coach Clifford deve lavorare per risollevare le percentuali realizzative dei Magic.

Nella partita della settimana appena passata contro i Nuggets, Isaac ha fatto trasparire enormi passi in avanti per quanto riguarda il suo gioco offensivo, con uno dei marchi di fabbrica di questi nuovi Magic: fast break guidato da Fultz con Isaac che segue la giocata per poi ricevere sulla linea del tiro libero e schiacciare due punti facili.

Con una regia talentuosa come quella di Fultz sarà essenziale per lui trovare le giuste spaziature dentro l’area e fuori dal perimetro, per incrementare ancor di più la sua media punti. Vanno lentamente migliorando anche le sue percentuali al tiro, anche se il piazzato dalla media/lunga distanza non è esattamente il pezzo forte della casa. Allargare il repertorio offensivo con il jumper efficace garantirebbe il definitivo salto di qualità per un attaccante sicuramente versatile ma ancora incompleto.

Come possiamo notare infatti da questa clip, Isaac ha grande fiducia nel suo tiro, tanto da posizionarsi nell’angolo sul contropiede guidato da Fultz e prendersi una tripla senza esitazione, con una meccanica di tiro che ci mostra una forma di rilascio ed una velocità di esecuzione migliorata rispetto alle scorse stagioni.

Di seguito una giocata proprio risalente ad una partita senza Vucevic e Gordon contro Indiana, in cui Jonathan Isaac si è preso la squadra sulle spalle realizzando un career high da 25 punti, rafforzando ulteriormente il suo gioco a 2 con Markelle Fultz.

DPOY?

Giocatore dinamico su entrambi i lati del parquet, capace di ribaltare le partite a suon di furti e stoppate, contropiedista, difensore nato, intelligenza cestistica in continua espansione e un potenziale offensivo ancora da sviscerare. Tutto questo al terzo anno di esperienza nella lega, a soli 22 anni. Se Orlando avrà la forza di raggiungere i playoffs sarà anche e soprattutto merito di questo gioiello grezzo che coach Clifford sta pazientemente lavorando da due anni.

Siamo ormai quasi sotto Natale, e Jon Isaac sembra essere fin’ora il concorrente più agguerrito di Anthony Davis per il premio di Defensive Player Of The Year.
Sarà in grado di mantenere questo rendimento fino ad aprile?

Tags: Markelle Fultz
Davide Tumiati

Davide Tumiati

Faccio finta di sapere qualcosa sul basket, ma alla fin fine tifo Orlando Magic. Da quando ho scoperto l'esistenza della NBA nel 2010, il mio ciclo del sonno non si è mai più ripreso dallo shock. Ho una strana ossessione per Tracy McGrady e Markelle Fultz.

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