Nell’estate del 2019 OKC ha avviato, a sorpresa, la prima ricostruzione della sua breve storia: sono stati ceduti Paul George, Russell Westbrook e Jerami Grant, ottenendo in cambio un pacchetto di numerose scelte e tre giocatori. Tra questi c’è Shai Gilgeous-Alexander, il giovane su cui più si punta per il futuro.
È risaputo come i Clippers abbiano fatto di tutto per trattenere il loro miglior giovane, ma alla fine hanno dovuto cedere per poter avere una squadra da titolo. I motivi della loro riluttanza sembrano essere sempre più chiari col passare delle gare di questa regular season.
Il primo anno di Shai
Gilgeous-Alexander venne scelto nel 2018 con la scelta numero 11 dagli Charlotte Hornets e immediatamente scambiato ai Clippers. Point-guard decisamente alta per il ruolo, 196cm, e dotata di una wingspan di 211cm, si fa notare all’occhio per l’enorme potenziale dovuto ai suoi mezzi fisici. Può infatti teoricamente cambiare su tre ruoli in difesa, benché la gestione dei “3” più grossi della lega, con i soli 82kg di peso, possa in effetti essere problematica.
Dopo 10 gare cominciate dalla panchina, si prende lo spot di guardia titolare nei Clippers accanto a Patrick Beverley, distinguendosi con cifre di tutto rispetto per un rookie in una squadra competitiva. 10.8 punti, 3.3 assist e 2.1 rimbalzi con il 36.7% dall’arco e una TS% del 55.4% non sono affatto male, e infatti gli sono valse il secondo quintetto delle matricole. La STL% di 2.1 e la BLK% di 1.6 indicavano inoltre come anche in difesa sapesse farsi valere, anche se gli avversari contro di lui tiravano col 43.9%. Il 28.5% concesso al diretto marcatore sul perimetro indica la buona predisposizione alla difesa perimetrale, per quanto poi le percentuali siano dipendenti anche dal tiratore. Tuttavia il 60% concesso a distanze inferiori ai sei piedi indica come sia facilmente spostabile in area dagli attaccanti più grossi.
Il vero potenziale di Shai si è però intravisto ai playoff, dove è salito di livello nelle sei gare giocate. I punti sono diventati 13.7 con un solo tiro in più preso a partita, la True Shooting Percentage è salita al 59.6% e le percentuali da tre punti al 50% esatto su 3 tentativi a gara. In gara 4 poi esplode con 25 punti che anticipano quasi tutto quello che stiamo vedendo quest’anno.
Shai non ha paura di prendersi il tiro dall’arco, di attaccare il diretto marcatore e di finire al ferro contro difensori del calibro di Draymond Green, utilizzando le sue lunghe braccia per concludere in reverse i suoi layup, rendendoli quasi incontenstabili. Inoltre dimostra di saper intercettare le linee di passaggio e di essere dotato di letture non banali.
La nuova stagione e il nuovo ruolo
Shai approda quindi ai Thunder come perno di una nuova ricostruzione e, in quanto tale, è tra le prime opzioni offensive di Oklahoma City. Il minutaggio per partita è salito a 34.9 minuti dai 26.5 dell’anno da rookie, dato più alto del team, a manifestare la fiducia del front office nel giovane talento. In conseguenza di questo sono incrementate le principali statistiche e i volumi di tiro, benché non si possa dire che sia il primo violino dei Thunder.
In effetti, chi sia la prima opzione offensiva a OKC è un po’ difficile da capire: in una squadra con Chris Paul, Gallinari, Adams e Schroeder, non di rado accade che ci sia una democratica divisione di tiri e possessi. Non deve quindi stupire che OKC sia il primo team dal 2004 ad avere avuto 5 giocatori con 20+punti.
Shai si prende 15.5 tiri a gara, rispetto agli 8.7 dell’annata da rookie, e anche i liberi guadagnati da 2.4 sono passati a 4.8, con un free throw rate salito dal 27.2% al 31.2%, per Basketball Reference. I punti sono saliti da 10.8 a 18.6, dovuti alle maggiori responsabilità offensive, mentre gli assist da 3.3 sono calati a 3, con un incremento dei rimbalzi difensivi di 2.3 unità a fronte di un numero costante di rimbalzi in attacco. Questo indica che Billy Donovan preferisce che si Shai a prendere parte dei rimbalzi per iniziare l’azione come faceva Russel Westbrook prima di lui. SGA però non è letale in transizione come il suo predecessore, e infatti è cambiato il modo di giocare dei Thunder, che avendo anche un playmaker calmo come CP3 giocano col 24esimo pace nella lega.
Shai in attacco: le penetrazioni, i floater e i fischi guadagnati
L’opzione principale di Gilgeous-Alexander in attacco è la penetrazione a canestro. Ne effettua ben 16.4 a partita, che lo rendono il decimo nella lega, e che gli regalano 9 punti a gara, metà della sua produzione offensiva. Ma vediamo con una serie di clip le abilità di SGA in questo fondamentale.
Nella prima clip, complice una difesa non eccelsa di Washington, Shai attacca il ferro battendo facilmente l’uomo dal palleggio. Sfruttando la gravity generata da Adams va ad appoggiarne due facili con un ottimo controllo del corpo.
Nell’azione successiva, SGA passa in mezzo a due difensori con una gran giocata e si lancia al ferro contro Whiteside: la sua wingspan pazzesca lo agevola parecchio nel rendere il tiro non stoppabile dal lungo, la palla parte infatti molto in alto e non è raggiungibile dal difensore. Contro Houston, in penetrazione con Gordon a difenderlo, si dimostra abile nel cambio di velocità e nel controllo perfetto di corpo e palla. Di conseguenza il difensore sbaglia i tempi della rubata, regalando l’area spalancata a Shai, che ringrazia e segna.
Nella quarta clip vediamo due marchi di fabbrica del giovane sophomore: prende l’avversario in controtempo sul cambio, bruciandolo in velocità, e conclude in reverse layup sfruttando le braccia infinite per proteggere il pallone. Braccia lunghissime che gli consentono di segnare anche contro difensori altrettanto lunghi come Gobert, che non riesce a fermare il tiro nonostante mezzi fisici notevolissimi.
Complessivamente si può dire che Alexander non ha il primo passo più veloce della lega, ma ha un gran motore ed è capacissimo di arrivare al ferro con il ball-handling e cambi di velocità in corsa a sbilanciare il difensore. Inoltre è molto intelligente nel’attaccare i closeout e i mistmatch. Nonostante questo, le sue percentuali in penetrazione non sono eccezionali. Deve imparare a concludere meglio, così come a forzare ed intestardirsi meno: il 43.3% sui drives è un dato basso se paragonato a quello di chi come lui attacca così di frequente il canestro. Anche il 59% al ferro è un dato abbastanza basso e da migliorare per entrare nell’èlite della lega.
Nelle sue penetrazioni SGA ha sempre come seconda opzione il floater dal palleggio, per cui però l’impressione personale è che il lavoro da fare sia ancora parecchio. Ha il tocco per concludere ma spesso lascia partire il tiro troppo vicino al difensore, finendo per sbagliare la misura della conclusione. Nel prossimo video vedremo qualche esempio.
Nella prima clip, con un rapido cambio di direzione Shai batte il difensore e può lanciarsi in area dove lo attende Towns, conscio delle sue abilità in penetrazione: il giocatore di OKC riconosce la situazione e lascia partire un floater preciso che va a segno. Situazione simile si ripropone contro i Pelicans, dove Hart è costretto a inseguire la point-guard e Okafor deve controllare anche Adams: il tiro a campana è la decisione giusta e va segno.
Nella terza clip, battuto il suo marcatore, il canadese cerca l’area ma lascia partire il tiro troppo vicino a Bryant: una buona difesa ed un errore nel tocco fanno uscire il tiro. Nell’ultima azione, battuto Bagley con un buon spin-move, il floater risulta ancora fuori misura, evidentemente anche per problemi di tocco.
In effetti SGA realizza in media uno su tre di questi tiri dal palleggio,mentre la percentuale in penetrazione cala al 28.6%. Il lavoro da fare è ancora molto, ma i miglioramenti in questo fondamentale sono la chiave per capire quanto lontano potrà arrivare la giovane stella dei Thunder. Inoltre, per quanto sia estremamente bravo nei reverse-layup, Shai deve migliorare nei layup derivanti dalle sue penetrazioni, convertiti con un insufficiente 38%.
Inoltre, è importante che nell’attaccare il ferro sia sempre più aggressivo per essere premiato dai fischi arbitrali, che gli concedono quasi 5 liberi a sera. Il numero deve necessariamente aumentare anche perché dalla lunetta Gilgeous-Alexander segna quasi con l’80%, anche se pare che nelle ultime partite i tiri liberi tentati siano aumentati. Dai soli 3 liberi tentati a novembre, nel mese in corso è passato a 6.9: questo e altri miglioramenti visti nell’arco di queste prime gare mi fanno presupporre che SGA sia un giocatore che assorbe molto velocemente le informazioni comunicate dal coaching staff. Guardando tutte le partite, è infatti apprezzabile vedere come alcune tendenze sbagliate vadano calando, mentre c’è un’insistenza nelle situazioni di gioco più produttive.
Ma andiamo ora ad apprezzare come il giocatore di Oklahoma riesce a guadagnarsi i fischi. Nella prima clip una penetrazione insistita forza O’Neale a commettere il fallo. Nell’azione contro i Kings Shai riesce a districarsi da una situazione complicata sfruttando un improbabile angolo di tiro, efficace però nel guadagnarsi il fallo speso da un rivedibile Bogdanovic. Nella terza e ultima azione, in situazione di transizione a fine quarto, Shai attacca il Bogdanovic di Utah e guadagna un eccellente fischio con poco più di un secondo sul cronometro.
Shai al tiro e alcune tendenze sbagliate
Shai Gillgeous-Alexander si prende quasi 4 triple a gara, convertite con un discreto 33.7%. In particolare, converte col 39.5% quelle in catch and shoot, mentre il dato cala a un 31.7% in pull-up. Le scelte di tiro dall’arco sono in genere buone: 2.6 triple sono wide-open, convertite col 37.1%, mentre le rimanenti sono perlopiù aperte, anche se le percentuali calano al 30.8% in quelle situazioni. Deve migliorare molto in questo fondamentale ed ha i mezzi per farlo, anche perché ai liberi è un tiratore intorno all’80%. In particolare, è proprio il pull-up jumper che presenta le maggiori difficoltà realizzative, tanto dalla media quanto dall’arco. Inoltre capita che Shai forzi tiri che non dovrebbe prendersi o che non prenda tiri che dovrebbe.
Se riuscirà a diventare un tiratore migliore si apriranno ancora di più gli spazi per la penetrazione e pian piano il giovane canadese potrebbe diventare un rebus per le difese avversarie. Ma vediamo qualche clip di buone scelte di tiro per apprezzare la meccanica e il riconoscimento di situazioni vantaggiose.
Nella prima azione il giocatore di OKC è lasciato libero per contenere la penetrazione: evitando l’area intasata può arrestarsi e tirare dalla lunetta, segnando due punti. Nella seconda clip la difesa sceglie di passare sotto il blocco, aprendo lo spazio per il tiro dall’arco che l’ex Kentucky fa partire con tutta calma e realizza. Sempre contro i Pelicans, apprezziamo il buon ball-handling che consente a SGA di crearsi separazione e realizzare dal midrange un tiro non contestato. Non manca la fiducia per prendersi un tiro pesante nell’azione contro Minnesota: siamo all’overtime, Alexander sfrutta un blocco di Adams per trovare una tripla open dal palleggio che porta a tre punti pesantissimi. Infine vediamo uno step-back dall’arco dopo una finta andare a segno, con un movimento non molto fluido: in questo fondamentale dall’arco realizza solo col 28.6%, mentre in generale la percentuale sale ad un comunque deludente 36.7%.
Se abbiamo detto che le scelte di tiro dall’arco sono in generale buone, e che quindi è auspicabile che le percentuali di conversione salgano, ciò non è vero per il resto delle conclusioni. Il 48% dei tiri è preso col difensore tra i 2 e i 4 piedi, il 9% a meno di due piedi, anche se sorprendentemente l’EFG% è migliore con marcatura che senza: presumibilmente ciò si spiega con l’attacco al ferro già descritto sopra, dove per forza di cose il difensore è più vicino.
Talvolta però le scelte sono proprio sbagliate concettualmente: Shai è un buon penetratore ma per poter aver spazio deve dimostrarsi pericoloso da fuori. È capitato in alcune gare, e lo vedremo nelle clip che seguono, che, con una buona opportunità dall’arco, Shai preferisca fintare per attaccare l’area e prendersi un tiro peggiore. Questa scelta è ancora più sbagliata ad inizio gara, perché se segnasse il tiro aperto condizionerebbe subito il gameplan difensivo, ottenendo più spazio per penetrare.
Nella prima clip siamo nel terzo quarto e Shai ha già segnato dall’arco: non deve stupire quindi il close-out di Mitchell, che il classe 1998 sfrutta a suo vantaggio, mandandolo fuori campo con una finta per schiacciare. Contro i Pelicans invece, ad inizio gara, SGA finta un tiro aperto per schiantarsi in area contro la difesa per un tiro più difficile. Questo genere di azioni, visto ripetutamente a novembre, accade sempre più di rado, indice del buon apprendimento del sophomore.
La difesa: le intercettazioni, le amnesie, la sofferenza al ferro
Con i mezzi fisici di cui è dotato Shai può marcare tre ruoli sul parquet, e non a caso gioca il 17% dei minuti da ‘3’. Le sue lunghe braccia gli consentono di essere una costante minaccia sulle linee di passaggio pigre degli avversari. Grazie a questi recuperi può partire in transizione, che è molto bravo a gestire, sapendo quando attaccare il ferro e quando affidarsi ai compagni.
I palloni recuperati sono però calati rispetto allo scorso anno (da 1.3 a 1.0), indice di una difesa meno aggressiva. Se questo sia dovuto alle istruzioni di Billy Donovan o se siano più semplicemente le responsabilità offensive a renderlo meno attivo non lo sappiamo. Va però considerato che, nonostante il calo nelle palle rubate, è aumentato il dato nei punti derivati da palle perse, da 1.6 a 3.3.
Per quel che riguarda le restanti componenti della difesa, Shai si è dimostrato insufficiente. Gli avversari tirano contro di lui col 50%, e col 37.6% dall’arco. Benché abbia i mezzi per difendere bene sul perimetro, come vedremo nella prossima sequenza di azioni, fino ad ora è risultato poco efficace. Dover marcare avversari più grossi di lui lo limita molto nella difesa in area, dove concede al ferro il 66%. Anche le stoppate sono calate dall’anno da rookie, così come STL% e BLK%. Paradossalmente il Defensive Rating è migliore di 3 punti, per Nba stats, ma è un valore alto, 108.6. Vediamo ora qualche sequenza difensiva del giovane Thunder.
Nella prima azione, si ritrova a dover difendere Hachimura in area: grazie ad un ottimo tempismo nel salto riesce a stoppare il rookie dei Wizards. Nella clip successiva lo vediamo accoppiato a Brandon Ingram, che lo attacca in post ma non riesce a concludere coi due punti. Il rimbalzo offensivo è però di New Orleans grazie ad un attivo Hayes. Successivamente vediamo ancora Shai impegnato contro Ingram, l’attaccante è però bravo a segnare.
La quarta clip è un esempio di buona comunicazione difensiva, che porta ad una rotazione e ad una stoppata coi tempi giusti. Contro i Kingsinvece vediamo l’esempio del gran difensore perimetrale che Alexander può diventare. Buon closeout su Bogdanovic, il salto sulla finta non lo sbilancia e gli consente di ottenere la stoppata. Infine una brutta amnesia, che spiega le rivedibili statistiche, per quanto poco attendibili siano per la difesa.
Come abbiamo detto, nonostante un calo nel numero di palle rubate, è aumentata la produzione di punti da palle perse e nella prossima sequenza di clip vedremo le abilità in transizione del sophomore, incominciando ad apprezzare anche il fondamentale del passaggio della giovane combo-guard.
Nella prima azione una buona rubata di Noel porta al contropiede OKC , con SGA che sul perimetro non esita a superare Harden per andare al ferro, dove Schroeder lo trova puntualmente. Contro i Kings intercetta un pigro passaggio e conclude con buon controllo del corpo contro Hield che cerca di rimediare ai danni. Su un pessimo passaggio di Ingles, poi, Alexander si trova contro il solo Mitchell e segna col fallo. Nell’ultima clip, in transizione, Shai corre verso il ferro attirando la difesa e poi opta per lo scarico su Nader nell’ala, che converte il tiro da tre punti.
I passaggi: lavori in corso
La dimensione come passatore di Gilgeous-Alexander è l’aspetto di gioco su cui ancora pecca per essere la point-guard del futuro. Shai ha un USG% del 24.1%, superiore a Paul e Gallinari, ma usa il pallone principalmente per buttarsi al ferro e la creazione per i compagni è, per ora, un’opzione secondaria. Va detto a suo favore che ha ridotto i turnover sui 100 possessi da 3.1 a 3, gestendo il pallone per più tempo. Tuttavia anche gli assist sono calati, e in particolare sui 100 possessi sono crollati da 5.9 a 4.2. Questo può essere dovuto a diversi motivi.
In primo luogo, SGA deve ancora trovare l’intesa per i giochi a due con Adams e Noel. Questo è stato quanto mai evidente nelle prime partite, dove i lunghi faticavano a controllare il pallone e dove i pick-and-roll erano eseguiti coi tempi sbagliati. Inoltre, il fatto di giocare con affianco sempre un’altra point-guard, a volte addirittura con due quando anche Schroeder è in quintetto, porta il classe 1998 concentrarsi maggiormente sullo scoring. Ed è proprio quest’ultima la chiave per capire il calo: Shai Gilgeous-Alexander deve essere il nuovo leader dei Thunder e per farlo cerca di essere il più aggressivo possibile, dimostrandosi il miglior scorer sul parquet. Questo ovviamente non va bene, anche perché la TS% del 52.9% è inefficiente ed è indice di un numero troppo elevato di forzature. Se da un lato è giusto non aver paura di prendersi i tiri anche in serate complicate, è anche importante coinvolgere i compagni e creare per loro. Tanto più resterà ai Thunder, tanto più Chris Paul potrà aiutarlo a lavorare su questo aspetto.
Vediamo ora alcune sequenze di buone letture.
Nella prima clip, Shai esegue un pick-and-roll con Steven Adams, utilizzando le sue lunghe braccia per trovare una linea di passaggio non banale. Contro Sacramento esegue un ottimo gioco a due col neozelandese per cui alza un alley-oop efficace. Come vedremo successivamente queste giocate vanno ancora affinate e sembra manchi un po’ di intesa, perché a volte i tempi non sono corretti. Nella terza azione, SGA esegue un pick-and-pop con Noel, lasciato libero per la poca pericolosità al tiro. Avviene così un raddoppio in area e il giovane Thunder è bravo a trovare il compagno libero dalla linea del tiro libero, da cui Nerlens è in grado di segnare.
Ecco poi contro i Pelicans un altro esempio di mancato tentativo dall’arco di Gilgeous-Alexander, questa volta nel quarto quarto e quindi corretto: la difesa lascia libero Nader che, trovato con un passaggio perfetto, segna dall’arco. Infine, un buon passaggio per Gallinari, lasciato libero su una pigra rotazione di Washington.
Tecnicamente, per quanto non si vedano le letture eccezionali dei suoi compagni al draft, pensando a Doncic e Young, SGA è capace di trovare l’uomo libero e, con il progredire dell’intesa, migliorerà anche sul pick-and-roll. Quel che è certo è che non sembra possedere le letture adatte ad un creatore primario di una contender, anche perché è un giocatore che pensa prima a segnare. Paradossalmente, proprio il miglioramento nel fondamentale dello scoring, e specialmente nell’attacco al ferro, aprirà linee di passaggio per i compagni. Per concludere propongo un paio di sequenze con tempi di passaggio sbagliati.
Nella prima clip, contro i Kings, Shai sbaglia i tempi di passaggio per Noel sul raddoppio di Bagley. Una miglior lettura sarebbe stata quella per Nader in angolo che, sorprendentemente, sta segnando dall’arco col 44%. Nella seconda azione l’alley-oop per Noel è una buona idea, ma il passaggio è irraggiungibile.
Conclusioni: gran potenziale, ma molto ancora da lavorare
Shai Gilgeous-Alexander è quindi principalmente un penetratore che però pecca nelle conclusioni al ferro. E’ un discreto passatore ma non ha le letture dei geni del ruolo. Ha tutto per essere un buon tiratore, anche se la shot selection non sempre è delle migliori. Inoltre ha un gran potenziale difensivo, ma deve cominciare a mostrarlo, principalmente con l’attitudine.
Per come aveva iniziato la stagione regolare, sembrava che i Thunder avessero trovato il prossimo All-star. Il sophomore, che aveva superato solo 6 volte quota 20 punti, ha iniziato la stagione con due career-high e ci ha messo solo 10 partite per superare 7 volte quota 20. Dopo un inizio sprint, Shai ha iniziato a calare le percentuali, sicuramente anche per un trattamento diverso della difesa, e in un paio di gare, tra cui l’ultima coi Bulls, è parso un po’ spaesato. Inevitabilmente non è pronto per caricarsi sulle spalle un team da playoff ma sarà proprio lottando in ogni partita che imparerà davvero come si guida una squadra.
L’offensive rating di 102 è eccessivamente basso, come il -1.8 di OBPM. Per il resto, i miglioramenti in penetrazione, nel floater e al tiro in generale saranno la chiave per renderlo più pericoloso anche come passatore. In difesa manca l’applicazione più che i mezzi, ma sicuramente Billy Donovan, coach specialista della difesa, saprà lavorare bene col talento ex-Kentucky.
Con Chris Paul che sembra resterà ai Thunder per tutta la stagione, se non fino a fine contratto, SGA avrà meno pressioni: potrà così crescere con calma e con un ottimo mentore insieme agli altri giovani di OKC. L’importante però sarà non perdere mai fiducia e giocare col fuoco dentro ogni sera, sfruttando ogni partita per imparare qualcosa. Gilgeous-Alexander è già un buon giocatore ma deve fare lo step successivo per diventare un campione. L’ambiente è quello giusto e Shai ha dimostrato di poter essere parte del futuro che i Thunder sognano; è però importante che continui ad esserne sempre più il presente, perché, se la ricostruzione sarà lunga, proprio il canadese dovrà essere il riferimento per i prossimi rookie. Avere un nuovo leader entro i prossimi due anni sarà fondamentale per ripartire all’inseguimento dell Larry O’Brien trophy.