Quello degli eSports è un settore in continua crescita e sviluppo, che muove circa 900 milioni di dollari ogni anno e che aumenta esponenzialmente gli introiti di mese in mese grazie ad investimenti sempre più importanti nel settore: secondo Goldman Sachs, nel 2021 si arriverà a sfiorare i 2.3 miliardi, con una stima di 276 milioni spettatori annui: numeri vicini a quelli della NFL, tanto per intenderci.
Dal 2010 in poi molte franchigie hanno cominciato ad investire sul settore, arrivando alla creazione di una lega affiliata alla NBA stessa. Questa lega conta 21 eTeams direttamente collegati alle franchigie che si sfidano al celebre videogioco NBA 2K.
L’organizzazione della 2K League
La 2K League è partita nel 2018 con 17 squadre ai nastri di partenza. La stagione ha visto trionfare i Knicks Gaming ed ha ottenuto un discreto successo a livello di pubblico su Twitch, con circa diecimila spettatori medi per partita. Le partite si svolgono nella modalità Pro-Am e durano 24 minuti, con quarti da 6 minuti ed eventuale supplementare. Lo starting five non ha limitazioni nelle sostituzioni ed è prevista una fase di Regular Season e una di Postseason. Ai playoff accedono 8 squadre (quattro per Conference), e le serie sono al meglio delle cinque partite.
Per non avere vantaggi e rendere il tutto un gioco esclusivamente di abilità, i giocatori non possono usare il proprio profilo, ma usano degli archetipi di giocatore predefiniti per ogni ruolo. Per completezza e se siete appassionati del gioco, vi riportiamo i vari archetipi che i gamer possono utilizzare:
- Point guard: Shot-Creating Slasher, Shot-Creating Sharpshooter, Slashing Playmaker, Sharpshooting Playmaker or Playmaking Shot Creator.
- Shooting guard: Playmaking Slasher, Sharpshooting Defender, Slashing Shot Creator, Sharpshooting Shot Creator or Pure Sharpshooter.
- Small forward: Shot-Creating Slasher, Sharpshooting Shot Creator, Pure Sharpshooter, Slashing Defender or Sharpshooting Slasher.
- Power forward: Slashing Rim Protector, Rebounding Athletic Finisher, Slashing Post Scorer, Two-Way Rebounder or Sharpshooting Rim Protector.
- Center: Post-Scoring Athletic Finisher, Slashing Rebounder, Pure Rim Protector, Slashing Stretch Five or Rebounding Post Scorer.
Nella stagione successiva le squadre sono passate da 17 a 21: grazie ad un Expansion Draft sono stati, infatti, coinvolti gli Hawks Talon GC, i Lakers, i T-Wolves Gaming e i Nets Gc. A seguito dell’espansione è salita anche la popolarità della lega, che ha portato gli spettatori medi da diecimila a ventitremila; inoltre, è stata aggiunta una tappa dal vivo anche in Europa, come succede per i London Games della NBA.
La stagione ha visto trionfare i T-Wolves Gaming in una finale visibile in diretta Twitch con 130mila spettatori collegati:

Dalla stagione 2020-2021 le squadre diventeranno 23 con l’inserimento degli Hornets Gaming e di un team con sede a Shangai in Cina, non direttamente collegato a nessuna squadra che milita in NBA
Questo fa notare quanto l’inclusione del mercato asiatico sia di vitale importanza per l’evoluzione e lo sviluppo della lega di NBA 2K: il numero di giocatori di 2k in Cina è maggiore di quello negli USA ed Europa sommati per termini giocatori.
I giocatori
Per avere diritto a entrare in qualità di giocatore si tiene una Draft Combine in cui gli scout possono selezionare e studiare i talenti, in quella che è una routine del tutto simile alle fasi pre Draft della NBA. L’unico requisito richiesto era quello di avere almeno 18 anni e avere un numero di vittorie su PS4 o Xbox One più alto rispetto alla media globale dei giocatori.
Una volta all’interno della lega e dopo la firma sull’apposito contratto, i giocatori sono scambiabili in cambio di scelte, cash considerations o altri giocatori. La NBA fornisce ai gamer di ogni franchigia un contratto garantito semestrale da almeno 32.000 dollari e ogni genere di benefit lungo tutta la vita contrattuale.
I giocatori, infatti, hanno garantito il costo del trasloco dalla loro attuale dimora alla loro nuova gaming house (o un affitto se la franchigia di appartenenza non ne avesse una di proprietà), l’assicurazione medica, i costi di vitto e perfino un piano pensionistico per il loro post-carriera. Il contratto, però, non è l’unica fonte di guadagno per i giocatori, che ottengono pure una percentuale del premio finale riservato al vincitore che nella scorsa stagione ha toccato il milione di dollari, oltre alla libertà di firmare contratti di sponsorizzazione.
Non solo 2K: le varie opportunità
Gli investimenti, però, non sono solo concentrati sul mondo dei videogiochi inerenti alla pallacanestro; nel tempo alcuni tra proprietari di franchigia, giocatori ed ex giocatori hanno fiutato nel gaming una opportunità di investimento ed hanno partecipato al finanziamento di Multigaming.
Tra i pionieri dell’investimento nel campo degli eSports abbiamo, infatti, molti nomi noti a noi appassionati di basket. Il primo a credere nello sviluppo fu Stephen Kaplan, proprietario di minoranza dei Memphis Grizzlies che nel 2016 fondò il venture capital degli Immortals e che portò un team di League of Legends nella lega nazionale, seguito qualche mese dopo dai proprietari dei Sacramento Kings che acquistarono il team NRG sempre sullo stesso videogioco.
Sempre nel 2016, l’owner dei Milwaukee Bucks Wes Edens ha acquistato i Cloud9 per 2,5 milioni di dollari. L’ultimo proprietario di una franchigia NBA a entrare in questo mondo è stato Micky Arison dei Miami Heat, che è proprietario della multigaming Misfits, con sede in Europa.
Ma non solo grandi investitori e proprietari, anche molti giocatori sono appassionati di videogiochi e hanno deciso di puntare su questa nuova realtà. Steph Curry e Andre Iguodala sono azionisti di TSM, una delle multigaming più note nel panorama americano, che è presente nella scena con giochi come League Of Legends e Fortnite. I due hanno messo sul piatto nel luglio del 2018 la bellezza di 37 milioni di dollari.
Anche l’ex compagno dei due Kevin Durant sembra credere fermamente nel settore. KD fa parte di “Vision eSports“, un fondo d’investimenti che come fondatore ha il tre volte campione NBA Rick Fox; Vision presenta sul campo un solo team, gli Echo Fox, che partecipa al campionato LCS nel videogioco League of Legends.
Anche la leggenda del basket Michael Jordan ha deciso di investire nel gaming competitivo: nel mese di ottobre 2018 insieme all’owner dei Washington Wizards e a Magic Johnson ha deciso di mettere 26 milioni di dollari a disposizione di Axiomatic Gaming, a sua volta proprietaria del “Team Liquid” una delle realtà più consolidate del panorama a stelle e strisce, che conta risultati di rilievo in tutti i videogiochi più giocati al mondo.
In controtendenza rispetto a questo trend, Mark Cuban ha dichiarato di non essere convinto che l’investimento negli eSports possa avere un ritorno economico, definendo tutto il settore come “awful business” dopo essere stato vicino all’acquisto di vari team appartenenti alla Owerwatch League.
La NBA e chi ne fa parte, siano essi giocatori o addetti ai lavori, riconoscono bene le opportunità di investimento. E se così tanti hanno deciso di puntare sul gaming, significa che non si parla più solo di una novità, ma di una realtà con margini di crescita esponenziali. L’enorme upside ipotetico è quello di fare colpo su mercati come quello asiatico, in cui gli eSports sono seguiti tanto quanto gli sport tradizionali. In futuro, quindi, possiamo aspettarci una presenza sempre più massiccia dei nostri beniamini come investitori.
Ormai è evidente. Il business che fa girare la NBA non è più solo interessato a chi ha in mano un pallone da gioco, ma anche a chi in mano ha un joypad.