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Quattro ipotesi di trade per Kevin Love

Gioele Ortenzi by Gioele Ortenzi
18 Gennaio, 2020
Reading Time: 6 mins read
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Kevin
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Intorno alle 19 italiane di venerdì 6 dicembre Joe Vardon, firma di The Athletic, pubblica un articolo che sa tanto di bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Nel suo pezzo si parla di come diversi membri del roster non apprezzino il modo di allenare del nuovo coach John Beilein, un coach con alle spalle una intera carriera da allenatore collegiale (ha passato gli ultimi 12 anni con i Michigan Wolverines). Le principali accuse che gli vengono mosse sono relative al suo approccio con i giocatori. Il pensiero che serpeggia è che Beilein non sia adatto per la NBA, bensì più adeguato alla NCAA: non a caso, sempre secondo le voci raccolte da Vardon, diversi giocatori -tra cui Kevin Love- preferiscono confrontarsi con J.B. Bickerstaff (assistant e associate head coach, ex Houston e Memphis, anch’esso intervistato in estate dalla dirigenza per il ruolo di HC, prima di virare su Beilein stesso)

“I nostri assistenti sono decisamente più preparati per l’NBA”

e anche la terminologia utilizzata per chiamare alcuni schemi dal capo allenatore, sembra essere finita nell’occhio del ciclone:

“Ad esempio, tutti gli schermi e i tagli della squadra prendono il nome dagli animali selvatici. Un curl cut è un “orso polare” nel sistema di Beilein. Non puoi fare delle cose del genere con i professionisti”

Le lamentele includono anche la pignoleria con la quale Beilein pone il focus sui fondamentali di gioco, le eccessive film session ed, in generale, una mancata conoscenza delle dinamiche delle gare NBA e degli avversari affrontati.

Se in un primo momento è ragionevole pensare che la “rivolta interna” sia capeggiata dai veterani (i vari report parlano di tre giocatori anonimi), ormai non più dei semplici teenager, Vardon ci tiene a specificare che non è proprio così. Infatti, anche i più giovani non sembrano essere del tutto convinti dall’approccio dell’ex Wolverines, i quali si aspettavano ormai un trattamento diverso, non essendo più dei dilettanti.

Lo stesso HC, incalzato sulla questione nel pre-partita della gara persa in casa contro gli Orlando Magic (93-87), ha assicurato di sentire dalla sua la squadra e di “avere la loro attenzione” durante gli allenamenti, specificando però, su come non possa essere uguale il modo di allenare ragazzi di 19 anni (Garland e KPJ?) rispetto a giocatori con più anni sulle spalle (nello specifico dice “31-years-olds”, non a caso l’età di Kevin Love). “È frustrante sapere che alcuni suoi giocatori non siano in piena sintonia con i suoi modi?”

“Capisco tutto ciò, ma il nostro lavoro è trovare il modo migliore per continuare a perfezionare questo team così da continuare a crescere e porre le basi per il futuro”

Sulla questione è intervenuto anche Tristan Thompson (oltre Henson e Larry Nance Jr), uno dei protagonisti della cavalcata al titolo del 2016, capitano e leader indiscusso dello spogliatoio, pronto a difendere a spada tratta il nuovo coach schierandosi dalla sua senza mezzi termini:

 “Se sei intenzionato a costruire una cultura ed una famiglia, non puoi far in modo che questo sparlare di m**** continui. Questa m**** mi infastidisce. Tutti devono guardarsi allo specchio. Ci sono cose che deve fare l’allenatore e cose che dobbiamo fare noi. Abbiamo il miglior roster della NBA? No. Ma andremo là fuori ogni sera e competeremo. Spero comunque che siano tutte stronz*** e che qualcuno abbia voluto dare la colpa ad uno dei miei ragazzi.”

Come se non bastasse, da lì a poche ore, Adrian Wojnarowski, insider e prima firma di ESPN, ha annunciato che i Cavs si son resi disponibili ad imbastire uno scambio per Kevin Love, pezzo pregiato di questo roster post-LeBron 2.0.

I Cavs, come era facile immaginare, sembrano chiedere in cambio young assets e scelte future. Sempre secondo Woj, Love potrebbe essere un target intrigante per diversi team che sono alla ricerca del pezzo mancante per dare l’assalto al titolo in questa stagione. Love, che ha uno skillset difficilmente riscontrabile negli altri lunghi presenti nella lega, ha un contratto per altri 3 anni da oltre 90 milioni totali.

Per Alex Kennedy di HoopsHype, tra le squadre interessate al numero 0 dei Cavaliers, potrebbero esserci i Boston Celtics, i Denver Nuggets ed i Portland Trail Blazers, tutte franchigie che hanno mostrato interesse in passato per l’ala grande. Al momento, viste anche le prestazioni che stanno offrendo i giocatori già a roster, ci rimane difficile pensare che i Denver Nuggets possano realmente provare un affondo per Love, ci sentiamo quindi di poterli escludere dalle pretendenti.

Nella nostra redazione ci siamo sbizzarriti ed abbiamo provato ad immaginare e simulare alcuni possibili scenari di trade, grazie al miglior amico di ogni appassionato Nba in questo campo: ESPN Trade Machine.

BOSTON

Love – Hayward + Langford + 2nd ’20 Boston (via Atlanta)

Love sarebbe una buona aggiunta per i Celtics. In un Est che non ha padroni, Boston potrebbe dare la zampata decisiva ed imporsi come contender per gli anni a venire. In un sistema che vede nel trio Walker, Tatum e Brown come cuore pulsante del sistema di Stevens, Love saprebbe calarsi senza grossi problemi.

Anche qui i dubbi son principalmente difensivi (il fit Kemba-Kevin darebbe diversi grattacapi ai coach dei verdi) ma negli anni Stevens ed il suo staff ha dimostrato di saper mascherare bene le pecche dei propri giocatori. In Ohio arriverebbe Hayward (che già in passato è stato vicino a vestire la casacca wine n gold; 2014 ndr), un talento intrigante come Langford tutto da sviluppare ed una pick al secondo giro (sperando in un esito diverso per entrambe le franchigie rispetto all’ultimo affare Irving-Thomas).

MIAMI

Love – J.Johnson + Waiters + 1st ’20 Miami (se 15-30) + 1st ’22 Miami (se 1-14)

Miami in questa prima parte di stagione sta facendo vedere belle cose. Sappiamo che a Riley, la parola rebuilding è stata sempre molto indigesta. Dopo diversi anni nei quali a Miami si annaspava nella parte medio bassa della classifica, sembrano esserci nuove aspettative e speranze per la stagione in corso. Nonostante il bel gioco corale che coach Spoelstra ha cucito per i suoi ragazzi, manca ancora qualcosa per dare l’assalto al vertice della East Conference. Anche in Florida, Love, sarebbe un fit ideale, garantendo delle spaziature fondamentali per Butler e soci. Se a livello di match dei salari il problema è facilmente risolvibile, più complicata sarebbe la faccenda per le pick da inserire (posto che difficilmente a Miami son disponibili a dare il rookie Herro).

PHOENIX

Love – T. Johnson + Kaminsky + Bridges + 1st ’20 Phoenix top 10 protected

Senza ombra di dubbio, i Suns di coach Monty Williams, sono la sorpresa di questo primo quarto di stagione. Hanno un core talentuoso e giovane, che gli può garantire già da questa stagione l’assalto ad uno spot per i play off. Perché non aggiungere quindi un veterano come Love che può portare sin da subito esperienza, ad un prezzo oggettivamente basso? Kevin sarebbe un evidente upgrade rispetto alla coppia Saric – Kaminsky.

PORTLAND

Love + McKinnie – Whiteside + Little + 1st ’20 protected top 14 + 2nd ’22

Negli ultimi anni Portland e Cleveland si son sedute spesso al tavolo delle trattative in sede di mercato, non è quindi difficile pensare che, se ve ne fosse la possibilità, un punto di incontro si potrebbe trovare. I Cavs otterrebbero un giocatore con la stessa timeline di Sexton, Garland, KPJ e Windler, in un ruolo al momento scoperto, un paio di pick e libererebbero cap per le stagioni successive. In cambio, Portland accumulerebbe talento intorno a Lillard e CJ (e Melo ad esser romantici) nell’attesa che tornino a roster Nurkic e Collins, per provare a scalare le posizioni in quell’inferno che è l’Ovest odierno.

Tags: Boston CelticsDenver NuggetsKevin LoveMiami Heat
Gioele Ortenzi

Gioele Ortenzi

26 anni. Attratto dagli underdog e da chi è capace ma non si applica. Presto spiegata la venerazione per JR. Fan n.1 sul suolo italico di Kevin Porter Jr

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