La notizia delle ultime settimane è, senza dubbio, il ritorno in NBA di Carmelo Anthony. La firma coi Portland Trail Blazers ha del clamoroso: una franchigia in difficoltà in questo avvio di Regular Season che ingaggia un giocatore che, non solo è in difficoltà da qualche anno, ma addirittura non è riuscito a trovare una squadra che avesse ancora fiducia in lui.
Cosa è andato storto nella carriera di Carmelo Anthony pare essere noto a tutti. Si sta parlando di un giocatore che non ha mai avuto problemi a mettere punti a referto (24 punti di media a partita in carriera: 19esimo marcatore all-time). Una dote realizzativa incredibile, compensata da una spiccata tendenza all’isolamento e una troppo frequente allergia alla difesa: carenze che gli sono costate l’etichetta di giocatore poco propenso all’interesse della squadra e più interessato al suo personale pedigree da marcatore.
Cosa sia invece andato storto nell’inizio di stagione dei Blazers è invece meno chiaro. Una squadra sì parzialmente rivoluzionata, ma che sembrava aver sostituito al meglio i partenti.
Il record negativo non evidenzia sufficientemente le grandi difficoltà di Portland di questo inizio di stagione “Pre-Melo”. Un 5-9 che non era poi così disastroso, ma che era diventato quasi preoccupante considerando le evitabilissime sconfitte contro Sacramento e una Golden State decimata dagli infortuni. Oltre a ciò, dobbiamo considerare il difficile ambientamento che sta avendo Bazemore e l’impatto di Whiteside che, guardando superficialmente i numeri potrebbe sembrare buono, ma nella realtà lo è meno. Infatti, discorso stoppate a parte, difensivamente sta avendo più di qualche difficoltà.
Il problema principale riscontrato da Coach Stotts nelle prime 14 partite è stato sicuramente la difesa. 19esimi in NBA per Defensive Rating (110 punti concessi per 100 possessi) e 28esimi per rimbalzi concessi, risultato della scarsa aggressività sui due lati del campo. È qui quindi che vengono sollevate le prime perplessità sulla firma di un giocatore come Melo, non esattamente il giocatore che cambia le partite per impatto difensivo.
Com’è stato quindi il reale impatto di Carmelo Anthony su questi Blazers?
Non abbiamo abbastanza dati per dire realmente se Melo potrà cambiare realmente l’andamento di questa stagione. Quello che possiamo dire è che sicuramente c’era un problema difensivo in questi Blazers, ma è altrettanto vero che c’era bisogno di un realizzatore, viste e considerate le evidenti problematiche in attacco. In questo senso l’acquisto di Melo pare essere più in linea con le esigenze del Team.
Il 3-4 che Portland ha collezionato dal suo arrivo non ci dà la possibilità di sbilanciarci, ma c’è comunque qualcosa di interessante che possiamo notare osservando i dati. In queste prime 7 partite (inizialmente tre sconfitte in fila, seguite da tre convincenti vittorie ed una sconfitta finale) l’andamento di Carmelo è andato esattamente di pari passo con quello della squadra, ossia in crescendo.
La prima partita contro New Orleans non è andata nel migliore dei modi: sconfitta di 11 punti, -20 di Plus-Minus per Melo: un orrendo 4/14 dal campo, condito da 5 palle perse e un primo possesso difensivo della sua esperienza in maglia Blazers che definire preoccupante sarebbe benevolo.
Con la seconda partita e con la terza partita -rispettivamente contro Millwakee e Cleveland- sono arrivate due sconfitte di misura con discrete percentuali al tiro. Successivamente sono arrivate due splendide prestazioni del numero 00: 25 punti col 50% dal campo (+19 Plus/Minus) nella vittoria di 23 punti con Chicago e 19 punti con 9/11 dal campo (+ 27 Plus/Minus) contro Okc in una partita vinta di 17 punti da Lillard e compagni.
Due ottime partite che gli sono valse, anche se ingiustamente, il premio di giocatore della settimana. Premio, quest’ultimo, che non ha portato troppa fortuna, vista la rovinosa sconfitta di Portland con dei Clippers obiettivamente fuori portata e un Melo che decisamente non ha brillato (2/9 al tiro in poco meno di 30 minuti).
Se il buon rendimento dell’ ultima settimana si tratti di una coincidenza o meno o se la stagione proseguirà nella direzione dell’ultima partita, solo il tempo potrà dircelo; quello che però è sicuro è che Carmelo è tornato per giocare davvero, non per battere qualche record personale.
In che modo Anthony si è integrato nel sistema offensivo di Portland?
Nelle prime 14 partite non solo la difesa non aveva funzionato. Infatti dal terzo Offensive Rating della lega dello scorso anno (114.7), Portland era passata al 13esimo posto con un dato di 108 (appena sotto i Detroit Pistons).
Un realizzatore come Carmelo, bene o male, fa sempre comodo, e quale occasione migliore se non l’infortunio di Collins per accaparrarselo?
Lillard e CJ McCollum avevano già provato a convincere Anthony a venire ai Blazers nel 2017 senza riuscirci, e ora hanno il loro realizzatore. Rimane l’enigma di come mettere in condizione di segnare uno dei più grandi solisti degli ultimi anni, in una delle squadre con la percentuale di isolamenti più alta della lega. Fare canestro per Carmelo non è mai stato un problema, e queste prime 7 partite dove ha giocato nello spot di PF lo dimostrano.
La tendenza di Anthony all’isolamento non è sparita, anzi. In questo inizio di stagione il 15,6% dei suoi possessi finiscono con un isolamento, secondo della squadra dietro a Lillard e poco sopra a CJ, ma con una discreta efficienza di 0.95 punti per possesso (65esimo percentile).
Se analizziamo la sua sinergia con le altre due punte di diamante della squadra ci rendiamo conto che l’uno può essere funzionale agli altri. Soprattutto con Melo da bloccante, la pericolosità al tiro di Lillard e McCollum può creare un vantaggio di spazio per Carmelo. Come in questo caso, lasciando perdere la rivedibile difesa di New Orleans:
Chiaramente si può fare lo stesso discorso a parti inverse, con Anthony che sfrutta il blocco di un compagno: in questo caso possiamo notare un pick and roll atipico con Lillard da bloccante. Sul cambio difensivo la stazza di Melo gli permette di sovrastare fisicamente Ferguson (sempre chiudendo un occhio sull’intensità difensiva da RS):
Cosa sta funzionando e cosa non sta funzionando?
La cosa che balza subito all’occhio guardando le prime sei partite è il crescente rendimento dal punto di vista realizzativo (escludiamo dall’analisi l’ultimo match della scorsa notte, dove tutta la squadra non ha convinto). Dal 26% della prima partita all’82% circa della partita contro Okc. Quello che, invece, lascia un po’ perplessi è il modo in cui questi sono arrivati. Infatti, nonostante l’alta percentuale al tiro, nessun canestro della partita vinta contro OKC è stato assistito: tutti i canestri sono arrivati da isolamento in Post-Up, o comunque da iniziativa personale.
Nelle quattro partite precedenti quasi il 70% dei canestri di Melo veniva da assist, con una percentuale al tiro del 39%. La vera incognita sarà capire fino a che punto le percentuali gli daranno ragione. Certo è che i tiri in isolamento fan parte del suo gioco, ma sperare che possa tirare tutte le partite 9/11 da Iso in Post-Up potrebbe essere abbastanza utopico.
Il vero problema che sta avendo Anthony fino ad ora è, però, il tiro da 3 punti. Il 37% è tutto sommato un buon dato, ma quello che davvero preoccupa è il rendimento altalenante in questo particolare aspetto del gioco. Lo 0/8 della partita contro Cleveland è in questo senso emblematico. In un gioco, come quello di Portland, pieno di isolamenti, i tiri da 3 sugli scarichi saranno fondamentali e, probabilmente, la vera chiave del suo inserimento.
Conclusioni
Il premio di giocatore della settimana è stato sicuramente inaspettato. Era dal 2014 che Melo non vinceva questo riconoscimento e, anche se probabilmente è stato fin troppo generoso considerate le prestazioni monstre di Harden e Doncic, fino ad ora l’impatto di Carmelo può essere considerato tutto sommato positivo.
Se l’arrivo di Carmelo porterà o meno i Blazers ai Play-Off rimane una delle domande calde a cui purtroppo nessuno può dare risposta. Più che la firma di Anthony, potrebbe essere il rientro di Nurkic ad essere decisivo, o comunque il combinato disposto delle due cose.
Play-Off o meno, Carmelo Anthony è tornato in NBA ed è tornato con la voglia giusta e le solite mani morbide. La lotta per raggiungere i playoff sarà lunga e tortuosa ma siamo fiduciosi che Melo possa dare il suo contributo. Ai posteri l’ardua sentenza.