È il 6 luglio 2019, sono circa le 18 e il mondo del basket è col fiato sospeso. Kawhi Leonard, fresco MVP delle Finals, ha deciso di firmare un ricco contratto con i Los Angeles Clippers, abbandonando dopo appena una stagione i Toronto Raptors. Un macigno per la franchigia canadese, che ha tentato fino all’ultimo di trattenere il campione che gli ha permesso di vincere il suo primo Larry O’Brien Trophy. Il President of Basketball Operations Masai Ujiri corre subito ai ripari, pescando dal mercato dei free agent alcuni gregari, ma soprattutto bloccando con un rinnovo al massimo salariale una delle rivelazioni dell’ultima stagione, Pascal Siakam.
Il lungo camerunese ha sbalordito tutti gli addetti ai lavori con i progressi registrati nel giro di un anno. Già durante l’annata da rookie, Siakam aveva avuto l’opportunità di partire in quintetto. L’esperimento non era andato a buon fine, tant’è che i Raptors lo avevano rispedito immediatamente in G League a farsi le ossa con i Raptors 905. Una manna dal cielo: Siakam aveva trascinato la sua squadra fino alle finali, vincendo addirittura il premio di MVP. Il potenziale stava germogliando.
La vera svolta, però, è stata la promozione di Nick Nurse a head coach. Dwane Casey aveva sempre avuto un rapporto problematico coi giovani, mentre l’arrivo di Nurse ha aiutato il giovane Siakam a crescere, non solo a livello professionale ma anche sul piano umano. Siakam ha perso il padre, Tchamo Siakam, nel 2014 in un incidente stradale: per Pascal la scomparsa del padre è stata una motivazione extra per poi sfondare nella pallacanestro.
L’ala del cambiamento
Scelto con la ventisettesima scelta assoluta nel 2016, Siakam è stato a lungo un oggetto misterioso per i tifosi canadesi. Una grande scommessa per Ujiri, che lo aveva notato durante uno dei suoi viaggi estivi in Africa (ai tempi veniva paragonato a Luc Mbah a Moute). Per Toronto era fondamentale trovare un’ala che fosse forte non soltanto di nome, ma anche di fatto. A partire dal 2010, ovvero dal trasferimento di Chris Bosh a Miami, i Raptors hanno faticato parecchio a trovare una power forward titolare. Amir Johnson si è rivelato una valida alternativa per diverso tempo, fino a quando, seguendo l’evoluzione globale del gioco, ha cominciato a giocare più minuti da 5 che da 4. L’approdo di Siakam è stato una benedizione per Ujiri, viste le evidenti mancanze nel reparto dei lunghi.
Nel suo primo anno in Canada Siakam è partito ben 38 volte da titolare, complice l’infortunio di Jared Sullinger, perdendo però la fiducia di Dwane Casey, che a partire da gennaio 2017 inizia a relegarlo in panchina. È un rapporto difficile quello tra Casey e Siakam e, nonostante la fantastica post-season in G-League, la situazione non cambia più di tanto. Durante la stagione 2017/18, infatti, Siakam diventa un elemento fondamentale della panchina della sua squadra, avendo perso il posto da titolare dopo l’acquisizione di Serge Ibaka. Migliorano le percentuali dal campo, ma non c’è – per il momento – nessun exploit.
Una delle principali qualità di Siakam è il ball-handling, soprattutto la capacità di correre con la palla con la stessa velocità di un esterno:
Dopo il licenziamento di Casey, nella testa di Masai Ujiri comincia a circolare l’idea di un reset. DeMar DeRozan viene spedito a San Antonio, mentre Kawhi Leonard si sposta a nord: si tratta del movimento di mercato più chiacchierato dell’estate 2018. I cambiamenti però non sono solo nei nomi: la promozione di Nick Nurse comporta una profonda trasformazione tattica dei Raptors. La difesa assume una nuova importanza, aumentano le palle rubate e di conseguenza i punti in contropiede, e per Siakam non potrebbe andare meglio di così.
Qui di seguito l’azione delle azioni. La signature move di Siakam: palla rubata e corsa forsennata in attacco. Il risultato? Ovviamente schiacciata e due punti.
La nascita di una superstar
Siakam è il go-to-guy dei Toronto Raptors in questo momento. Insieme a Kyle Lowry forma una delle coppie più interessanti della Eastern Conference. Nessuno si sarebbe mai aspettato che il #43 prendesse il controllo in questo modo, eppure i tifosi canadesi non stanno – o perlomeno, non ancora – rimpiangendo Kawhi Leonard.

Pascal è un giocatore che sa fare più o meno tutto. In attacco sa essere abbastanza pericoloso, specie in post. È più veloce della maggior parte dei suoi pari ruolo, e la sua importante wingspan di quasi due metri e mezzo gli permette di tirare tranquillamente in faccia ad altri lunghi. In difesa è reattivo, e malgrado una stazza tutt’altro che spaventosa (“appena” 206cm di altezza) sa sfruttare bene le sue lunghe leve per stoppare più palloni possibili. L’aspetto più intrigante del gioco di Siakam è la propensione offensiva, aspetto che era pressoché inesistente fino a poco tempo fa. Come già detto sopra, possiede anche un ottimo ball-handling: la scorsa stagione Siakam ha finalizzato 65 possessi da pick and roll, segnando 1.12 punti per ogni possesso, addirittura meglio di Leonard.
È stato proprio Leonard a stimolarlo in questo suo continuo miglioramento:
Ho imparato tantissimo da Leonard. Una delle sue migliori qualità è che non si agita mai in campo, è sempre calmo e lucido nelle decisioni che prende. Ho provato ad imitarlo in questo aspetto: se sbaglio qualche tiro resto fiducioso, e i prossimi entreranno.
Siakam su Leonard
Il tiro da tre è sempre stato croce e delizia. Sono lontani i tempi in cui tirava col 14% dall’arco, tuttavia manca ancora una costanza offensiva capace di fare la differenza. L’anno scorso, dopo aver realizzato 32 punti in Gara 1 delle NBA Finals, Siakam non ha più segnato una tripla per tre partite di fila. Lo spacing dei Raptors con il #43 in campo è al sicuro: Toronto è passata da 24 tiri da 3 punti a partita tentati nella stagione 2016-17 ai 35.8 di quest’anno, sempre aumentando di anno in anno. Siakam ha raggiunto nuove vette nella passata stagione: ha tirato con il 41.6% dagli angoli e con il 37% da oltre l’arco. Tuttavia, la percentuale da tre punti è scesa al 27,9% durante i playoff, dal momento che le difese avversarie hanno negato qualsiasi opportunità dall’angolo, costringendo il venticinquenne camerunese a tirare da altre posizioni, meno gettonate per lui.
In questo inizio di stagione, però, il camerunese sta dimostrando di poter punire le difese da oltre l’arco: sta tirando con il 35.6% – percentuale leggermente inferiore rispetto a quella dell’anno scorso – ma su oltre 6 tentativi a serata (non ne aveva mai tentate più di tre di media in carriera). Di questi sei tentativi a partita da oltre l’arco, ben due sono dal palleggio e Siakam li sta convertendo con il 39.3%. Giusto per farvi capire la portata del miglioramento, l’anno scorso aveva tentato in totale solo otto triple dal palleggio in tutta la regular season.
Nella prossima clip Labissière fa la pessima scelta di passare dietro il blocco portato da VanVleet, e Siakam non perdona.
Così come avvenuto per i suoi tiri dalla distanza, anche per i possessi giocati in post abbiamo avuto un raddoppio in termini di volumi: quest’anno ne sta giocando 4.1 a partita (0.98 punti per possesso), contro gli 1.9 dell’ anno scorso. Le difese hanno talmente paura della sua famosa spin move che a volte sono costrette a raddoppiarlo o addirittura triplicarlo.
Mai e poi mai avremmo pensato pensato di vedere Siakam mettere un fade-away alla Nowitzki, e invece eccolo qui utilizzare la stessa movenza del tedesco.
In un articolo scritto per The Athletic, John Hollinger lo addirittura candidato per il premio di MIP, ancora una volta. L’inventore del PER non ha tutti i torti: dalla tabella potete notare come i differenziali nelle principali voci statistiche dall’anno scorso a quest’anno siano simili a quelli che lo hanno portato alla vittoria del premio l’anno scorso. Sarebbe l’unico caso nella storia della NBA.

Ci sono ancora margini di miglioramento?
La risposta è sì, certo che sì.
Siakam è semplicemente inarrestabile in contropiede. Corre, passa, tira e la palla finisce sempre dentro il canestro in un modo o in un altro. Quello che gli manca, però, è un po’ di fantasia quando gioca il pick and roll, perché ormai gli avversari si stanno abituando al suo tiro dalla media (che non entra con buone percentuali). Dovrebbe affinare il suo jumper e costringere la difesa a marcarlo più stretto. In ogni caso, deve esserci un miglioramento significativo, perché non è affatto realistico e non risponde alle esigenze dei tempi costruire un attacco efficiente attorno al tiro più inefficiente del basket.
Il #43 dovrebbe infine concentrarsi sul miglioramento del proprio corpo, magari attraverso un aumento della massa muscolare. La velocità e la fluidità del lungo africano costituiscono i pilastri fondamentali del suo gioco e questi elementi dovrebbero essere preservati in primo luogo. Ma, se possibile, mettere su un po’ di massa muscolare aiuterà Siakam a far fronte all’invecchiamento del suo corpo e allo stesso tempo gli permetterà potenzialmente di giocare più fisicamente e di perfezionare la sua già cristallina abilità nel pitturato.