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L’inizio europeo dell’Olimpia Milano in cinque punti

Carlo Anton by Carlo Anton
18 Gennaio, 2020
Reading Time: 7 mins read
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Olimpia Milano inizio
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Per capire bene il momento d’oro che quest’ultimo mese è stato per l’Olimpia Milano, conviene dividere il ragionamento in cinque punti:

  1. El Chacho e gli equilibri di gara
  2. L’importanza del tiro da 3
  3. La controtendenza di giocare con due lunghi
  4. Gli italiani in Europa
  5. L’effetto Messina

El Chacho e gli equilibri di gara

Come già chiaro dalla campagna acquisti di questa estate, il protagonista della squadra è proprio Sergio Rodríguez.

Di questa Olimpia si è detto che rispetto all’anno scorso ci perde in talento ma ci guadagna in alchimia e che la pressione ora è al massimo. Il playmaker spagnolo però non ci sta e mostra a tutti come un’elevata chimica di squadra (un archetipo della tattica messiniana) non porta a dover rinunciare a talenti individuali cristallini, come appunto El Chacho, e lo fa settimana dopo settimana sul palcoscenico più importante d’Europa. Per gestire al meglio la squadra e il suo equilibrio, sul parquet e non, sono fondamentali tre persone: coach Messina, Scola e Rodríguez.

Messina sa bene che tra campionato ed Eurolega la strada è lunga e lo sforzo è tanto, dunque ogni piano partita è differente. Nonostante vi siano già i protagonisti, non vi è mai stato lo stesso quintetto di partenza per più di tre gare (complici anche gli infortuni). Anche se certamente col tempo si formerà il quintetto definitivo, ciò ci mostra come Messina tenga ad attuare continue e ampie rotazioni, usando quasi tutto il roster, facendo sì che nessun giocatore giochi più di 28 minuti a partita.

Queste continue rotazioni permettono a tutti i giocatori di trovare feeling col campo e con la squadra, migliorando l’alchimia del gruppo e le prestazioni dei singoli. Oltre a Messina in panchina, nei momenti decisivi Scola (ben presente anche sul campo) e la sua ventennale esperienza si fanno sentire sempre. Sul parquet il re indiscusso però è quel ragazzo con la barba. In un sistema corale come quello creato da Messina (soprattutto dopo l’esperienza con Popovich), la sua visione di gioco è preziosissima.

Nonostante l’Olimpia stia faticando un po’ con gli assist (nona per assist totali alla fine del primo turno della settima giornata), El Chacho è il quinto miglior assistman della lega con 5 di media, e se a questo ci aggiungiamo quasi 16 punti a partita con una TS% vicina al 49%, con picchi pazzeschi su FT% e 3P%, beh… abbiamo l’MVP di ottobre!

Ci sono state due partite che hanno mostrato il meglio dell’Olimpia. Inutile dire che sono state anche le due miglior partite (fino ad ora) di Rodríguez, che ha mostrato doti balistiche pazzesche, condite da assist e visioni a dir poco geniali, tutto ciò contro due rivali d’eccezione: quella contro il Fenerbahce, che nonostante l’attuale crisi è sempre temibile, e quella contro il precedentemente imbattuto Barcellona. Queste due partite hanno fatto sì che l’Olimpia Milano fosse riconosciuta da tutti come una vera minaccia, e non solo come un fuoco di paglia.

L’importanza del tiro da 3

Non è certo un caso che l’unica sconfitta giunta finora in Europa per i meneghini sia anche l’unica partita in cui la squadra abbia tirato con meno del 44% da dietro l’arco, arrivando addirittura al 18.2%. L’Olimpia Milano è la squadra con la più alta percentuale da 3 in tutta l’Eurolega (44.3%), ed è tra le prime cinque ad aver convertito più triple.

Che l’andamento di Milano fosse strettamente legato alle triple ci era già noto grazie al campionato (quel 2 su 21 contro Brescia ne è l’esempio), ma ora che la squadra è al completo possiamo vedere come è la situazione per quanto riguarda i tiratori:

– Micov e Nedovic sono tornati dall’infortunio e stanno dando buoni segnali, nonostante ancora un po’ di ruggine soprattutto per quanto riguarda il secondo, rimasto fermo per mesi;

– Roll e Rodriguez sono sempre più coinvolti nel gioco della squadra, non sembrano certo arrivati questa estate;

– Scola, anche lui buon tiratore, e Gudaitis, che ancora deve aggiungere al suo arsenale il tiro a lunga gittata, aiutano molto gli esterni con le loro ottime spaziature.

Tutto ciò rende questo tiro una realtà sempre più solida ed importante per Milano, che lo sta adottando come tiro principale. Tra i tiratori dalla panchina non si può non nominare Della Valle, di cui però parleremo tra poco.

Giocare con due lunghi

L’Olimpia Milano non ha puntellato la squadra solo sugli esterni ma ha ampliato anche il reparto lunghi. Prima è arrivato Xavi Rey, rilasciato dopo poche settimane senza aver mai giocato; l’acquisto successivo è stato quello di Aaron White, che purtroppo non ha mostrato ancora ciò che era in grado di fare allo Zalgiris. Come ciliegine sulla torta sono arrivati Paul Biligha, che trova poco spazio in Eurolega ma che giocando in campionato permette di allungare di molto le rotazioni, e soprattutto Luis Scola. Questi giocatori si sono aggiunti alla giovane coppia formata da Gudaitis e Tarczewski.

Tutti questi lunghi hanno caratteristiche molto differenti, il che rende facile farli giocare a coppie, così da adattarsi il più possibile alle difese avversarie.Prima del rientro di Gudaitis si giocavano molti meno minuti con due lunghi sul campo, visto le varie lacune ed incompatibilità difensive causate da Kaleb e Luis usati assieme. Col rientro del lituano, parte di questi problemi si è risolta, permettendo di usare tutte le coppie di big man possibili, dando però la precedenza ad Arturas, Luis e Kaleb.

La partita col Fenerbahce (prima in Eurolega dopo l’infortunio di Gudaitis) ha mostrato l’importanza di questi schemi basati su due lunghi usati per contenere Vesely, Williams e compagni, risultati estremamente efficaci.

Le altre partite però ci hanno mostrato come l’utilizzo di due pivot contemporaneamente non fosse un escamotage da usare solo contro il Fenerbahce ma una caratteristica fondamentale per Milano. Messina (seguendo il modello di Popovich) ha deciso di andare in controtendenza rispetto allo small ball dilagante, anche cercando di sfruttare la sua arma principale, il tiro dalla distanza.

Indubbiamente si può dire che i due lunghi migliori di Milano, per talento individuale e per fit, siano Gudaitis e Scola. Giocando assieme vengono esaltate le doti in post e da passatore dell’argentino, che sono sia causa sia effetto dell’ottimo lavoro di presa di posizione in area da parte del lituano.

Gli italiani in Europa

Diciamolo senza troppi problemi: la maggior parte degli italiani all’Olimpia non servono per l’Eurolega, servono moltissimo in campionato per far sì che tutti abbiano dei turni di riposo. Biligha, Burns, Cinciarini e Moraschini, nonostante vedano poco il campo in Europa, lo vedono di più che con Pianigiani, senza che nessuno venga lasciato a perdere fiducia e a marcire in panchina senza mai entrare in campo.

Le eccezioni ci sono, e rispondono al nome di Jeff Brooks e Amedeo Della Valle. L’oriundo talvolta è partito addirittura titolare, e con la sua grinta difensiva è diventato perfetto per Messina, perché può aver un apporto minore in attacco (viste tutte le bocche di fuoco presenti) così da sacrificare tutto se stesso in difesa.

Della Valle invece è diventato un’arma dalla panchina, perché anche in pochi minuti riesce a far vedere un mix di grinta in difesa e in attacco, tutto con tanti punti nelle mani e un’alta efficienza. Ora credo sia chiaro a tutti perché Messina abbia fatto di tutto per evitare la sua cessione, ormai incombente con Pianigiani; basti vedere la sua evoluzione dall’anno scorso a questo. Un’altra caratteristica del #00 dell’Olimpia Milano è quella di risultare decisivo quando conta: prendendo in prestito un’espressione dagli Stati Uniti, He got ice in his veins, baby.

L’effetto Messina

Abbiamo parlato di tutte le note positive di questa Olimpia Milano, ma ça va sans dire che il motivo principale dietro a questa striscia di 6 vittorie di fila è proprio lo stesso motivo che ha fatto vincere l’ultima italiana in Eurolega: coach Ettore Messina.

A Milano non si vedeva da tempo un vero gioco di squadra, dove non ci sono primedonne ma tutti danno il massimo per il bene della squadra. Ci si butta a terra, si difende con grinta, si compiono scelte intelligenti, si creano tiri di squadra e non ci si basa solo sul talento del singolo ed esclusivamente sull’hero ball. L’effetto Messina ha riportato i tifosi al Forum di Assago. Era da tanto che non si sentiva questo calore, ed è da tanto che i tifosi si meritavano di vedere il bel basket a cui erano abituati decenni fa.

Questo video, che mostra il parziale di 17 a 0 dell’ultimo quarto contro il Baskonia, ci fa vedere tutto ciò di cui abbiamo parlato: Rodriguez e quel magnifico equilibrio di squadra basato sul gioco corale, l’uso del tiro da fuori come arma letale, le spaziature dei lunghi (e in particolare il lavoro di Scola), l’utilizzo degli azzurri in Europa con un Della Valle on fire e la grinta di Messina.

Tags: Amedeo Della ValleArturas GudaitisEttore MessinaJeff BrooksKaleb TarczewskiLuis ScolaNemanja NedovicOlimpia MilanoSergio RodriguezVlade Micov
Carlo Anton

Carlo Anton

Tifoso della Roma e dei New York Knicks. Non conosce il significato della parola vittoria e si interroga se sia più opportuno scrivere (cazzate) di sport o organizzare viaggi per Lourdes

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