Dopo una stagione disastrosa come quella scorsa, otto partite sono più che sufficienti per abbozzare quantomeno una piccola analisi su questo inizio dei Cavs. E, soprattutto, sono abbastanza per intravedere dei piccoli ma confortanti passi in avanti nella direzione giusta.
La difesa
La difesa dei Cavaliers è un argomento che ha fatto discutere la redazione (scrivo “redazione” perché “gruppo whatsapp” fa molto meno cool) dell’ala Cavs di The Shot già dalla prima partita.
La stagione scorsa Cleveland attaccava molto male e, conseguentemente, difendeva peggio: 116.8 di DefRtg non è solamente di gran lunga il peggior dato della Lega nella stagione 18/19, ma è una cosa da vietato ai minori. Capirete, allora, perché questo sia un argomento sensibile in casa nostra: normale iniziare da qui.
Come difendono oggi i Cavaliers? Dipende. A tratti molto bene, a tratti da mani sui capelli. Le statistiche sono sempre strumenti utili, ma è ovvio che i numeri vadano sempre contestualizzati, soprattutto con così poche partite disputate.
Il DefRtg senza garbage time di Cleaning The Glass è 110.4, non proprio una festa. Il fatto è che ai primi di novembre una partita di 48 minuti copre il 12.5% dei minuti totali disputati in stagione, e il 149 di DefRtg nel secondo tempo contro Dallas pesa così tanto che, potessimo farlo sparire, il DefRtg stagionale dei Cavaliers sarebbe un più degno 107, dato assolutamente nella media (numeri simili a Spurs e Clippers, per capirci).
Ma sono numeri così buoni? Ancora no, di certo non abbastanza per giustificare il cauto ottimismo che trapelava dal nostro incipit.
Scavando più a fondo, apriamo quindi il primo argomento forte della nostra analisi: esiste un abisso a livello di prestazioni tra il primo quintetto e tutte le altre combinazioni provate finora da Beilein.
Gli starter, Garland-Sexton-Osman-Love-Thompson, stanno garantendo 100 di DefRtg e 112.5 di OffRtg (+12.5 NetRtg). Il secondo quintetto per minutaggio (Dellavedova-Clarkson-Porter-Love-Nance) ha invece un NetRtg di -21.8. Il terzo quintetto per minutaggio (Sexton-Garland-Osman-Nance-Thompson) ha addirittura un NetRtg di -53.9, che è tipo i fantasy apocalittici di Hollywood.
Certo, dopo sole otto partite questi numeri vogliono dire poco. Ma il fatto che tra i vari quintetti esista una varianza così grande, e soprattutto il fatto che il primo quintetto copra praticamente un terzo dei minuti totali disputati in stagione, vi renderà più chiaro perché l’eye-test e le advanced complessive sembrassero in contrasto tra loro fino a poco fa.
In effetti, guardando una qualsiasi partita di Cleveland in questa stagione, sono abbastanza evidenti degli aspetti positivi e negativi.
Aspetti positivi
Innanzitutto il rendimento dei veterani, Love e Thompson.
Love viaggia a 18.5/3.9/14.1 di media in 33.1 minuti di utilizzo. La Efg% (ricordiamo sempre che sono dati su otto partite e come tali vanno interpretati) è del 59.1, dato migliore in carriera. Anche la Ast% è notevole (18.2), risultato top2 in carriera inferiore solo all’annata 13/14 a Minnesota, indice del coinvolgimento di Love nel gioco:
Il NetRtg On/Off di Thompson è +24.6. Oltre al solito apporto difensivo ed alla sua ormai leggendaria qualità nel regalare extra possessi offensivi con i suoi rimbalzi offensivi, è la confidence con cui approccia il gioco offensivo a fare la differenza. Oltre alle clip precedenti (scelte non a caso con TT come protagonista), sono i gli hook shot il suo marchio di fabbrica nella stagione corrente (21 su 31 da inizio anno):
Rimanendo sempre nel frontcourt, c’è da segnalare un Cedi Osman finalmente non più portatore di palla primario dei Cavs: il turco sta giocando nel ruolo a lui più congeniale di 3&D. Finora sta convertendo le triple con un ottimo 45.9% (dato destinato a calare, non ci facciamo molte illusioni), e forma con TT un imprescindibile duo difensivo.
Dellavedova, invece, è letteralmente l’unico giocatore di Cleveland a non essere un handicap quando entra in campo dalla panchina, in particolare quando entra per Garland. Come vedremo, per i suoi colleghi panchinari non è così, tra handicap difensivi (Knight, Clarkson) o offensivi (Nance).
Aspetti negativi
Togliamoci subito il dente. Tolto Delly, la panchina è un disastro. Clarkson è confusionario ma in realtà comunque produttivo in attacco, anche se il suo modo di giocare interrompe gravemente il flusso del gioco di Beilein:
Insieme a Knight, però, è un vero problema difensivo: quando sono in campo insieme, il Net Rtg dei Cavaliers è di 130.3.
Altrettanto devastante, ma offensivamente, è Larry Nance jr. Nance è un giocatore atletico che alcuni ritengono un buon difensore. Ed è vero che quando sostituisce Love in campo, sulla carta, Cleveland dovrebbe migliorare difensivamente, ma il suo essere assolutamente impalpabile sul lato offensivo (nonostante discrete % dal campo) fa sì che ci si trovi a difendere spesso in condizioni sfavorevoli (ad esempio in transizione). Tanto che, di fatto, la differenza anche difensivamente è negativa. Un NetRtg On/Off di -26.2 parla abbastanza da solo. Come ulteriore prova, rimandiamo a quanto scritto sopra sul quintetto Sexton-Garland-Osman-Nance-Thompson.
È arrivato ora il turno di Garland. Il rookie è al momento l’anello debole della più che degna squadra che sono gli starter dei Cavaliers, nonostante il ragazzo si applichi e sia molto attento alle direttive del coach. Il talento è evidente, ma un po’ della faccia tosta che ha il suo giovane collega Sexton non guasterebbe. Non sono davvero un problema le (invero molte) conclusioni sbagliate, anzi. Lo sappiamo che li sa mettere e che in carriera li metterà anche se al momento la palla non entra. Piuttosto deve crescere a livello di scelte. Banalmente: meno palleggi e più decisioni veloci nelle giocate:
In questo senso l’esempio di Sexton (che aveva problemi analoghi e li ha risolti, tanto che avrei potuto inserire questo appunto negli “aspetti positivi”) potrà essergli certamente di aiuto. Anche la difesa individuale è un problema, nonostante non manchino delle giocate estemporanee interessanti. Il duo Sexton-Garland a tratti è davvero poco sostenibile nonostante tutti (compresi loro due) partecipino alla fase difensiva in maniera organizzata. Nel cambio Dellavedova-Garland i Cavs guadagnano sia offensivamente che difensivamente, sia all’eye-test che dati alla mano. Sia chiaro, nessuno pensi di toglierlo. La fiducia nelle sue qualità è totale, presto la musica cambierà.
Analizziamo ora il gioco dei Cavs. Il non-gioco della stagione scorsa è solo un ricordo sbiadito: vedere questi Cavaliers è spesso un piacere. Come ci raccontavano i Morcheeba qualche anno fa però, “Rome wasn’t build in a day”, e alcuni difetti vecchi di un anno stanno faticando a sparire.
Innanzitutto gli isolamenti sono ancora un po’ troppo presenti nel playbook. Non è la situazione imbarazzante della scorsa stagione (sia per mole che per qualità), ma che Cleveland sia la quinta squadra della Lega per Freq% di Iso non è un bel segno. Gli 1.11 punti per possesso rappresentano il terzo miglior dato della Lega, ma non sono certo che Sexton e Thompson (sì, TT) possano continuare ad essere più produttivi di Irving/Walker/James/Harden ancora a lungo. Entrambi sono infatti in Top 12 per PPP/Iso.
Parzialmente collegato all’aspetto precedente, poco meno del 20% delle conclusioni a canestro arriva late o very late nello shot clock. In pratica, vuol dire tra 7 e 0 secondi rimanenti sui 24.
Altro problema è rappresentato dalla difesa nel pitturato: nella restricted area Cleveland concede il canestro nel 67.2% dei casi. Peggio fanno solo Spurs, Warriors, Kings e Knicks. I Cavs mancano di rim-protection e con TT, Love e Nance è un problema abbastanza preventivabile contro i big men avversari che, in alcuni casi, sono davvero parecchio più “big” di loro. Non è questo il problema, il problema è che i Cavs sono pure tra le peggiori 5 squadre della Lega per numero di conclusioni concesse in questa zona di campo. In pratica concedono molto più spesso delle altre squadre delle conclusioni che per caratteristiche difendono decisamente male. Fermare gli attacchi avversari prima che arrivino lì sotto potrebbe essere la soluzione.
Riepilogo
Per quanto si è visto in queste prime uscite stagionali, la pessima esperienza della stagione scorsa è acqua passata. Chiaramente persistono dei problemi strutturali e tattici che sono normalissimi in una squadra in pieno rebuilding, ma finalmente i tifosi possono godersi un bel basket e, perché no, festeggiare qualche W anche contro squadre più forti. Il talento grezzo c’è, la crescita di alcuni elementi (Sexton, Osman) è costante, i vecchi leoni, invece, ruggiscono ancora.
Believe in Cleveland. O come si usava qualche anno fa quando i vinaccia giocavano per i massimi traguardi, Believeland.