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Hamidou Diallo, non solo schiacciate

Francesco Contran by Francesco Contran
24 Febbraio, 2020
Reading Time: 10 mins read
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Hamidou Diallo

Copertina a cura di Sebastiano Barban

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La prima stagione dei Thunder senza Russell Westbrook è cominciata da appena sei partite e il sophomore Hamidou Diallo è tra le rivelazioni di questo inizio. Il record dei Thunder è un mediocre 2-4, ma le sconfitte sono arrivate sempre nell’ultimo minuto di gioco, con dei giovani volenterosi di vincere. Shai Gilgeous-Alexander è già pietra miliare della ricostruzione, dal rookie Bazley è arrivato qualche spunto interessante, Noel ha dimostrato di poter concorrere per la titolarità, ma il primo ad aver fatto un grande salto di qualità è proprio Diallo.

Cosa sapevamo di Diallo?

Diallo viene scelto con la 45esima scelta al Draft 2018, trovando all’inizio della regular season spazio dalla panca, dove con giocate di energia e atletismo innato manifesta tutta la sua abilità nel correre in contropiede. Il ball-handling è pressoché assente, e l’unica opzione è quella di attaccare il ferro. Le statistiche confermano questa tendenza: il 62% dei suoi tiri viene preso al ferro, con una percentuale di conversione del 58%, mentre nel resto del pitturato cala a un misero 25%. Il 59% dei suoi tiri da 2 sono assistiti, così come la totalità delle sue schiacciate.

Nonostante il sample molto piccolo, Diallo non ha una dimensione di tiratore sugli scarichi, convertendo questi tiri con un terribile 16.7%. Un’altra nota dolente è la percentuale ai liberi (60%), che non fa ben sperare per il futuro. L’impatto di Diallo è sostanzialmente negativo, con un Net Rating di -5 (108 di DRtg e 103 di ORtg). Hamidou si presenta come un giocatore che “sa solo schiacciare”, e lo sa fare talmente bene che vince lo Slam Dunk Contest:

Fatte queste premesse, non deve stupire che Diallo abbia trascorso parte dell’anno in G League, per migliorare il suo gioco ed avere più spazio. I risultati ci parlano di un coinvolgimento ovviamente maggiore: nelle 6 gare con gli Oklahoma City Blue viaggia a 19 punti, 7.4 rimbalzi, 1.8 rubate e 1 stoppata di media in 30 minuti; l’offensive rating sale a 111 e il defensive rating cala a 103. Oltre a questo, si verifica un sensibile miglioramento delle percentuali dalla lunetta (84.6% su 26 tentativi).

Il nuovo Diallo: la difesa

Diallo ha passato l’estate a lavorare sul suo gioco, per migliorare difensivamente in modo da ambire a marcare il giocatore più pericoloso ogni sera. Voleva dimostrare di non essere solamente uno che salta e schiaccia, per trovare più spazio in un ruolo affollato come quello in cui gioca, come approfonditamente è già stato spiegato nella nostra preview.

Si è presentato ai nastri di partenza come giocatore in uscita dalla panchina con compiti di marcatura sugli avversari più pericolosi, grazie alla sua wingspan di 211cm. In questa clip Diallo è accoppiato con Conley: dopo aver aggirato senza problemi il blocco lo spinge verso l’aiuto del compagno, facendogli perdere il controllo del pallone e forzando un tiro difficilissimo.

Nella prossima clip vediamo proprio come Diallo possa fronteggiare senza alcun timore Hachimura, un’ala grande, che va ad attaccarlo in post basso per sfruttare il vantaggio fisico derivante dalla transizione:

Come aveva detto di voler fare, si è incaricato di marcare il miglior avversario, che nella partita contro Washington rispondeva al nome di Beal. Come vedremo non sempre la scelta che fa è quella corretta, ma è in grado di sfruttare il suo atletismo per sopperire a quelli che per difensori “normali” sarebbero errori.

Parte del suo gioco offensivo deriva proprio dalle letture difensive, come si può notare in questa clip estrapolata dalla vittoria contro i Golden State Warriors. Diallo legge bene la linea di passaggio e dopo aver mancato l’intercetto sporca da dietro il pallone, forzando il recupero della difesa. In transizione va al ferro e conclude senza problemi contro Spellman

Nella partita persa contro Houston, Diallo si è preso l’incarico di marcare Russell Westbrook e James Harden, dimostrando di essere in grado di poter difendere contro i due MVP. Tuttavia durante la gara ha mostrato di peccare un po’ di esperienza, commettendo falli su Harden che hanno concesso tiri dalla lunetta al leader dei Rockets.

La sua abilità atletica gli consente anche giocate in recupero dopo errori difensivi. Nella clip che segue, Diallo non passa sotto il blocco di Capela per Westbrook come avrebbe dovuto. Il #0 accumula così un vantaggio di un paio di passi: Schröder fa recuperare tempo ai compagni fingendo di staccarsi da Gordon, Adams cambia per contestare Westbrook lasciando Capela libero di segnare. Peccato che il sophomore dei Thunder sia proprio dietro al centro svizzero, e che neghi la conclusione con un’ottima stoppata.

Nella partita contro i Blazers, ultima della serie che andiamo ad analizzare, Diallo è stato accoppiato con McCollum. Ha dimostrato le sue ottime doti difensive anche in questo caso, non consentendo alla guardia di Portland di creare vantaggio e forzandolo a un airball.

Complessivamente il miglioramento nella propria metà campo è a dir poco esponenziale: sebbene Diallo conceda ancora qualche fallo di troppo (4,8 per 36 minuti), sta imparando ogni sera cosa vuol dire trovarsi faccia a faccia con le migliori guardie (e non solo) della lega, riuscendo spesso a cavarsela. Non è un caso che Billy Donovan lo sta includendo sempre più nelle lineup difensive di fine partita. Se migliorerà anche nel suo gioco offensivo, non ci sono molti dubbi che sarà al posto di Ferguson nel quintetto che chiude le partite.

Su 100 possessi, le palle rubate sono incrementate di 0.4 a fronte di un numero di falli calato di 0.6. Il defensive rating è calato da 110,5 a 96.3, e il defensive box plus/minus è passato da -0.3 a 1.1. Contro di lui, gli avversari tirano col 37.1% su 5.8 tentativi. Per quanto non esistano statistiche veramente affidabili per la difesa, questi indicatori confermano i miglioramenti fatti dal #6 dei Thunder, apprezzabili soprattutto con l’eye-test.

Cosa non va in attacco?

La scorsa regular season abbiamo lasciato Hamidou Diallo come un giocatore che nella metà campo offensiva sapeva solo schiacciare. Se è vero che ora non è più così, rimangono limiti estremamente evidenti in molti ambiti del suo gioco offensivo, primo tra tutti il tiro da 3. Diallo ha segnato una sola tripla sulle 10 tentate, ma quello che più è evidente guardando le partite è come non sia a suo agio come tiratore.Converte le triple aperte con un misero 14%, e si ritrova quasi spaesato quando deve far partire il tiro. Anche le difese e i suoi compagni sono consapevoli di questo, come si può vedere nella prossima clip.

Chris Paul, prendendo vantaggio dopo il blocco di Muscala, può attaccare il ferro. L’uomo che marca Diallo in angolo, conscio della sua poca pericolosità, si stacca e lo lascia libero, ma CP3 preferisce lo scarico per un tiro peggiore di Muscala, indice della poca pericolosità perimetrale del #6

La meccanica di tiro è troppo poco fluida, e questo ha come risultato tiri che non entrano anche per mancanza di fiducia. È come se Diallo, quando deve tirare, non sappia bene cosa fare. In questa clip sfruttando un passaggio e un blocco di Adams, Hami è conscio di avere spazio e fa partire il tiro. La meccanica non è però fluida ed è evidente come non ci sia troppa fiducia nel prendersi queste conclusioni:

Talvolta si perde in errori banali di ball-handling e di infrazioni di passi in partenza, errori che dopo 60 partite non dovrebbero più accadere. La dimensione come passatore è poi totalmente assente, così come la capacità di costruirsi un tiro al di fuori dal pitturato. Quando prende fiducia tende a forzare l’attacco al ferro, suo principale punto di forza, anche contro più avversari, con risultati alterni.

A rimbalzo offensivo

Ciò che salta all’occhio offensivamente è il fatto che non molli mai durante un’azione, pronto sempre a buttarsi a rimbalzo offensivo per provare a ricavare qualcosa. Tra le guardie è il terzo rimbalzista offensivo con 2.0 a gara, dietro a Russell Westbrook e Will Barton. Diallo gioca però meno di venti minuti e parte dalla panchina, e tra i bench player è decimo e primo tra le guardie nella categoria. Inoltre il 75% dei rimbalzi offensivi che prende sono contestati. Non deve quindi stupire che parte della sua produzione derivi proprio da putback, facilitati da una fisicità pazzesca.

Schröder sbaglia malamente il floater dal limite dall’area, ma Hami si trova nel posto giusto, raccogliendo l’errore e realizzando due punti facili:

Diallo dopo la finta di blocco taglia forte verso il centro, ricevendo un buon passaggio. Nell’attaccare il ferro il primo tiro è stoppato, ma prende il rimbalzo offensivo sbagliando altri due tap-in prima di segnare definitivamente. Una giocata di energia pazzesca

Le penetrazioni, i tagli e la transizione offensiva

Già lo scorso anno Diallo aveva fatto vedere ottime capacità di segnare in transizione, dunque non stupisce vederlo fare lo stesso. In particolare è a suo agio nella situazione defense to offense, in cui va al ferro senza alcun timore.

Diallo è anche in grado di concludere col contatto, e quando è lanciato sembra prendere totale fiducia nei propri mezzi, divenendo quasi inarrestabile. Nella clip che segue, osserviamo il giocatore ex Kentucky ricevere dall’ala in transizione, andare ad attaccare Bonga e segnando un and-one apparentemente senza fatica.

Il miglioramento nel ball-handling poi gli consente di creare un vantaggio contro l’avversario sfruttando la velocità di piedi per concludere. Come vedremo nella seconda delle due clip, però, la mancanza di tiro affidabile potrebbe limitarlo in queste situazioni.

Hami controlla male il passaggio di Schröder, ritrovandosi costretto a una soluzione al ferro con poco tempo. Fortunatamente Conley è fuori posizione e gli concede il tiro, perché non sarebbe stato difficile limitarlo

Diallo è anche un abile tagliante, come già detto, e da lanciato è difficilmente arginabile, come si vede nell’azione che segue contro i Blazers. Ricevuto in corsa il passaggio si lancia al ferro e nonostante l’aiuto porta a casa i due punti.

Contro gli Utah Jazz ha fatto vedere di saper concludere anche in post, benché non usi spesso questa soluzione. Nell’ultima clip che vedremo oggi osserviamo Diallo crearsi un vantaggio con un taglio forte dalla rimessa. Si trova così sotto canestro contro Mitchell, che sposta e contro cui segna nonostante l’aiuto di Gobert e il fallo commesso.

Conclusioni

Complessivamente il miglioramento di Diallo è notevole, e di ciò danno testimonianza anche le statistiche avanzate che puntano a calcolare l’impatto del giocatore su un campo da basket. Se è vero che il campione di partite analizzate è altamente insufficiente per l’affidabilità statistica, l’eye test conferma alcuni miglioramenti. Sebbene abbia un impatto ancora negativo in attacco, ha fatto progressi e potrebbe farne ancora. L’on-off, per quanto poco indicativo, è nettamente migliore dello scorso anno e anche la produzione sui 100 possessi è cresciuta. La TS% è salita a un ancora insufficiente 49.1%, ma sappiamo che è influenzata dalle pessime percentuali ai liberi e dall’arco, che può e deve migliorare. Le scelte di tiro sono migliorate e sono calate le forzature, e ciò dovrebbe portare a un miglioramento a lungo andare nelle percentuali.

Di lavoro da fare per migliorare ce n’è ancora parecchio, ma se continua così Diallo giocherà intorno ai 25 minuti a gara e avrà modo di maturare. Per essere una 45esima scelta al draft NBA, il passo per diventare un buon giocatore non è così ampio, mentre è certo che non sarà mai un All-Star per limiti di visione di gioco e QI cestistico.

Nella ricostruzione targata OKC, dove Shai Gilgeous-Alexander ha impressionato e ha fatto vedere il potenziale da All-Star, Hamidou è una delle guardie che è partita meglio. Se saprà mantenersi costante lungo l’arco dell’intera regular season, allora i Thunder avranno un pezzo affidabile in più per ripartire, considerando che sta contribuendo in modo pesante al quarto defensive rating della lega.

Se il potenziale difensivo è ottimo, è chiaro che Diallo debba lavorare molto nel tiro e nelle componenti offensive in cui è parecchio deficitario, perché l’attacco di OKC è il 28esimo della lega anche per le sue mancanze. Solo il futuro ci dirà il vero potenziale di Hamidou, ma quel che è certo è che durante questa stagione ci farà divertire. E in una squadra in ricostruzione avere una macchina da highlight che attiri i tifosi e che sappia anche essere utile in difesa, specialmente in un mercato piccolo come l’Oklahoma, è veramente importante.

Perché Hamidou Diallo ora è più di un semplice campione delle schiacciate.

Tags: Hamidou DialloOklahoma City Thunderslam dunk contest
Francesco Contran

Francesco Contran

Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.

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