La squadra di basket maschile di Georgia Tech e il suo coach Josh Pastner hanno ricevuto un duro colpo nella giornata di lunedì 26 settembre. La NCAA, infatti, ha annunciato che in seguito alle indagini sulle violazioni nel processo di recruiting che hanno coinvolto i due ex assistenti Darryl LaBarrie e Ron Bell, i Yellow Jackets non potranno giocare durante la March Madness quest’anno. In aggiunta, Georgia Tech è stata messa sotto osservazione per 4 anni, durante i quali perderà la possibilità di distribuire una borsa di studio per anno, e dovrà pagare alla NCAA $5000 dollari + il 2% del budget della squadra di pallacanestro maschile. In seguito alla squalifica la stagione per Georgia Tech finirà il 6 Marzo contro Clemson.

Il ban dalla postseason è particolarmente duro, considerando il fatto che coach Pastner ha più volte ripetuto durante la offseason che l’obiettivo stagionale sarebbe stato riportare i Yellow Jackets al torneo NCAA per la prima volta dal 2010. Almeno sulla carta, l’ottimismo di Pastner sembrava poggiare su solide basi: hanno perso solamente un quarto del roster della scorsa stagione, tre titolari su cinque (James Banks, Jose Alverado e Michael Devoe) sono ancora in squadra e sono stati in grado di aggiungere due buoni transfer (Jordan Usher e Bubba Purham) per aumentare la loro capacità di playmaking e creazione di tiro.
Il report di 29 pagine della NCAA esclude il coinvolgimento diretto da parte di Pastner nelle pratiche di recruiting illegali, che consistevano nell’invitare persone esterne all’università durante gli incontri con gli atleti. L’athletic director della scuola, Todd Stansbury, ha annunciato di voler fare ricorso parziale, poiché ritiene che la pena inflitta sia sproporzionata rispetto alle violazioni che ci sono effettivamente state. In realtà il ban dalla postseason è stato tra le misure più utilizzate dalla NCAA in situazioni di questo tipo: su 17 casi negli ultimi 5 anni, in 11 è stata applicata la sospensione dal torneo NCAA.
Stansbury ha inoltre aggiunto che nonostante ci sia stato un errore di giudizio da parte di Pastner nell’affidare il recruiting quasi interamente ai suoi assistenti (pratica in realtà piuttosto comune nella pallacanestro collegiale), non ha considerato nemmeno per un momento di sollevare il coach dal suo incarico. Lo stesso Pastner ha dichiarato ad AJC di essere profondamente dispiaciuto per le violazioni avvenute e ha ribadito la sua intenzione di essere ancora più attento nel vigilare il comportamento di chiunque sia associato alla squadra. Pare infatti che il coach fosse venuto a conoscenza del fatto che Bell, un amico di Pastner che aveva il ruolo di consulente esterno, avesse tentato di convincere Markel Crawford, all’epoca giocatore dell’università di Memphis, a trasferirsi a Georgia Tech, senza intervenire.
A febbraio la NCAA ha contattato l’università per metterla al corrente di tre potenziali violazioni del processo di recruiting, una delle quali perpetuata dallo stesso Bell, e due dall’assistente allenatore LeBerrie. Quest’ultimo ha ammesso di aver concesso dei non specificati benefit a Tadric Jackson e all’attuale guardia dei Timberwolves Josh Okogie, per i quali è stato condannato a una sospensione di 3 anni dall’attività di allenatore.
Entrambe le accuse mosse contro LaBerrie (aver concesso benefit illegittimi e aver tentato di coprire la cosa, mentendo alla NCAA e provando a convincere un giocatore a fare lo stesso) sono state considerate gravi violazioni del codice di comportamento della NCAA. Pare in oltre che LaBerrie abbia tentato di reclutare con simili tattiche il centro dei Bulls, Wendell Carter, utilizzando l’ex Yellow Jacket e giocatore NBA Jarrett Jack da tramite. LaBerrie ha infatti ammesso di aver accompagnato i due ad uno strip club durante una visita non ufficiale, ma ha negato di essere a conoscenza del fatto che Jack avesse dato dei soldi a Carter durante quell’incontro.

Essere bannati dal torneo NCAA sicuramente non è facile, ma le punizioni più pesanti a livello di impatto sulle future prestazioni della squadra sono sicuramente quelle legate alle restrizioni al processo di recruiting. Per 8 settimane l’anno i prospetti non potranno visitare Georgia Tech in veste non ufficiale e gli allenatori non potranno mettersi in contatto con loro. In un mondo in cui i rapporti personali e la rapidità nell’agire sono tutto, sarà difficile per i Yellow Jackets attirare i migliori prospetti nel campus nei prossimi 4 anni. Se a questo aggiungiamo il fatto che la NCAA ha garantito l’eleggibilità immediata ai giocatori che volessero trasferirsi da Georgia Tech ad altre università, il futuro sembra sempre più cupo ad Atlanta.