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Kawhi si sta evolvendo

Lorenzo Pasquali by Lorenzo Pasquali
24 Febbraio, 2020
Reading Time: 7 mins read
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Kawhi evoluzione

Copertina a cura di Sebastiano Barban

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Dopo le prime quattro partite della stagione, i Los Angeles Clippers si ritrovano con un record di 3 vittorie e 1 sconfitta, grazie soprattutto al contributo in cabina di regia di Kawhi Leonard.

In questa prima settimana la stella di Los Angeles ha avuto medie di 27.0 PPG, 6.5 RPG e 7.5 APG in soli 28.7 minuti a partita, esibendo l’arsenale offensivo che gli ha permesso di vincere l’MVP delle Finals passate. Le sue capacità da realizzatore non sono una sorpresa: la metamorfosi di Kawhi da ala 3&D a letale iso-scorer è ciò che gli ha permesso di sedersi comodamente al tavolo dei migliori 5 giocatori al mondo. La sua capacità di crearsi un tiro dal nulla garantisce una produzione offensiva costante in qualsiasi momento della partita.

Entrando nella stagione 2019-20, ciò che mancava rispetto alla maggior parte degli altri grandi giocatori (ad esempio James, Curry, Harden) era l’abilità nel playmaking. In questi primi scorci di stagione, però, qualcosa sembra essere cambiato…

Un nuovo bagaglio tecnico

Complice l’assenza per le prime dieci partite di Paul George, l’MVP delle Finals si è ritrovato a gestire la maggior parte dei possessi dei Clippers, mettendo in mostra un’impressionante sequenza di pocket pass, no-look pass, hook pass, e via dicendo.

Su situazioni di pick-and-roll, i Clippers stanno producendo uno strepitoso 1.704 punti per possesso quando a passare la palla è Leonard.

Partiamo con un’azione abbastanza semplice: in questo caso il dribble hand-off di Zubac si trasforma in un pick-and-roll con Kawhi. Il blocco portato dal giovane croato è solido e Oubre fa fatica a rimanere a contatto con Leonard che, nel frattempo, arriva all’altezza della lunetta. A questo punto, la pericolosità dal mid-range di Kawhi comanda l’attenzione di ben 3 avversari: Saric, Baynes e Oubre formano un muro nel tentativo di rubare all’MVP quanta più visuale possibile. Qui è dove entra in gioco il miglioramento di Leonard come passatore, che riesce a far passare l’assist schiacciato per il taglio di Zubac mandandolo al ferro indisturbato. La finestra si apre per poche frazioni di secondo ma Leonard sembra riuscire a eseguire il passaggio con un’inaspettata facilità.

Questo ribaltamento è un’altra arma aggiunta all’arsenale del neo-Clipper. Dopo aver guadagnato un vantaggio nei confronti di Robinson III, Leonard si accorge del raddoppio imminente di D’Angelo Russell e sfodera uno scintillante hook pass (strappando una pagina dal manuale di CP3) per sfruttare il 2vs1 venutosi a creare sul lato debole, che per poco non viene capitalizzato dalla tripla aperta di Patterson. Il raddoppio di D’Lo è frontale e facilmente leggibile, ma una consapevolezza tale di compagni e avversari sul campo da gioco è un qualcosa di inedito per il prodotto di San Diego State.

Controllo dello spaziotempo

Oltre al miglioramento tecnico dei passaggi, ciò che davvero impressiona è il controllo che ora Kawhi sembra avere sulla difesa avversaria. Guardate come in questa clip gestisce a proprio vantaggio l’aiuto di Dudley:

Dopo aver allontanato Howard con una semplice finta di passaggio, Leonard studia la difesa Lakers per capire come reagirà al suo 1vs0 con KCP. Dopo aver memorizzato rapidamente la posizione dei propri compagni, salta facilmente il difensore mantenendo il palleggio sotto controllo e senza farsi sorprendere dal raddoppio “cieco” sulla virata di Dudley. La sua forza nella parte superiore del corpo e l’abilità da ball-handler gli permettono di rimanere sempre in equilibrio e di spezzare l’aiuto, andando verso il centro dell’area. Ovviamente il difensore sul lato debole viene risucchiato dalla presenza al ferro di Harrell e Kawhi trova facilmente Harkless in angolo per una tripla wide open.

La prima differenza rispetto all’attacco di Toronto è il lavoro svolto prima del pick-and-roll. Laddove Nurse costringeva Leonard a giocare partendo da fermo, il sistema impregnato di motion dei Clippers lo mette nelle condizioni di iniziare l’azione avendo già un leggero vantaggio nei confronti del suo marcatore.

Vediamo ora come Leonard, quando sfruttato da bloccante, possa essere letale:

Ultimo possesso del secondo quarto. Leonard sale per portare quello che sembra un blocco per Lou per mandarlo verso l’amato lato sinistro. L’azione, invece, si rivela uno slip-the-screen: Danny Green viene preso di sorpresa e Kawhi riceve sul lato destro avendo già un vantaggio considerevole sul difensore dei Lakers. Mentre l’ala dei Clippers penetra a canestro, James fa un mezzo aiuto con il timore di lasciare una tripla aperta a Patterson. Kawhi lo sorpassa facilmente e, dopo aver fatto saltare a vuoto McGee, serve Zubac per il comodo appoggio.

I set di Doc

Vediamo nel dettaglio uno dei set più utilizzati dal coach dei Clippers:

Anche qua iniziamo con qualcosa di più semplice. Beverley inizia l’azione con un dribble hand-off per Kawhi. Il possesso si sviluppa così in un doppio blocco in punta, fuori dalla linea dei 3 punti. I blocchi di Pat e Zubac sono ottimi e Leonard si ritrova subito lanciato a canestro con il difensore dietro a inseguire. Come spesso gli riesce, prende controllo del pitturato e costringe Spellman a esporsi, dovendo rispettare il suo tiro dalla media. Con un’occhiata a Shamet spinge Curry a rimanere sul tiratore in angolo, poi serve Zubac con un ottimo passaggio nello stretto. Il vantaggio iniziale rende fin troppo facile la vita a Kawhi, che è bravo a conservare il momento e a creare una linea di passaggio per il lungo.

Nel primo tempo della partita contro i GSW, Doc Rivers ha chiamato un paio di volte un set offensivo che inizia con uno stagger screen sfruttato da Leonard. Il primo blocco è portato da un esterno, Lou, mentre il secondo da Harrell, uno dei migliori rim-runner della lega. Negli angoli si trovano due tiratori, con focus sul lato debole dove Green (58.8% da 3 dopo le prime quattro gare) costringe la difesa a fare una scelta complicata.

Ecco come è andata la prima volta:

I Warriors decidono di cambiare sul primo blocco, lasciando a Poole e Spellman l’arduo compito di contenere il pick-and-roll in punta giocato con Harrell. Draymond Green -forse memore delle passate gare di playoff spese a difendere il gioco a due con Lou -anticipa l’aiuto nel tentativo di togliere la linea di passaggio per Trezz. Fino all’anno scorso, Kawhi si sarebbe probabilmente arrestato per prendere un tiro dal mid-range. Questa volta decide, invece, di conquistare il centro dell’area grazie a un hop-step: con una semplice occhiata verso il tiratore libero in angolo, induce Draymond a lasciare libero Trezz sotto canestro. Due punti facili.

Lo stesso set viene riproposto pochi secondi dopo: Kerr ordina di eseguire uno show difensivo che Leonard disinnesca facilmente grazie a un palleggio dietro la schiena. Ancora una volta Spellman viene coinvolto nel gioco a due con Harrell, e a questo giro Kawhi finta un pocket pass eseguendo un palleggio in-and-out quasi sul posto, attirando a sé due difensori. Ricordando l’azione precedente, Draymond decide di non lasciare libero Harrell in area, concedendo spazio sul perimetro a JaMychal. Kawhi prende di nuovo il controllo del centro del pitturato e, riconoscendo la situazione, pesca il compagno libero per una tripla aperta.

Un set del genere è tanto semplice quanto efficace. I miglioramenti di Kawhi come playmaker aprono un ventaglio di opzioni infinito. Ovviamente non è ancora, e probabilmente mai lo sarà, al livello degli altri grandi passatori della Lega, ma gli altri aspetti del suo gioco sono più che sufficienti per colmare il gap. Grazie al suo strapotere fisico e alle doti da ball-handler è sostanzialmente impossibile negargli il centro dell’area, da dove può far partire il tiro o trovare un compagno libero.

Quando sarà rientrato anche Paul George, Doc Rivers potrà impiegare un altro scorer micidiale dal perimetro, capace di giocare queste situazioni sia con la palla tra le mani, penetrando le difese avversarie, sia come tiratore piazzato.

Provate a sostituire Harkless con Paul George. Oppure piazzate Shamet nell’angolo del lato forte e George nel ruolo di Williams di creatore secondario. E se invece facessimo partire Williams palla in mano? Gli stessi Warriors al completo hanno avuto enormi problemi a contenere il gioco a due con Trezz. Oppure ancora, fate iniziare l’azione a Paul George con Kawhi a portare il primo blocco… c’è soltanto l’imbarazzo della scelta.

Purtroppo, per vedere quest’attacco nel suo pieno potenziale dobbiamo aspettare ancora una manciata di partite, prima del rientro del finalista per il premio di MVP della stagione passata. E anche a quel punto potrebbe volerci qualche partita affinché i giocatori imparino a conoscersi sul campo di gioco.

Fino ad allora, non resta che goderci i miglioramenti di uno dei giocatori più forti di questa decade; un giocatore che non smette mai di stupirci.

Tags: doc riversIvica ZubacKawhi LeonardLos Angeles Clippersmvp finalsPaul George
Lorenzo Pasquali

Lorenzo Pasquali

Ha deciso di esplorare nuove vette del masochismo tifando Clippers e Fortitudo. Le notti sogna un universo parallelo in cui CP3 e Griffin vincono il primo Larry OB della franchigia.

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