Lunedi 21 ottobre 2019 era il giorno fissato come deadline per le estensioni contrattuali dei giocatori ancora sotto rookie contract. Tante firme interessanti e da approfondire sono state portati a termine dalle varie franchigie: era dal 2014 che non venivano firmate così tante rookie-scale extensions; la ragione di così tante estensioni contrattuali può ricercarsi nella paura che il cap possa ridursi dopo le vicende cinesi e nel fatto che ci siano solo quattro squadre (Hawks, Hornets, Cavaliers e Grizzlies) in grado di offrire contratti importanti ai RFA.
In questo articolo ci soffermeremo sulle situazioni contrattuali di sei giocatori tra i più promettenti della lega: Jaylen Brown, Pascal Siakam, Taurean Prince, Dejounte Murray, Buddy Hield e Domantas Sabonis.
Jaylen Brown: 107 milioni in 4 anni
Partiamo con l’analisi di quello che è probabilmente il contratto che ha fatto più discutere in assoluto, cioè il rinnovo di Jaylen Brown con i Boston Celtics. Le cifre sono le seguenti: rinnovo per 4 anni a 115 milioni. Di questi 115 milioni, 103 sono garantiti, mentre i restanti 11 sono legati a bonus che il giocatore può ottenere. Per la precisione, 4 milioni di bonus possono essere ottenuti dal nativo di Marietta nel caso in cui i Celtics vincano 65 partite e lui ne giochi almeno 49 (“bonus likely“), mentre i restanti 8 sono legati al rendimento personale: se sarà selezionato in uno dei tre All Nba Team o se vincerà il Defensive player of the year o se sarà eletto Mvp della stagione regolare (“bonus unlikely”).

Un investimento certamente importante per i Celtics, che il Deus ex machina e fautore della rinascita della franchigia Danny Ainge commenta così: «Sono tanti soldi per un giocatore così giovane ma Jaylen ci piace davvero. Pensiamo possa far parte del nucleo con cui lotteremo per vincere il prossimo anello. Ha appena compiuto 23 anni, è molto giovane, forte, atletico ed ha un ottimo ballhandling… È un ragazzo speciale, un ottimo compagno e può giocare più ruoli sul terreno di gioco: è molto versatile».
Buttiamo ora un occhio all’impatto del nuovo contratto dell’ala della Georgia sul Salary Cap dei Celtics: qui la situazione si fa un po più complessa per Ainge e soci. I salari totali garantiti per la stagione 2019/20 sono pari a 117 milioni di dollari circa, con il cap fissato a 109 milioni. La situazione si farà notevolmente più difficile da gestire l’anno prossimo a causa dell’entrata in effetto del nuovo contratto di Brown, a cui faranno seguito altri rinnovi importanti che andranno a incidere sulla situazione salariale. Se tutto rimanesse immutato, con la sola aggiunta del rinnovo di Jaylen, i Celtics avrebbero un monte ingaggi per il prossimo anno di ben 133 milioni, andando cosi in Luxury Tax.
Da tenere assolutamente in considerazione il fatto che nella stagione 2020/2021 i Celtics vedranno scadere anche il contratto dell’altra stella Jayson Tatum che andrà rinnovato a cifre adeguate. Alla luce di questo, è chiaro come quello su Brown sia un investimento a lungo ragionato e non rappresenti una mossa priva di rischi: l’ala dei Celtics è un giocatore versatile e dalle grandi potenzialità, ma è anche vero però che le cifre a cui ha rinnovato il proprio legame con la franchigia sono da giocatore di livello All star, cosa che il ragazzo non pare ancora essere. Una analisi tecnica e personale sul giocatore può portare a osservare come si tratti certamente, già da ora, di un difensore di livello assolutamente elitario che sa marcare più ruoli, aggressivo sulla palla, con una buona dimensione perimetrale e con un ottimo istinto.
Le note dolenti vengono fuori quando si passa ad analizzare il lato offensivo del giocatore, cioè ciò in cui deve crescere di più. Partiamo subito col dire che Brown non è un pessimo attaccante, è un attaccante però ancora discontinuo e capace di avere sbalzi di rendimento offensivo anche nella stessa partita. Esempio palese di ciò sono le prime due partite giocate nella stagione corrente: contro Philadelphia (L) ha tirato solo 6 volte andando a segno 3 volte, di cui 2 tentativi sono arrivati da dietro l’arco ed 1 di questi è andato a segno; altro impatto contro i campioni Nba dei Toronto Raptors (W) in cui ha preso molta più confidenza ed ha tentato 20 conclusioni andando a segno 11 volte, per un totale di 25 punti realizzati.
Sono dati che riguardano un campione statistico sicuramente ridotto, ma è qui che per crescere e meritare pienamente l’oneroso contratto stipulato Brown deve lavorare. Le potenzialità ci sono tutte, la testa è sicuramente quella di un ragazzo serio e volenteroso. A mio avviso, l’investimento è più che giustificato perché ha dimostrato di avere margini di miglioramento veramente importanti.
Pascal Siakam: 130 milioni in 4 anni
Come detto in apertura, saranno sei i giocatori analizzati in questo pezzo: andiamo avanti e trattiamo il Most Improved Player della stagione 2018/2019. Pascal Siakam ha firmato una estensione al massimo contrattuale con i Toronto Raptors che hanno quindi puntato fortissimo sul talento uscito da New Mexico State, investendo su di lui non solo cifre enormi ma proprio tutto il loro futuro ad alto livello, affidandogli le chiavi dell’attacco ed il ruolo di Franchise player dopo la partenza di Kawhi Leonard alla volta delle assolate spiagge di Los Angeles.
Dopo Murray e Simmons, è il terzo giocatore a ricevere una estensione contrattuale al massimo salariale sul precedente rookie contract.
Rinnovo a 130 milioni per 4 anni per Pascal Siakam, passato in due anni dall’essere una semplice promessa ad essere il Mip e addirittura campione Nba. Come Brown, anche Siakam ha stabilito, con la franchigia di cui è ormai leader tecnico, dei bonus nel proprio contratto: i 130 milioni lieviteranno a 146 in caso di selezione per l’All-NBA Second Team, a 151 per l’All-NBA First Team fino ad un tetto massimo di ben 156 milioni nel caso in cui il ragazzo dovesse ottenere il titolo di Mvp della stagione. Sono chiaramente cifre importantissime:

Valutando la situazione salariale complessiva di squadra, si può notare come per l’anno prossimo i dinosauri abbiano impegnati solo 83 milioni di dollari; con l’estensione contrattuale i Raptors hanno perso almeno 22 milioni di dollari di cap space tenendo in considerazione che il cap hold di Siakam era di 7 milioni di dollari.
Siakam, a livello tecnico, è uno scorer completo: ha un range di tiro che sta aumentando sempre di più, è ottimo in penetrazione ed ha leve abbastanza lunghe da poter affrontare ogni sorta di difensore. Un punto palese a suo favore è la personalità: ha affrontato con estrema personalità le Finals lo scorso anno, dimostrando il coraggio necessario a prendersi tiri pesantissimi in chiave titolo, come la stupenda penetrazione a canestro sul finire di gara 6 che ha dato ai Raptors uno dei vantaggi decisivi.
Pascal Siakam non è solo attacco: è un difensore di alto livello, dotato di una fisicità spiccata e capace di marcare più ruoli con grande costanza ed attenzione. Nell’ottica dei Raptors perdere uno dei più forti giocatori della lega e perdere anche uno dei più promettenti sarebbe stato davvero eccessivo, e la decisione di scommettere su Pascal Siakam è legata soprattutto a questo: il suo rinnovo è il terreno fertile su cui Ujiri vuole costruire il futuro di una franchigia per anni frustrata dalle sconfitte e che ha toccato l’empireo lo scorso anno.
Dejounte Murray: 64 milioni in 4 anni
Un discorso leggermente diverso va fatto per il playmaker dei San Antonio Spurs Dejounte Murray. Il ragazzo è rientrato quest’anno da un grave infortunio che gli ha fatto saltare tutta la stagione precedente, quella in cui Gregg Popovich l’aveva designato come nuovo leader tecnico degli speroni. L’infortunio ha frenato la sua ascesa a nuova guida degli Spurs, ma il rinnovo arrivato recentemente mette nelle mani del ragazzo una eredità pesantissima: Dejounte Murray è destinato a guidare San Antonio fuori dall’era Popovich, che potrebbe avere la sua conclusione nell’estate del 2020.

Le cifre parlano di un quadriennale da 64 milioni garantiti con altri 6 milioni di dollari di incentivi che il giocatore otterrebbe nel caso in cui avesse una TS% superiore al 58%, mettesse almeno 125 triple in stagione e finisse almeno nel second-team All-Defense.
Il giocatore difficilmente avrebbe potuto ottenere sul mercato dei free agent la stessa cifra (le quattro squadre menzionate nell’introduzione con cap space hanno tutte una point guard giovane su cui puntare); gli Spurs hanno comunque deciso di rinnovarlo evitando di rendere scontento il giocatore.
L’analisi tecnica del giocatore nelle precedenti annate lo vedeva come un difensore assolutamente top della lega, tanto che nel 2017/18 è stato inserito nel second-team All-Defense. La scorsa stagione saltata pare non aver scalfito le certezze difensive del nativo di Seattle che sta continuando a mantenere un rendimento nella metà campo di difesa davvero incredibile.
La grande novità, però, è che Murray è cresciuto molto in fase offensiva, fondamentale tecnico in cui deficitava in modo abbastanza netto in precedenza. Non è ancora un attaccante di alto livello, tuttavia sta prendendo sempre più confidenza e ha apportato delle modifiche al proprio stile di tiro rendendolo più efficace. Per San Antonio, visto il periodo difficile dopo vent’anni di livello altissimo, il rinnovo di Murray giunge come manna dal cielo: rappresenta le fondamenta su cui la storica franchigia texana costruirà il proprio futuro, e se Popovich ha voluto fortemente la conferma del suo play è perché vede qualcosa di speciale in lui, da poter affidare anche dopo il suo addio agli speroni.
Buddy Hield: 94 milioni in 4 anni
Ci spostiamo a Sacramento per buttare uno sguardo e approfondire una delle vicende che più ha tenuto banco negli ultimi giorni: il rinnovo di Buddy Hield. Inizialmente il giocatore aveva sdegnatamente rifiutato il rinnovo con i Kings perché riteneva troppo basse le cifre offerte: infatti, la sua richiesta era di 110 milioni di dollari mentre l’offerta dei Kings non superava i 90.
La situazione è precipitata in brevissimo tempo e si è giunti davvero ad un passo dalla rottura totale tra giocatore e società. Proprio in the zone, sulla sirena della deadline, è arrivato l’accordo tra le parti: 86 milioni in 4 anni al giocatore con 20 milioni di bonus che possono fruttare in totale 106 milioni al giocatore nei 4 anni. Alcuni bonus non sono ancora stati rivelati, altri sì; si va dalla presenza di Hield nei top 10 tiratori da tre della Nba fino al numero di convocazioni all’All star game fino a giungere alle eventuali finals Nba.

Hield è un giocatore valido, che probabilmente non vale quelle cifre ma nella situazione attuale risulta un rinnovo praticamente obbligato in quanto tassello fondamentale. Il suo rapporto con la società dopo le pesanti dichiarazioni rilasciate non è sicuramente ottimale, visto che ha additato la franchigia come una di quelle in cui non vuole venire nessun big della lega.
Il rinnovo di Hield, in ogni caso, complica la già non semplice situazione a livello salariale dei Kings, che si trovano per il prossimo anno già con 108 milioni garantiti avendo quindi pochissimo spazio di manovra. Risulta quindi evidente la volontà di costruire su questo nucleo a Sacramento non volendo smontare uno dei pezzi fondamentali. A livello tecnico Hield è un giocatore sicuramente valido, che difficilmente, però, riuscirà a giungere ad uno status di All star, avendo comunque già 27 anni e andando per i 28 (è infatti un 1992).
Il giocatore è uno dei migliori tiratori della lega, ma è tuttavia un giocatore dotato di una difesa sostanzialmente mediocre anche a causa di una statura non elevata (193 cm):

Varrà la scommessa dei Kings? Dal loro punto di vista non si poteva davvero fare altrimenti, perché l’ambiente depresso che aleggia da qualche anno sarebbe tornato fortemente in auge con una rottura col giocatore e avrebbe ritardato di molto la ricostruzione di un roster valido, obiettivo comunque ancora sostanzialmente lontano. In altre condizioni Hield non avrebbe rinnovato poiché le cifre percepite sono davvero elevate per un giocatore sicuramente buono ma non un Franchise Player. La confusione comunque a Sacramento stenta a diradarsi e questo si ripercuote sull’umore generale dei giocatori e dei tifosi.
Domantas Sabonis: 77 milioni in 4 anni
Il figlio della leggenda Arvydas ha recentemente dichiarato tutto il suo malumore per essere venuto a sapere che la franchigia lo aveva sostanzialmente proposto a destra e a manca mettendolo sul mercato per cercare di tradarlo. Il ragazzo, classe 1996, è affezionato alla società e ci è rimasto molto male affermando di essere deluso dall’essere venuto a sapere che questa è la considerazione che si ha di lui. Dopo una dura trattativa tuttavia il rinnovo è giunto per Domantas, che resta però in bilico in quanto le cifre sono molto favorevoli e trovare una società interessata non sarebbe difficile, in caso di volontà di trade.
Il rinnovo porterà nelle tasche di Sabonis 77 milioni in 4 anni (si può arrivare a 85 milioni con i bonus stando a quanto riportato da Wojnarowski), una cifra molto molto appetibile per tantissime squadre viste le grandi qualità del giovane lungo lituano con cittadinanza statunitense.

Le sue cifre in campo sono più che buone. Nell’ultima stagione ha collezionato 14 punti e 9 rimbalzi ad allacciata di scarpe e ha messo in mostra un repertorio valido e completo. Non sarà probabilmente mai un giocatore stellare, ma è solido ed affidabile, un backup eccellente dalla panchina anche per le contender al titolo. La trade non è da escludere poiché Indiana è sostanzialmente con le mani legate sul mercato, avendo per il prossimo anno ben 120 milioni garantiti in contratti. Attenzione quindi alla situazione del lungo figlio d’arte…
Taurean Prince: 29 milioni in 2 anni
Taurean Prince ai Brooklyn Nets quest’anno, vista l’assenza della stella Kevin Durant, troverà sicuramente molto spazio visto il buon talento offensivo di cui è dotato. Non è probabilmente un caso che il suo rinnovo sia di soli due anni e per altro a cifre vantaggiose, 29 milioni in totale (25.3 di base più 3.7 di bonus “likely”):

L’importanza delle statistiche avanzate ormai si riscontra anche nelle estensioni contrattuali. Prince, infatti, potrebbe guadagnare 334.000 dollari in più nel caso in cui avesse un Defensive Rating inferiore a 105. Altro bonus “curioso” presente nel suo contratto? Nel caso in cui dovesse tirare almeno 7.6 triple di media su 36 minuti convertendole con almeno il 41.5% otterrebbe altri 334.000;
La durata del contratto permette, inoltre, al ragazzo di gestire il proprio futuro e trovare una squadra più adatta in caso di mancanza di feeling quando tornerà KD35. La franchigia è in palese all-in, ha ingaggiato due superstar come Kyrie Irving e appunto Durant ed è dichiaratamente a caccia del titolo dall’annata 2020/2021 quando il fortissimo attaccante tornerà a giocare.
Il Salary Cap è intasatissimo con oltre 139 milioni già impegnati nella prossima annata in contratti garantiti. Il giovane Prince deve assolutamente sfruttare questa annata di “vuoto di potere” all’interno del team per guadagnare gradi e non essere messo totalmente da parte al ritorno della stella. Si tratta, passando all’analisi tecnica, di un giocatore di talento, molto bravo in attacco e assolutamente affidabile quando si tratta di difendere. I Nets sono in una situazione idilliaca, ma non devono sbagliare mosse perché potrebbero costare carissimo.