Janis Timma, insieme al suo Khimki, è una delle note più liete di questo inizio di Eurolega. Il lettone all’ombra del Cremlino sembra esser tornato quel giocatore che, fino ad un paio di anni fa, sembrava essere pronto per il grande salto in NBA, magari con la maglia degli Orlando Magic che ne detenevano i diritti. Ora per Janis non c’è più tempo per sbagliare; a ventisette anni il nativo di Kraslava è chiamato a vivere una stagione da protagonista: perdere l’ultimo treno della sua carriera potrebbe essere un rimpianto troppo grande per un atleta del suo livello.
Gli inizi in Lettonia ed il passaggio allo Zenit

Per poter tracciare un profilo del #6 giallo-blu, e capire perché la parola “rinascita” non è casuale, bisogna partire dall’inizio; più precisamente nella sopracitata Kraslava, comune rurale a poco più di tre ore dalla capitale Riga. In questa piccola cittadina (poco più di ventimila abitanti), Janis muove i primi passi cestistici nel club distante pochi chilometri da casa sua. Nel 2008 viene notato notato dagli osservatori della storica ASK Riga che all’età di 16 anni lo inseriscono nel loro settore giovanile. L’esser chiamato da una squadra che vantava due campionati sovietici ed uno lettone doveva essere motivo di grande orgoglio e gioia. L’entusiasmo di Janis però si spegne subito; nel 2009 l’ASK fallisce di nuovo, questa volta in maniera definitiva, e Timma è così costretto a trovarsi una nuova squadra, il DNS Riga.
L’esperienza con il DNS dura due anni in cui il giovane Janis matura e attira su di se gli occhi dei grandi club lettoni. Il primo a metterlo sotto contratto è il Liepajas che gli dà l’opportunità di giocare ad un livello superiore regalandogli un minutaggio importante tra i professionisti. Al termine della stagione Timma avrà messo a referto 13.3 ppg di media in 22 partite e si sarà anche guadagnato la chiamata nella squadra più vincente e prestigiosa della Lettonia; il Ventspils.
Con la casacca gialla indosso Janis diventa un giocatore completo. Si impone come uno dei migliori scorer del paese e diventa un tiratore da tre più che affidabile (40% dal perimetro); si toglie la soddisfazione di essere draftato (60^ scelta assoluta nel 2013 dai Grizzlies) e di vincere un titolo (2014), oltre che di entrare in pianta stabile nel giro della nazionale maggiore.
Ormai in patria Timma ha lo status di star. Conscio del suo talento decide di compiere l’ultimo step di una crescita lenta ma inesorabile e firma un annuale al VEF Riga (storici rivali del Ventspils). I suoi ex tifosi non la prendono bene; lo fischiano ad ogni occasione utile ma Janis sfrutta la sua annata nel VEF per esordire, ed impressionare, in Eurocup (12,7 ppg 4,6 rpg 4,2 apg e 38% da tre). Diventa anche punto fisso della sua nazionale con la quale esordisce nello stesso anno, e vince ancora una volta il campionato. Tutto sembra ormai pronto per il passo definitivo: l’esperienza fuori dai confini nazionali.
La chance di competere in un contesto diverso dalla sua comfort zone gliela offre lo Zenit in Russia. Seppur con qualche tentennamento Janis accetta e, seguito dalla compagna Sana, inizia il suo non semplice ambientamento a San Pietroburgo. Il primo anno infatti non è semplice. Janis non trova molta continuità ma dopo qualche mese riesce a ritagliarsi il suo spazio e conferma quanto di buono fatto vedere in patria. 12.6 ppg, 5.4 rpg e 3.2 apg, queste sono le sue cifre in Eurocup dove la sua avventura si ferma agli ottavi di finale battuto dal Niznij Novgorod.
Rinnova per un altro anno con i russi, voglioso di vincere e di guadagnarsi una chiamata all’Europeo. Timma in quella stagione gioca in maniera sublime. 16.2 ppg con il 44% (entrambi massimi in carriera) da tre, 4.7 rpg e 2.9 apg sono il suo bottino personale al termine di un’annata positiva ma avara di soddisfazioni. Il suo Zenit infatti chiude ai quarti la sua avventura in Eurocup e finisce secondo in VTB League.
Che giocatore è Janis Timma?
Finora abbiamo visto il cammino professionale di Timma, proviamo ora a capire che tipo di giocatore è diventato nel tempo. Janis, 203 cm x 103 kg, è un’ala moderna in grado di giocare con disinvoltura nel ruolo di 3 o 4. Il suo fisico nei primi anni di carriera, sopratutto in Lettonia, gli consentiva di avere un vantaggio importante nei confronti degli avversari, qualità che sfruttava arrivando spesso e volentieri al ferro con discreta facilità.
Il suo gioco tuttavia si è evoluto di pari passo con la sua carriera. Quando i mismatch sono diventati meno frequenti, Janis è diventato uno specialista del tiro dal perimetro. Ha un rilascio fluido e veloce che gli consente di essere mortifero in uscita dai blocchi; spesso viene infatti utilizzato come stretch 4 per aprire il campo – soprattutto al Khimki. Discrete sono le sue abilità di passaggio e la visione di gioco per un giocatore che offensivamente ha un Q.I. cestistico sopra la media.
Sul lato difensivo le cose cambiano. Timma non è ancora un difensore affidabile; la sua relativa velocità di piedi lo limita molto nel tenere gli esterni e va in difficoltà quando si trova contro pari ruolo fisici e forti spalle a canestro. Compensa però queste sue lacune con una rapidità di mani non indifferente: è abilissimo nel mettersi sulle linee di passaggio e nel rubare palloni per avviare transizioni, spesso concluse con una tripla dopo uno scarico.
La svolta internazionale: Eurobasket 2017

Dopo la grande stagione con lo Zenit ecco che arriva la svolta di una carriera: Eurobasket 2017. In una competizione falcidiata dalle assenze e dove dominano Dragic e Doncic con la loro Slovenia, Timma trova il modo di mettersi in mostra. La sua Lettonia, infatti, viene considerata un’outsider quasi di lusso data la presenza dell'”Unicorno” Kristaps Porzingis. Curioso che proprio nella squadra di KP sia uno dei meno quotati a prendersi la scena.
Il team baltico gioca un basket di altissimo livello fatto di rapide transizioni e giochi per liberare i tiratori. Inoltre, la presenza di Porz catalizza le attenzioni difensive e Timma riesce a ritagliarsi così, a suon di triple, uno spazio da secondo violino. La sua miglior prestazione sarà quella contro il Belgio (27 punti con 6/6 da due e 4/8 da tre) ma la partita più importante è di sicuro quella contro la Russia dove infila 21 punti e permette ai suoi di passare il girone. Agli ottavi contro il Montenegro mette a referto altri 22 punti (4/4 da tre) prima di arrendersi agli ottavi alla Slovenia futura campione.
Gli anni bui: Baskonia e Olympiakos

A seguito di un Eurobasket di così alto profilo i grandi club fanno la fila per il biondo tiratore lettone. Dopo un approccio con i Magic, alla fine la scelta ricade sugli spagnoli del Baskonia. L’avventura in terra iberica non andrà però come previsto. Janis si ritrova catapultato in un contesto del tutto nuovo e, seppur confermandosi uno dei migliori tiratori in Europa, non fa quei miglioramenti in cui tutti avevano sperato. L’impatto con l’Eurolega è tutto sommato positivo per un esordiente: 7.6 ppg con il 41% da tre in 22.8 minuti. Tuttavia a fine anno il team basco non è convinto delle sue prestazioni e lo spedisce all’Olympiakos.
Arriva in Grecia come uno dei grandi colpi del nuovo corso di Blatt con cui i biancorossi vogliono rilanciarsi. Janis ha una enorme voglia di riscatto, l’ambiente sembra quello ideale. Le cose però vanno male. Timma non trova continuità, perde fiducia nei suoi mezzi e finisce persino ai margini della rosa. A marzo, complice anche la situazione delicatissima dei greci, decide di cambiare aria e torna di nuovo in Russia, questa volta al Khimki.
Alla corte di Shved
Sfiduciato ma allo stesso tempo voglioso di riprendere in mano la sua carriera, Timma arriva al Khimki nel momento perfetto. La squadra moscovita viene da un’annata deludente e Shved ha preteso che le cose cambino. La campagna acquisti estivi è a dir poco faraonica con le aggiunte al roster dei vari: Jovic, Booker, Jerebko, Mozgov, Bertans e Karasev. Una squadra perfetta per le caratteristiche di Janis.
Assurge da subito al ruolo di spalla di Shved, di cui sfrutta la sua abilità nel tenere impegnate le difese, proprio come con Porzingis, per ritagliarsi il suo spazio in attacco. La presenza di giocatori abili in transizione – e letali dal perimetro – come Jovic e Bertans gli permette di giocare il suo basket. Janis inizia ad essere coinvolto di più nel pick-n-pop oltre che cercato e imbeccato meglio dall’arco e dal semi arco. I risultati sono, finora, eclatanti: 15.7 ppg, 4 rpg e 2.3 apg con il 42% da tre ed il 47% complessivo dal campo.
Per capire se si tratta solo di qualche sporadica prestazione positiva o di un giocatore ritrovato ci vorrà del tempo. Di sicuro Janis sembra aver intrapreso finalmente la strada giusta per tornare ad essere un cestista di alto livello. Ormai ha raggiunto la maturità cestistica e questo potrebbe diventare l’anno della sua definitiva consacrazione anche in Eurolega; i vari Melli, Udoh e Wanamaker fanno scuola, non è mai troppo tardi per ambire anche ad una chiamata al di là dell’Atlantico. Il presente tuttavia si chiama Khimki e vincere deve essere l’unico obiettivo per quel ragazzo che aveva stregato l’Europa per poi rimanere abbagliato dalla sua stessa luce.
