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Preseason Orlando Magic: tra dubbi e conferme

Riccardo Poletti by Riccardo Poletti
23 Ottobre, 2019
Reading Time: 7 mins read
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Preseason Orlando Magic: tra dubbi e conferme

Copertina a cura di Alessandro Cardona

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Inizio altalenante

È stata una preseason dai due volti quella degli Orlando Magic di coach Clifford. Dopo le ottime uscite nelle prime tre gare con San Antonio (125-89), Detroit (115-91) e Atlanta (97-88), Vucevic e compagni sono incappati in altrettante sconfitte contro avversari certamente più quotati come Boston (100-75), Philadelphia (126-94) e Miami (107-98). In vista dell’imminente esordio casalingo di mercoledì 23 ottobre contro i Cleveland Cavaliers – e complice una serie di piccoli infortuni dei titolari Vucevic, Fournier e Ross – la preseason dei Magic ha consentito a elementi convalescenti come Mo Bamba e Markelle Fultz di testare le proprie condizioni fisiche e ha regalato spazio a giocatori in cerca di minutaggio quali Jefferson, Frazier, Magette, Johnson e Humphries, permettendo ai veterani di rodare i meccanismi di gioco in vista di una regular season che si annuncia promettente.

Con 100.7 punti di media realizzati in sei partite, gli Orlando Magic confermano grosse difficoltà nel gioco a metà campo (solamente 24 assist di media), mostrando invece un’ottima propensione al contropiede e alla transizione offensiva. Orlando si è collocata tra le ultime posizioni a livello statistico per percentuali di realizzazione, (41.9% dal campo e 67.6% dalla lunetta), mentre è riuscita a mostrare il vero punto di forza della squadra, la difesa: a testimonianza di ciò, Isaac e compagni hanno fatto registrare 12.7 palle rubate e 6.8 stoppate a partita. I Magic hanno fatto vedere una difesa fisica nel pitturato e attenta sul perimetro, ricalcando le prestazioni degli ultimi tre mesi della passata regular season, in cui difensivamente avevano dominato gli avversari, arrivando a conquistare i playoff in volata.

Il dilemma principale

Coach Clifford ha cercato in questi mesi di preparazione diverse soluzioni per migliorare uno dei problemi primari di questa squadra, ovvero l’efficienza offensiva. Per ovviare al problema di una manovra spesso lenta e difficoltosa, il coach dei Magic ha puntato su un ritmo di gioco elevato e sull’aumento dei punti scaturiti da palle perse avversarie per sfruttare al massimo le doti atletiche delle sue giovani ali/guardie, caratteristica principale di Orlando. La speranza di Clifford per l’inizio della stagione è che i suoi ragazzi possano avere assimilato quell’atteggiamento aggressivo indispensabile per forzare l’avversario all’errore, aprendo il campo in contropiede e convertendo in canestri facili le numerose palle recuperate.

Nelle sei partite di preparazione i Magic hanno mostrato enormi progressi in questa particolare statistica, piazzandosi al quarto posto in NBA per turnover provocati a partita (23.3), in forte aumento rispetto ai 13 creati la scorsa annata. Da queste situazioni di transizione rapida Orlando ha raccolto una media di 24.3 punti (13° squadra in NBA), rispetto ai soli 15.2 punti ottenuti l’anno precedente, mostrando un incremento notevole. Con attaccanti veloci e dinamici come Gordon, Fultz, Isaac e Aminu, tiratori affidabili quali Augustin, Ross e Fournier, con dei centri completi e versatili come Bamba e Vucevic, accelerare il ritmo di gioco per spingere l’avversario a forzare creando rapidi ribaltamenti di fronte sarà senz’altro una delle armi migliori per questi Magic.

La vera incognita: Markelle Fultz

L’attenzione di staff e media in questa preseason era rivolta alle condizioni della scommessa Markelle Fultz, e la giovanissima guardia ha fornito risposte incoraggianti sia in allenamento che in partita. Conquistandosi un discreto minutaggio (19.9 minuti a partita con 6.7 punti e 4.0 assist) alle spalle di Augustin, Fultz ha mostrato una serenità che gli mancava da mesi. Degna di nota la prestazione contro i Sixers di Embiid, la franchigia che lo scorso febbraio lo ha ceduto ai Magic, mostrando lampi di puro talento e atletismo contro una delle candidate al titolo della Eastern Conference: 12 punti, 5 assist, 2 palle rubate e un pregevolissimo assist no-look per la schiacciata di Gordon.

La sua abilità nel battere regolarmente il diretto avversario penetrando nel cuore delle difese costituirà un fattore essenziale del gioco offensivo dei Magic, con la duplice possibilità di concludere direttamente al ferro o aprire lo spazio ai tiratori sul perimetro. I dubbi su questo ventunenne riguarderanno ovviamente la tenuta fisica (solo 33 partite giocate in NBA in due anni a causa della sindrome toracica che ne ha compromesso l’uso della spalla) e la sua affidabilità realizzativa. In 119 minuti giocati Fultz ha segnato solo 17 dei 54 tiri tentati (31.5%) fallendo tutti i 6 tentativi dalla linea dei tre punti, mostrando evidenti difficoltà col jumper dalla media-lunga distanza, sebbene un lieve miglioramento lo abbia mostrato ai tiri liberi (6/9).

Senza dubbio la meccanica del tiro innaturale e poco morbida nella fase di rilascio incide in maniera pesante su questo aspetto. Aggiustare le percentuali dal campo lo renderebbe senz’altro un attaccante difficile da arginare, considerando il dinamismo e l’esplosività con cui è in grado di aggredire il pitturato. I Magic confidano nel grande lavoro individuale che i due assistenti allenatori Steve Hetzel e Bruce Kreutzer stanno portando avanti con lui, gli stessi che hanno permesso a Kemba Walker di esplodere definitivamente ai tempi di Charlotte.

https://www.youtube.com/watch?v=pJx23Zc2n9s

Parola d’ordine: continuità

Uno dei fattori che pone gli Orlando Magic tra le squadre favorite alla corsa ai Playoff 2020 è la continuità del progetto che il GM John Hammond è riuscito a garantire, riconfermando ben 12 giocatori del roster della passata stagione. I rinnovi quadriennali di Vucevic e Ross hanno permesso di consolidare lo starting five del 2019, fornendo a coach Clifford un roster identico nelle prime otto rotazioni e con innesti mirati quali Fultz e Aminu.

L’importanza di questo aspetto si può riassumere con le parole di Brett Brown, coach dei Sixers: «(Continuity) is a priceless gift. I’ve said it many times and I’ll say it now: Talent does not trump time. You know, you need time and you want to expedite it and move it forward, but you need time. I respected the (Magic’s) organizational decision – which it obviously was – to persevere with the group that they have and coach that they have. Personally, I lived that life for 12 years (as an assistant coach) in San Antonio. I have not lived it in Philadelphia, but it’s what we all aspire to ultimately find».

Mentre diverse squadre della Eastern Conference hanno subito importanti cambiamenti nel roster – vedi Toronto con Leonard, Boston con Irving, Philadelphia con Butler -, gli Orlando Magic per il secondo anno consecutivo presenteranno lo stesso quintetto, nella speranza di dare seguito al finale della scorsa stagione con 22 vittorie su 31 incontri. Avversari abbordabili nelle prime gare e una striscia di 9 successi consecutivi fra le mura dell’Amway Center fanno sperare in un inizio di regular season favorevole per i ragazzi di Clifford.

Da tenere in forte considerazione il fattore infortuni: lo scorso anno sono state solamente 16 le gare saltate complessivamente da Vucevic, Gordon, Fournier, Ross, Augustin e Isaac. I Magic sperano di ricevere la medesima fortuna anche in questa stagione, dove però le alternative in panchina sembrano di maggior qualità e affidamento, garantendo rotazioni ampie con un rendimento più costante nell’arco di tutta la gara e dell’intera stagione.

Come rientra Mo Bamba?

Altro elemento da scoprire sarà il centro Mo Bamba. Reduce da una frattura da stress alla gamba sinistra, che lo ha costretto a saltare gli ultimi mesi della stagione passata, in estate dopo la riabilitazione ha svolto un intenso programma di lavoro tecnico e fisico individuale con il dichiarato intento di guadagnare spazio alle spalle di Vucevic. Complice l’assenza del centro montenegrino per infortunio nelle ultime gare di preseason, Bamba in sei partite ha collezionato 11.2 punti, 4.8 rimbalzi e 1.8 stoppate in 17.6 minuti di media. Con 25 canestri realizzati su 42 tentativi dal campo (59.5%) si conferma una discreta arma offensiva per i Magic, con anche un ottimo 9/18 dall’arco.

L’energia in difesa, le doti da rimbalzista e stoppatore, i notevolissimi mezzi atletici (sua la migliore wingspan attualmente in NBA), la capacità di correre in contropiede e volare sopra il ferro con naturalezza, una discreta minaccia dal perimetro coi piedi a terra e una preparazione estiva accurata proiettano questo ventenne tra i primi posti nelle rotazioni dei Magic, superando il compagno Birch alle spalle di Vucevic. La tenuta fisica al rientro dopo un lungo stop e le reali potenzialità su entrambi i lati del campo sono i veri interrogativi a cui Bamba è chiamato a rispondere in questo inizio di regular season.

https://www.youtube.com/watch?v=8gmbcl6WIB8

Pronostici finali

La preseason ci ha confermato limiti e potenzialità di questi Orlando Magic. Il piazzamento finale dipenderà strettamente dal rendimento individuale della sua più grande scommessa, Markelle Fultz. Altro elemento che giocherà un ruolo prepotente nella stagione dei Magic sarà la condizione fisica dei suoi elementi chiave: tutto lo starting five, Ross come sesto uomo, senza dimenticare i convalescenti Fultz e Bamba.

Dovesse riprendere il cammino lasciato nel finale dello scorso anno, Orlando chiuderebbe con un record di 58-24. Un sesto posto nella Eastern Conference sembra ad oggi il pronostico più realistico per i Magic, valutando anche il calendario decisamente morbido nella prima e nell’ultima fase della stagione. Mercoledì arrivano i Cavaliers per l’esordio all’Amway Center, e vedremo se la striscia di successi casalinghi dei Magic continuerà. Occhio a Fultz!

Tags: Aaron GordonDJ AugustinEvan FournierJonathan IsaacMarkelle FultzMo BambaNikola VucevicOrlando MagicSteve CliffordTerrence Ross
Riccardo Poletti

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