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Le dieci partite NBA da segnare in rosso sul calendario

Matteo Pacchione by Matteo Pacchione
19 Ottobre, 2019
Reading Time: 10 mins read
0
10 partite NBA da segnare in rosso sul calendario

Copertina a cura di Sebastiano Barban

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Nella moltitudine di partite che ogni anno si disputano in NBA, diventa impossibile assistere a tutti gli incontri che si susseguono notte dopo notte. Tuttavia, ce ne sono alcuni che nessun vero appassionato può fare a meno di vedere. Ecco quindi, la guida alle dieci partite più importanti della stagione che, più di tutte, promettono di regalare grande spettacolo.

1) Toronto Raptors@New Orleans Pelicans (23 ottobre)

La partita che segna, a tutti gli effetti, l’inizio della stagione Nba. I Toronto Raptors, campioni in carica, affrontano davanti al loro pubblico i New Orleans Pelicans. Una partita da non perdere per più di un motivo: primo tra tutti, la cerimonia di premiazione dei padroni di casa nella quale verrà consegnato l’anello per commemorare la vittoria del titolo, ottenuto l’anno scorso. Per i canadesi sarà il primo vero test dopo l’addio di Kawhi Leonard e sarà, dunque, la prima occasione per definire il livello del team senza l’MVP delle scorse Finals.

https://www.youtube.com/watch?v=mE1NYp4SM_k
La cerimonia dell’anno scorso

Aspettando l’esordio del tanto atteso Zion Williamson, fermo per un problema al ginocchio, i tifosi dei Pelicans potranno concentrarsi sui due nuovi acquisti, provenienti dai Los Angeles Lakers: Lonzo Ball e Brandon Ingram. Quella che si prospetta, è una stagione chiave per entrambi i giocatori, chiamati ad un riscatto personale dopo le tre stagioni fallimentari ai Lakers.

Anche lo stesso Ball ha ammesso di non essere riuscito ad esprimere al meglio il proprio potenziale nella sua ex squadra, spendendo, nel contempo, parole positive per il suo nuovo team: “So che New Orleans è felice di avermi, ed io sono felice di cominciare. È tutto nuovo e sono felice di tornare a giocare a basket come so di poter fare”. Debutto oltreoceano anche per Nicolò Melli che, proprio a causa dell’infortunio di Williamson, otterrà minuti importanti fin dalla prima partita. C’è grande curiosità, quindi, attorno a questa nuova squadra: non resta che aspettare l’inizio della Regular Season!

2) Houston Rockets@Golden State Warriors (7 novembre)

Il primo scontro dell’anno fra due delle squadre protagoniste del panorama NBA degli ultimi anni. I due team si sono dati più volte battaglia nei Playoffs: i Rockets negli ultimi 5 anni hanno affrontato 4 volte i Warriors nella post-season uscendone sempre sconfitti. Gli ospiti, d’altro canto, hanno vinto tre titoli negli ultimi cinque anni, confermandosi come una delle squadre favorite per la corsa al titolo. Voglia di rivalsa per i padroni di casa che possono vantare, rispetto alle stagioni precedenti, l’aggiunta di Russell Westbrook al proprio organico dopo la trade che ha portato Chris Paul ad Oklahoma City.

Non sono da meno gli ospiti che, dopo l’addio di Kevin Durant, sono riusciti ad ottenere D’Angelo Russell, una delle guardie più in forma dell’NBA odierna. Un giocatore importante per migliorare un reparto offensivo già forte di giocatori come Stephen Curry e Klay Thompson. I problemi della squadra di San Francisco, però, riguardano soprattutto la metà campo difensiva, sulla quale peserà l’addio di Andre Iguodala dopo ben sette anni e tre titoli NBA. Sarà compito di coach Kerr, dunque, quello di riuscire a migliorare l’aspetto difensivo che, proprio in questa partita, sarà messo a dura prova.

3) New York Knicks@Dallas Mavericks (15 novembre)

Uno scontro tra due squadre che non hanno brillato negli ultimi anni mancando più volte i playoff: i Knicks infatti, non arrivano alla post-season da ben cinque anni contro i tre dei Mavericks. Una stagione, dunque, in cui entrambe le squadre sono chiamate ad un miglioramento generale che appare, però, concretamente realizzabile solo per la squadra ospite, forte della trade che ha portato Kristaps Porzingis a Dallas proprio dalla Grande Mela. E proprio quest’ultimo si presenterà per la prima volta come avversario al Madison Square Garden, dopo un’estate in cui i rapporti tra il giocatore e la sua ex franchigia si sono fatti via via più tesi tanto da portare il giocatore a chiedere di essere ceduto.

Occhi puntati sul pubblico di casa dunque, che probabilmente non perdonerà l’addio da parte di un giocatore che rappresentava un vero e proprio simbolo di rinascita per la franchigia. Ritorno reso ancora più nervoso dalle dichiarazioni di RJ Barrett, rookie di New York, che, in una delle sue prime interviste, ha affermato di voler “posterizzare” proprio il giocatore lettone. Interessante, infine, sarà il duello proprio tra Barrett, al suo primo anno in NBA, e Luka Doncic, che, nonostante la giovane età, vanta alle spalle già un anno nel più importante campionato americano. Da non perdere se si vogliono osservare due dei probabili campioni futuri del basket americano.

4) New Orleans Pelicans@Los Angeles Lakers (27 novembre)

Fanno il loro esordio in questa top 10 i Los Angeles Lakers: proprio la squadra gialloviola è stata protagonista di questa Free Agency riuscendo a scambiare buona parte dello young core per Anthony Davis. Proprio quest’ultimo farà il suo ritorno a New Orleans dopo un’estate segnata da tensioni e provocazioni nei confronti della sua ex squadra. Difficile dire se la cessione sia responsabilità del giocatore o della franchigia, rea di non averlo saputo gestire, ma ciò che è certo è il dissenso del pubblico, che ha visto la stella della propria squadra essere scambiata dopo 7 anni di costanti miglioramenti individuali.

Sará interessante dunque, la reazione dei tifosi al ritorno del loro, ormai, ex giocatore e l’accoglienza che gli verrà riservata. Occhi puntati, inoltre, sulla sfida che vede coinvolti i lunghi delle due squadre: proprio Davis molto probabilmente, dovrà marcare Williamson; un importante banco di prova per il rookie che sarà chiamato ad una partita impegnativa sui due lati del campo contro una superstar con un’esperienza nettamente maggiore.

5) Boston Celtics@Brooklyn Nets (28 novembre)

Un altro ritorno illustre, questa volta parliamo di Kyrie Irving: il playmaker dei Nets torna a Boston dopo due stagioni molto deludenti nelle quali, complici anche gli infortuni, non è riuscito ad imporsi come leader di una squadra costruita per ben altri traguardi rispetto a quelli raggiunti; i Celtics, infatti, sono stati eliminati prima dai Cavs nei Playoff del 2018 (Irving assente per infortunio) e poi dai Bucks nei quarti di finale. Proprio in quest’ultima stagione, Kyrie aveva più volte affermato il suo interesse nel rimanere nella storica franchigia, dichiarazioni che, in questa estate, sono però state seguite dalla decisione del giocatore di firmare con una nuova squadra.

Resta il dubbio, dunque, sul motivo per il quale il playmaker abbia deciso di abbandonare la città di Boston. Quel che è certo è che il pubblico della sua ex squadra, non sembra aver gradito il suo addio. Per Irving, inoltre, la prossima stagione rappresenta un’importante occasione per mettere a tacere le critiche che gli sono state rivolte da fan e media, una su tutte, quella di non essere un vero leader. In attesa del ritorno di Kevin Durant, alle prese con l’infortunio al tallone d’Achille, la stella dei Nets dovrà prendere in mano le redini della squadra dimostrando di poter condurre ai Playoff il suo team anche se privo del numero 35.

6) Philadelphia 76ers@Milwaukee Bucks (25 dicembre)

Anche quest’anno l’NBA decide di regalarci, in occasione del Natale, ben cinque partite, distribuite nell’arco dell’intera giornata; per quanto riguarda la costa Est, particolare attenzione merita lo scontro tra Sixers e Bucks che vedrà impegnate due delle migliori squadre di tutta la Eastern Conference: i padroni di casa, dopo l’eliminazione ad un passo dalle finali di Conference, negategli solo dal tiro allo scadere di Kawhi Leonard in gara 7, devono compiere il definitivo salto di qualità se vogliono ambire a traguardi ben più importanti rispetto a quelli raggiunti fino ad ora. I pilastri della squadra rimangono quelli delle passate stagioni: Joel Embiid al suo settimo anno nel campionato americano e Ben Simmons chiamato ad un’ulteriore crescita personale dopo i 17 punti di media della passata stagione.

Dall’altro lato del campo, i Milwaukee Bucks cercano una rivincita dopo l’eliminazione nelle finali di Conference dello scorso anno anch’essa ad opera dei Toronto Raptors; per farlo si affideranno al loro giocatore di punta Giannis Antetokounmpo: l’MVP della passata stagione, dopo aver messo a referto una doppia doppia di media nell’intero anno, si è dovuto arrendere di fronte alla squadra canadese. Per questo motivo, ora che i Raptors hanno perso il loro giocatore chiave, i Bucks saranno più che mai concentrati sul raggiungere il tanto desiderato titolo NBA. Uno scontro che si preannuncia interessante, quello tra Embiid e Antetokounmpo, con i due giocatori che, con molta probabilità, saranno chiamati a marcarsi reciprocamente in alcuni frangenti del match. Un bel banco di prova per entrambe le squadre, in un momento cruciale della stagione.

7) Los Angeles Clippers@Los Angeles Lakers (25 dicembre)

Una delle partite di Natale da seguire con maggiore attenzione in casa NBA. Il derby di Los Angeles quest’anno promette grande spettacolo: la rivalità tra le due squadre è più accesa che mai. La squadra di LeBron James (4 volte MVP), dopo la deludente stagione dello scorso anno, è riuscita a portare tra le sue fila un giocatore del calibro di Anthony Davis, un’importante pedina sia dal punto di vista offensivo che difensivo. Il reparto lunghi è quello che più spaventa la truppa di Coach Rivers, con Zubac ed Harrell che saranno chiamati a resistere all’offensiva avversaria.

Non sono da meno i Clippers: la squadra guidata da Doc Rivers, che vantava già dallo scorso anno ottimi difensori come Patrick Beverley (due volte nell’ NBA All-Difensive Team), è stata la vera protagonista del mercato riuscendo a firmare Kawhi Leonard, MVP delle scorse Finals e vincitore per ben due anni del premio come miglior difensore della stagione. Alla firma del campione NBA, è seguito l’arrivo di Paul George in seguito ad una trade tra Clippers e Thunder. Il giocatore si è da subito mostrato entusiasta spendendo belle parole per i suoi compagni e dichiarando come i Clippers, nella prossima stagione, saranno senza dubbio una delle squadre più temibili difensivamente.

È chiaro, dunque, come gli scontri diretti rappresentino un importante banco di prova per entrambi i team in vista della parte più importante della stagione, garantendo grande spettacolo a tutti gli appassionati di pallacanestro.

8) Charlotte Hornets@Milwaukee Bucks (24 gennaio)

Partita molto importante, in particolare per gli appassionati NBA di tutta Europa: Hornets-Bucks sarà infatti l’unica partita giocata in territorio europeo di quest’anno. Un’ usanza che l’NBA porta avanti da ormai dieci anni, ma che quest’anno vede un decisivo cambiamento proprio nella location scelta. Per la prima volta, infatti, non si giocherà alla O2 Arena di Londra bensì alla AccorHotels Arena di Parigi:

Look back to 1991 when the @Lakers played an exhibition game in Paris!#NBAParis Game 2020: @hornets take on @Bucks on Jan. 24, 2020 at AccorHotels Arena. pic.twitter.com/ItajqdllF5

— NBA History (@NBAHistory) March 29, 2019
Era da tanto tempo che la NBA non faceva tappa a Parigi

Non casuale la scelta delle squadre: uno dei principali giocatori degli Hornets, infatti, è Nicolas Batum due volte bronzo ai campionati mondiali proprio con la nazionale francese. I Bucks invece, hanno acquisito una notevole popolarità nelle ultime stagioni, grazie soprattutto al loro giocatore principale, Giannis Antetokounmpo la cui maglia è stata la terza più venduta nella passata stagione, la prima tra i giocatori non statunitensi. Una partita importante, dunque, in particolare per un basket, quello americano, in cui la componente internazionale sta acquisendo un ruolo sempre più importante.

9) All Star Game (16 febbraio)

La partita delle stelle, quella che meno di tutte ha bisogno di presentazioni: per una settimana l’NBA si ferma regalando ai propri fan un weekend con eventi speciali come la gara delle schiacciate o quella da tre punti. Spicca su tutti, però, l’All Star Game in cui i migliori giocatori di entrambe le Conference si sfidano dando spettacolo. La prossima partita delle stelle sarà la terza da quando sono state rivisitate le modalità in cui venivano formati i team. Dal 2018, infatti, i due giocatori con più voti vengono eletti come capitani delle rispettive squadre e scelgono, a turno, i giocatori che andranno a formare il quintetto base:

LeBron e Giannis che si divertono a scegliere i giocatori al DRAFT

Al centro dei riflettori, come sempre, LeBron James in cerca del suo quarto titolo di MVP dell’All Star Game che gli permetterebbe di raggiungere Bob Pettit e Kobe Bryant in cima alla classifica dei giocatori ad aver ricevuto più volte questo premio. Occhi puntati anche su Giannis Antetokounmpo, capitano della squadra lo scorso anno, che non ha ancora ottenuto questo riconoscimento. Una partita, dunque, capace di attirare ogni tifoso NBA e che promette di portare allo United Center di Chicago grande intrattenimento e grande spettacolo.

10) Atlanta Hawks@Cleveland Cavaliers (16 aprile)

Una partita non molto attraente, almeno sulla carta, ma che potrebbe interessare un gran numero di fan dell’NBA, in particolar modo, coloro che si sono avvicinati al basket Americano tra gli anni 90 e gli anni 2000. Hawks@Cavs, infatti, sarà l’ultima partita di Vince Carter da giocatore professionista. L’ufficialità è arrivata dallo stesso Carter che ha confermato come la prossima stagione segnerà la fine del suo percorso in NBA. Il giocatore statunitense diverrà, inoltre, l’unico giocatore ad essere sceso in campo in quattro decadi differenti, oltre che l’unico giocatore della storia ad aver giocato per 22 stagioni consecutive, superando così, per citare i più recenti, Kevin Garnett e Dirk Nowitzki.

Un match importante, in particolare per i nostalgici che potranno godersi un’ultima partita di “Vinsanity” salutando così l’era NBA degli anni 90.

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Matteo Pacchione

Matteo Pacchione

20 anni, studente e appassionato di sport. Tifoso dei New York Knicks e della Juventus, in modo da bilanciare vittorie e sconfitte. Oltre al basket mi piace l'arte in tutte le sue forme, soprattutto il cinema e la musica.

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