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NBA Preview: Portland Trail Blazers 2019/20

Gianluca Poli by Gianluca Poli
18 Ottobre, 2019
Reading Time: 12 mins read
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Copertina Preview Portland Trail Blazers

Copertina a cura di Marco D'Amato

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PORTLAND TRAIL BLAZERS: A CACCIA DI RICONFERME.

Record: 53-29

IN: Hassan Whiteside (Trade); Kent Bazemore (Trade); Anthony Tolliver (FA); Pau Gasol (FA); Nassir Little (Draft); Mario Hezonja (FA).

OUT: Jake Layman (Trade); Enes Kanter (FA); Seth Curry (FA); Al-Farouq Aminu (FA); Meyers Leonard (Trade); Maurice Harkless (Trade); Evan Turner (Trade).

Roster:

PG: Damian Lillard (S), Anfernee Simons, Gary Trent Jr.

SG: CJ McCollum (S), Mario Hezonja.

SF: Rodney Hood (S), Kent Bazemore, Nassir Little.

PF: Zach Collins (S), Anthony Tolliver, Skal Labissiere.

C: Hassan Whiteside (S), Jusuf Nurkic, Pau Gasol.

Rip City è pronta per l’inizio della stagione, con l’entusiasmo di chi lo scorso anno ha raggiunto una finale ad Ovest, ma con l’amaro in bocca di chi ci è uscito per 4 a 0, nonostante di fronte ci fossero i Golden State Warriors.

53-29, il record dello scorso anno, e l’arrivo in corsa di Kanter e Hood che ha portato ad un finale di stagione molto convincente sono gli ingredienti di base di una stagione che potrebbe essere fondamentale per la franchigia dell’Oregon.

DA DOVE SI PARTE?

Portland arriva da una stagione sicuramente positiva: finale ad Ovest, come si diceva, terzo spot nel tabellone e sesto posto complessivo nella NBA 2018-2019, un primo turno passato per 4 a 1 contro i Thunder, con un incredibile Buzzer Beater di Damian Lillard per prendersi la serie, e una splendida semifinale di conference, vinta a gara 7 contro i Nuggets, prima di ricevere lo sweep contro i campioni dell’annata precedente.

I Trail Blazers partono quindi da qui, da un’annata che li ha visti protagonisti della postseason, nonostante sulla carta ci fossero squadre ben più attrezzate per raggiungere la finale di conference.

Le sensazioni sono quindi buone ai nastri di partenza, una franchigia di cui forse si parla sempre troppo poco, con un leader di cui sicuramente si parla troppo poco; e questo è sicuramente lo spirito migliore con il quale apprestarsi ad iniziare una nuova stagione, quella sensazione di “siamo noi contro il mondo”, citando Flavio Tranquillo.

LE CESSIONI

La offseason di Portland non è stata incredibile, né dal punto di vista degli acquisti, né dal punto di vista delle cessioni. Il roster è stato comunque rivoluzionato con acquisti interessanti e con la cessione di una serie di giocatori bene integrati nel sistema di Coach Stotts.

Ad andarsene da Portland sono stati tanti in questo mercato estivo. Meyers Leonard e Maurice Harkless: il primo un buon giocatore di rotazione, il secondo da novembre in poi quasi sempre utilizzato nello starting five da Coach Stotts. Entrambi salutano l’Oregon a seguito di una complicata trade che ha coinvolto anche Miami, Phila e i Clippers.

Una complicata trade, si diceva, che ha coinvolto ben 4 team. Portland ha ceduto Meyers Leonard ai Miami Heat e Maurice Harkless ai Los Angeles Clippers; i Los Angeles Clippers han dato soldi a Miami in cambio di una first round draft pick. Inoltre, gli Heat han ceduto Josh Richardson ai Philadelphia 76ers e Hassan Whiteside a Portland; i Philadelphia 76ers hanno girato Mathias Lessort ai Los Angeles Clippers; e per finire i 76ers han mandato Jimmy Butler ai Miami Heat.

Evan Turner, altro buon elemento in uscita dalla panchina, se ne va ad Atlanta in cambio di Kent Bazemore. Jake Layman, inizialmente starter nello spot di SF, poi in uscita dalla panchina a favore di Harkless, parte in direzione Minnesota. Lascia la squadra anche Seth Curry, dopo una stagione giocata su buoni livelli, ma non all’altezza dell’annata a Dallas. Enes Kanter se ne va a Boston. Il turco, arrivato a metà stagione, ha prima svolto un buon lavoro da comprimario, e successivamente, ha rimpiazzato molto bene il vuoto lasciato da Nurkic.

La partenza più importante e significativa potrebbe essere quella di Al-Farouq Aminu in direzione Orlando. Giocatore duttile, può giocare sia da SF che da PF, eccellente difensore, può segnare sugli scarichi: un giocatore completo. Le statistiche non parlano a favore del nigeriano, per capire la sua importanza in campo bisogna guardare oltre ai numeri; sarà interessante vedere l’impatto della sua partenza. Un giocatore utile, che viene considerato uno dei migliori glue-guy attualmente nella Lega.

GLI ACQUISTI

Se il mercato in uscita può considerarsi interessante per la consistenza e la natura delle manovre, per certi versi lo è ancora di più quello in entrata. Nella trade che ha portato Leonard e Harkless rispettivamente a Miami e a Los Angeles, sponda Clippers, è arrivato Hassan Whiteside. A lui l’arduo compito di rimpiazzare Nurkic.

Giocatore chiacchieratissimo, “Agent Block” arriva da cinque stagioni a Miami, le ultime due in discesa. Nell’ultima stagione ha perso addirittura il suo posto da titolare. Un altro Hassan rispetto a quello degli strepitosi numeri della stagione 2015-2016, quando dominò il pitturato difensivamente con 3.7 stoppate a partita. In ogni caso il contratto di Whiteside scadrà al termine della stagione, cosicché se dovesse fallire il compito di vice-Nurkic (il rientro del bosniaco è previsto per metà stagione) potrà semplicemente essere tagliato dai Blazers senza enormi conseguenze.

Altro arrivo importante è quello di Kent Bazemore da Atlanta in cambio di Evan Turner. Giocatore duttile che può essere molto utile alla causa, Bazemore ha dimostrato nella sua carriera di poter giocare diversi ruoli in attacco. Viene da una solida stagione in Georgia, in cui ha collezionato più di 12 punti a partita. Il vero interrogativo sarà la sua affinità con la coppia di esterni ormai rodatissima “Lillard-McCollum”. 30 anni, esperienza quasi da veterano, versatilità e solidità difensiva: Kent Bazemore può essere una chiave.

Un terzo importante acquisto è quello del free agent Mario Hezonja. Si sa, “Super Mario” è sempre una grande incognita. Arrivato dall’Europa, come 5° scelta assoluta nel draft del 2015, non ha mai convinto pienamente. È ormai chiaro che si tratta di una questione mentale, anche perché in quanto a talento il croato ne mette in fila parecchi. L’anno scorso a New York quasi 9 punti di media col 40% dal campo, se riuscirà a migliorarsi potrebbe essere un’interessante opzione in uscita dalla panchina.

I due colpi tra i veterani messi a segno dai Blazers sono Anthony Tolliver e Pau Gasol. Il primo da PF, il secondo da Centro puro porteranno esperienza – e tanto talento nel caso del catalano – a servizio della causa.

Per quanto riguarda il Draft le aspettative non sono altissime, dato che a Portland è toccata la 25° chiamata. La scelta è ricaduta su Nassir Little, da North Carolina. L’anno scorso a UNC, circa 10 punti di media con il 48% del campo, sarà interessante vedere il suo adattamento alla “lega dei grandi”. Sicuramente ci sarà da lavorare sul tiro perimetrale.

A questi nuovi innesti vanno aggiunti l’ex Cleveland Cavaliers Rodney Hood e Skal Labissiere, entrambi arrivati lo scorso anno a stagione inoltrata, il primo dimostrando anche di poter essere un ottimo realizzatore (quasi 10 punti di media in 25 minuti di utilizzo), un fattore ed un potenziale starter a discapito di Bazemore, considerato che già conosce il sistema di Coach Stotts. Nelle partite di pre-season giocate ha mostrato anche un miglioramento notevole come gestione del palleggio.

Un roster quindi quasi completamente rivoluzionato, tolti gli intoccabili Damian Lillard, un potenziale MVP e miglior leader della NBA, e CJ McCollum, una superstar a tutti gli effetti nonostante l’apparente ruolo da secondo violino. Zach Collins è chiamato quest’anno alla definitiva esplosione dopo i primi due anni in cui è andato in crescendo. Ultimo, ma assolutamente non per importanza, Jusuf Nurkic. “The Bosnian Beast” ha dimostrato di poter essere potenzialmente devastante per impatto fisico. Nella passata regular season quasi 16 punti con oltre il 50 % dal campo e più di 10 rimbalzi di media a partita; non un’assenza di poco conto la sua. 

Da verificare sarà la sua condizione al rientro dall’ infortunio, che lo costringerà a saltare quantomeno la prima parte della stagione.

DOVE MIGLIORARE?

Le due macro-categorie dove sarebbe opportuno migliorare sono rappresentate dal numero di triple generate dall’angolo e dalla percentuale al tiro nei pressi del ferro.

1) Una tripla dall’angolo, ormai è risaputo, è uno dei tiri più efficienti che si possa prendere in un campo da basket. In tal senso, un problema dei Blazers è legato al fatto che il tiro dall’angolo era visto come l’ultima spiaggia nei giochi offensivi di Stotts (solo 5 triple dall’angolo generate a partita, ultimi nella lega), a dimostrazione del fatto che i giocatori con il maggior numero di %3PA sul totale delle triple totali siano quelli meno affidabili: Harkless (28.9%) e Turner (22.2%).

Tralasciando per un attimo l’addio di Curry -uno dei tiratori migliori della NBA (48.9% dall’angolo)- fa ben sperare il fatto che questi due giocatori oramai non siano più giocatori dei Blazers. Un’altra buona notizia è rappresentata dall’acquisizione di Tolliver (39.3% in carriera dagli angoli) e Bazemore (40% in carriera dagli angoli): i due saranno fondamentali per migliorare in questa particolare statistica.

2) La poca fisicità dei giocatori dei Blazers e la mancanza di atletismo nel reparto ali, l’anno scorso ha portato a un 60.4% come percentuale nei pressi del ferro da parte dei Blazers (quintultimi in NBA). Un aspetto che sicuramente bisognerà migliorare anche grazie alla creazione di tiri più comodi per i lunghi.

LE DOMANDE

Sarà la stagione di Anfernee Simons?

Le aspettative nei confronti del sophomore nativo di Altamonte Springs sono altissime quest’anno. Nonostante un backcourt parecchio affollato, sulla possibile breakout-season di Simons si sono esposti giornalisti del calibro di Kevin O’Connor, Zach Lowe, Jeremy Woo e più o meno quasi tutti gli insider dei Blazers: “Analizzare la Summer League non sempre è una buona idea ma è parecchio difficile guardare Simons fare impazzire le difese a Los Vegas e non pensare possa diventare un giocatore speciale”.

Anfernee Simons is a BUCKET

35 PTS | 13/18 FG | 6/7 3PT pic.twitter.com/H2EmZA1Fdx

— Bleacher Report (@BleacherReport) July 10, 2019

Nonostante le sole venti partite giocate la scorsa stagione, Simons arriva alle porte della Regular Season con delle aspettative altissime. Ha un potenziale molto elevato a livello di playmaking che gli consentirà di guidare senza problemi la second unit, è un “confident shooter” con un rilascio molto veloce, ha lunghe leve ed ha un atletismo sopra la media NBA. “E’ uno dei giocatori più talentuosi che abbia draftato negli ultimi 15 anni”, dice Osley di lui: di certo un’investitura pesante quella del Gm dei Blazers.

Simons sostituirà, quindi, il partente Evan Turner come ball handler primario della second unit. L’anno scorso era un problema trovare un palleggiatore in grado di condurre la squadra nei momenti di gioco senza Lillard e McCollum; il -5.2 di NET Rating con Turner in campo ma senza Lillard e McCollum è emblematico. C’è da dire che anche nei pochi minuti giocati con Simons in campo ma senza le due star non sia andata molto bene: -23.7 di NET Rating ed una difesa di squadra ai limiti del ridicolo.

Rispetto all’anno scorso Simons ha migliorato a vista d’occhio il palleggio ed ha aggiunto forza nella parte bassa del corpo. Vedremo se sarà in grado di svoltare questa stagione prendendosi sempre più responsabilità.

Quale versione di Whiteside vedremo?

L’obiettivo dei Blazers è quello di tornare ad avere una difesa stile 2017/18 (la sesta miglior difesa della lega) e Whiteside, in tal senso, potrebbe aiutare. Stotts schiererà in quintetto -per la prima volta da tempo- anche uno secondo lungo vero e proprio: Zach Collins sarà l’incaricato a giocare da 4 al fianco dell’ex centro dei Miami Heat: “Hassan rende la vita più facile a tutti. Sapere che ci sarà lui a contestare qualsiasi tentativo di conclusione a canestro ti consente di mettere più pressioni ai portatori di palla avversari”

Le conclusioni sul potenziale apporto di Whiteside che possiamo trarre da questa pre-season sono veramente poche. Il giocatore non è sembrato avere ancora i minuti nelle gambe ed è uscito contro i Jazz per un infortunio alla caviglia:

Video of Hassan Whiteside injuring his left ankle against the Jazz in the third quarter pic.twitter.com/jM9zWFGzBa

— Isaiah De Los Santos (@IsaiahDeLos) October 17, 2019

La stessa caviglia se l’era già girata ad inizio ottobre in allenamento e questo gli aveva fatto perdere circa 10 giorni di training camp: “non ho avuto il tempo di comprendere al meglio i meccanismi difensivi proprio per questo motivo. E’ solo questione di tempo”. Questa notte contro i Nuggets non ha giocato semplicemente per precauzione: il giocatore sarà pronto per l’esordio in Regular Season il 24 ottobre, proprio contro i Nuggets.

Per poter rendere al meglio, Whiteside dovrà rimanere sano (e non è scontato), essere più continuo, rimanere focalizzato sulla partita ogni minuto in cui è in campo e, perchè no, dormire: “E’ veramente difficile dormire il giusto quantitativo di ore in NBA. Riposare è fondamentale e può giocare un ruolo importante in partita: ci sono più probabilità di giocare bene quando sei riposato”.

PREVISIONI

I Power Rankings dei principali addetti ai lavori posizionano Portland tra la 7° (NBA.com/ The Athletic) e l’11° posizione (Bleacher Report).

La squadra di Coach Stotts ha perso giocatori solidi, ma ha compensato bene con ottimi colpi in entrata, due su tutti Bazemore e Whiteside, chiamati ad una stagione di sostanza.

BEST CASE: Nurkic rientra perfettamente e al top della condizione, continuando la sua ascesa come giocatore dominante in quel ruolo. Giocarsi fino all’ultimo una finale di Conference vorrebbe dire essere riusciti a migliorare il gran risultato della scorsa stagione.

WORST CASE: Whiteside non convince, Nurkic rientra male, Bazemore non si inserisce e la frittata potrebbe essere già combinata con l’esclusione dai playoffs. Ma finchè c’è Dame c’è speranza, quindi, mai dire mai in caso Portland riesca a finire fra le prime otto.

Lo scorso anno Portland si è classificata 3° ad Ovest, 6° in classifica generale. Considerata la passata stagione fallimentare dei Lakers e gli acquisti di Clippers e Rockets, difficilmente quest’anno si potrà migliorare il risultato, la concorrenza ad Ovest si fa tosta. In ogni caso la squadra non ha intenzione di affidarsi al load management ed è competitiva, le aspettative sono buone e replicare la finale di Conference potrebbe essere un buon obiettivo, soprattutto in una eventuale rivincita con un Durant in meno a Golden State e un Nurkic in più a Portland!

Tags: BlazersCj McCollumDamian LillardHassan WhitesideKent Bazemorenassir littleNBA PreviewPortland Trail BlazersRodney HoodZach Collins
Gianluca Poli

Gianluca Poli

Ha provato a giocare fallendo miseramente. Sta provando ad allenare con risultati se possibile peggiori. Dopo aver cominciato a scrivere ha pensato che fosse meglio tornare a giocare. Ha spiegato alla sua ragazza cosa sia un Pick and Roll senza entrare in terapia. Smetterà con la pallacanestro il giorno in cui Kobe leggerà un suo articolo.

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