ATLANTA HAWKS: L’OBIETTIVO E’ CONTINUARE A CRESCERE
IN: Allen Crabbe (trade); De’Andre Hunter (draft); Cameron Reddish (draft); Bruno Fernando (draft); Chandler Parsons (trade); Damian Jones (trade); Jabari Parker (FA); Ray Spalding (FA).
OUT: Taurean Prince (trade); Miles Plumlee (trade); Solomon Hill (trade); (Omari Spellman); Jaylen Adams (cut).
PG: Trae Young, Evan Turner;
SG: Kevin Huerter, Cameron Reddish, Allen Crabbe, Vince Carter;
SF: De’Andre Hunter, DeAndre’ Bembry, Chandler Parsons;
PF: John Collins, Jabari Parker;
C: Alex Len, Damian Jones, Bruno Fernando.
Gli Atlanta Hawks hanno chiuso la scorsa stagione con un record di 29 vittorie e 53 sconfitte. L’annata 2018/19, in cui l’obiettivo dichiarato era lo sviluppo dei giovani a prescindere dai risultati, era cominciata molto male, con una partenza da 5-18. Benché la narrativa volesse imputare l’intera colpa di ciò alle difficoltà iniziali di Trae Young, in realtà molto ha inciso l’assenza di John Collins nelle prime 15 partite, in cui gli Hawks hanno avuto un record di 3 vittorie e 12 sconfitte. Da dicembre in poi, i meccanismi offensivi che Coach Pierce ha cercato di instillare hanno cominciato a farsi vedere: gli Hawks hanno chiuso 23-31 da dicembre a marzo nelle partite cioè in cui Trae Young ha messo piede sul parquet.
Benché le dichiarazioni di Young lascino chiaramente intuire che la squadra punterà fortemente all’ottavo posto ad Est, è lecito aspettarsi che Il vero obiettivo della stagione sia nuovamente lo sviluppo dei giovani (otto giocatori a roster hanno tre anni o meno di esperienza nella lega), che comunque come detto più volte dal GM Schlenk deve necessariamente passare anche dall’imparare a vincere.
Cosa è cambiato dalla scorsa stagione
L’offseason degli Hawks è di difficile valutazione. Per spiegare il perché di questa affermazione, è bene ripercorrere passo passo cosa è successo quest’estate, per poi trarre delle conclusioni.
6 giugno: Atlanta cede Prince e una scelta al secondo giro nel 2021 per Allan Crabbe e la scelta 17 al draft 2019.
21 giugno: Atlanta cede le scelte 8, 17 e 35 in cambio delle scelte 4, 57 e di Solomon Hill. Atlanta seleziona Hunter alla 4, Reddish alla 10 e Bruno Fernando alla 34.
3 luglio: Atlanta cede Miles Plumlee e Solomon Hill in cambio di Chandler Parsons.
8 luglio: Atlanta cede Omari Spellman in cambio di Damian Jones ed una seconda scelta nel 2026.
11 luglio: Atlanta firma Jabari Parker (13 milioni per due anni, con player option sul secondo).
13 luglio: Atlanta taglia Jaylen Adams.
31 luglio: Atlanta firma Ray Spalding.
Se analizzato meramente in termini di giocatori acquisiti, il draft di Atlanta può dirsi certamente un successo. Atlanta è riuscita a prendere un giocatore che seguiva e voleva da molto tempo, Cam Reddish, con una scelta impensabile fino alla fine del 2018, il leader difensivo a basso usage rate di cui aveva bisogno in DeAndre Hunter e una scommessa da molti data a fine primo giro alla 34 in Bruno Fernando. Di certo però, il prezzo pagato per Hunter è stato molto caro. Benché questo draft sia stato annunciato come uno dei più poveri di talento degli ultimi anni, due prime, una seconda e l’assorbimento del contratto di Hill sono un pacchetto di tutto rispetto. Schlenk ha dimostrato in passato di non avere paura di strapagare, almeno sulla carta, un giocatore, qualora sia convinto che quello sia Il pezzo mancante del puzzle, ma rimane comunque una strategia quantomeno dispendiosa.
Se dunque si può guardare con ottimismo ai frutti del draft tenendo mezzo occhio chiuso, lo stesso non si può dire del resto della offseason, come si può evincere dando un’occhiata alle rotazioni degli Hawks.
È ragionevole pensare che alla Opening Night gli Hawks si presenteranno con una lineup composta da Young, Huerter, Hunter, Collins e Len. Sulla carta, questa è una lineup che può, con il giusto livello di impegno difensivo (su cui torneremo dopo), essere il giusto mix su entrambi i lati del campo, almeno per l’annata a venire. I problemi veri arrivano però quando si guarda alla panchina, dove pare quasi che le scelte di Schlenk siano state indirizzate a complicare la vita di Coach Pierce.
Il problema più eclatante è senza dubbio la backup point guard. Anziché usare i soldi spesi per Parker su una PG di riserva, Schlenk ha deciso che Evan Turner fosse abbastanza. Sebbene Turner sia un buon difensore, infinitamente migliore di quanto Young potrà mai ambire ad essere, non è un tiratore, ed in generale non ha le letture necessarie per il gioco che gli Hawks vogliono fare, e solitamente fanno con Trae in campo. Il problema della backup PG non è certo nuovo per Atlanta: Young, alla sua annata da rookie, si è posizionato nell’88esimo percentile per offensive plus-minus (+5.1). La sua riserva, Jaylen Adams, ha fatto registrare un pessimo -2.6. Otto punti di differenza sono un abisso e, benché Turner non sia Adams, questa cifra probabilmente non crollerà nella stagione a venire.
Le non-doti da tiratore di Turner si faranno sentire molto anche a causa della seconda chiara mancanza del roster di Atlanta: lo spacing, dovuto al ruolo di backup center. Alex Len infatti non dovrebbe far rimpiangere lo spacing che offriva Dedmon (a cui la società aveva offerto sostanzialmente lo stesso contratto poi firmato da Jabari Parker), dato che ha chiuso la scorsa stagione col 36.3% su quasi tre tentativi a partita, contro il 38.2% di Dedmon. I problemi potrebbero invece emergere quando Len andrà a sedersi: se l’anno scorso Dedmon veniva rimpiazzato da Len stesso, che quindi garantiva spacing di buon livello, quest’anno i cambi di Len saranno Jones e Fernando, e i due sommati probabilmente non prenderanno più di una tripla a partita.
Alla luce di ciò, risulta ancora meno spiegabile la cessione di Omari Spellman, apparso in grande spolvero in Summer League dopo aver chiuso la passata stagione in crescendo. Spellman infatti, oltre ad essere un difensore molto versatile (che, ad onor del vero, ha giocato quasi mai da 5 nella passata stagione, ma che sembra ora destinato a ripercorrere le orme almeno in termini di posizione di colui che sarà il suo mentore a Golden State, cioè Draymond Green), ha anche tirato quasi 3 volte a partita da 3, mandando a segno il 34.4% dei tentativi. La mancanza di shooting nel backup 5, che sembra di importanza secondaria, solleva invece diverse questioni nei circa 20 minuti a partita in cui Len non giocherà.
La prima conseguenza di ciò è che Collins vedrà aumentare I suoi minuti da 5, soprattutto nelle lineup con lui e Jabari in campo. Pierce si è detto comunque restio a giocare Collins da 5 per lunghi sprazzi di tempo, ufficialmente dato Il suo successo nel ruolo di ala grande. Nella verità dei fatti, Collins è sì un buon tiratore (34.8% su 2.6 tentativi l‘anno scorso), ma da 5 soffre troppo i chili e la forza degli altri centri NBA.
È vero che Collins, dopo un buon primo anno a livello difensivo ed un secondo anno ai limiti dell’atroce, ha dimostrato grossi miglioramenti in termini di impegno nell’ultimo mese e mezzo nella scorsa stagione, ma di certo marcare centri a cui lascia 20 chili per lunghi lassi di tempo è chiedere troppo. Di sicuro nel lungo termine una delle possibili evoluzioni di Atlanta è una lineup Young-Huerter-Reddish-Parker-Collins, ma non credo che questa possa essere una soluzione adottabile nel breve termine.
L’altra conseguenza della mancanza di shooting tra i backup 5 sarà il rendere più dura la vita di Trae Young nelle conclusioni al ferro. Young sa concludere bene con entrambi le mani ma il fisico certamente non lo aiuta nell’assorbire i contatti. Young ha provato 4.9 conclusioni a partita entro i due metri dal ferro col 53.2% (contro il 58% di media della lega), facendo delle conclusioni al ferro uno degli aspetti più importanti del suo gioco, utile soprattutto per andare spesso in lunetta, dove è andato a segno nell’82.9% delle occasioni. Sebbene Young abbia lavorato in estate per migliorare il finishing (anche se a dire Il vero il focus del suo lavoro estivo è stato il gioco ed il tiro dal mid-range, per assomigliare ancora di più al suo idolo Steve Nash), di certo avere spaziature migliori lo aiuterebbe molto.
L’assenza di shooting sembra essere un tema ricorrente nelle lineup con tanti elementi che partono dalla panchina. È infatti facile immaginare che qualsiasi lineup che presenti Turner e Parker costringa Pierce a giocare con Crabbe da 2, Huerter da 3 e uno tra Collins e Len da 5 per non lasciare che la difesa possa chiudersi a coprire il ferro (le spaziature potrebbero avere una certa influenza anche sullo stile di gioco di Huerter, come vedremo dopo).
Risulta dunque abbastanza chiaro che chi è uscito sconfitto dalle mosse estive sia DeAndre Bembry, soprattutto alla luce delle aggiunte di Turner e Parker, che molto probabilmente saranno i due giocatori a minutaggio più elevato in uscita dalla panchina e come detto sopra richiedono determinate spaziature per non risultare dannosi o, quantomeno, inutili. Difficile dunque che Bembry possa giocare 24 minuti a notte come l’anno scorso e, a meno di infortuni, un suo utilizzo è prevedibile solo qualora Pierce abbia bisogno di un vero defensive stopper sul perimetro (dove il miglior difensore della squadra ad oggi è, probabilmente, Turner, anche se sia Hunter che Huerter promettono grandi cose). Il problema della difesa sul perimetro potrebbe essere addirittura più importante di quanto non si dica al momento, dato che Len non garantisce la stessa copertura e velocità laterale sul perimetro di Dedmon (soprattutto in situazioni di PnR).
Per quanto riguarda gli altri giocatori a roster, sarà lotta per i minuti da backup 5 tra Jones e Fernando, col primo favorite almeno all’inizio. Occhio anche a Spalding, che nei minuti a Phoenix l’anno scorso ha fatto vedere di poter avere tutto quello che serve per essere il terzo incomodo che alla fine la vince.
Per Reddish, quantomeno nei primi mesi di avvicinamento alla lega, è lecito aspettarsi un ruolo da prima riserva sugli esterni (2/3), con qualche compito di ball handling secondario, simile a quanto fatto fare a Huerter la scorsa stagione. Dietro Reddish, Parker e Bembry nelle gerarchie sugli esterni dalla panchina arrivano Vince Carter e Chandler Parsons. Il primo è ormai relegato ad un ruolo di specialista da 3, e proprio per questo potrebbe finire per giocare diversi minuti anche quest’anno (lo stesso Vince, durante le contrattazioni per il rinnovo, ha detto di essere interessato a giocare e non tanto al ruolo di chioccia/futuro dirigente), mentre il secondo è tuttora in cerca di qualcuno che possa essere interessato ai suoi servizi, caso nel quale gli Hawks si sono detti disponibili ad un buyout. Diversamente, Parsons difficilmente vedrà il campo.
Complessivamente, la prossima stagione sarà un banco di prova duro per Pierce in termini di gestione delle rotazioni, non solo per il dubbio fit di alcuni elementi, ma anche per la situazione salariale di molti giocatori (Turner, Crabbe, Parsons e Len sono tutti unrestricted FA la prossima estate, pertanto spingeranno per avere minuti, così come Bembry e Jones, a cui difficilmente la squadra presenterà delle qualifying offers. Come tutte le squadre che hanno molti giocatori in scadenza, difficilmente ci saranno vie di mezzo per la stagione Hawks: o la chimica sarà perfetta, ed i risultati saranno inaspettatamente buoni (cosa che succede di solito quando chi è in scadenza abbina all’urgenza di giocare bene per il prossimo contratto l’altruismo necessario al successo di squadra), o il castello di carte crollerà.
Cose a cui prestare attenzione nella stagione 2019/20
Dal momento che la stagione che sta per cominciare sarà ancora una volta principalmente dedicata allo sviluppo dei giovani, le cose a cui porre più attenzione si riferiscono ad aspetti di gioco dei singoli individui.
Sebbene le condizioni al contorno non siano state delle migliori nella passata stagione (per stessa ammissione di Pierce, lo staff si è concentrato maggiormente sul trasmettere un’identità offensive alla squadra, piuttosto che automatismi difensivi), l’oggetto dell’attenzione sarà l’evoluzione difensiva di Collins e Young. I due giovani che finora hanno dimostrato di più con gli Hawks sono anche i due che hanno mostrato più problemi in fase difensiva.
Abbiamo già accennato ai trascorsi di Collins, per cui si è visto un miglioramento nella tranche finale della scorsa stagione, dopo quasi 50 partite a vuoto. A differenza di Young, per Collins in passato è stata spesso la mancanza di applicazione difensiva a segnare il tratto tra una buona prestazione ed una pessima. Dopo un primo anno in cui ogni metrica di protezione del ferro lo aveva premiato, Collins è crollato sotto ogni aspetto che concerne la difesa. Se, come detto sopra, non gli si può chiedere di fare a spallate con i 5 della lega, di certo uno sforzo in più sia sul perimetro che sulla difesa in aiuto sarebbe gradito. Fino ad ora non c’è stato inoltre quasi mai modo di testare la sua difesa sul PnR, ma probabilmente avremo presto anche una risposta a riguardo.
Per quanto riguarda Young, a volte si nasconde troppo in fretta una totale assenza di grinta ed applicazione difensiva dietro alla scusante del fisico. Dopo un’estate di lavoro in palestra in cui ha preso 7 chili di muscoli, questa scusante varrà certamente un po’ meno. Il suo allenatore personale, Ronald Bazzell, allenatore personale fra gli altri di James Harden, pensa che uno con la velocità laterale di Young dovrebbe avere pochi problemi nell’applicare questa caratteristica alla difesa perimetrale, dove a sua detta potrebbe compensare alla mancanza di peso con una difesa rognosa “alla Beverley”.
Il carico offensive che Young ha dovuto sostenere nella passata stagione, e verosimilmente dovrà sostenere nella prossima, lascia però pensare che una difesa del genere non sia possibile da parte di Trae. Affinché ciò accada, altri compagni dovranno prendersi più responsabilità offensive. Interessanti a questo riguardo sono le intenzioni di Pierce di lasciare più spesso la palla in mano a Collins anche sul perimetro.
Di certo però, chi deve fare il salto di qualità in termini di ball handling e di responsabilità offensive è senza dubbio Kevin Huerter. Troppo spesso nella passata stagione Huerter si è “accontentato” del tiro da tre, anche in virtù delle sue ottime percentuali (38.5% con quasi cinque tentativi a partita), dimenticandosi o quasi però delle proprie capacità di ball handling, penetrazione e passaggio (di cui ha fatto vedere qualche lampo quando è stato usato come ball handler durante i minuti di riposo di Young).
A riprova di ciò, i tiri liberi presi da Huerter in tutta la stagione sono solo 56, circa un ottavo di quelli presi da Trae. Sebbene il ruolo di Huerter releghi spesso l’interprete ad un basso numero di liberi tentati (si pensi ai soli 156 liberi presi da Klay Thompson in tutta la stagione per avere un termine di paragone), di certo l’interpretazione del ruolo da parte di Huerter potrebbe essere più aggressiva, e non a caso questo è anche Il volere di Pierce.
Una delle ragioni per cui Huerter è poco aggressivo dal palleggio è senza dubbio la difficoltà che Kevin incontra nel concludere a canestro (solo 50% al ferro la passata stagione), dove paga, come il suo compagno di reparto, una certa leggerezza strutturale. Per la prima volta in vita sua Huerter ha scollinato i 100kg in estate, ed è pertanto lecito aspettarselo maggiormente in grado di assorbire i contatti oltre che in grado di aumentare notevolmente le sue percentuali, dato che il tocco al ferro non gli manca.
I restanti motivi di interesse sono ovviamente legati ai rookie, Hunter e Reddish su tutti. Se Il primo riuscirà ad essere lo stesso leader vocale visto a Virginia ed il secondo ritroverà la sfrontatezza mostrata ai tempi dell’High School, ecco che potremmo essere davanti ad una miscela molto interessante per il futuro.
Cosa aspettarsi dalla stagione 2019/20
Come detto in apertura, è lecito credere che, al di là dei proclami dei singoli, il vero obiettivo della stagione degli Hawks sia continuare lo sviluppo dei giovani talenti. A rafforzare il sospetto che gli Hawks potrebbero mancare i playoff anche in questa stagione dà una mano anche il calendario. 18 delle 22 prime partite sono contro squadre che, secondo le quote di Las Vegas, sono destinate a partecipare ai playoff. Durante il solo mese di novembre, gli Hawks avranno una serie di 5 partite in trasferta, contro Portland, Denver, Phoenix e le due di LA, seguiti da un incontro casalingo contro I Bucks. Un’altra serie di tre trasferte chiude il mese.
In parole povere, è molto probabile che dopo un mese e mezzo di Regular Season avremo un quadro molto più chiaro sulle aspirazioni playoff di Atlanta. Come se un inizio così non bastasse (sappiamo quanto incida l’inizio di stagione su una squadra giovane, soprattutto se ci sono due rookie da inserire con minuti importanti nelle rotazioni), anche la volata finale potrebbe risultare di non facile approccio. Phila, Golden State, Sacramento e Utah sono le quattro trasferte con cui gli Hawks chiuderanno il mese di marzo, per poi incontrare ad aprile NOLA, Milwaukee, Detroit e Toronto. Non sarà facile per Young e compagni superare questi ostacoli nei momenti topici della stagione (sebbene il calendario di febbraio e prima metà di marzo dovrebbe garantire un record decisamente sopra il .500).
Ad Atlanta l’opinione pubblica è consapevole del fatto che la squadra non sia sulla carta tra le migliori otto ad Est. Probabilmente, la squadra non è nemmeno al livello di quella che aveva trovato la quadratura negli ultimi mesi della passata stagione (in termini di veterani, fuori Bazemore e Dedmon, dentro Crabbe, Turner e il non esattamente integro Parker) ed è lecito non aspettarsi grossa produzione dai rookies almeno nei primi mesi della stagione. Nonostante questo, ad Atlanta si respira un grosso (e motivato) ottimismo. Bazemore l’anno scorso era addirittura arrivato a dire che sentiva che l’anello fosse più vicino nella primavera 2019 che durante la stagione delle 60 vittorie. Steve Holman, annunciatore degli Hawks, ha rincarato la dose in un’intervista rilasciata a The Athletic, dicendo che ad Atlanta non c’era mai stata questa sensazione di essere nel momento giusto, con le persone giuste sia in campo che nella dirigenza.
Schlenk e Pierce sanno che la migliore ricetta per costruire una cultura vincente è vincere, ma sanno anche che qualora la squadra arrivasse nuovamente in lottery non sarebbe affatto un passo indietro. Come detto da Schlenk stesso però, l’unico modo che Atlanta ha per attirare free agent di livello è vincere e giocare un basket divertente. Che, guarda caso, sono gli stessi due obiettivi di Trae Young. La Free Agency 2021, ad Atlanta, comincia questo ottobre.
Articolo a cura di Andrea Bandiziol e Emiliano Naiaretti.