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NBA Preview: Brooklyn Nets 2019/20

Gianmarco Galli Angeli by Gianmarco Galli Angeli
15 Ottobre, 2019
Reading Time: 12 mins read
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Copertina Preview Brooklyn Nets

Copertina a cura di Francesco Villa

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BROOKLYN NETS: L’ANNO DELLA SVOLTA?

Record 2018/19: 42-40.

IN: Kyrie Irving (FA); Kevin Durant (Sign&Trade); DeAndre Jordan (FA); Wilson Chandler (FA); Nicolas Claxton (Draft); Henry Ellenson (FA); David Nwaba (FA); Taurean Prince (Trade); Garrett Temple (FA); Lance Thomas (FA).

OUT: DeMarre Carroll (FA); D’Angelo Russell (Sign&Trade); Ed Davis (FA); Jared Dudley (FA); Rondae Hollis-Jefferson (FA); Shabazz Napier (Trade); Allen Crabbe (Trade).

Roster:

PG: Kyrie Irving (S), Spencer Dinwiddie.

SG: Caris LeVert (S), Joe Harris, Garrett Temple, Dzanan Musa, David Nwaba, Theo Pinson.

SF: Taurean Prince (S), Kevin Durant, Wilson Chandler, Lance Thomas.

PF: Rodions Kurucs (S), Henry Ellenson, Nicolas Claxton.

C: DeAndre Jordan (S), Jarrett Allen.

RECAP STAGIONE 2018/19

La regular season 2018/2019 ha rappresentato il punto di svolta del cammino dei Brooklyn Nets. La rivoluzione, avviata qualche anno prima, ha fatto un passo in avanti ulteriore: i playoff. Poco importa che la postseason sia durata cinque partite: ai blocchi di partenza Brooklyn era considerata una delle peggiori squadre della Eastern Conference, e il risultato è andato oltre le più rosee aspettative. A caricarsi i compagni sulle spalle sono stati principalmente tre giocatori: D’Angelo Russell, secondo classificato al MIP e All-Star, Spencer Dinwiddie, sempre più una piacevole certezza, e Caris LeVert, definitivamente sbocciato nonostante il grave infortunio subito.

Più in generale, questo discorso è però da estendere alla squadra, e soprattutto al suo head coach. Kenny Atkinson ha saputo creare un sistema di gioco innovativo in cui anche interpreti dalle capacità più limitate potessero brillare e risultare decisivi (chiedere a Joe Harris per ulteriori informazioni). Da qui parte la nuova stagione dei Nets, da queste certezze e dalle “rumorose” novità che hanno rilanciato le ambizioni della franchigia.

POSSIBILE STARTING FIVE

In attesa di Kevin Durant, Kenny Atkinson è chiamato a fare scelte importanti soprattutto per quanto riguarda i ruoli di ala. Se per quanto riguarda la questione small forward sembrano esserci pochi dubbi riguardo l’utilizzo in quintetto di Taurean Prince, ce ne sono decisamente di più per quanto riguarda il ruolo di 4. Potrebbe prendere il posto Rodions Kurucs, che però ha vissuto un’estate tutt’altro che semplice a causa di diversi problemi legali in seguito a varie denunce da parte di sua moglie.

Resta aperta l’ipotesi small ball, che vedrebbe Joe Harris andare ad occupare lo slot di 3 e Prince scalare al 4. Pochi dubbi per quanto riguarda il backcourt della squadra: il playmaker sarà una delle nuove stelle, Kyrie Irving, mentre Caris LeVert prenderà il posto di shooting guard, sperando possa compiere il definitivo passo in avanti. Altra querelle si apre per l’ultimo posto disponibile in campo, quello di centro.

Il ‘caso’ dell’estate dei Nets è sicuramente legato alla firma di DeAndre Jordan, grande amico di Irving e Durant. A detta di molti la firma dell’ex Clippers è stata inutile, considerando la presenza a roster di un giocatore come Jarrett Allen, ma non è così. Lo scorso anno si è visto come il 21enne sia certamente un cestista dal futuro scintillante, ma anche un giocatore che è tutt’altro che fatto e finito. Come volevasi dimostrare, nella serie contro Philadelphia un ruolo fondamentale lo ha avuto Ed Davis, ora a Utah, che ha sottratto diversi minuti importanti proprio ad Allen.

Allen deve migliorare su ambedue i lati del campo: non fatevi ingannare dalle stoppate, in difesa spesso non è in grado di reggere fisicamente il suo avversario (quest’estate ha messo su 4.5 kg di massa muscolare, e le cose potrebbero cambiare) e non è ancora rapidissimo nel cambiare marcatura.

In attacco si muove decisamente meglio, sta provando ad aumentare il suo range di tiro, anche se quel 6/45 da dietro l’arco non è particolarmente promettente:

Nel pitturato mostra diverse lacune: è un eccellente schiacciatore, ma in post non è affatto affidabile. Nell’ultima annata ha avuto una percentuale del 72.3% al ferro (297/411), ma dai 3 ai 10 piedi ha concluso con il 37.4% (49/131), dai 10 ai 16 con il 16.7% (2/12) e da tre punti con il 13.3%. In sostanza, in attacco è ancora un giocatore monodimensionale, mentre in difesa non è così affidabile quando il livello si alza.

In quest’ottica l’acquisto di DeAndre Jordan è quanto di meglio potesse capitare ad Allen e ai Nets. Con l’addio di Ed Davis non c’era un altro rim protector, ed è il giocatore perfetto per fare da chioccia all’ex Longhorns ed evitare che possa ripetersi quanto successo nella scorsa serie contro i 76ers. Ci sono probabilità elevate che sarà proprio il nuovo arrivato a prendersi il posto nello starting five e a concludere in campo le partite più tirate.

Ciononostante il minutaggio dei due sarà piuttosto equilibrato, e nel corso della stagione sicuramente Jarrett avrà modo di giocare molto, al fine di conservare al meglio l’ex lungo dei Clippers. Anche DAJ in attacco è un giocatore monodimensionale (basti pensare che l’82.9% dei suoi tiri sono arrivati nel range tra i tre piedi ed il ferro), ma in difesa è secondo a pochi e può migliorare di molto il collega più giovane. Già nel training camp Kenny Atkinson sta cercando di farli lavorare il più possibile insieme e uno contro l’altro. “Jarrett ha dimostrato di essere un gran giocatore. Nonostante la sua età, migliora ogni anno”, ha detto Jordan. “In ogni allenamento ci sfidiamo per migliorarci: battagliare tra di noi servirà non solo a me e lui, ma a tutta la squadra”.

Un’altra soluzione è stata proposta dallo stesso Allen: lui come power forward, Jordan come centro. Anche se al momento sembra una soluzione improbabile (se non per qualche minuto) a causa dei problemi di spacing, Jarrett ha sottolineato quanto lui si sia allenato in estate proprio per aumentare il suo range di tiro: “Mi sto preparando al meglio, non so cosa succederà, come cambierà il sistema del coach ma sto facendo di tutto per poter giocare sia come 5 sia come 4”. Lo scorso anno Atkinson è stato molto restio nello schierarlo insieme a Ed Davis, proprio per evitare che l’attacco della squadra potesse diventare eccessivamente statico.

COSA È CAMBIATO?

Per quanto riguarda i cambiamenti avvenuti quest’estate, occupa un posto di primo ordine la free agency. La dirigenza è andata all-in, ma in maniera decisamente più cauta ed intelligente rispetto alla trade con i Celtics di qualche anno fa. Kevin Durant, Kyrie Irving e DeAndre Jordan sono solo i nomi più altisonanti che hanno deciso di cambiare aria e approdare al Barclays Center per portare a termine un progetto molto più che convincente.

Sicuramente la Draft Lottery ha aiutato non poco i bianco-neri di New York: la prima scelta non è finita ai “cugini”, i Knicks, e questo ha reso ancora più appetibile la squadra di Atkinson. Il Draft ha portato solamente un nuovo giocatore nelle file della squadra, ma ha permesso di imbastire qualche trade interessante: la diciassettesima scelta, Nickeil Alexander-Walker, è stato scambiato insieme a Allen Crabbe e una first round futura agli Hawks in cambio di un giocatore solidissimo come Taurean Prince e una second round pick. Kabengele è andato ai Clippers in cambio dei diritti su Jaylen Hands, mentre la trentunesima chiamata, Nicolas Claxton, si è unita al roster.

Tra gli altri volti nuovi è sicuramente da segnalare l’esperienza che Wilson Chandler porterà a questo gruppo: nonostante la sospensione per venticinque partite a causa dell’utilizzo di sostanze dopanti che migliorano le prestazioni, la dirigenza ha deciso di tenerlo in squadra. Per le stesse ragioni è molto importante la firma di Garrett Temple: un veterano estremamente affidabile che tornerà utile in una stagione che si preannuncia essere molto lunga. Ultima in ordine cronologico è la firma sul contratto di Lance Thomas, power forward esperta con un passato recente proprio nella Grande Mela, sponda Knicks.

Il rovescio della medaglia di questa free agency pazzesca è quello delle cessioni: D’Angelo Russell ha abbandonato il Barclays Center nell’affare Durant, finendo agli Warriors. Di tutti gli addii, quello di D-Loading è quello che sentimentalmente fa più male alla piazza; è qui che è diventato quel giocatore che ci si aspettava e, soprattutto, è stato lui a riportare la squadra ai playoff. Altre lacrime sono state versate per giocatori che hanno scritto pagine importanti della storia recente del team: Jared Dudley, DeMarre Carroll, Rondae Hollis-Jefferson ed Ed Davis. Ma le scelte, per quanto dolorose, vanno prese e non si possono che fare i complimenti ai movimenti estivi fatti dalla dirigenza.

OBIETTIVI

L’obiettivo della stagione 2019-2020 è, naturalmente, vincolato a quelle che saranno le condizioni di Kevin Durant: Sean Marks ha fatto intendere neanche troppo velatamente che il nuovo numero 7 verrà tenuto a riposo fino a fine stagione, consentendogli di recuperare al meglio in vista di quello che è il vero obiettivo dei Nets: le Finals 2021. Quest’anno si cercherà di migliorare quella che è stata l’avventura in off-season 2018/2019, dove l’inesperienza e soprattutto la differenza di talento tra i due roster ha fatto la differenza.

La nuova squadra a disposizione di Kenny Atkinson è certamente superiore a quella dell’anno scorso, però vedere di quanto. C’è molta curiosità per capire quanto tempo impiegheranno i nuovi ad entrare all’interno del ‘sistema Atkinson’: un modo di giocare ormai ben collaudato ma non troppo semplice da assimilare. Con un po’ di fortuna i Nets potrebbero riuscire a piazzarsi tra le prime quattro squadre della Eastern Conference e potrebbe ambire a raggiungere almeno le semifinali.

COSE DA VEDERE QUEST’ANNO

Kyrie Irving

Inutile sottolineare quanto hype ci sia dietro una squadra che promette di stupire ancora di più dell’anno passato. Sean Marks, general manager, ha creato un prodotto estremamente interessante e gli appassionati della palla a spicchi hanno puntato la città di New York come sede della loro curiosità. Sarà sicuramente da vedere come Kyrie Irving riuscirà a calarsi in questa nuova realtà e come questo stesso sistema dovrà adattarsi all’ex Celtics. Uncle Drew e D’Angelo Russell sono giocatori differenti seppur con delle peculiarità: durante la passata stagione i due hanno avuto uno Usage Percentage rispettivamente del 29.6% per l’ex Cavs e del 31.9% per D-Loading ma è facile ipotizzare che la percentuale di Kyrie possa alzarsi di diversi punti nell’annata che sta per iniziare.

Sarà lui l’uomo che si prenderà i riflettori: l’ultima annata in bianco-verde si è conclusa con più ombre che luci per il playmaker di Melbourne ed è pronto a rilanciarsi. Ciò nonostante, la sua regular season è stata certamente positiva: 23.8 punti di media, 6.9 assist e 5.0 rimbalzi conditi da un ottimo 55.7% di effective field goal ed un 59.2% di true shooting con un win shares di 9.1.

Le ombre sono state legate più alla sua leadership che alle sue indiscutibili qualità: lo spogliatoio dei Celtics era diventato una polveriera e la dirigenza dei Nets deve evitare che possa replicarsi la stessa situazione. Sicuramente la presenza di Kevin Durant non può che mitigare questo temperamento ostile ma l’infortunio lo porterà a lungo lontano dal campo ed il prodotto di Duke dovrà dimostrare di essere maturato a tal punto da diventare il go-to-guy della franchigia. Se queste premesse dovessero essere rispettate, siamo sicuri che al Barclays Center ci sarà da divertirsi.

Caris LeVert

Altro giocatore che desta curiosità è Caris LeVert: stroncato da un infortunio sul più bello nella passata stagione, è finalmente al 100% della condizione fisica ed è pronto a consolidare la sua posizione all’interno della lega. Probabile possa portare un ulteriore upgrade alle sue statistiche (13.7 punti, 3.9 assist, 3.8 rimbalzi) ed in particolare a quelle avanzate avendo un costruttore di gioco di livello assoluto al suo fianco: nella scorsa annata, infatti, ha chiuso con il 47.8% di effective field goal ed un win shares di 1.7, dati non certamente esaltanti. Però si è riuscito a ritagliare il suo spazio con giocate decisive e molta solidità difensiva andandosi a conquistare il rispetto di un head coach che fa sempre più affidamento sul prodotto di Michigan (in due anni è passato dal 16.6% al 24.0% di usage).

Qui di seguito si può notare la sua capacità di rifiutare il blocco per poi andare a concludere a canestro (giocata vista più volte lo scorso anno):

Spencer Dinwiddie

A guidare la second unit ed a prendersi minuti importanti anche nella parte finale delle partite ci sarà il secondo violino della squadra, Spencer Dinwiddie. L’anno scorso ha attirato su di sé le simpatie di mezza lega chiudendo con l’ottima media di 16.8 punti e 4.6 assist in 28 minuti conditi da un 51.7% di Effective Field Goal, un 58% di True Shooting ed un 24.6% di Usage. Inevitabilmente quest’anno verrà alzato ancora di più il tiro, la panchina si è rinforzata sensibilmente e con meno pressione della difesa potrebbe risultare ancora più determinante.

COSE DA MIGLIORARE

Guardando alla passata stagione, sembra chiaro che i Nets dovranno migliorare in entrambi i lati del campo ma, se la difesa avrà bisogno più di qualche accortezza che di una vera e propria rivoluzione (il Defensive Rating lo scorso anno è stato di 109.7, la media della lega 110.4), sembra evidente che in attacco ci sarà bisogno di aumentare le soluzioni offensive della squadra. L’Offensive Rating nel 2018/19 è stato di 109.6; se si pensa che la media NBA è stata di 110.4, si capisce facilmente che una franchigia che vuole puntare ad entrare tra le top eight deve per forza migliorare sotto questo aspetto.

Attenzione però a non confondere un cattivo attacco da quello che invece è stato un buon attacco ma non sempre producente: migliorando il livello generale degli interpreti ci si aspetta possano migliorare anche le percentuali realizzative ed il numero di assist complessivi. Infatti, la franchigia di Brooklyn si è collocata ad un disonorevole ventunesimo posto per media di passaggi vincenti a partita, troppo poco se le ambizioni sono quelle di puntare in alto. Soprattutto in fase di impostazione della manovra c’è bisogno di applicare delle migliorie: la frenesia di partire in transizione è costata alla squadra una valanga di palle perse (15.1 di media) e tantissimi punti subiti. Sistemando questi aspetti -ed è tutto tranne che semplice- i Nets potranno puntare veramente in alto.

BEST/WORST-CASE SCENARIO

La situazione migliore che possa capitare in questa stagione ai Nets è quella di approdare alle finali della Eastern Conference. In caso di accoppiamento favorevole nei play-off o di ottimo record stagionale, è possibile che la squadra di coach Atkinson possa arrivare ad un passo dalle Finals (irreale, a meno di grossi infortuni di giocatori avversari, la possibilità di giocarsi il titolo fin da subito).

Ovviamente ci sarà bisogno che tutti rendano al massimo delle loro capacità: Kyrie Irving dovrà prendere per mano la squadra e, con DeAndre  Jordan, trascinare i meno esperti con le loro abilità e l’esperienza; Caris LeVert dovrà compiere un ulteriore salto di qualità e trasformarsi da giocatore affidabile a secondo o terzo violino della squadra/ i veterani come Thomas, Chandler o Temple dovranno garantire stabilità ed efficienza;  Jarrett Allen dovrà migliorare sensibilmente in entrambi i lati del campo, soprattutto in difesa dove non bastano le stoppate per fare di lui un buon difensore; Taurean Prince dovrà mantenere la costanza avuta in quel di Atlanta ma, se possibile, aumentando le percentuali del tiro da dietro l’arco.

Se tutto questo dovesse verificarsi, e non è uno scenario improbabile, i Nets potrebbero tranquillamente arrivare a giocarsi le finali di Conference, non oltre perché Durant sarà out for the season.

Nel caso in cui tutto dovesse andare nel peggior modo possibile. è realistico pensare ad un piazzamento simile a quello di questa stagione: settimo o ottavo seed (a meno di grossi infortuni è improbabile vedere i Nets fuori dai Play-off) ed uscita prematura al primo turno dei play-off contro la Philadelphia di turno. Ovviamente tutti dovranno remare nella direzione inversa per realizzare uno scenario così tragico: Irving non dovrebbe nuovamente dimostrarsi leader carismatico come accaduto a Boston; Jordan non dovrebbe riuscire a tenere il passo e diventare solo un role player; LeVert tornerebbe ad essere il giocatore incostante visto due anni fa; i veterani sarebbero venuti al Barclays Center solo per svernare e godersi la vita in quel di New York;  Jarrett Allen dovrebbe continuare ad essere non del tutto efficiente; Taurean Prince ridurrebbe ulteriormente le sue percentuali da dietro l’arco.

Difficile ma non impossibile. La stagione dei Nets si regge su particolarissimi equilibri che mai come quest’anno potrebbero far impazzire di gioia la sponda bianco-nera della Grande Mela o rievocare spiacevoli ricordi.

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Gianmarco Galli Angeli

Gianmarco Galli Angeli

Guarda l'NBA come un bambino un cesto di caramelle. Sognava di diventare un maestro di ankle breaker ma ha un ball handling orribile e quindi si diletta a subirli. Le sue caviglie non ringraziano.

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