LA GRANDE SCOMMESSA DI MARKELLE FULTZ
Record 2018/2019: 42 W – 40 L
IN: Al-Farouq Aminu, Markelle Fultz, B.J. Johnson, DaQuan Jeffries, Josh Magette (two-way), Hassani Gravett, Vic Law, Chuma Okeke (infortunato).
OUT: Jarell Martin, Isaiah Briscoe, Troy Caupain, Jerian Grant, Jonathon Simmons, Timofey Mozgov.
Roster:
PG: D.J. Augustin (S), Michael Carter-Williams, Markelle Fultz, Josh Magette
SG: Evan Fournier (S), Terrence Ross, Melvin Frazier Jr.
SF: Jonathan Isaac (S), Wes Iwundu
PF: Aaron Gordon (S), Al-Fraouq Aminu, Amile Jefferson
C: Nikola Vučević (S), Mo Bamba, Khem Birch
Coach: Steve Clifford
RECAP STAGIONE 2018/2019
Tra le vere sorprese della prossima annata NBA potrebbero esserci gli Orlando Magic di coach Steve Clifford. Dopo sei anni di astinenza dai Playoffs (ultima apparizione 2011/2012), grazie al record di 42 vittorie e 40 sconfitte, la stagione regolare 2018/2019 si è chiusa al settimo posto nella Conference. Dopo l’inizio di stagione negativo e un record al di sotto delle aspettative (27-32), l’incremento netto delle prestazioni difensive e del rendimento della squadra post All Star Game ha fornito l’accelerata decisiva nella corsa ai playoffs (15-8), ai danni di Charlotte e Miami.
Finalmente la franchigia della Florida è quindi tornata a giocare la post season, conclusa al primo turno in cinque gare coi Raptors futuri campioni, nonostante la inaspettata vittoria in gara 1 a Toronto. In una Eastern Conference sempre più povera di All-Star e sulle ali dell’entusiasmo per il cammino intrapreso lo scorso anno, i Magic possono riconfermare senza eccessiva preoccupazione il piazzamento nei playoffs, complice un’accurata campagna estiva e una squadra giovane ma promettente. Da sottolineare come siano 13 i giocatori sotto contratto, e in nove a giocarsi gli ultimi due posti a roster: Josh Magette e Amile Jefferson i favoriti.
LE CONFERME ESTIVE
La stella è il veterano montenegrino classe 1990 Nikola Vučević, free agent riconfermato a giugno dal GM Hammond con un quadriennale da 100 milioni di dollari: è soprattutto grazie a lui se i Magic hanno mostrato nella momenti difficili quella solidità necessaria al cambio di rotta. Centro di grandissima affidabilità ed esperienza, in 80 gare disputate nella sua stagione da All-Star ha collezionato 20.8 punti di media, catturato 12.0 rimbalzi e fornito 3.8 assist, piazzandosi tra i primi posti nella lega come Real Plus-Minus e Player Impact Estimate. Alla già nota qualità in post medio-basso, con l’abilità di gestire bene il pallone con entrambe le mani, ha portato avanti nella scorsa stagione il miglioramento già avviato nella stagione 2016-17 nel tiro da tre e nelle letture nelle assistenze ai compagni, imponendosi a tutti gli effetti uno dei centri più pericolosi nella metà campo avversaria.
Chiudendo con il 36.4% da tre (cinque punti percentuali meglio della precedente annata) per 2.9 triple tentate a partita, ha permesso di svecchiare la pallacanestro disegnata da Clifford e di curarne parzialmente i problemi. È comunque fondamentale sottolineare come anche nel gioco spalle a canestro si sia perfezionato, segnando in media 12.3 punti nel pitturato a partita:

Lo scorso anno inoltre è stato il primo in cui ha superato il 20% di Assist Rate, finendo dietro soltanto all’irraggiungibile Nikola Jokić e a Marc Gasol nella posizione di centro. I quasi 4 assist a partita non raccontano però appieno quanto sia migliorato sia nel giocare i Dribble Hand Off che nel leggere i tagli dei compagni di squadra sia ricevendo in punta che soprattutto in post, sfruttando a suo vantaggio i raddoppi avversari:
Notevoli inoltre i passi avanti in difesa per lui, soprattutto in copertura sul pick-and-roll e nella volontà di affrontare l’avversario sulla linea del perimetro, nonostante i 213 cm di altezza e la scelta disegnata di difendere quasi sempre in drop. Dopo 3 annate poco fortunate e una condizione fisica precaria, il centro montenegrino ha potuto ritrovare continuità di prestazioni e rendimento, giocando quella che è stata la sua stagione migliore, rendendolo il faro di Orlando.
Una seconda conferma importante è stata quella del free agent Terrence Ross, guardia da 13.4 punti di media partendo dalla panchina con 42.8 % dal campo e il 38.3 % da 3PT. Una stagione chiusa in crescendo per il tiratore proveniente dall’Università di Washington, vista anche l’assenza di grandi realizzatori dal perimetro per i Magic. Reduci da una discreta stagione e riconfermati anche la guardia Michael Carter-Williams, che coach Clifford descrive come “uno dei migliori difensori perimetrali della lega” (e il migliore dei Magic in questa pre-season), e il centro della nazionale canadese Khem Birch con il suo atletismo e un potenziale difensivo ancora da esprimere in pieno.
Consolidato poi il nucleo formato Evan Fournier, Aaron Gordon, Jonathan Isaac, D.J. Augustin, Mo Bamba e Wes Iwundu, tutti elementi in piena crescita nel finale di stagione e pronti a riprendere il cammino con lo stesso spirito guerriero che ha guidato i Magic nella corsa ai Playoffs 2019. Un innesto di considerevole valore dai Portland Trail Blazers, che alzerà senza dubbio la qualità sotto canestro tra le seconde linee, sarà quello di Al-Farouq Aminu (7.0 punti e 4.3 rimbalzi nella passata stagione): il cestista di origine nigeriana sarà una delle riserve pregiate dei Magic, con 9 anni di esperienza NBA alle spalle.
I GIOCATORI CHIAMATI AL SALTO
Anima di questi Magic da 5 anni è l’ala grande Aaron Gordon, 206 cm di pura potenza, saltatore straordinario, che ha chiuso la scorsa stagione con 16.0 punti di media in 33.8 minuti di gioco, 44.9 % dal campo, 34.9 % da 3PT, 7.4 rimbalzi e 3.7 assistenze per i compagni. Un fattore su entrambi i lati del campo, difensore solidissimo dalle gambe rapide, il prodotto di Arizona classe 1995 ha dimostrato quest’anno di poter coniugare prestazioni di alto livello ad una continuità di rendimento che gli è mancata nel 2017/2018, probabilmente la sua stagione migliore.
La sua riconferma nella lineup dei Magic dopo il campionato scorso in maglia numero #00 sarà senza dubbio elemento decisivo nella rincorsa ai playoffs 2020. Importanti gli istinti associativi che ha col tempo affinato: la diminuzione del suo Usage RTG (da 24.7% al 21.8%) è stata accompagnata da un balzo nell’Assist RT (da 11.7% a 16.6%). In sostanza, l’Aaron Gordon visto la passata stagione è un giocatore più maturo, capace di utilizzare meno palloni in attacco mantenendo alta la sua efficienza (superando il 50% nella eFG% per la seconda volta in carriera), con notevoli sviluppi nelle sue letture specialmente in punta e in transizione, mostratosi anche capace di giocare il P&R da portatore di palla:
La ventunenne promessa della scorsa stagione Jonathan Isaac sarà con ogni probabilità nel quintetto titolare anche in questo avvio di campionato. Sesta scelta assoluta del draft 2017, dotato di mezzi atletici straordinari (208 cm), 9.6 punti in 26.6 minuti di media con 5.5 rimbalzi per lui in stagione regolare, ha convinto coach Clifford e il suo staff mostrando versatilità e grande istinti difensivi, prenotando un posto tra le sorprese del 2019/2020. La vera domanda è: sarà una potenziale stella NBA nei prossimi anni? Dopo un’estate di intensa preparazione fisica in palestra, la giovane ala dei Magic riuscirà a fare davvero la differenza alla sua terza stagione da professionista?
Anche il centro Mo Bamba nella sua annata da rookie (sesta scelta assoluta al draft 2018, classe 1998) ha mostrato progressi, prendendo ispirazione dal compagno di reparto titolare Vucević e mostrando a tratti il suo grandissimo potenziale (6.2 punti col 48.1 % dal campo e 5.0 rimbalzi in 47 gare disputate, primo tra i suoi per stoppate con 1.4 blk), seppur con varie lacune difensive e tattiche evidenti.
Dopo aver saltato metà stagione per una frattura da stress alla gamba sinistra, grazie al lavoro estivo personalizzato sul tiro ed un atletismo fuori dai parametri comuni (apertura di braccia da 238 cm!) si candida a un ruolo di prima fascia tra i gregari di coach Clifford, specialmente per la sua capacità di aprire l’area con il tiro da fuori, qualità in cui i Magic appaiono davvero carenti. Sia Clifford che lo stesso compagno di reparto Vucevic hanno ribadito le qualità dell’ex Texas Longhorns, non escludendone una loro possibile convivenza sul parquet. Tuttavia uno dei maggiori interrogativi circa il futuro prossimo dei Magic riguarderà proprio gestione e rendimento delle riserve di Vučević, ovvero Birch e il rientrante Bamba.
Menzione particolare per il concreto e navigato D.J. Augustin, unico regista in squadra da 11.7 punti e 5.3 assistenze in stagione regolare, confermato nello starting five dei Magic e reduce da un campionato di alto livello. Dopo aver girovagato in diverse franchigie, il play-guardia sembra aver trovato la fiducia e la continuità di rendimento che gli sono mancate nelle ultime annate. Tuttavia da registrare è la grave difficoltà dei Magic nella costruzione del gioco offensivo e nella gestione individuale degli attacchi: lentezza, scarsa creatività ed estro, primi in assoluto per percentuale di passaggi in NBA (43.5 %) ma soltanto sesti per assist realizzati dal campo (63.0 %).
Motivo per cui Orlando ha deciso di puntare tutto sul rientro di Markelle Fultz, un giocatore che, con le parole di Vučević, è capace di creare il tiro per sé ma anche per i compagni: sarà lui la scommessa di Orlando per il 2019/2020 sarà Markelle Fultz. Prima scelta assoluta del draft 2017, la point-guard ventunenne venne scelta dai Philadelphia 76ers per formare un trio di superstar con Joel Embiid e Ben Simmons. Nei due anni di permanenza nella lega professionistica però il giovane proveniente da Washington ha collezionato soltanto 33 presenze, a causa del cronico problema alla spalla destra che lo ha tenuto a lungo lontano dal campo.
Come rivelato dal suo agente Raymond Brothers, il problema di Markelle era ascrivibile alla Sindrome dello Stretto Toracico superiore, una patologia che risulta in movimenti funzionali anormali: da qui le enormi difficoltà al tiro e il lungo periodo di stop. Il presidente Weltman predica pazienza circa il suo impiego e le tempistiche legate al completo reintegro nelle rotazioni di coach Clifford, considerando il notevole sforzo economico (rischio concreto di sforare il limite salariale nei prossimi due anni) e la fiducia riposta in un giocatore che non è mai di fatto sceso in campo e a cui verrà richiesto un ruolo di leader realizzativo della squadra.
Fiducia incondizionata dai compagni di squadra, compreso il suo mentore e guida in campo D.J. Augustin, che, se tutto dovesse andare per il meglio, gli cederà le chiavi della squadra dopo il primo terzo di stagione. Le chance che il suo ritorno effettivo tra i ranghi di coach Clifford sia decisivo per insediare il primato ad East di Milwaukee e Philadelphia esistono, così come non sarebbe avventato puntare su una sua candidatura a ipotetico Most Improved Player.

Con un Fultz ritrovato, gli Orlando Magic potranno finalmente godere di un pacchetto tiratori di assoluto rispetto, vero punto debole della passata stagione: Ross, Augustin, lo stesso Markelle e il francese Evan Fournier. Elemento da starting five (7 anni di esperienza NBA alle spalle) e reduce da un mondiale scintillante con il terzo posto finale della sua Francia, la guardia di coach Clifford si conferma un eccellente attaccante e un tiratore affidabile per percentuali dal campo: 81 partite giocate in regular season con 15.1 punti di media, 3.2 rimbalzi e 3.6 assist, 43.8 % dal campo e 34.0 % da 3PT, un paio di buzzer beater pregevoli con Pistons e Cavaliers nella prima parte di campionato.
OBIETTIVI DI SQUADRA
Nonostante i progressi generali di squadra nei movimenti con e senza palla, e lo sviluppo di trame più associative (i Magic hanno chiuso al quinto posto per percentuale di canestri assistiti: 63,2%), coach Clifford, ex allenatore degli Hornets, non è riuscito a dare ancora un’identità offensiva alla squadra. I miglioramenti devono quindi arrivare da questo punto di vista, provando a continuare sulla striscia positiva della seconda metà della stagione passata.
Dal 1 gennaio fino alla fine della stagione regolare, solo Oklahoma e Toronto hanno tentato più triple da passaggi kick-out rispetto ai Magic. La maggior parte dei tiri tentati da 3 punti non contestati dalla difesa proviene da passaggi in scarico, frutto di un gioco dentro-fuori che tanto piace a Clifford e che bene si adatta al roster dei Magic : confermare questo meccanismo offensivo garantirebbe profondi benefici a Vucević e compagni.
Il netto miglioramento della seconda fase della stagione passata è dovuto inoltre ad un incremento degli assist di squadra. Data la carenza di talento offensivo individuale oltre ai soliti Vucević, Augustin e Fournier, coach Clifford dovrà necessariamente lavorare su circolazione di palla e manovra in attacco per ottimizzare al meglio il gran numero di passaggi che la sua squadra produce, considerando appunto le ridotte soluzioni singole a disposizione.
Probabilmente la statistica più sottovalutata e trascurata dei Magic della scorsa stagione è stata quella dei falli commessi, solo 18,6 di media a partita, il secondo miglior piazzamento nella lega dietro gli Spurs. Merito della grande disciplina difensiva delle squadre di Clifford, sempre attente a non concedere giri gratuiti in lunetta agli avversari o uscite dal campo anzitempo dei propri titolari. Confermarsi da questo punto di vista, e in generale nella propria metà campo, definirà la stagione dei Magic, che si apre con l’obiettivo dir incrementare il record in vista di un piazzamento ai playoffs meno impegnativo della precedente edizione. Da non sottovalutare il fatto che Orlando ha la squadra più alta della NBA nella stagione 2019-2020, caratteristica che unita alla fisicità dei suoi interpreti la proietta in evidente vantaggio a livello difensivo su squadre meno atletiche.
BEST/WORST-CASE SCENARIO
Una seria candidatura ai playoffs 2020 delle Eastern Conference è riservata proprio ai ragazzi di coach Clifford, chiamati a migliorare un record di 42-40 nella speranza di evitare le rivali più accreditate verso la finale, come Milwaukee e Philadelphia, nei primi due turni. Le proiezioni e i pronostici in USA concedono a Orlando per la futura stagione un quinto/sesto posto al termine della regular season.
Le aspettative dei tifosi oltre che degli addetti ai lavori sono tutte rivolte al rientro di Fultz, vera incognita e possibile star di una squadra che necessita più che mai di un barlume di gioco/creatività in fase offensiva per incrementare le percentuali di realizzazione. Se la difesa è una certezza, così come lo sono i veterani in quintetto, ancora da scoprire sarà il rendimento dei giovanissimi gregari della panchina, il cui apporto diventa essenziale nel dare continuità di risultati e gioco in una stagione lunghissima come quella NBA; anche il rientro di Bamba è da valutare, in attesa dell’infortunata promessa Okeke. Le premesse per una stagione di alto profilo per questi Magic ci sono tutte, anche se diverse variabili giocheranno un ruolo fondamentale nella realizzazione del progetto Orlando.
Nel migliore dei mondi possibili, gli Orlando Magic 2019/20 riescono a migliorare notevolmente in attacco, riducendo i tiri dalla media e colpendo meglio in transizione, confermandosi allo stesso tempo come una solida squadra in difesa grazie alle braccia enormi di Isaac e Bamba. Markelle Fultz, perfettamente ristabilito, a metà stagione si prende il posto di play titolare, e Aaron Gordon e Nikola Vučević vengono convocati all’All-Star Game. Chiuderanno al quinto posto a 44-45 vittorie, giocandosi alla pari il primo turno ai Playoff.
Il caso peggiore invece sarebbe vivere una brutta copia della stagione precedente, acciuffando l’ottavo posto solo all’ultimo con record negativo (intorno alle 38-40 vittorie) e ponendo fine al progetto di Clifford, incapace di trovare il bandolo della matassa di una squadra giovane e che necessita di una guida forte.