La scorsa stagione non è stata facile per la squadra di Bill Self. I Jayhawks, dopo quattordici anni di dominio assoluto nella Big12, hanno dovuto lasciare lo scettro della regular season a Texas Tech e Kansas State. Un anno pieno di difficoltà, imprevisti e concorrenti all’altezza ha impedito alla regina della Conference di trionfare ancora. Poco male, perché un paio di settimane dopo è arrivato il titolo del torneo della Big12, a tirare un po’ su il morale dell’ateneo. L’abitudine a vincere rende le sconfitte doppiamente dolorose. Dopo quest’anno di transizione, non volontaria ma dettata da una serie di coincidenze che hanno impedito all’università di andare all-in, i Jayhawks torneranno per la stagione alle porte più forti che mai.
LE PARTENZE
Partiamo da chi abbandonerà. Le perdite si sono limitate a tre giocatori: Dedric Lawson, Lagerald Vick e Quentin Grimes. I primi due sono stati le pietre miliari della scorsa stagione, soprattutto dopo l’infortunio di Azubuike, ma hanno terminato gli anni di eleggibilità a loro disposizione.
Quentin Grimes, invece, ha abbandonato dopo una stagione difficilissima. Per lui inserirsi nel sistema di Bill Self è stato un incubo. Il gioco con due guardie dalle stesse caratteristiche, entrambe forti con la palla tra le mani, ha reso il gioco dei Jayhawks un po’ più prevedibile del solito. “Sicuramente è stata un’esperienza di un certo tipo. Mi sono dovuto adattare allo stile di Kansas e al loro sistema. Mi è sembrato di aver dimostrato soltanto il 50% di quello che so realmente fare“, ha detto la guardia alla combine. “Anzi, ho dimostrato di più qui alla combine nella prima partita. Entrando in ritmo con la palla molto di più tra le mani sono riuscito a fare vedere alle squadre NBA cosa posso fare”.
A Grimes non è mai mancato il coraggio, ma dopo essere entrato come top recruit in uno dei college più prestigiosi, ed esserne uscito ridimensionato, avrà tanto lavoro da fare a Houston per convincere il mondo di essere pronto per il livello successivo.
E se Grimes non è riuscito a trovare spazio in campo, forse Lagerald Vick non è mai diventato il leader che avrebbe dovuto essere fuori dal parquet. Quella del ragazzo di Memphis è una delle storie più curiose del college basketball: da grezzo tiratore a diamante raro capace di esplodere in ogni momento, Vick ha lasciato la squadra a metà della sua ultima stagione. Problemi di famiglia e ritorno a casa, classico del college basketball, ha detto la madre. Ma che non fosse tutto rose e fiori tra Self e il talento cristallino era già più che chiaro. La nebbia su questa storia è fittissima, ma sta di fatto che Kansas va a perdere uno dei giocatori più produttivi dal punto di vista dello scoring.
COSA ASPETTARSI DALLA NUOVA STAGIONE?
I giocatori al centro del progetto
Per quest’anno i due giocatori principali saranno Azubuike, al rientro dal grave infortunio, e Devon Dotson, la più bella sorpresa dell’anno passato per Kansas. I due formeranno una coppia super dinamica in grado di produrre una quantità esagerata di punti e gioco dal pick and roll.
Udoka Azubuike, l’anno scorso, ha lottato con gli infortuni fino all’ennesimo problema che lo ha tenuto fuori per tutta la stagione. Secondo i report, il centro si sarebbe rotto nella mano destra lo stesso legamento che si era rotto nella mano sinistra durante il suo anno da freshman. Non il più solido dei giocatori fisicamente, però quando è in campo, può fare la differenza.
Devon Dotson, invece, sembra poter diventare il leader che Lagerald Vick non è mai stato. La sua prima stagione ha sorpreso tutti e, con 12.3 punti di media, la guardia si presta benissimo al ruolo di generale in campo che gli verrà dato nella sua seconda stagione al servizio di Bill Self.
Il reparto lunghi
De Sousa, dopo aver scontato la pena di un anno per avere accettato pagamenti illeciti a seguito del suo commitment, potrà tornare in quintetto al fianco di Azubuike, con Kansas che presenterà una versione della squadra pesantissima, in grado di schiacciare gli avversari sotto canestro. David McCormack uscirà dalla panchina, dopo aver sofferto in quintetto la scorsa stagione per sopperire alla mancanza dei lunghi titolari. Kansas potrà quindi vantare un reparto lunghi molto profondo e di qualità, in grado di intimidire la maggior parte delle squadre avversarie. Resta un grande punto di domanda: le condizioni di salute di Azubuike che, quando si trova sul parquet, fa tutta la differenza del mondo.
Qui di seguito una tabella che mostra l’impatto di Azubuike a Kansas l’anno scorso:

È una forza della natura. Combina forza fisica e tecnica: diventa immarcabile praticamente per chiunque uno contro uno. Né De Sousa né McCormack potranno mai eguagliare il suo apporto, nonostante siano rimbalzisti instancabili, difensori atletici e si mettano sempre al servizio della squadra.
Il supporting cast
Fatto e finito il reparto lunghi e considerando Devon Dotson come playmaker titolare, nel supporting cast ci sarà anche Isaiah Moss, transfer in arrivo da Iowa. Dopo aver comunicato il suo committment ad Arkansas, probabilmente il pentimento lo ha assalito. I Razorbacks erano appena entrati nell’era di Eric Musselman (da un mese circa), ma Moss non se l’è sentita di decidersi definitivamente. “Mi piaceva l’allenatore e avevano delle buone strutture, ma penso di aver deciso troppo in fretta, pensandoci poco.”
Sulla decisione si è espresso così: “Sono uscito con Ochai, Chris e Elijah, stiamo bene, passiamo tranquillamente il tempo. Sono contento della decisione, perché so che potrò venire qui e e trovarmi bene con gli altri sia in campo che fuori.” Moss è un giocatore abbastanza versatile. Sa giocare in difesa e in attacco il suo jumper è difficile da difendere a causa della sua stazza. Sarà divertente vederlo insieme a un giocatore a lui opposto come Devon Dotson, ma le qualità per fare bene in un ateneo importante ci sono tutte.
Insieme a lui, potrebbe partire in quintetto Jalen Wilson, recruit tra i primi 50 secondo la speciale classifica di ESPN. Nessuno dei due è un tiratore veramente efficiente, ma con spazio possono garantire una certa produzione. Presumibilmente, però, Wilson si giocherà il ruolo da titolare con Ochai Agbaji, diamante grezzo di Kansas. Dopo l’esplosione della scorsa stagione, dovuta alla forte necessità, Agbaji sembra potersi trasformare definitivamente da bruco a farfalla. Marcus Garrett tornerà come sesto uomo, grazie alle sue grandi doti difensive, portando come sempre tanta energia dalla panchina.
Insomma, gli ingredienti per un’ottima stagione ci sono tutti. Difensivamente potremmo stare parlando di uno dei quintetti migliori degli ultimi anni; offensivamente, invece, dipenderà molto da Dotson e Azubuike. Se tutto circolerà come Bill Self si aspetta, le Final Four sono l’obiettivo minimo per questa versione dei Jayhawks. Salvo (altri) grossi imprevisti, Kansas si può avvicinare alla stagione più fiduciosa che mai.