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NBA Preview: San Antonio Spurs 2019/20

Emiliano Naiaretti by Emiliano Naiaretti
13 Agosto, 2020
Reading Time: 13 mins read
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Copertina Preview San Antonio Spurs

Copertina a cura di Francesco Villa

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IN ARRIVO UN’ALTRA STAGIONE AI PLAYOFF IN CASA SPURS?

Record 2018/19: 48-34.

IN: Luka Šamanić (Draft); Keldon Johnson (Draft); DeMarre Carroll (Trade); Quinndary Weatherspoon (Draft, two-way); Trey Lyles (FA).

OUT: Davis Bertans (Trade); Donatas Motiejūnas (FA); Dante Cunningham (FA); Quincy Pondexter (FA).

Roster:

PG: Dejounte Murray (S), Derrick White, Patrick Mills.

SG: Bryn Forbes (S), Marco Belinelli, Lonnie Walker.

SF: DeMar DeRozan (S), DeMarre Carroll, Keldon Johnson.

PF: LaMarcus Aldridge (S), Rudy Gay, Trey Lyles, Luka Šamanić.

C: Jakob Poeltl (S), Chimezie Metu.

COME È ANDATA LA SCORSA STAGIONE?

È impossibile parlare della stagione 2018/2019 degli Spurs senza partire da quanto accaduto il 18 luglio 2018. La trade che ha portato Kawhi Leonard e Danny Green ai Toronto Raptors in cambio di DeMar DeRozan e Jakob Poeltl, ha di fatto rivoluzionato il futuro a medio-lungo termine dei nero-argento. Inoltre, nella stessa Free Agency, se ne sono andati Kyle Anderson e Tony Parker.

È impossibile perdere la propria stella, un futuro probabile componente della Hall of Fame e uno dei cinque migliori giocatori della lega, e ambire ad essere ugualmente competitivi sostituendolo “semplicemente” con un All-Star. Se quell’All-Star è conosciuto per le sue difficoltà in post season, per la sua inefficienza e la sua lontananza dal basket moderno, la situazione si aggrava. Le ambizioni si abbassano ulteriormente se perdi anche i due migliori difensori perimetrali a roster.

Gli Spurs si presentano in pre-season con l’obiettivo di tornare ancora ai Playoff e continuare un progetto di crescita. Tutto questo sapendo che approdare al secondo turno dei Playoff sarebbe stato un traguardo oltre ogni più rosea aspettativa.
Ed è proprio nella prima gara della pre season che Dejounte Murray si infortuna al ginocchio. Un infortunio che lo avrebbe poi tenuto fuori per tutta la stagione.
A seguito di questo avvenimento, gli Spurs giungono all’inizio della scorsa stagione con un roster rivoluzionato e senza il proprio playmaker titolare.

Con queste premesse, anche chi non sapesse nulla della stagione degli Spurs, potrebbe facilmente indovinare le difficoltà affrontate dalla squadra di Popovich nella prima parte di stagione.
I texani hanno vinto solo undici delle prime venticinque gare, giocando chiaramente come una squadra alla ricerca di un’identità.
L’attacco, pur avendo dei meccanismi ancora da oliare, ha funzionato ed era uno dei migliori della lega (come sarà poi per tutta la stagione), grazie ad un DeRozan calato perfettamente nelle nuove vesti di creatore primario a tempo pieno.
Strano a dirsi per una squadra chiamata “San Antonio Spurs” e allenata da Gregg Popovich, ma era la difesa ad essere particolarmente carente ed una delle peggiori della lega.

Nelle restanti 57 gare, gli Spurs chiudono un record di 37-20, non senza alti e bassi, ma dimostrando tutt’altro gioco rispetto alla prima parte di stagione.
La difesa è migliorata notevolmente, grazie ad una maggiore chimica di squadra e all’ingresso in rotazione (uno da titolare e uno con un ruolo da specialista) di Derrick White e Jakob Poeltl.
L’attacco rimane su livelli d’élite, grazie sempre allo stesso White e ad un Aldridge che conferma quanto di buono fatto vedere nella stagione precedente da unica star della squadra.

Un altro esempio della fragilità del roster si ebbe durante il Rodeo Trip, chiuso con una sola vittoria a fronte di sette sconfitte.
La squadra faticò enormemente e il coaching staff tentò svariate soluzioni per risolvere le difficoltà. Si videro vari tipi di difesa a zona, si vide la triangle-and-two e si videro difese heavy switch.
Inutile dire che nulla funzionò o almeno non diede risultati molto diversi rispetto al solito gameplan. Semplicemente perché le difficoltà nascevano da un roster mal costruito e “cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia”.

Gli Spurs hanno poi chiuso la stagione con 48 vittorie e 34 sconfitte, arrivando al settimo posto della Western Conference e finendo accoppiati ai Denver Nuggets nel primo turno di Play-off.
Grazie ai numerosi aggiustamenti del coaching staff texano e probabilmente alla scarsa maturità dei giovani Nuggets, la serie risulta più aperta di quanto si potesse immaginare.
DeRozan ha mostrato di poter far bene anche in post season grazie anche alla sua miglior prestazione in carriera in gara 6; Derrick White ha giocato una grande serie, nonostante fosse la prima esperienza ai Playoff (anche se lui lo negò, disse di averli già giocati…quelli della G-League); Poeltl si è confermato uno specialista molto utile in determinati accoppiamenti. La serie si è conclusa solo a gara 7, con i Nuggets usciti vincitori.

COSA CAMBIERÀ NELLA PROSSIMA STAGIONE?

Quella appena trascorsa è stata, senza dubbio, un’estate meno rivoluzionaria di quella precedente. Non sono comunque mancate delle sorprese. Prima del Draft e della Free Agency, la dirigenza probabilmente aveva già in mente degli obiettivi ben precisi.

Draft

Per quanto riguarda il Draft, grazie alla scelta ricevuta nella trade con i Raptors, c’era la possibilità di chiamare per ben due volte al primo giro (diciannovesima e ventinovesima scelta) e una volta al secondo (quarantanovesima scelta). Qui di seguito una panoramica dei giocatori scelti:

1) Scelta n°19 – Luka Šamanić

Non è un segreto che gli Spurs tengano sempre un occhio molto attento sui prospetti europei. Lo stesso R.C. Buford era stato visto in Europa per seguire Samanic (e certamente non solo lui).

Il mix fisico e tecnico del giovanissimo giocatore croato è impressionante. Un 2.10m che alla sua età ha già mostrato sprazzi importanti di self creation, passing, handling, tiro da tre sia in spot up che dal palleggio, non si vede esattamente ogni giorno.

Durante la Summer League, oltre ad aver mostrato questi flash di grandissimo talento, ha confermato di dover ancora crescere moltissimo sotto vari aspetti (muscolarmente, difensivamente, a livello di costanza all’interno della gara) prima di poter ambire ad un posto fisso in rotazione. Passerà molto tempo ad Austin, con l’affiliata in G-League.

2) Scelta n°29 – Keldon Johnson

Scelta a fine primo giro che ricorda per certi versi la pick di Dejounte Murray. Sono entrambi giocatori giovani, ancora grezzi, fisicamente intriganti ma snobbati da più squadre, probabilmente anche per delle carenze dal punto di vista tecnico.
Gli Spurs sanno lavorare bene con i prospetti ancora grezzi e magari anche limitati sotto certi punti di vista, prendendosi molto tempo per insegnare loro determinate cose ed esaltandone le doti principali.

In ogni caso, Johnson è potenzialmente quel tipo di giovane che mancava sotto l’Alamo: un giocatore versatile difensivamente sul perimetro e capace di allargare il campo in attacco.

Secondi alcuni analysts che si occupano degli Spurs, è il giovane che più probabilmente potrebbe entrare in rotazione, grazie alla sua difesa 1-on-1 e al suo tiro da tre, ma non sono certo che il coaching staff possa già fidarsi di un giocatore ancora così carente tatticamente, soprattutto per quanto riguarda la difesa di squadra. Probabilmente anche lui passerà del tempo ad Austin.

3) Scelta n°49 – Quinndary Weatherspoon

Lo stesso Quinndary Weatherspoon è stata una scelta molto in “stile Spurs”. Un ottimo giocatore collegiale, esperto e dall’alta comprensione del gioco, sceso a fine Draft per lo scarso appeal e l’età. Il tipo di scelta da cui i nero-argento generalmente cercano di ricavare un solido giocatore di rotazione, dopo un paio di stagioni.

È una guardia con un corpo massiccio, capace di fare un po’ di tutto su entrambi i lati del campo. Ha disputato una buona Summer League ed ha firmato un two-way. Farà il protagonista con gli Austin Spurs e molto probabilmente metterà piede in campo anche in varie gare NBA, grazie alla sua esperienza e alle sue caratteristiche da “utility guy”.

Free agency

Entrando nella Free Agency, erano sostanzialmente tre gli obiettivi principali della dirigenza: rifirmare Rudy Gay; firmare un’ala o un lungo veterano; non compromettere la flessibilità a lungo termine.

Il primo obiettivo, rifirmare Rudy Gay, è stato raggiunto poche ore dopo l’inizio della Free Agency. L’ala originaria di Baltimora ha firmato un contratto biennale da 28 milioni garantiti, con la possibilità di arrivare fino a 32 con i bonus.
Probabilmente la cifra è leggermente superiore al contributo effettivo del giocatore, ma necessaria per garantirgli completamente solo due anni di contratto, lasciando inalterata la flessibilità futura.

Il secondo obiettivo, firmare un’ala o un lungo veterano, è stato raggiunto con la Sign&Trade per DeMarre Carroll. Una mossa strana per i modi in cui è avvenuta e per il suo intersecarsi con la telenovela “Marcus Morris”. Inizialmente, sembrò che DeMarre Carroll avesse semplicemente firmato per gli Spurs, essendo lui free agent. In seguito, uscì la notizia della Sign&Trade, mossa agevolata da Sean Marks (General Manager dei Nets, ex giocatore e coach degli Spurs) e dai Wizards e finalizzata a mantenere libero uno spot nel roster nero-argento. Ai Nets finirono i diritti su Dangubic, mentre i Wizards ricevettero Davis Bertans.

Questa trade sarebbe servita a mantenere lo spazio a roster per poter firmare Marcus Morris, il quale aveva già un accordo verbale con la franchigia texana. Morris, però, ruppe l’accordo verbale e si accordò con i Knicks per un accordo più breve e remunerativo, puntando alla Free Agency 2020. In tutto questo, la trade era già stata ufficializzata, facendo in modo che gli Spurs si fossero liberati di Bertans senza alcun rientro in termini di assets.
Lo stesso Carroll ha dovuto ritrattare il suo accordo per rendere possibile la trade, allungandolo di un anno (triennale da 20.650.000$ con solo 1.35 milioni garantiti nell’ultima stagione).

Con lo spot liberato inutilmente, gli Spurs hanno firmato Trey Lyles, con un biennale parzialmente garantito da 11 milioni, sperando che possa risultare utile.

Inoltre, sono stati firmati tre giocatori con un Exhibit 10: Dedric Lawson, Daulton Hommes e Jeff Ledbetter. I primi due sono dei ragazzi undrafted da tenere d’occhio, se resteranno in orbita Spurs, mentre l’ultimo è ormai uno storico componente degli Austin Spurs.

Infine, ci sono state sostanziali novità anche per quanto riguarda il front office e coaching staff. Per prima cosa, dopo 17 anni, gli Spurs avranno un nuovo General Manager. Infatti, R.C. Buford ha assunto il ruolo di Chief Executive Officer mentre Brian Wright è stato promosso General Manager, dopo aver affiancato lo stesso Buford nelle ultime stagioni. Lo stesso Wright ha avuto un ruolo importante nelle scelte degli ultimissimi Draft e nelle trattative con Gay e Morris.
Parlando del coaching staff, Ettore Messina ha concluso il suo percorso a San Antonio ed è ritornato in Europa, più precisamente a Milano. Di conseguenza, Will Hardy e Tim Duncan entreranno a far parte dello staff e Becky Hammon verrà promossa a Lead Assistant.

CHI FARÀ PARTE DEL QUINTETTO INIZIALE?

Non è semplice prevedere chi andrà a comporre il quintetto iniziale. Innanzitutto, va detto che Popovich è solito variare spesso negli ultimi anni, vuoi per i tanti infortuni del recente passato o per sperimentazioni di mera natura tattica. Nonostante ciò, possiamo azzardare alcune previsioni.

Partiamo dalle certezze: DeMar DeRozan e LaMarcus Aldridge saranno titolari. A loro due andranno affiancati tre giocatori che, a mio parere, verranno scelti tra almeno sei opzioni.

Per un motivo o per un altro, Bryn Forbes, Derrick White, Dejounte Murray, Rudy Gay, DeMarre Carroll e Jakob Poeltl sono tutti potenziali starters.

Di seguito proporrò e analizzerò due dei possibili scenari. Il primo rappresenta probabilmente la rotazione “ideale” ma che potrebbe non essere attuabile fin da subito, il secondo invece consisterebbe in una soluzione temporanea in continuità con la scorsa stagione.

1) Dejounte Murray – Bryn Forbes – DeMar DeRozan – DeMarre Carroll – LaMarcus Aldridge

Considerando una second unit composta da White-Mills-Walker-Gay-Poeltl, questa rotazione probabilmente sarebbe la migliore possibile. Confrontandomi con Jared Johnson, esperto Spurs per the Basketball Index, ci siamo trovati d’accordo sull’ottimo equilibrio di una rotazione del genere.

Murray e Forbes avevano già dimostrato due stagioni fa di essere molto compatibili come caratteristiche. DeMarre Carroll andrebbe a ricoprire quel ruolo da 3&D puro che è rimasto vacante per tutta la scorsa stagione, dando equilibrio al quintetto iniziale. Forbes e Mills sono gli unici tiratori in movimento rimasti a roster dopo la partenza di Bertans e sarebbe l’ideale dividere il più possibile i loro minuti, anche (e forse soprattutto) per ragioni difensive.

White, invece, si prenderebbe un ruolo da sesto uomo a là Ginobili, terminando le partite in campo e permettendo a Mills di giocare maggiormente lontano dalla palla (si è visto con la nazionale quanto sia maggiormente pericoloso in queste situazioni)
Gay si prenderebbe finalmente quel ruolo da panchinaro-scorer di lusso che doveva essere quando firmò a San Antonio.
Poeltl sarebbe a tutti gli effetti il cambio di Aldridge, cercando di limitare a determinati matchup la loro convivenza (considerando la scarsa compatibilità dimostrata nella scorsa stagione).

In sostanza, questo quintetto iniziale avrebbe una buona dose di creation, potenzialmente una difesa solida e versatile con il solo Forbes “relegato” a difendere le point guard avversarie, lo spacing sarebbe già decente e potrebbe diventare buono a seconda dei miglioramenti al tiro di Murray, DeRozan e Aldridge.

2) Derrick White – Bryn Forbes – DeMar DeRozan – LaMarcus Aldridge – Jakob Poeltl

Questo quintetto verrebbe utilizzato per dare continuità con la scorsa stagione, riproponendo la coppia White-Forbes come backcourt. Se così accadesse, significherebbe che Dejounte Murray non sarebbe ancora considerato “pronto” per il ruolo da starter. D’altro canto, lo stesso Murray rappresenterebbe un’iniezione di energia dalla panca, unendosi ad una second unit che lo scorso anno amava correre e giocare un basket molto più dinamico rispetto al quintetto iniziale.

In ogni caso, questo quintetto sarebbe una soluzione temporaneamente, costringendo la squadra ad una rotazione meno equilibrata della precedenza e potrebbe creare alcuni problemi di profondità nella rotazione nei lunghi, soprattutto nel caso in cui Chimezie Metu non ci entri stabilmente.

POSSIBILI MIGLIORAMENTI

1) I miglioramenti offensivi di Jakob Pöltl

I miglioramenti dei San Antonio Spurs saranno condizionati sicuramente dalla fresca presenza di Tim Duncan nel coaching staff. Un giocatore che potrà giovare del suo arrivo è Jakob Poeltl; non tanto per quanto riguarda i potenziali miglioramenti difensivi -il centro austriaco è già ad un alto livello da questo punto di vista- bensì dal punto di vista offensivo.

La scorsa stagione Poeltl ha mostrato difficoltà numerose volte, oltre che nel concretizzare floater abbastanza agevoli, anche nello sfruttare evidenti vantaggi di accoppiamento derivanti dai cambi difensivi avversari.

 

Non capitava di rado che, a seguito di uno switch, si trovasse marcato da un piccolo ed, invece di prendere posizione profonda chiamando palla, rimanesse nel dunker spot a sprecare quel potenziale vantaggio; quelle poche volte in cui ha lottato per ricevere palla, non sempre è riuscito a segnare nonostante il mismatch favorevole.

Duncan potrebbe essere fondamentale. Non necessariamente per rendere Jakob il più grande giocatore dal post della storia, ma giusto per scoraggiare quegli switch che vanno ad indebolire il gioco offensivo della squadra.

2) Un miglior ball-handling per DeRozan

Un altro upgrade offensivo potrebbe arrivare da DeRozan. E no, non sto parlando del tiro da tre punti come sicuramente avrai pensato tu che stai leggendo (semplicemente perché ritengo improbabile possa accedere, non perché non sarebbe utile, anzi). Mi riferisco ad un miglioramento del ball handling; in particolare, dell’uso della mano sinistra che, ad oggi, è abbastanza di basso livello in relazione al valore e alle caratteristiche del giocatore.

 

Il suo diretto difensore è sempre molto avvantaggiato sapendo che mano userà nella gran maggior parte delle situazioni, potendolo direzionare con i giusti scivolamenti difensivi verso il lato sinistro. Tutto ciò rende più prevedibile l’attacco della squadra e, soprattutto ai playoff, si è sentita questa prevedibilità.

BEST/WORST-CASE SCENARIO

Parlare di previsioni della stagione dei San Antonio Spurs potrebbe sembrare apparentemente facile. Nonostante il solito Ovest più agguerrito che mai (frase fatta e riutilizzata ogni anno ma quasi sempre vera), è probabile che la squadra raggiunga un piazzamento ai playoff. La solidità e l’abitudine costante ai dettagli da parte di Pop rappresentano un boost incredibile in regular season.

Lo scenario più probabile è un settimo/ottavo posto; il peggiore, non impossibile, sarebbe un nono/decimo posto, probabilmente causato da infortuni gravi ai giocatori principali. La quinta/sesta posizione sono improbabili per via del grande talento delle contendenti; in caso di grossi ed inaspettati miglioramenti nello shooting da parte soprattutto delle due guardie emergenti (Derrick White e Dejounte Murray), però, non sarei stupito di vedere San Antonio raggiungere certe posizioni in regular season.

Per quanto riguarda i playoff il discorso cambia. Tutto dipenderà dalla crescita dei singoli e del gioco di squadra che si possono prevedere ma non saper con certezza. Escludendo gravi infortuni alle star, squadre come Lakers, Clippers, Houston e Golden State (dando per scontato un rientro in salute per Klay) dovrebbero agilmente battere gli Spurs. Altre squadre come Portland, Utah, Denver sono più forti di SAS ma darebbero vita a serie più lunghe e combattute. Dunque è probabile un’eliminazione al primo turno come nella stagione appena conclusa, ma non sarebbe da escludere per un tifoso sperare magari in un secondo turno.


Articolo a cura di Andrea Cannici e Emiliano Naiaretti.

Tags: DeMar DeRozanDerrick WhiteLamarcus AldridgeLonnie WalkerMarco BelinelliNBA PreviewRudy GaySan Antoniospurs
Emiliano Naiaretti

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Spurs, GLeague and draft @TheShotIT | Draft inebriated but lazy writer | Natural & environmental sciences (ANGRY) student

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