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NBA Preview: Toronto Raptors 2019/20

Gianluca Lo Nostro by Gianluca Lo Nostro
13 Agosto, 2020
Reading Time: 7 mins read
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Copertina Preview Toronto Raptors

Copertina a cura di Francesco Villa

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TORONTO RAPTORS: COACH NURSE A CACCIA DI CONFERME.

Record 2018/19: 58-24.

IN: Rondae Hollis-Jefferson (FA); Stanley Johnson (FA); Matt Thomas (FA); Dewan Hernandez (Draft); Terence Davis (FA); Cameron Payne (FA), Isaiah Taylor (FA).

OUT: Kawhi Leonard (FA); Danny Green (FA); Jeremy Lin (FA); Eric Moreland (FA); Jodie Meeks (FA); Jordan Loyd (tagliato).

Roster:

PG: Kyle Lowry (S), Fred VanVleet, Cameron Payne, Isaiah Taylor.

SG: Norman Powell (S), Patrick McCaw, Matt Thomas, Terence Davis.

SF: OG Anunoby (S), Stanley Johnson.

PF: Pascal Siakam (S), Rondae Hollis-Jefferson.

C: Marc Gasol (S), Serge Ibaka, Chris Boucher.

La stagione 2018-2019 si è conclusa con il Larry O’Brien Trophy. I Raptors, forti del secondo seed ai Playoff (grazie al record di 58 vittorie e 24 sconfitte), vincono agevolmente 4-1 contro gli Orlando Magic; poi, grazie al leggendario buzzer beater in Gara 7 di Leonard, battono i 76ers e, infine, rimontano dal 2-0 contro i Bucks, imponendosi 4-2. Complice una serie di circostanze favorevoli ed innegabili meriti, i Toronto Raptors battono i Golden State Warriors alle NBA Finals per 4-2. La nuova stagione, però, si prospetta con aspettative molto più basse e tantissime incognite.

COSA È CAMBIATO

La partenza di Kawhi Leonard in direzione Los Angeles, sponda Clippers, dopo una tribolata trattativa durata settimane, ha lasciato i canadesi in una situazione difficile a livello salariale e con pochi asset ancora a disposizione nel mercato della Free Agency. Masai Ujiri, però, ha messo sotto contratto giocatori che potranno essere utili alla causa di Toronto. Per rimpiazzare i partenti Leonard, Green, Lin, Moreland e Meeks, sono arrivati Rondae Hollis-Jefferson da Brooklyn, Stanley Johnson da New Orleans e Matt Thomas dal Valencia, a cui si aggiungono la 59esima scelta del Draft Dewan Hernandez e la guardia Terence Davis (undrafted). Per completare il roster sono stati firmati, inoltre, i gregari Cameron Payne e Isaiah Taylor.

LE POSSIBILI ROTAZIONI

La potenziale lineup dei Toronto Raptors dovrebbe quindi vedere Marc Gasol nel ruolo di centro, Pascal Siakam (fresco del premio di “Most Improved Player”) nello spot di ala grande, OG Anunoby nella posizione di ala piccola, Norman Powell da shooting guard e Kyle Lowry, il vero floor general della squadra, playmaker. Un ruolo fondamentale lo avrà anche la panchina. I Raptors hanno un roster profondo che permetterà allo starting five di riposare. Coach Nick Nurse, inoltre, sarà libero di valutare se far partire Serge Ibaka da pivot titolare contro squadre con le quali Marc Gasol avrebbe matchup sfavorevoli (Philadelphia, tra le altre) o provare Matt Thomas nello spot di guardia titolare se Norman Powell non dovesse garantire una continuità di prestazioni accettabili.

Non si esclude, però, una rivoluzione nelle gerarchie. Si è parlato molto di Lowry e VanVleet guardie titolari in quintetto di esterni “piccoli”, ma anche di Siakam testato come ala piccola insieme a Ibaka e Gasol in campo. Tante, forse anche troppe le idee che balenano nella testa di Nick Nurse, che l’anno scorso ha trovato la lineup ideale soltanto ad aprile.

Norman Powell, quest’anno, dovrà guadagnarsi il posto da titolare nel quintetto di coach Nurse. Dopo annate altalenanti culminate spesso in prestazioni determinanti nei playoff, il giocatore dovrà ritrovare la giusta continuità durante tutta la Regular Season.

Non avendo fra le mani un roster come quello della scorsa stagione, coach Nurse dovrà contare sull’esperienza di veterani importanti, quali Lowry, Gasol e Ibaka e su alcune scommesse che non hanno ancora dimostrato tutto il loro talento (Anunoby, Johnson, lo stesso Siakam che, adesso, è la stella di questa squadra).

Il filo rosso dei Toronto Raptors dell’anno scorso era legato a una lunga e costante corsa al titolo, cominciata nel 2013 da Masai Ujiri. Un’operazione, quella di Ujiri, piena di rischi, di insidie e tante batoste. Creare una mentalità vincente in una città dove, calcio a parte, non si vincevano trofei dal 1993, non è stato affatto semplice. Per questo motivo è lecito aspettarsi ulteriori sorprese se non dal prossimo anno, già a partire da questa stagione, magari prima della trade deadline. È stato lo scambio per Marc Gasol a cambiare le sorti di questa squadra lo scorso anno. Adesso, paradossalmente, potrebbe essere lo stesso Gasol a diventare pedina di scambio, magari per un asset a lungo termine che, però, certificherebbe la fine di un’era cominciata sei anni fa e l’inizio di un tanking che manca in Canada da tantissimi anni.

COSE DA VEDERE

OG Anunoby

Sarà interessante vedere come crescerà OG Anunoby. La stagione da rookie ci ha già detto qualcosa: il talento c’è, il potenziale anche e di certo non mancano i presupposti per diventare un fuoriclasse. Fisico, atletismo e difesa: queste sono le caratteristiche principali dell’ala britannica. Un giocatore su cui Masai Ujiri ha puntato tantissimo al Draft nel 2017, dov’è stato chiamato con la 23esima scelta. Per molti è stato considerato un dark horse, non una steal of the Draft, ma per Toronto è stato un privilegio poterlo chiamare quasi alla fine del primo turno. Per lui sarà inevitabile una promozione nel quintetto titolare, un’opportunità a cui ha alluso varie volte anche coach Nick Nurse.

Si spera, perciò, in una crescita alla Siakam. Non sarà una passeggiata riuscirci, ma i mezzi fisici e mentali lasciano ben sperare. Diversi gli aspetti del suo gioco che dovrà migliorare, se non ampliare. Anunoby non è mai stato un realizzatore e i suoi numeri in carriera (6.4 punti a partita in due stagioni finora) mettono in risalto una certa difficoltà a segnare. In realtà, Anunoby ha già dato una buona impressione anche sul lato offensivo del campo. Numeri ok per un cestista della sua età (35% da tre punti e 46% dal campo in carriera), ma non abbastanza da lasciare il segno. Servirà un duro lavoro nel tiro dalla distanza, magari per avvicinarsi al 40% e dare un aiuto a Lowry e Siakam, a cui ora spetta il compito di guidare l’attacco della squadra.

Chi sostituirà Kawhi Leonard?

Tuttavia, Anunoby non sarà l’unico giocatore dei Raptors ad avere i riflettori puntati addosso, anzi. L’addio di Leonard ha lasciato scoperto un ruolo importantissimo e Ujiri, poche ore dopo l’annuncio di Leonard ai Clippers, si è dato da fare, aggiudicandosi Stanley Johnson e Rondae Hollis-Jefferson. Johnson, alla sua quinta stagione in NBA, è ancora considerato dagli addetti ai lavori un oggetto misterioso. All-American nel 2014 e five-star recruit per ESPN, quando è uscito dal college le aspettative erano altissime. Un giocatore abituato a segnare e a difendere con un’altissima intensità che, però, ha faticato tantissimo a Detroit, un ambiente a dir poco problematico per i rookies.

Discorso a parte per Hollis-Jefferson, invece. L’ex esterno dei Nets è un pessimo tiratore dalla distanza, ma a Toronto porta un elemento del gioco di cui Nick Nurse ha spesso sentito la mancanza dopo la cessione di Jonas Valanciunas: i rimbalzi. Nell’ultima postseason, infatti, i Toronto Raptors sono stati la dodicesima squadra per rimbalzi, con appena 42.3 catturati a partita. Un dato sensibilmente inferiore rispetto a quello della Regular Season (45.2 RPG), che teneva conto però anche della prima parte della stagione in cui c’era ancora Valanciunas.

 

Rimbalzi. Questa la parola chiave. Durante gli scorsi playoff, i Toronto Raptors hanno vinto tutte le volte in cui hanno superato i propri avversari nella quantità di rimbalzi offensivi conquistati.

COSA ASPETTARSI?

Cosa aspettarsi, quindi, da una squadra che è uscita rivoluzionata da quest’ultima estate? Rimane ben poco di quel roster leggendario che è stato in grado di sconfiggere gli imbattibili Curry, Green, Thompson e Durant. I meriti di un coach che non è più matricola si sono visti in particolare durante le NBA Finals. Il coraggio di fare cose diverse come la box-and-one, l’aver potuto fare affidamento sull’esperienza di assistenti del calibro di Sergio Scariolo e l’esperienza maturata oltreoceano per coach Nick Nurse sono state, in parte, la ragione per cui questa squadra è cresciuta così in fretta.

E adesso non c’è più Kawhi Leonard. Le chiavi della squadra sono state consegnate direttamente a Nurse, che dovrà trovare il giusto equilibrio per raggiungere un obiettivo stagionale tuttora ignoto. Sono i playoff che contano, ma i movimenti di mercato potrebbero compromettere l’esito finale di questa stagione per i Raptors. La parola al campo.


Articolo scritto da Gianluca Lo Nostro e Federico Turrisi.

Tags: Kawhi LeonardKyle Lowrymarc gasolnbaNBA PreviewNorman Powellog anunobyPascal Siakamraptorsserge ibaka
Gianluca Lo Nostro

Gianluca Lo Nostro

Campione in carica di critiche distruttive. Ama il Canada e se potesse ne chiederebbe immediatamente la cittadinanza. Da anni porta con sé il fardello di tifare una squadra che per molti è ancora oggi una barzelletta. A ciascuno il suo.

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