I LOS ANGELES LAKERS E LA LOTTA PER IL TITOLO
Record 2018/19: 37-45
Giocatori aggiunti al roster: Anthony Davis; Danny Green; Jared Dudley; DeMarcus Cousins; Avery Bradley; Dwight Howard; Quinn Cook; Troy Daniels; Talen Horton-Tucker (Draft); Zach Norvell Jr (two-way); Kostas Antetokounmpo (two-way).
Giocatori rilasciati dal roster: Lonzo Ball; Brandon Ingram,;Josh Hart; Isaac Bonga; Michael Beasley; Reggie Bullock; Tyson Chandler; Mike Muscala; Lance Stephenson; Moritz Wagner; Johnathan Williams.
Roster:
PG: LeBron James (S), Rajon Rondo, Alex Caruso, Quinn Cook.
SG: Danny Green (S), Avery Bradley, Troy Daniels.
SF: Kentavious Caldwell-Pope (S), Talen Horton-Tucker.
PF: Anthony Davis (S), Kyle Kuzma, Jared Dudley.
C: JaVale McGee (S), Dwight Howard.
2018-2019: UNA STAGIONE FALLIMENTARE
La stagione 2018-19 inizia con “il sorriso” per la squadra più titolata di Los Angeles: in estate è arrivato LeBron James, ed è “pure“ circondato da giovani. La dirigenza può quindi fare due cose allo stesso tempo: tentare di vincere e costruire le basi per un futuro attorno allo young core composto da Lonzo Ball, Brandon Ingram, Kyle Kuzma e Josh Hart.
Purtroppo, l’annata non è stata delle più rosee e non è andata come previsto. Tra i fattori che hanno contribuito possiamo trovare l’incapacità della dirigenza di mettere insieme un roster competitivo e adatto a sfruttare il gioco di LeBron e di Walton, gli infortuni e i rumors ingombranti intorno allo spogliatoio.
Dopo un inizio zoppicante (3 partite perse di fila), i giallo-viola tornano sotto e iniziano ad ingranare; ciononostante, sono evidenti i problemi a livello di costruzione del team: non è possibile sfruttare il playmaking del Re causa troppi ball-handler e pessime spaziature.
Un barlume di speranza però si intravede. Il record, dopo anni, è positivo! Il 25 Dicembre i Los Angeles Lakers entrano in campo con 20 vittorie e 14 sconfitte. Al termine della gara (vittoria contro Golden State, tra l’altro) le vittorie saranno 21 ma… James sarà infortunato. Con l’infortunio del #23 inizia il periodo più buio dell’anno per la franchigia Californiana. Da quel momento fino al suo rientro, solo 6 vittorie a fronte di 11 sconfitte.
Il 2019 diventa un incubo tanto per i tifosi quanto per la squadra: malumore per il gioco fatto vedere in campo (scarsa attitudine difensiva), per trade “senza senso” da parte della dirigenza (scambio di Zubac per Muscala) e per i continui rumors su un possibile scambio dello young core per Anthony Davis. Tutto ciò si tramuta in un record di 16-29 nel nuovo anno e di conseguenza in “playoff mancati”.
Per fortuna la offseason porta alcune gioie: ai Lakers è arrivato Anthony Davis in cambio di buona parte dei giovani (Ingram, Lonzo, Hart e scelte sono finiti a NOLA). Inoltre, i Lakers sono riusciti a firmare giocatori adatti al progetto come Danny Green e Jared Dudley. Una firma da non sottovalutare, però, riguarda lo staff tecnico: Walton è stato esonerato e al suo posto è arrivato Frank Vogel.
È arrivata una nuova era per i giallo-viola. Son cambiate tante cose e ora non ci sono più scuse: bisogna vincere.
IL NUOVO STARTING FIVE
Dopo una Offseason tanto chiacchierata e fatta di tanti cambiamenti, sorge spontanea la domanda: come sarà il quintetto titolare per i Lakers? Come giocherà Vogel? Ad ora non è facile dire con esattezza come sarà lo starting 5 dei Lakers, ma possiamo provare a fare delle ipotesi.
LeBron sicuramente sarà in campo dal primo minuto con Davis. Quest’ultimo ha inoltre espresso la volontà di giocare da 4 e non come centro: dunque spazio ad Howard e McGee sotto le plance. Anche Danny Green sarà tra i titolari; l’ex Raptors è un buon fit per entrambe le star dei Los Angeles Lakers dato che non chiede di avere palla in mano ed è un difensore ottimo sugli esterni.
Rimane libero uno spot in posizione di guardia e questo denota una carenza a roster grave: la mancanza di una Point Guard di livello. Dunque, come già è stato vociferato a lungo, i possessi verranno gestiti in gran parte da LeBron andando così a sopperire alla carenza di playmaking. Ciò potrebbe aprire le porte a Caldwell-Pope in quintetto, giocatore dotato di un buon tiro (per i grades di BBindex è nel 77%ile) e buona difesa sul perimetro (73%ile sempre per BBindex).
In definitiva quindi i primi 5 potrebbero essere:
L. James – D. Green – K. Caldwell-Pope – A. Davis – J. McGee
Naturalmente questa lineup potrebbe variare nel corso della stagione (esclusi James-Green-Davis) in base al rendimento di giocatori come Howard, Caruso e Bradley.
ORGANIZZAZIONE DEL GIOCO
1. VOGEL & WALTON: COME CAMBIANO I NUOVI LOS ANGELES LAKERS?
I giocatori non sono i soli a cambiare casacca, lo fanno pure gli allenatori. Dopo l’addio (scontato e sollevante, ndr.) di Luke Walton, i Los Angeles Lakers hanno composto un nuovo coaching staff capeggiato da Frank Vogel.
Vogel è stato dalla stagione 2010-11 fino alla stagione 2015-16 l’head coach degli Indiana Pacers, squadra con cui ha ottenuto buoni risultati. Dal 2016-17 fino al 2017-18, invece, ha allenato gli Orlando Magic. Con quest’ultimo team i risultati sono stati pessimi (13esimo e 14esimo ad est nei suoi due anni all’Amway Center).
Ma come giocano le squadre allenate dall’ex HC di Magic e Pacers?
Vogel nella sua carriera ha giocato in due modi differenti: ad Indianapolis schierando 2 lunghi tradizionali, ad Orlando correndo e muovendosi di più. Entrambe le situazioni però hanno un punto in comune: la scarsa frequenza di giocate in Isolamento (circa il 5.1% nei due anni in Florida). Questo dato potrebbe fare un po’ preoccupare i tifosi giallo-viola poiché già ad inizio Regular Season 2018-19 Walton aveva provato a togliere la palla dalle mani di LeBron, tentando così di far giocare il 23 più off the ball. L’esperimento ha portato pessimi risultati per svariati motivi riconducibili alla creazione del roster: troppi portatori di palla e pochi giocatori in grado di segnare da tre.
Fortunatamente la squadra è cambiata: i ball-handlers sono diminuiti, i tiratori sono aumentati ed in generale la qualità della squadra si è alzata. Ciò significa che sarà più facile attuare un game plan congeniale a Frank Vogel e alle due stelle dei Lacustri. Il neo-coach giallo-viola, come già accennato, ha prediletto (negli ultimi 2 anni ad Orlando, ndr.) un basket in cui i giocatori si muovono di più sia con la palla che senza, simile ad una motion offense (con flare e high-ball screen e altri blocchi lontano dalla palla o addirittura serie di attacchi come ‘’Diamond’’ e ‘’Blocker-Mover’’).
Analizziamo nello specifico le ultime due serie di attacchi utilizzate da Vogel: ‘’Diamond’’ e ‘’Blocker-Mover’’.
DIAMOND
Partiamo dal set ‘’Diamond’’. Analizzeremo tre varianti che, secondo me, potrebbero essere utilizzate dai nuovi Los Angeles Lakers:
1. Diamond – Wing PnR
Questa versione del set ‘’Diamond’’ fa arrivare la palla in ala per poi giocare un PnR con il lungo proveniente dal lato opposto. Questa variante permette movimento sia dei giocatori senza palla che dei giocatori con la palla in mano. Pur non essendo un attacco che coinvolge direttamente tutti i giocatori, si ha la possibilità di spaziare il campo e andare a giocare in 2v2 su di un quarto di campo costringendo la difesa ad aiuti sul PnR e lasciando dunque liberi tiratori o ‘’lob catchers’’ sul lato debole.
2. Diamond – Spread PnR
Questa è una offensiva ideale per le squadre di LeBron. Dopo la classica partenza Diamond, tutti i giocatori si allargano sul perimetro tranne un lungo (solitamente quello opposto all’uscita a dove esce la guardia) che andrà a portare un blocco al portatore di palla, permettendo un gioco a 2 e al contempo di allargare il campo. Questo schema potrebbe essere molto efficace con un portatore di palla come LeBron e bloccanti quali Davis, McGee e Howard: si apre una diretta linea di penetrazione verso il canestro, si ha la possibilità di scaricare la palla per i tiratori o per ri-iniziare una azione e c’è pure la possibilità del passaggio al ‘’rollante’’ o ‘’poppante’’ che sia.
3. Diamond – Cross Screen into Spread PnR
Il Cross Screen into Spread PnR è una versione avanzata del PnR. Uno degli esterni va a portare un blocco al lungo in area, così da forzare un mismatch. Se la ricezione in post gli viene negata, il lungo allora andrà a completare il gioco portando un blocco sulla palla e giocando un Pick and Roll. Questa variante permette, come già detto, di creare un primo mismatch (lungo – piccolo) e al contempo di spaziare il campo sul PnR che avviene “a fine gioco”. I Lakers potrebbero sfruttare molto questa opzione avendo lunghi in grado di giocare sia pick and roll che in post basso contro avversari più piccoli. Sarà ideale anche per LeBron (nelle vesti del portatore di palla) dato che troverà il campo allargato per penetrare e eventualmente scaricare sul perimetro per un tiro da 3.
BLOCKER-MOVER
Proseguiamo ora con la “Blocker-mover”: una offensiva che muove molto gli esterni e si basa su pin down, flare screen e curl cut.
In questo set esistono 2 tipi di giocatori: i mover e i blocker. I mover sono gli esterni che si muovono costantemente formando un cerchio, prendendo pin down e ricevendo palla per poi sfruttare il flare screen dopo aver ribaltato il lato. I blocker, invece, sono i due ‘’perni’’ e devono andare a bloccare in verticale e poi in allontanamento.
Questo è un set che muove molto le difese ed è capace di mettere in ritmo i tiratori (Danny Green e KCP); inoltre, spazia abbastanza il campo così da permettere un pick and roll o anche un alto-basso tra i due lunghi nel caso in cui la palla arrivasse in post alto.
4/5-OUT OFFENSE
Vogel spesso ha giocato anche un set offensivo ‘’particolare’’ ma già visto in maniera molto simile a Cleveland (anche se usato in minor modo): la 5-out offense o la 4-out offense: due ‘’schemi’’ che allargano il campo e quindi permettono di attaccare il canestro anche grazie ad un banale PnR. James e Davis, dunque, trovano una strada spianata per il loro modo di giocare; basta un semplice spread PnR, durante una 4-out, tra le due stelle per mettere in crisi le difese avversarie. Naturalmente un tipo di offensiva del genere non è possibile unicamente grazie al #3 e al #23 ma anche grazie a tutti quei giocatori che dal perimetro vengono considerati una minaccia (Danny Green, Kuzma, Dudley e Kcp in primis).
Per quanto riguarda l’aspetto difensivo, invece, Vogel è sempre stato un ottimo coach. Nei 5 anni ad Indiana il DefRtg della squadra non è mai sceso sotto 103 ed ha raggiunto un picco massimo di 99.3 punti ogni 100 possessi nel 2013-14. Certo, quella era una squadra composta da difensori di primo livello, Hibbert e George in primis, ma quest’anno Frank avrà a disposizione Anthony Davis e anche Danny Green. Davis, secondo i dati di Basketball Reference, migliora il defrtg della sua squadra di 3.1 punti quando è in campo, facendolo passare da 114.5 a 111.4, una differenza enorme. Green, che è uno dei migliori difensori sugli esterni? Anche lui migliora il defrtg della propria squadra quando è in campo: da 110.0 a 106.1.
Vogel, in definitiva, ha una base solidissima su cui lavorare per migliorare la fase difensiva dei Los Angeles Lakers. Il 108.9 di defrtg (13esimi nella lega) è discreto ma non ottimo per una squadra che punta al titolo.
2. UN’ESTATE DI SCOMMESSE: RONDO, HOWARD E BRADLEY.
Come già detto, il roster dei Los Angeles Lakers è cambiato molto da fine stagione. E’ stata aggiunta una superstar e tanti giocatori di contorno, ma non tutti sono giocatori affidabili e che potrebbero rendere al massimo durante la stagione: tra questi ci sono Rondo, Howard e Avery Bradley.
Tutti e tre vengono da stagioni pessime e, gli ultimi due, sono in cerca di redenzione. Ma andiamo con ordine ed analizziamoli uno alla volta.
RAJON RONDO
Rondo era già dei ‘’nostri’’ ed è stato ri-firmato dalla dirigenza in Free Agency quest’anno. La Point Guard, però, non viene da una brillante annata: quando si trovava in campo abbassava di 2.3 punti l’Ortg della sua squadra facendolo passare da 109.4 a 107.1 e, al contempo, alzava il defrtg di 7.3 punti, uno sproposito. Dunque, è facilmente deducibile come sia stato deleterio per i Los Angeles Lakers. Ma non sono solo le cifre: tatticamente Rondo non è stato “giocabile”.
Rajon è una PG che necessita molto di palla in mano, non ha un tiro affidabile e non conclude al ferro con le percentuali mostrate negli anni a Boston; questi ‘’problemi’’ potevano essere ovviabili in una NBA di 10 anni fa e in una squadra con pochi portatori di palla, non in questo caso. Avere un numero variabile di portatori di palla (Rondo-Ingram-LeBron-Lonzo-Lance…) in campo nello stesso momento, inoltre, ti penalizza se non hai il giusto spacing. Rondo non era e non è tuttora una minaccia da 3 o senza palla, viene difeso da tutti a 1 metro di distanza e non si muove off the ball andando così ad influire sulle spaziature e rendendo più facile difendere per la squadra avversaria.

Ora ci sono molti meno trattatori di palla in casa Lakers e il numero 9 è l’unico listato PG insieme a Caruso e Cook. Per forza di cose, verrà utilizzato tanto da Vogel (almeno nella prima parte di stagione), soprattutto quando LeBron e Caruso non saranno in campo.
Con Howard e Bradley la questione è molto più ‘’spinosa’’. Rispetto a Rajon Rondo, il centro e la guardia vengono da un susseguirsi di pessime stagioni. Entrambi sono a tutti gli effetti LE scommesse per la prossima stagione.
DWIGHT HOWARD
Howard è alla seconda esperienza in maglia purple and gold ed è stato firmato in seguito all’infortunio di DeMarcus Cousins. L’ex Dpoy ha firmato un contratto non garantito da 2.5 milioni di dollari, quindi, mal che vada, potrà essere tagliato. Dwight, come già detto, viene da pessime stagioni nella lega e dopo aver abbandonato Los Angeles non è più riuscito ad esprimere il talento mostrato ad Orlando. A Charlotte ha messo su ottime cifre ma solo quelle; chiedeva troppi palloni e fermava il gioco andando così ad influire negativamente su tutta l’azione. Difensivamente invece, per BBindex ed i loro grades, ha fatto una buona stagione (difesa interna, sia chiaro) ma guardando alcune clip e partite è possibile notare come conceda molto spazio sul Pick and Roll alla guardia avversaria non difendendo così sul jumper in maniera efficace.
Howard, dunque, dovrà dimostrare di non essere più il giocatore visto a Charlotte o negli anni precedenti e, soprattutto, dovrà essere impiegato in due circostanze soltanto: bloccante/rollante negli schemi e come lob finisher: pochi palloni nelle mani, giocate solide ed efficaci.
AVERY BRADLEY
La 28enne guardia ex Memphis, come Howard, ha giocato stagioni deludenti dopo aver abbandonato Boston, tra pessime partite e infortuni che lo hanno tenuto fuori dal campo. Il punto più basso per la sua carriera è stato sicuramente a Los Angeles sponda Clippers, dove ha tenuto 8.2 punti e 2.0 assist tirando con il 38% dal campo e il 33% da 3.
Sul finale di stagione, però, è stato scambiato a Memphis dove è sceso in campo quattordici volte. Ai Grizzlies la situazione si è ribaltata; Avery è sembrato tornare molto più simile a quello visto a Boston, più coinvolto nei giochi con e senza palla, più attivo in difesa e soprattutto ha tirato con quasi il 40% da 3. Riuscire a far risorgere un giocatore del genere sarà vitale per Coach Vogel, dato che è un “fit “perfetto per LeBron e Davis.
3. DAVIS, LEBRON E KUZMA. I GIOCATORI PIÙ IMPORTANTI DEL ROSTER.
Tutta la stagione dei Los Angeles Lakers passa per le mani di tre giocatori sostanzialmente: due superstar comprovate e 1 gregario di lusso. Naturalmente non hanno tutti lo stesso peso specifico ma è importante che ognuno di essi faccia la loro parte.
LEBRON JAMES
Su James sostanzialmente c’è poco da dire dato che è un giocatore che tutti conosciamo benissimo. Bisogna sperare faccia una annata senza infortuni e che si accenda ai Play Off come al suo solito. Durante la Regular Season dovrà prendere le misure con la squadra ed i tiratori cercando di oliare il più possibile i meccanismi. LeBron anche in un’annata pessima come questa ha mantenuto medie straordinarie: per BBindex supera il 90esimo percentile in categorie come ‘’one on one, finishing, roll gravity, playmaking, post play, defensive rebounding e usage’’. Non male per uno che è da 17 stagioni nella lega.
Vogel dovrà massimizzare le abilità da passatore e da scorer di LeBron coinvolgendolo in più giochi possibili con palla in mano e tiratori sul perimetro. Inoltre, potrebbe essere anche utilizzato, saltuariamente, come tagliante dal lato debole con Davis in Post up.
ANTHONY DAVIS
La nuova superstar giallo-viola, invece, si trova alla prima prova del nove in carriera. In questi ultimi anni AD ha messo in mostra un potenziale pazzesco, facendo vedere lampi di talento da ‘’all-timer’’ in tutti i macro-aspetti del gioco.
Davis ha sostanzialmente ricoperto due ruoli con continuità in carriera: da Ala grande e da Centro. È possibile notare una leggera differenza di rendimento quando cambia di ruolo: giocando come ‘’5’’ rende meglio. Perché? Il #3 è una bestia nel pitturato dato che converte i tiri entro i 3 piedi con il 72% in carriera e durante il 2018-19 era nel 98esimo percentile a livello di post-up. È chiaro, dunque, che affiancargli un giocatore che intasa l’area (McGee o Howard) non sia ottimale. Al contrario, un giocatore come Cousins in grado di passare il pallone dalla punta creando un alto basso sarebbe potuto essere cruciale e difficile da fermare.
La convivenza con LeBron sembra già essere partita bene fuori dal campo (i due fanno parte della stessa agenzia, Klutch Sports, e sono molto amici). In campo, invece, come potrebbe evolversi? Nessuno dei due ha mai giocato con una superstar così forte in carriera (Wade stava già calando mentre Davis deve ancora raggiungere il suo picco) ma le basi sembrano solide: il Re è uno dei migliori creatori di gioco, riesce a sfruttare ogni situazione a suo vantaggio per segnare o servire i compagni. Davis è un lungo che sa come finire al ferro, sa come si portano blocchi ed è un rollante pericoloso (83esimo percentile). Come già detto, potrebbe bastare un semplice “spread PnR” per mettere in crisi le difese avversarie.
Qui di seguito i “grades” di Anthony Davis la scorsa stagione:
All the credits belongs to @The_BBall_Index, I translated their work in Italian for @TheShotIT.
— Andrea Poggi (@AndreaPoggi14) September 23, 2019
Here are Anthony Davis' grades from the past season: pic.twitter.com/y6lSEi4Srq
KYLE KUZMA
Kuzma e Green saranno comprimari fondamentali per le due super star, entrambi dovranno essere letali off the ball e pronti a ricevere sugli scarichi. Se per Danny Green questo non è un problema (89esimo percentile per quanto riguarda i tiri dal perimetro), per Kuzma le cose cambiano.
Kuzma è un “High volume shooter” che si è preso, nel 2018-19, 15.5 tiri a partita di cui 6 da 3. Quindici tiri a partita per la seconda opzione offensiva del 2018/19 sono anche pochi, il problema è come tira e quando. Kuzma nell’ultima stagione ha convertito il 45% dei tiri dal campo ed il 30% dei tiri da 3 tirando con il 54.6% di TS, male per la futura terza opzione offensiva dei Lakers.
Fortunatamente Kuzma questa estate ha assunto uno shooting coach personale (Lethal Shooter) per migliorare e cambiare la sua forma di tiro. Il Coach ha spiegato di aver lavorato con il giocatore su 8 micro-aspetti chiave tra cui equilibrio e rilascio più alto. I video degli allenamenti “sembrano” incoraggianti e i cambiamenti nella forma di tiro si vedono.
The biggest difference that I noticed in the video of Kuz's jumper that @LethalShooter__ posted is a much higher set point. It used to be right in front of his forehead. Here's a side-by-side comparison. pic.twitter.com/26MCmQpWdb
— Laker Film Room (@LakerFilmRoom) July 15, 2019
Kyle, inoltre, dovrà migliorare in altri due aspetti del suo gioco per far veramente il salto di qualità necessario ai Lakers: difesa e passaggio. Nonostante i miglioramenti, il numero #0 si è classificato nel 48esimo percentile per difesa sul perimetro e nel 69esimo per difesa interna, insomma, numeri che non fanno assolutamente gridare al miracolo. Guardando le partite si ha la riprova degli errori commessi dall’ala: scarsa velocità di piedi, close out fatti con angolo di difesa sbagliato e aiuti su rotazioni e/o sul lato debole lenti e tardivi.
Il passaggio è strettamente collegato al tiro: Kuzma è un giocatore che ama tirare e questo può essere un problema. Molte volte Kyle si è trovato ad eseguire tiri ad alto coefficiente di difficoltà proprio per un problema di ‘’tunnel vision’’.
Naturalmente non si chiede una stagione da 5 assist a partita. Si chiede semplicemente di migliorare la shot selection e di non fermare troppo la palla per poi concludere in isolamento.
L’ala in forza ai Lakers non ha comunque passato una estate tranquillissima. Durante il training camp con la nazionale U.S.A si è infortunato ed il responso medico arrivato nei giorni seguenti ha riscontrato una reazione da stress al piede sinistro.
L’infortunio, lo terrà fermo per tutto il training camp dei giallo-viola (iniziato il 28 settembre) e probabilmente anche per l’inizio della Stagione.
Ad ora è importante che riesca a recuperare in maniera ottimale senza accelerare i tempi per evitare ricadute nel breve e lungo periodo. Kuzma è una pedina molto importante per il roster Californiano: servirà a pieno regime nei momenti caldi della stagione ed ai Play Off.
BEST/WORST-CASE SCENARIO
Per i Los Angeles Lakers quest’anno l’obiettivo è uno ed uno soltanto: il titolo. Per la dirigenza, i giocatori ed i tifosi esiste solo il titolo come scenario migliore. La squadra è stata costruita per competere e non sarà accettabile una mancata qualificazione ai Play Off, come anche un’uscita prima delle finali.
La Regular season sarà un test continuo con molti cambiamenti: sarà importantissimo stabilire delle gerarchie e un gioco solido da sfruttare ai Play off. Le vittorie sulla carta dovrebbero arrivare facilmente ed è possibile azzardare un record di 50+ vittorie per la fine della stagione regolare.
Come già detto, non sono ammessi errori. Lo scenario peggiore a cui possiamo pensare è una qualificazione ai Play off da settimi o ottavi: si spera possa non realizzarsi mai!