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L’Eastern Conference avrà un nuovo Re?

Iacopo Lena by Iacopo Lena
10 Settembre, 2019
Reading Time: 4 mins read
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Questo imprevedibile 2018, nonostante debba ancora concludersi, ci ha già lasciato in sospeso numerosi quesiti, quesiti che solo nel corso del 2019 troveranno risposta. Thanos verrà sconfitto dagli Avengers? Rick e Morty incontreranno Evil Morty? Kawhi Leonard guiderà i suoi nuovi Raptors alle Finals?
Se alle prime due domande, per esigenze di trama, la risposta pare ovvia, la storia della franchigia di Toronto è tutt’altro che scontata e vale la pena analizzarla.

Nella città canadese chi conosce meglio di tutti Leonard è sicuramente Danny Green, rimasto coinvolto dalla trade tra Raptors e Spurs assieme all’ala californiana. La guardia ha sottolineato come l’atmosfera a Toronto sia molto meno tesa e più confortevole rispetto a quella che si viveva a San Antonio, specie per i nuovi arrivati, e che proprio questo clima avrebbe trasformato Kawhi. “E’ molto più loquace di quanto non sia mai stato, dentro e fuori dal campo” – spiega Danny a TSN – “sembra si senta molto più a suo agio, sembra si senta a casa”.

Leonard, stando a chi lo conosce da ormai qualche anno, sembra aver tirato fuori quella personalità che a tutti era parso non facesse parte del suo carattere, pronto sin da questa pre-season a cucirsi addosso un ruolo da leader del gruppo. Quello di leader, però, è un ruolo che dovrà dividersi con chi a Toronto ha scritto la storia insieme a DeRozan, ossia Kyle Lowry. K-Lo sembra aver accolto molto bene l’arrivo di Leonard, nonostante il rammarico per la partenza dell’amico.
“E’ un giocatore fantastico, sarà incredibile giocare con lui”, il suo primo commento non appena appresa e digerita la notizia della trade.

Oltre che condividere un ruolo molto importante fuori dal campo, dovranno duettare anche sul parquet, dove molto probabilmente, e come si è già visto a sprazzi in questa pre-season, i due trarranno ampi benefici l’uno dall’altro. In passato, con un partner atipico come DeRozan, era difficile mettersi in mostra anche per Lowry. Il gioco spesso e volentieri ristagnava, la palla girava lentamente e il playmaker dei Raptors si trovava a giocare difficili isolamenti che ne abbassavano le percentuali al tiro. Non arrivavano molti palloni da DeMar, ed erano pochi gli spazi che il numero 10 creava per il compagno. Al contrario, il nuovo arrivato ha dimostrato in carriera di essere un pericoloso tiratore da 3 (con oltre il 40% nelle ultime due stagioni “sane”), oltre che essere un formidabile tiratore dall’angolo (43.9% nello stesso periodo di tempo). Queste doti di Leonard saranno sicuramente determinanti nel creare spazi per le giocate di Lowry, in grado di fornirgli soluzioni di passaggio e costringere i difensori avversari ad uscire dall’area.

In quello che sarà probabilmente il quintetto titolare figura l’arrivo di Danny Green, che vanta un 44% al tiro dall’angolo (49% da quello destro), e la presenza di Serge Ibaka, ancora pericoloso from the corner (45% al tiro). La presenza di giocatori come loro sul parquet porta inevitabilmente ad allargare le maglie della difesa avversaria, dove Lowry, aiutandosi con i blocchi portati da Valanciunas, può inserirsi molto facilmente.

In questa azione di transazione veloce Leonard, Green e Siakam allargano il campo a Lowry che ha spazio e tempo per giocare un pick-and-roll in tutta facilità con Valanciunas.

Come ha dimostrato a tratti questa pre-season, però, per Nurse la palla non transiterà esclusivamente dalle mani del suo numero 7, ma rimarrà per molti secondi anche tra quelle più ampie di Kawhi. Leonard ha messo in mostra nelle ultime stagioni un ball-handling e un decision-making più che invidiabile (a San Antonio era passato in 4 stagioni dai 40 ai 51 tocchi per 36 minuti, fino a raggiungere il 10% di tempo di possesso della squadra). Il nuovo coach dei Raptors ha deciso di puntare forte su questo aspetto, specialmente per rendere meno prevedibile e Kyle-dipendente la manovra. Nurse si aspetta dunque da Leonard doti di palleggio tali da permettergli di giocare pick-and-roll con i compagni, così da liberarsi per il tiro o servire il rollante di turno.

E’ bene ricordare poi che Lowry sa essere molto pericoloso anche senza palla. La scorsa stagione la sua percentuale realizzativa sui catch-and-shoot è stata superiore a quella di McCollum, Booker e Beal (solo per citarne alcuni). Con maggior spazio a suo favore, mentre gestisce il pallone Leonard, Kyle può diventare ancora più micidiale, alzando le sue percentuali ed aumentando il numero di tiri presi, tanto da diventare uno specialista del ruolo.
Allo stesso modo sia Green che Ibaka mantengono percentuali di catch-and-shoot da oltre l’arco sopra il 38%, percentuale che si alza se marcati in modo blando.

In questa situazione sono chiari i compiti che avrà Leonard nella gestione del possesso, con Lowry e Green che aspettano palla sugli angoli. Kawhi sfrutta il blocco portato da Ibaka per gettarsi tra le maglie sfilacciate della difesa di Portland, puntando Nurkic abbastanza lontano dal ferro. A quel punto McCollum lascia completamente libero Green che una volta servito non sbaglia.
Difesa larga, penetrazione con blocco e assist al tiratore smarcato.

Anche in uscita dalla panchina Toronto può permettersi armi letali. Uno che troverà molti minuti sarà Fred VanVleet, fresco di rinnovo contrattuale. Spaventosi i suoi numeri da 3: 41.9% al tiro, 35.5% a segno dopo un dribbling e un 36% clutch sulle triple prese negli ultimi 7 secondi di possesso.

Vanno sottolineate anche le percentuali di Wright e Anunoby, sopra il 37%, così come quelle di un autentico specialista come Miles, che se lasciato da solo mette quasi una tripla ogni 2 tiri (42%). Un roster dunque studiato per aprire il campo, in scia alla tendenza attuale di giocare molto senza palla e con tiri da fuori area. Se si aggiunge poi una certa pericolosità lontano dal ferro mostrata anche da Jonas Valanciunas (45% dalla mid-range e un 40% da 3 su 1 tentativo di media a partita), la faccenda diventa interessante.

Toronto dimostra la sua pericolosità anche in situazioni di fast break. Sia Leonard (43% nelle stagioni precedenti alla scorsa) che Lowry (44% nelle ultime 3 stagioni) hanno percentuali pericolose al tiro da 3 punti nei primi 4 secondi di possesso.

Dall’altro lato del campo, Toronto ha dato il benvenuto a due dei migliori difensori perimetrali della lega, che si abbinano ad altri giocatori dalle invidiabili skills difensive. Oltre alla capacità di marcare praticamente chiunque di Leonard, e alla stessa duttilità di Green, i Raptors possono permettersi in uscita dalla panchina giovani talenti come Wright, Anunoby e Siakam, tutti difensori dagli enormi margini di crescita. Uno su tutti, poi, rimane sempre Serge Ibaka, che è parso quasi e ringiovanito in questa pre-season. Dopo l’evidente calo offensivo e la pressione di Siakam per un posto in quintetto, dovrà dimostrare di meritarsi il posto da titolare quantomeno mantenendo alto il livello di pallacanestro nella sua metà campo.

La pre-season ha dato segnali chiari: bench mob sempre più decisiva, miglioramenti significativi di Valanciunas e squadra affidata al duo Lowry-Leonard. Basteranno loro due per conquistarsi la Eastern Conference anche dopo la Regular Season?

Solo il 2019 saprà risponderci, dopo la sconfitta di Thanos e l’ascesa di Evil Morty.

Nel frattempo, godiamoceli
Tags: Kawhi Leonardtoronto raptors
Iacopo Lena

Iacopo Lena

Mette il parmigiano negli spaghetti allo scoglio. Si è innamorato della NBA guardando le giocate di Demar DeRozan e crede nel progetto Kings. Ovviamente si scherza, i Kings non hanno alcun progetto.

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