Siamo in piena estate. Ovunque voi vi troviate, in questo preciso momento, starete sudando. Fa caldo, quel caldo che non puoi non odiare. Eppure, in questi giorni, è il freddo a fare da padrone nel mondo dell’NBA.
Il gelo di Toronto, che investe quel lontano nord per quasi tutto l’anno e che rende la città canadese meta poco gradita da molti giocatori. Il ghiaccio che scorre nelle vene di Kawhi quando calca un parquet. La freddezza con cui la dirigenza dei Raptors ha scambiato il giocatore che più ha segnato la storia della franchigia assieme a Vince Carter.
Contro ogni aspettativa e (forse) contro la propria volontà, Kawhi Leonard è stato spedito a Toronto assieme a Danny Green. Percorso inverso (ma altrettanto poco gradito) lo farà DeMar Derozan, accompagnato da Jakob Poeltl e da una pick protetta tra le prime 20 scelte al prossimo draft. Ma questo propabilmente già lo saprete.
I Raptors si trovano uno dei più forti giocatori della lega a roster nell’anno in cui la Eastern Conference è rimasta senza il suo Re, accompagnato da un ottimo role-player come Danny Green. Entrambi arrivano con un solo anno di contratto. Ai canadesi è costato un pezzo di cuore, un giocatore che ha infranto tutti i record di franchigia, ma che inevitabilmente trascinava con sè il peso di non aver mai elevato i suoi standard nei momenti decisivi.
Solo il campo potrà mostrarci l’esito dell’operazione. Nonostante venga naturale sprecarsi su previsioni più o meno azzardate di cosa succederà nei prossimi mesi, noi ci asterremo dal fare pronostici. Sarà interessante invece scoprire, alla luce di questa trade, quali saranno le scelte del nuovissimo coach Nick Nurse, assistant di Casey nelle scorse stagioni.
Il nuovo coach è stato l’autore dei progressi che hanno portato Toronto ad essere una macchina offensivamente impeccabile nella scorsa Regular Season, nonostane il materiale non fosse propriamente adatto.
Quel gioco fatto di circolazione di palla, pace alto, extra pass e un grande volume di conclusioni da oltre l’arco risultava quasi forzato su un roster nel quale c’erano le skills un po’ più anacronistiche di DeRozan.
DeMar si era messo in gioco, cercando di rendersi pericoloso sistemando il suo tiro da tre, ma tutti i limiti della squadra si sono palesati nei Playoffs. Lo stesso allenatore, all’inizio della sua prima stagione in panchina, non aveva speso parole particolarmente dolci verso il suo uomo franchigia. La sensazione è che il roster a disposizione di Nurse ora sia invece più consono alla sua idea di gioco.
Il primo a trarre vantaggio dalla trade sarà sicuramente Kyle Lowry. Dando per scontata la sua titolarità, il leader emotivo della squadra avrà ora numerosi compagni in grado di allargargli il campo. Più soluzioni di passaggio, più spazio per penetrare e giocare sui blocchi di Valanciunas.
Il lituano, alla sua settima stagione in NBA, dovrà farsi trovare più pronto che mai. Nella scorsa Regular ha giocato sotto le aspettative, nonostante la media punti (12.7) fosse in linea con le cifre registrate in carriera, è parso troppo poco presente a rimbalzo oltre che distratto in difesa.
Ai Playoffs, complice probabilmente la carica emotiva delle partite che contano, si è tenuto in doppia-doppia di media (14.6 pts e 10.5 reb) ed ha trascinato la squadra per ampi tratti di gara nella serie con Washington. Il prossimo anno sarà inevitabilmente titolare e dovrà ripartire dalle belle prestazioni ai Playoffs.
A completare il back court sarà molto probabilmente il nuovo arrivato Danny Green. L’ormai ex Spurs è il perfetto esempio di 3&D. Se in serata, può trascinare la squadra (come accaduto più volte nella scorsa stagione) con grandi prestazioni offensive. Difensivamente spesso sottovalutato, nel 2017 è stato nominato insieme a Leonard nell’NBA All-Defensive Team. Si limita al suo compito, non è abile nel crearsi il tiro da solo, ma nel sistema che vorrebbe creare Nurse non gli sarà richiesto farlo.
Avrà sicuramente molti minuti a disposizione anche Delon Wright. L’anno scorso ha stupito tutti in uscita dalla panchina, mostrando di avere talento in entrambi i lati del campo, chiudendo la stagione con 2.5 stl per 100 possessi ed un positivo 36.6% da 3 punti. Difficile immaginare invece un ruolo che non sia quello di sesto uomo per Fred VanVleet.
Leonard sarà lo starter su cui costruire in attacco, OG Anunoby verrà sicuramente sacrificato in panchina, ma è un giocatore che per certi versi somiglia a Leonard e che avrà modo di studiare il nuovo compagno per migliorare ulteriormente.
Su Kawhi non c’è molto da dire. Nella sua metà campo è ancora uno dei migliori nonostante l’espediente della Kawhi Island, nella metà campo avversaria è tra i migliori. E’ in grado di allargare il campo come richiederà Nurse, ha sviluppato buone doti di playmaking ed è diventato un autentico all-around shooter.
Infine, ad affiancare Valanciunas, vedremo alternarsi il veterano Ibaka ed il giovane Siakam. Serge sembra in parabola discendente. Segna meno da 3 punti e con meno efficacia (dal 40% di due anni fa al 36% dell’ultima stagione). Sembra non riuscire ad esercitare più quel dominio sotto il proprio canestro che mostrava ad Oklahoma (ai Thunder aveva una media di 2.5 blk a partita, con un picco di 3.7 nella sua terza stagione, mentre con i Raptors viaggia su una media di 1.4 blk). Siakam invece è in costante crescita. E’ straordinariamente veloce e mobile per uno della sua stazza. Ha mostrato grande intelligenza tattica e presenza difensiva, ma in attacco ha ancora da sistemare la pericolosità lontano del ferro (22% da oltre l’arco sono troppo poco nell’NBA moderna).
Le second unit hanno perso il solo Poeltl (da vedere come lo sostituirà Ujiri) e rimangono dunque un fattore determinate. Il quintetto titolare ha ora sicuramente molto più da dare, con la solidità difensiva che il trio Green-Leonard-Ibaka potrà garantire anche in chiave Playoffs (dove i Raptors hanno fatto registrare un DefRtg di 112.5).
Ad Est non c’è più il Re, ed è sempre bene ricordarlo. Toronto ora può davvero puntare alle Finals, nella speranza magari di trattenere Leonard anche per le prossime stagioni. Nel caso non ci riescano, scaduti i contratti dei due nuovi arrivati Ujiri potrà iniziare a muoversi per la ricostruzione di un roster che non è stato evidentemente in grado di raggiungere gli obbiettivi richiesti.
Avevo scritto più in alto che ci saremmo astenuti dal fare pronostici, ma la sensazione è che difficilmente Toronto abbia perso in questa trade.
Se non forse un pezzo di cuore. Un pezzo della propria storia.