HOUSTON ROCKETS
Perché si
L’idea di un nuovo big three composto da Chris Paul, James Harden e LeBron James rappresenterebbe il miglior composto per provare a porre fine allo strapotere dei Golden State Warriors degli ultimi quattro anni. A livello difensivo, pensando ai numerosi switch che vengono fatti durante i possessi avversari, difficilmente si potrebbe trovare nel mondo un giocatore in grado di contribuire in modo così determinante come LeBron James, abituato già a Cleveland a fronteggiare avversari di qualsiasi ruolo. Sul lato offensivo invece il gioco di Mike D’Antoni produrrebbe una quantità di pick ‘n roll con Chris Paul e situazioni di isolamenti uno contro uno che sono già oggi il marchio di fabbrica dello stile di gioco del Re. Il suo strapotere poi porterebbe i difensori ad accentrarsi per raddoppiare lasciando i tiratori liberi dall’arco, con soluzioni più efficaci di quelle che propone oggi il roster di Cleveland.
Perché no
Già al momento della trade che ha portato alla firma di Chris Paul la scorsa stagione c’era qualche dubbio su come la point guard si sarebbe integrata con James Harden e col gioco di Mike D’Antoni. La stagione dei Rockets ha confermato i dubbi durante i primi mesi di assestamento, quando i due playmaker raramente sono scesi in campo contemporaneamente e una loro coesistenza sembrava difficile. Chris Paul ha dovuto rinunciare a molto del suo gioco tradizionale che lo aveva portato ad essere leader indiscusso ai Los Angeles Clippers e l’arrivo di una presenza come quella di LeBron James potrebbe costringerlo a fare ulteriori sacrifici con risultati controproducenti.
Come arrivarci
Riuscire a permettere LeBron James di firmare con i Houston Rockets confermando anche Chris Paul è un esercizio contabile piuttosto complicato. La strada “più fattibile” per il GM Daryl Morey (e il virgolettato è d’obbligo) è chiedere a LeBron di fare opt-in nel suo ultimo anno di contratto con i Cleveland Cavaliers e poi fare una trade che porti in Ohio un pacchetto di giocatori i cui contratti arrivano a 30 milioni di dollari escludendo quello di Ryan Anderson. Infatti, se Cleveland decidesse di accettare il contratto da 20 milioni di Ryan Anderson, il risultato del payroll per i Cavs sarebbe devastante visto che, oltre a perdere LeBron, si ritroverebbero anche in luxury tax. Una possibile formula quindi potrebbe composta da Eric Gordon, Nenè, PJ Tucker, Chinanu Onuaku e Zhou Qi più scelte, che permetterebbe con successivi tagli una certa flessibilità alla squadra dell’Ohio. A quel punto, preso LeBron con quella trade, Morey dovrebbe chiudere un nuovo scambio in cui trova una destinazione per Ryan Anderson in cambio di pick future, ma quest’operazione sarebbe fattibile solo con poche squadre con ampio spazio salariale e scarse ambizioni stagionali. Insomma, per farcela servirebbe una vera e propria magata.